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Annessi & Connessi
Per noi, i libri sono una faccenda personale. Benvenuto!
Postato da Legione il 17 Maggio 2015

http://annessieconnessi.net/una-notte-di-ordinaria-follia-a-filisdeo/

Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]

 

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Wintergirls – L. H. Anderson

Postato da Legione il 6 Ottobre 2010

Dopo il grande successo di Speak, le parole non dette, Laurie Halse Anderson torna con un nuovo libro: Wintergirls. È una storia forte e coinvolgente che colpisce fin da subito.

Ancora una volta, lo stile dell’autrice può considerarsi unico e incisivo. Niente è censurato o lasciato al caso, e chiunque si trovi a fare i conti con le pagine che ha davanti ne viene catturato completamente.
Non c’è la paura di trattare argomenti tabù e spiacevoli, ma bensì di mostrarli nella loro realtà.

La protagonista di questa storia è Lia, una ragazza adolescente che perde la sua migliore amica Cassie e si ritrova sola a combattere contro tutti.
La sua vita le sfugge, la sua famiglia non la capisce e in lei è forte il senso di smarrimento che riversa nel maniacale controllo del cibo e del suo peso.
In Cassie aveva un’alleata, una confidente, un appoggio fin da quando erano bambine.
Per sfuggire al mondo che non riusciva ad accettarle così com’erano e al disastro che le circondava, erano riuscite a trovare sostegno l’una sull’altra, capendo il loro disperato bisogno di sentirsi leggere e vuote.
Da qui inizia la loro lenta discesa verso una condizione che le rende apparentemente forti, ma estranee e lontane da tutto ciò che le circonda; diventano scostanti, chiuse, e riversano la fiducia solo in loro stesse.
Lia conta le calorie di tutto ciò che mangia, e quando è costretta ad eccedere, passa ore a fare sport all’insaputa della sua famiglia. Si rifugia nei blog in cui trova ragazze che si sostengono a vicenda nelle loro lotte contro il cibo. Apre la sua pelle con continui tagli che nessuno può vedere per liberarsi di tutto quello che ha dentro e che non sopporta.
Si sente persa, stupida, indegna, sola, sconfitta, tradita. Si sente in colpa per la morte della sua migliore amica che la perseguita accusandola e trascinandola nel baratro con lei.
Non sa come sfuggire a quello che prova, non sa come tornare a vivere, non sa come accettare l’aiuto delle persone che la circondano, ma piuttosto si sente minacciata e continua a spingerle lontano da lei.
Nessuno può capirla, nessuno sa quello cosa deve sopportare, nessuna sa cosa significa essere una ragazza d’inverno.
La storia di Lia è una storia universale che riguarda molte persone intorno a noi.
La Anderson riesce a cogliere alla perfezione i sentimenti che possono agitare il cuore di ogni ragazza ed è capace di trasformarli in parole che ci toccano nel profondo e ci avvicinano all’animo della protagonista.
Non li tratta superficialmente, ma li lascia parlare da sé senza mai giudicare e polemizzare.
Affronta un tema delicato e lo fa in maniera completa e accurata, toccando la nostra vena più sensibile.
Un libro bellissimo, ricco di situazioni vere e sofferenti, ma anche di una carica emotiva che ci spinge a combattere insieme a Lia e per Lia, affinché anche lei possa riuscire a trovare la sua strada e aprirsi al mondo che la circonda, senza paura, senza riserve, senza più demoni nel suo cuore, ma con tanta voglia di ricominciare a vivere.

Recensione scritta da Michela Novelli

La ragazza con l’orecchino di perla – T. Chevalier

Postato da Legione il 2 Ottobre 2010

Di questo libro e del relativo film con Scarlett Johansson e Colin Firth è stato scritto e detto tutto. Eppure, al nostro secondo romanzo della Tracy Chevalier, ci sentiamo in dovere di spenderne ancora qualcuna. Superbo e sontuoso per quanto, oppure proprio perchè, semplice e lineare, come solo lei sa fare. Scritto magistralmente in una prima persona mai opprimente e con un lessico minimo, semplicissimo, perfetto per il personaggio umile che fa da protagonista ad una storia altrettanto semplice e verosimile. Eppure, la Chevalier cesella con un’abilità ottima ogni frase ed ogni immagine, esattamente perchè come per qualunque opera d’arte, il trucco c’è ma non si vede, ottenendo una narrazione fluida e diretta ma tanto carica di significato e emozioni.
Una storia d’amore intensa ed impossibile, un romanzo straripante di fortissimi sentimenti inespressi, e di colori. Dalla penna della Chevalier vediamo davanti ai nostri occhi i dipinti che ci descrive sapientemente, attraverso i particolari che rendono la scena viva, proprio come impariamo leggendo la storia di Griet e del taciturno pittore Vermeer dagli occhi grigi.
Un capolavoro della narrativa moderna, un altro libro da leggere assolutamente, anche se si conosce la più che ben nota trama, proprio per il valore della prosa: pacata, sobria, eppure molto evocativa e di grande comunicatività. Se avete bisogno di un angolo di pace e contemplazione, di assaporare qualcosa di bello anche solo per qualche minuto, leggete questo libro e non rimarrete delusi.

