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Annessi & Connessi
Per noi, i libri sono una faccenda personale. Benvenuto!
Postato da Legione il 17 Maggio 2015

http://annessieconnessi.net/una-notte-di-ordinaria-follia-a-filisdeo/

Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]

 

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Imperfetto – M. Pugliares

Postato da Legione il 7 Luglio 2013

http://annessieconnessi.net/imperfetto-m-pugliares/

«Chi sono io?
Questa è la domanda vera!
Non quella domanda del cazzo che mi fate voi: che cosa hai combinato nella vita?
»

Aprire questo piccolo volume di Matteo Pugliares, Imperfetto, è un po’ come sbirciare in un diario personale. Un diario, uno sfogo, di una persona che non si lascia solo vivere, supinamente, seguendo i dettami delle mode e della tv senza porsi domande, sentendosi felice perchè appartenente ad uno schema, un branco, un formato preconfezionato.
In questo testo, a metà strada tra il flusso di coscienza e la composizione poetica, è possibile leggere uno spaccato di pensiero nel quale chiunque potrebbe (e dovrebbe) riconoscersi. Un’apologia dell’imperfezione, dell’ossimoro, del contrasto. Dell’essere, insomma, unamanamente volubili e in quanto tali pezzi unici.
Una lettura breve ma pregevole, che lascia buoni spunti di riflessione.

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La versione di Barney – M. Richler

Postato da Legione il 21 Giugno 2013

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Strano, dai toni quasi mitologici, destrutturato, incasinato, politicamente scorretto. Ma semplicemente divino.
La versione di Barney, di Mordechai Richler, è probabilmente uno dei più famosi romanzi di letteratura moderna in lingua inglese. E per di più è anche divertente.
Barney Panofsky ha vissuto un’esistenza parecchio movimentata. Ormai anziano ripercorre le sue gesta e le disavventure, in Canada, poi a Parigi e poi nuovamente in Canada, attraverso le tre donne della sua vita: Clara, giovane artista squilibrata e bohémienne, la logorroica Seconda Signora Panofsky sposata per ripicca e Miriam, l’unica donna che abbia mai davvero amato e perduto.
Attraverso questo racconto, condito da mille fatterelli, partite di hockey, bevute al bar e acidità verso il suo eterno rivale McIver, Barney ricostruisce la sua vita per dimostrare al lettore (e in fondo anche a se stesso) come non abbia potuto commettere l’omicidio del suo migliore amico del quale è stato accusato e mai del tutto riabilitato.
Una biografia fittizia eclettica e variegata, costruita in modo del tutto non lineare per quanto riguarda tempo e spazio, eppure geniale ed efficace. La pianificazione di questo romanzo risulta essere millimetrica, niente è lasciato al caso, ogni aspetto viene spiegato e illustrato al momento oppurtuno, con il giusto peso e messo in adeguata luce.
I personaggi sono tantissimi e tutti con caratteristiche più che verosimili, ma il protagonista induscusso resta Barney, con tutti i suoi difetti e la sua voce interiore di uomo fondamentalmente buono ma goffo nel trattare i propri sentimenti e quelli degli altri.

Cose che si imparano leggendo questo libro:
1. le finte autobiografie spesso sono più interessanti e divertenti delle vere biografie
2. tutti coloro i quali hanno intenzione di scrivere un romanzo sperimentale dovrebbero leggere questo libro e farsi un po’ di sana autocritica
3. a volte l’entropia letteraria può generare capolavori.

Un romanzo imprescindibile, divertente e caustico, velato dalla sottile malinconia che pervade l’essenza stessa del ricordo e, per questo motivo, ancora più vicino alla realtà che tutti noi sperimentiamo.

