Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]
Ecstasy – I. Welsh
Il primo approccio con uno scrittore particolare come Welsh solitamente lascia scossi ma appagati. La mente è aperta alla novità e, come in questo caso, ci si aspetta di tutto e ci si lascia stupire con facilità. Quando si affronta il secondo romanzo di un autore, però, si crea già un’aspettativa, ci si cala più in fretta nello stile e nelle scene che disegna. E’ una prova comunque importante, perchè diventa un banco di prova, per verificare se l’entusiasmo rivolto all’autore è stato ben riposto.
Welsh, ancora una volta, è un caso a parte. Ecstasy si differenzia pressochè in tutto da Trainspotting. Gli unici punti di contatto sono le droghe (qui l’E, là l’eroina) e chiaramente lo stile altissimo che caratterizza così tanto Irvine Welsh.
In questo libro troviamo tre racconti, molto distanti tra loro, eppure tutti legati dal filo rosso della droga e del vizio, in ogni sua manifestazione, da quella semplice delle droghe sintetiche a quelle molto più subdole e abbiette. L’aggettivo più calzante potrebbe essere “grottesco”, specie per il secondo e terzo racconto. Si parte da una storia d’amore sbocciato nell’acido che sembra diventare qualcosa di concreto e forte, arrivando addirittura, forse, ad essere il punto di partenza di un qualcosa di pulito e sano. Si passa poi ad un’altra storia d’amore e di deformazione, fisica e mentale, scritta con un’abilità ed un’imprevedibilità tale che non è possibile non rimanerne invischiati, fino al tragico finale splatter. Infine, una storia dai toni sardonici e grotteschi più che mai, incentrata sul vizio e sull’aberrazione nascosta dietro il sempre più fragile velo del perbenismo.
Questi racconti sembrano slegati tra di loro, eppure formano un trittico di una grande profondità: la moralità e l’immoralità, purezza e bassezza nelle loro più sfaccettate declinazioni. Racconti che fanno stare male, che fanno storcere la bocca e socchiudere gli occhi, che lasciano amarezza e mostrano cose che vorremmo tanto non vedere, e che, con la sua estrema schiettezza, Welsh ci sbatte davanti agli occhi nella sua veste di grande abilità letteraria.
Un altro terribile capolavoro di Welsh, che non stanca e che, in ogni caso, insegna sempre qualcosa, anche di ciò che non avremmo mai desiderato imparare.
Tags: acid generation, droghe, irvine welsh, romanzo sociale