Ecstasy – I. Welsh

Postato da Legione il 24 Settembre 2010

Il primo approccio con uno scrittore particolare come Welsh solitamente lascia scossi ma appagati. La mente è aperta alla novità e, come in questo caso, ci si aspetta di tutto e ci si lascia stupire con facilità. Quando si affronta il secondo romanzo di un autore, però, si crea già un’aspettativa, ci si cala più in fretta nello stile e nelle scene che disegna. E’ una prova comunque importante, perchè diventa un banco di prova, per verificare se l’entusiasmo rivolto all’autore è stato ben riposto.
Welsh, ancora una volta, è un caso a parte. Ecstasy si differenzia pressochè in tutto da Trainspotting. Gli unici punti di contatto sono le droghe (qui l’E, là l’eroina) e chiaramente lo stile altissimo che caratterizza così tanto Irvine Welsh.
In questo libro troviamo tre racconti, molto distanti tra loro, eppure tutti legati dal filo rosso della droga e del vizio, in ogni sua manifestazione, da quella semplice delle droghe sintetiche a quelle molto più subdole e abbiette. L’aggettivo più calzante potrebbe essere “grottesco”, specie per il secondo e terzo racconto. Si parte da una storia d’amore sbocciato nell’acido che sembra diventare qualcosa di concreto e forte, arrivando addirittura, forse, ad essere il punto di partenza di un qualcosa di pulito e sano. Si passa poi ad un’altra storia d’amore e di deformazione, fisica e mentale, scritta con un’abilità ed un’imprevedibilità tale che non è possibile non rimanerne invischiati, fino al tragico finale splatter. Infine, una storia dai toni sardonici e grotteschi più che mai, incentrata sul vizio e sull’aberrazione nascosta dietro il sempre più fragile velo del perbenismo.
Questi racconti sembrano slegati tra di loro, eppure formano un trittico di una grande profondità: la moralità e l’immoralità, purezza e bassezza nelle loro più sfaccettate declinazioni. Racconti che fanno stare male, che fanno storcere la bocca e socchiudere gli occhi, che lasciano amarezza e mostrano cose che vorremmo tanto non vedere, e che, con la sua estrema schiettezza, Welsh ci sbatte davanti agli occhi nella sua veste di grande abilità letteraria.
Un altro terribile capolavoro di Welsh, che non stanca e che, in ogni caso, insegna sempre qualcosa, anche di ciò che non avremmo mai desiderato imparare.

La dama e l’unicorno – T. Chevalier

Postato da Legione il 20 Settembre 2010

Questo romanzo, scritto da Tracy Chevalier, salita alla ribalta del grande pubblico grazie ad un altro romanzo, La ragazza dall’orecchino di perla, narra le vicende che si intessono attorno alla realizzazione di sei grandi arazzi commissionati da un notabile parigino della fine del 1400.
Come è nello stile della Chevalier, La dama e l’unicorno è un gradevolissimo romanzo storico, ispirato ad arazzi fiamminghi realmente esistenti, che raffigurano la seduzione dell’unicorno da parte delle dame rappresentate, attraverso l’allegoria dei cinque sensi.
In questo romanzo l’autrice fa parlare ciascun personaggio, dedicandogli un intero capitolo, permettendo al lettore di comprendere il punto di vista ed il pensiero più intimo di ciascuno. Non ci sono mai descrizioni fisiche precise dei protagonisti, eppure hanno una profondità sfaccettata di altissimo livello. La prosa è semplicissima e diretta, muta per ciascun personaggio parlante, facendo sì che il carattere di ognuno possa trasparire con forza e chiarezza in ogni passaggio: abbiamo quindi Claude, figlioletta viziata e vacua del notabile, che si esprime con infantilismo e pedanteria; Nicholas, il pittore che ha realizzato i disegni degli arazzi, sciupafemmine e materialista, che con il suo modo di raccontarci le vicende ci trasmette anche una profondità e sensibilità d’animo che non avremmo certo sospettato; Aliénor, la figlia non vedente del tessitore fiammingo, che si esprime con compostezza e ci racconta il valore di un suono o di un profumo di un fiore.
In questo bel romanzo, la protagonista è l’interiorità dei personaggi, utilizzando l’espediente degli arazzi per mostrare lo spaccato di vita alle porte del 1500 in Europa, dal punto di vista dei benestanti, degli artigiani e degli artisti, con una sensibilità che raramente abbiamo riscontrato altrove.
Consigliamo la lettura di questo libro a tutti, ed in particolare a chi, dopo aver visto il vero ciclo di arazzi in questione (ad esempio qui: La dama e l’unicorno) si sentirà incuriosito e stuzzicato a sapere che cosa questi tessuti avrebbero potuto celare.

