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Uccidi il Padre – S. Dazieri
L’efferato omicidio di una donna e la sparizione del figlioletto di sei anni; l’unico colpevole sembra essere il marito, confuso e dalla coscienza non troppo pulita. Gli inquirenti sembrano avere la soluzione del crimine in tasca, ma qualcuno non sembra essere d’accordo. Coinvolge quindi Colomba Caselli, a riposo dopo una controversa operazione di polizia particolarmente sfortunata, per effettuare delle indagini più serie, facendosi aiutare da un personaggio altrettanto controverso, Dante Torre, oggetto di un drammatico caso di cronaca di venticinque anni prima. Dante infatti fu rapito quando era solo un bambino e tenuto in un silo per undici anni, prima di poter fuggire.
Dal gioco di squadra di questi due personaggi così particolari, la dura Colomba e il singolare Dante, scaturisce questo interessante romanzo thriller di Sandrone Dazieri, Uccidi il Padre.
Il punto focale di questo romanzo è costituito per l’appunto i personaggi, delineati con efficacia sia grazie ai dialoghi molto credibili e brillanti, che alle caratterizzazioni personali, le paure, le fragilità, i vizi, i tic. In praticolare il personaggio di Dante in questo senso ne è un vero campionario. Per alcuni versi, ci ha fatto ricordare il personaggio del manga di Tsugumi Ōba e disegnato da Takeshi Obata Death Note, L: allampanato, scostante ma fondamentalmente timido, dall’intelletto eccezionale e dalla grandissima capacità di analisi. Se L va matto per i dolci, usa andare in giro senza scarpe e ama sedersi scompostamente sulle sedie, Dante Torre ha la fissazione per il caffè, è claustrofobico ed accanito tabagista.
Anche il personaggio di Colomba è ben disegnato, partendo proprio dall’ossimoro del suo nome rispetto al suo carattere: ruvido, diretto, forte ed onesto, piegato in ultima battuta da un’ombra nel suo recente passato che la riempie di angoscia e che la rende simile a Dante.
La storia è intrigante, intricata ed interessante, tiene bene per tutta la lunghezza del romanzo che è comunque considerevole. E anche se alla fine l’autore ricade un po’ nella classica limitazione che hanno gran parte dei thriller (l’assassino è uno dei personaggi che già il lettore conosce ma lo capisce non perchè ci arriva con la logica bensì andando per esclusione: è molto raro trovare una soluzione dell’intrigo che sia veramente originale), il finale è soddisfacente, l’arco narrativo si compie a dovere e l’epilogo lascia aperto uno spiraglio per un possibile seguito.
Insomma, un bel libro che consigliamo volentieri a tutti i rosicchiatori del genere.
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Tags: edizioni mondadori, giallo italiano, sandrone dazieri, thriller