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Dragonero – L. Enoch, S. Vietti, G. Matteoni

Postato da A&C Staff il 13 Giugno 2013

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Dall’inedita joint venture tra la casa editrice Multiplayer Edizioni, nota per aver portato in Italia tantissimi titoli della cultura videoludica e la Sergio Bonelli Editore, firma italiana rinomata da decenni per le pubblicazioni di albi e romanzi a fumetti di qualità elevatissima, nasce un progetto ambizioso e accattivante: Dragonero.
Creata e scritta da Luca Enoch e da Stefano Vietti, la nuova serie mensile di Sergio Bonelli Editore racconterà le avventure di Ian Arànill, conosciuto con il titolo di “Dragonero”, uno scout al servizio di un antico impero, impegnato in pericolose missioni attraverso le immense terre selvagge dell’Erondàr, il suo mondo. In questo universo, un unico governo centrale fa da punto di contatto tra razze e culture diverse. Ad accompagnare il nostro protagonista, tra gli altri, un possente orco di nome Gmor e la giovane Sera elfa di Frondascura.
Il progetto della serie Dragonero è nato nel 1995 e la conosciuto un lungo e articolato sviluppo, fino al 2007, quando una sua prima avventura venne pubblicata come numero iniziale della prestigiosa collana “Romanzi a fumetti Bonelli”. In seguito al successo di vendite e all’entusiasmo tra i lettori, è nata l’idea di mettere in cantiere una vera e propria serie, che sarà in edicola a partire dall’11 giugno 2013.

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Il caso dell’infedele Klara – regia di R. Faenza

Postato da Legione il 9 Giugno 2013

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Ci siamo imbattuti per caso in questo film, Il caso dell’infedele Klara, e abbiamo scoperto altrettanto per caso che questa produzione è stata “liberamente ispirata” dall’omonimo romanzo di Michal Viewegh, che non abbiamo letto ma che, ci auguriamo per lui e per i lettori, sia meglio del film.
Ambientato nella Praga moderna, un giovane italiano (tu guarda) interpretato da Claudio Santamaria è ossessionato dall’idea che la sua bella fidanzata Klara (Laura Chiatti) lo stia tradendo. Interpella quindi un investigatore privato (il Jorah Mormont di Game of Thrones) per tenerla d’occhio. Lei è onesta e fedele, ma il fidanzato non si fida nemmeno delle prove, e insiste ed ossessiona tutti finchè il fattaccio inevitabilmente si compie.
La storia non è certamente delle più brillanti, senza citare la sottotrama assurda del piccolo fisarmonicista prodigio assolutamente fine a se stessa (ricorda le commedie elisabettiane nelle quali piazzavano un cagnolino sul palco solo perchè faceva colore), ma l’aspetto che rende più attoniti è senza dubbio l’oscena qualità della recitazione dei protagonisti, che si sono poi successivamente doppiati in italiano.
Un film dal mordente pressochè assente, dalla storia moscia, le battute scontate e la recitazione terribile, insomma un’esperienza del tutto dimenticabile.

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Film: Il Caso Dell’Infedele Klara
Romanzo: Il caso dell’infedele Klára

Dannazione – C. Palahniuk

Postato da Legione il 5 Giugno 2013

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«Mi sente, Satana? Sono io, Madison. Non è vero che quando muori la vita ti passa davanti. Non tutta, almeno. Alcune parti magari sì. Altre, possono volerci anni e anni prima di riuscire a recuperarle. Credo che sia questa la funzione dell’inferno. E’ un luogo dove ricordare. Ma non solo: lo scopo dell’inferno non è tanto quello di dimenticare i dettagli delle proprie vite, quanto di perdonarli. Ebbene sì, i morti hanno nostalgia di tutto e di tutti, ma non rimangono aggrappati alla Terra per sempre.»