Manualetto pratico a uso dello scrittore ignorante – F. Tuena

Postato da Legione il 17 Settembre 2010

Vuoi diventare scrittore? Bene, allora per favore devi assolutamente leggere il libro di Filippo Tuena, Manualetto pratico a uso dello scrittore ignorante. Se sei fortunato, subito dopo cambierai idea e penserai che il ruolo di scrittore proprio non ti confà!
Il libro è divertente, ironico (autoironico) e mette in evidenza gli atteggiamenti più assurdi e deprecabili che animano ogni aspirante scrittore: prima tra tutti l’ignoranza che spinge una persona a scambiare l’entusiasmo iniziale per un talento innato per la scrittura. Presto questo presunto talento si trasformerà nel disagio del genio incompreso che, rifiutato da tutte le case editrici, si rifugerà nella magica convinzione che “in quegli ambienti là sono tutti raccomandati”.
Il libro scivola via veloce, senza intoppi, strappando qualche risata allo scrittore alle prese con il suo primo romanzo da pubblicare.
Una lettura consigliata a tutti gli autori in erba perché è giusto prendersi sul serio, ma senza esagerare.
Tre sono gli ingredienti indispensabili per ogni carriera letteraria, ci dice Tuena: impegno, passione e talento. Se manca anche uno solo di questi elementi meglio farsi un bell’esame di coscienza prima di andare a ingrossare le fila degli scrittori mediocri senz’arte né parte.

Recensione scritta da L’imbrattacarte

Mi fidavo di te – A. Bassi e A. Friggeri

Postato da Legione il 11 Settembre 2010

Un gruppo di studenti universitari, la goliardia, le donne, ufficiali e desiderate. Mi fidavo di te, secondo romanzo del duo emiliano Alessandro Bassi e Andrea Friggeri, a prima vista parla di questo, gettando le basi di un romanzo inno, in apparenza, della superficialità mediocre, dell’istinto del branco e del monopensiero maschilista.
In realtà, scorrendo le pagine di questo libro, emerge tutt’altra storia.
Una storia maschile, certo, ma maschilista solo a tratti. Narra della goliardia, con i suoi risvolti beceri e ignoranti, ma mostra anche la sua fragilità, costituita solo da un insieme di riti, attorno ai quali si legano amicizie che sembrano profonde e sincere ma che, una volta private dei suoi rituali e messe alla prova, si disperdono in una nuvola di fumo. Narra di vite normali, che si mascherano in clichè di sciupafemmine implacabili, quando i due di picche si presentano con la stessa frequenza come per qualunque altro ragazzo.
Si parla di donne, certo, ma sono elementi marginali, anche se di fatto attorno a loro ruotano le vicende e ne costituiscono i punti di frattura. Queste donne sono a volte un contorno, oggetto di valutazione e commento, a volte sono le fidanzate, a volte sono le donne desiderate. E’ interessante notare quanto queste ultime due tipologie siano mostrate tanto diversamente: le donne desiderate sono forti, indipendenti, profondamente sfaccettate, spregiudicate, affascinanti e sicure di sè; le fidanzate sono delineate come normalissime donne, caratterizzate dai loro pochi pregi e dai tanti difetti, dalla gelosia al perbenismo.
In questo romanzo si parla di amicizia tra uomini, forse meno forte di quanto viene solitamente millantato, di amore, di fiducia e di vita normale, che in certe occasioni trascende la normalità nei suoi momenti critici, facendola diventare surreale o troppo cattiva per essere vera.
Mi fidavo di te è un romanzo scritto con un linguaggio volutamente ricercato ma piacevole, scorrevole ed interessante, che risulta adatto alla storia che sta raccontando. Consigliamo la lettura a tutti gli universitari di ogni età, anche a quelli che sono rimasti studenti solo nel cuore, e alle donne, perchè apre un velo sul mondo chiuso e poco conosciuto delle dinamiche di un gruppo di soli uomini.