Madison ha tredici anni appena compiuti, si vede grassottella, bruttina, ma è molto consapevole della sua intelligenza. E’ figlia di ricche e notissime celebrità del jetset hollywoodiano, fissate con il salutismo, la tutela dell’ambiente e la beneficenza, ma che poi indulgono in psicofarmaci, droghe e abitudini decisamente poco ecocompatibili.
Questa ragazzina potrebbe essere una delle molte, vessate figlie di vip, se non fosse per un piccolo particolare: è morta.
Dannazione di Chuck Palahniuk è un romanzo del 2011 in prima persona, nel quale Madison racconta la sua personalissima esperienza dell’inferno, che è molto diverso da come siamo abituati ad immaginarlo, e ripercorre in flashback i tratti salienti della sua breve vita.
Anche in questo romanzo possiamo ritrovare alcune delle caratterische che ci fanno tanto amare l’autore, ma qualcosa stona rispetto ad altre opere precedenti.
Sarà l’ambientazione decisamente distaccata dalla realtà (per quanto ci siano molti ottimi spunti di riflessione parecchio concreti), sarà la voce lucida e matura della ragazzina: la lettura procede scorrevole, forse troppo, e la sensazione alla fine è quella di non essere arrivati davvero da nessuna parte.
La trama è piuttosto chiara e lineare, eppure alla lettura sembra di registrare alcuni cambi di rotta in corso di navigazione.
Il risultato è un romanzo comunque pregevole, ma meno scioccante e diretto rspetto alle opere precedenti, più conformato alla letteratura contemporanea.

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Zak Elliot e i draghi di Mezzamorte – R. Recchimurzo

Postato da Legione il 1 Giugno 2013

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Zak Elliott e i draghi di Mezzamorte è il secondo episodio della saga fantasy per ragazzi italiana, Le cronache di Aldimondo, nata dalla penna di Roberto Recchimurzo.
Anche questa volta il volume si presenta benissimo: grafica curata in copertina (forse un po’ scura e poco leggibile) e in ciascuna pagina, impreziosita da decori e illustrazioni.
Anche in questo episodio si conferma il target di riferimento nei lettori giovanissimi in quanto un lettore più adulto e smaliziato lo troverebbe molto poco appassionante.
Rimangono immutati, come senza soluzione di continuità tra il primo e il secondo episodio, stile di scrittura e narrazione: il raccontato prende sempre il sopravvento sul mostrato, anche laddove sarebbe decisamente consigliato lasciar parlare gli eventi. Il risultato è quindi un intervento sempre massiccio dell’autore, che a volte si rivolge direttamente al lettore.
In questo romanzo si conferma il fil rouge fatalista che governa le sorti di Zak e di tutti personaggi che contano in Aldimondo, i deus ex machina sono immancabili come le scoperte e gli eventi mossi esclusivamente dal “perché sì”.
Le caratteristiche salienti rilevate per Zac Elliot e il libro del destino si riscontrano anche in questo episodio, la cui storia getta carne al fuoco con nuovi personaggi e estende l’azione su una porzione più vasta di Aldimondo (le cui distanze sembrano però piccolissime). Nuove minacce si affacciano alla ribalta e la conlusione del romanzo prepara il terreno ai prossimi episodi della saga.
In chiusura, vengono presentate le opere dei vincitori di un concorso creativo che ha coinvolto alcune scuole primarie e secondarie, pubblicando tre racconti e una serie di disegni ispirati alle vicende di Zak.

Nel complesso, quindi, un’opera ideale per i giovanissimi lettori che possono trovare pane fantasy per i loro denti.

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Le cinque stirpi – M. Heitz

Postato da Legione il 24 Maggio 2013

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Tungdil è un nano senza famiglia, un trovatello cresciuto sotto l’ala protettrice del reverendo mago Lot-Ionan. Un giorno il padre adottivo lo invia per una missione importante attraverso la Terra Nascosta, e la sua pacifica vita viene sconvolta. Scoprirà che il Male sta avanzando, impossessandosi dei territori prima pacifici, sterminando uomini, elfi e nani che cercando di ostacolarne la crescita.