Irregolare – V. Bosica

Postato da Legione il 8 Settembre 2010

copertina irregolareChi conosce almeno un po’ il grande filone letterario della fantascienza, sa bene quanto sia difficile trovare qualche titolo veramente valido che rientri in questo genere. I grandi classici della fantascienza in tutte le sue declinazioni hanno segnato chiaramente un punto di partenza, ma più ci si avvicina al giorno d’oggi e meno diventa semplice individuare esponenti di questa letteratura così particolare, che subisce influenze e modificazioni continue.
Irregolare, di Vincenzo Bosica è certamente un prodotto notevole in questo scenario. Gli elementi classici del cyberpunk ci sono praticamente tutti, dagli impianti ipertecnologici potenzianti agli scenari di fantapolitica con governi mondiali che tutto vedono e tutto controllano. Come in ogni cyberpunk che si rispetti, la chiave di volta del romanzo è colui che cerca di infrangere il sistema, che si scontra con l’ordine costituito e cerca di sovvertirlo. Da queste basi si sviluppa un romanzo intrigante, che unisce gli elementi di fantascienza e fantatecnologia pura al più classico dei polizieschi, altro felice genere senza tempo.
Bosica sarà anche al primo romanzo, ma di certo non è un novellino, e lo si evince da ogni riga del romanzo: l’autore conosce bene la materia, senza lasciare nulla al caso, aggirandosi tra le inside dell’inverosimiglianza e della contraddizione con destrezza, uscendone vincitore.
La narrazione è molto fluida e scorrevole, il gergo ricorda il poliziesco americano per il ritmo e la voce dei personaggi, ma non risulta nè forzato nè irritante. La malizia dell’autore che sta giocando con ottime carte in mano traspare nella sicurezza dello stile, che fa scorrere il romanzo senza incertezze.
Il grande rischio in un genere come questo che si rifà a teorie scentifiche, reali o meno, è il decadimento nell’infodump, l’eccesso di informazioni somministrate al lettore come lezioncina della voce narrante. Molte volte è inveitabile, ma la bravura dello scrittore sta nel piazzare le informazioni con classe. Anche in questo aspetto Irregolare ne esce bene: le nozioni ci sono, ma nel complesso sono accettabili per forma e quantità.
Infine, la trama: l’autore si è gestito bene un poliziesco dall’intreccio intricato e certamente non semplice, uscendone comunque con chiarezza, risolvendo tutti i quesiti. Il colpo di scena c’è, il buono che vince anche, il cattivo punito pure e il “vissero felici e contenti” viene lasciato all’immaginazione.
Insomma, consigliamo la lettura di questo romanzo a tutti gli appassionati del genere perchè potranno trovare piacere nella lettura, e anche a coloro che non ne masticano perchè potrà essere un buon modo di degustare un genere affascinante e sfaccettato.

Per informazioni, estratti e altri racconti dell’ autore, il sito web: Irregolare

Non tutti i segreti dormono in soffitta – L. Marzo

Postato da A&C Staff il 5 Settembre 2010

Un mistero così ben archiviato nella memoria dei testimoni da rischiare di passare inosservato; una giovane giornalista in erba con velleità da detective che indaga, scavando nel suo stesso passato, alla ricerca del bandolo della matassa, il tutto condito da autoironia e leggerezza.
E’ questo, in poche parole, il libro che lo Staff vuole consigliarvi oggi in modo particolare: Non tutti i segreti dormono in soffitta, romanzo di esordio di Lara Marzo, selezionato dalla casa editrice ArpaNet e al momento pubblicato in formato ebook.
Questo romanzo si destreggia con semplicità tra i generi più svariati, fornendo un punto di unione forse improbabile ma indubbiamente accattivante: un po’ giallo, un po’ saga familiare, un po’ chick lit, speziato con umorismo e autoironia.
Lo stile, per quanto acerbo, è certamente fluido e scorrevole, sempre chiaro e piacevole, molto promettente per un autore alle prime armi. E’ evidente la voglia di voler fare bene, di esprimersi al meglio con i propri strumenti, senza mai fare il passo più lungo della gamba, nè con evoluzioni linguistiche fuori luogo nè con circonvoluzioni di trama.
I personaggi sono dipinti con pochi ma precisi tratti, al punto da renderli sempre profondi e molto efficaci. Vengono evidenziate le caratteristiche salienti di ciascuno, rendendoli facilmente riconoscibili, anche nell’immaginazione del lettore.
La trama è semplice ma narrata centellinando con cura le informazioni importanti, incuriosendo il lettore, e intrecciando la vicenda principale, strettamente legata all’indagine, a quelle secondarie, che rendono i personaggi vivi e sfaccettati.
Ci sentiamo di raccomandare la lettura di questo libro perchè piacevole in ogni sua parte e perchè costituisce l’opera prima di una scrittrice che, ne siamo sicuri, farà strada.

Per saperne di più, per leggere i primi due capitoli e per acquistare l’ebook, vi suggeriamo di visitare il sito informativo: Non tutti i segreti dormono in soffitta.