Le cinque stirpi è il primo romanzo del ciclo dei nani dell’autore tedesco Markus Heitz. Un commento reciso? Potremmo considerarlo come una Troisi di terra teutonica. E non sarebbe un complimento.
Abbiamo trovato questo romanzo deludente sotto tutti i punti di vista, e sotto molti altri arriva ad essere irritante. Banale oltre ogni immaginazione, del tutto privo dell’intrinseco sense of wonder che dovrebbe caratterizzare il genere fantasy. Si inserisce nel (profondissimo) solco tracciato da Tolkien, ovviamente: il Male incarnato che ambisce al potere e alla distruzione, contrastato dal Bene.
La Terra di Mezzo diventa la Terra Nascosta, i cui abitanti sono esattamente quelli che ci si aspetterebbe (Hobbit esclusi). Anche le creature maligne sono le stesse: mezz’orchi, orchi, una piccola digressione che non sorprende nessuno con gli elfi oscuri che vengono chiamati qui albi. Il cattivo, incarnazione del Male è, sorpresa, un mago. Al contrario di Saruman, il mago Nudin/Nod’onn non fa paura a nessun lettore, al massimo un po’ di ribrezzo.

La trama di per sè potrebbe anche essere carina, anche se a circa metà romanzo (il solo primo tomo conta circa 600 pagine) comincia solo ad intravvedersi l’effettivo filo narrativo, dopo 300 e passa pagine di disutile girovagare dei personaggi. Il vero elemento di disturbo in tutto questo è lo stile narrativo. Non sappiamo se attribuire la colpa in toto all’autore o se il flop è anche da ascriversi almeno in parte alla traduzione, fatto è che leggere questo romanzo porta rapidamente all’esasperazione. Innanzitutto il punto di vista della voce narrante è una terza persona distantissima dai protagonisti. Il lettore viene messo seduto in un angolino dove si svolge la scena e da lì assiste, senza prendere mai parte in prima persona allo svolgere degli eventi e alle emozioni provate dai personaggi. E’ arduo appassionarsi alla lettura, proprio perchè mantenere l’attenzione alta con una narrazione così distante è estremamente difficile. Come se non bastasse, lo stile è ridondante e pesante: non viene persa occasione di raccontare questa o quella emozione, raccontare quello che un personaggio sta pensando, raccontare aspetti del carattere e dell’indole di un protagonista. Una narrazione più snella e più concreta, nella quale mostrare questi aspetti, avrebbe sicuramente reso l’esperienza della lettura molto più piacevole.

Un aspetto particolare ci ha stupiti: il discutibile gusto dell’horror mostrato in questo romanzo. Ci sono scene di una crudezza e perversione secondo noi fuori luogo, degni dei peggiori romanzi splatter che possano venirvi in mente. Passaggi che vengono somministrati con una tale noncuranza dal narratore e vissuti dai protagonisti che lasciano un po’ basiti.
Le teste mozzate nelle modalità più bizzarre non si contano, e gli zombie, qui chiamati tristemente semimorti, fanno la loro comparsa anche qui.
Insomma, un romanzo che non brilla certo per creatività, innovazione o originalità, bensì stufa rapidamente e fa passare al lettore qualunque velleità non solo di completare la lettura dell’intero ciclo, ma anche solo del primo volume. Lettura sconsigliata a tutti gli amanti del genere che si pregiano di tenere un po’ alta la propria asticella di gradimento.

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Aggiornamento: a distanza di qualche tempo da quando abbiamo scritto questa recensione, e qualche pagina letta in più (sì, abbiamo iniziato a scriverla attrno a pagina 400) ci sentiamo per dovere di onestà di rettificare qualcosa di quanto espresso qui. Beninteso, il libro non è che ci abbia catturati indissolubilmente in quelle ultime 200 pagine, ma effettivamente qualche filo della trama si è teso quel tanto che è bastato per farci continuare la lettura e farci arrivare alla fine. La narrazione non decolla, e anzi i personaggi sono più caricaturali che mai così come certe situazioni, ma tutto sommato la storia riesce a prendere un certo abbrivio e viene suscitata un po’ di curiosità verso le sorti del nano Tungdil. Resta un romanzo costruito in modo raffazzonato e poco chiaro, ma quantomeno si riscatta un po’ nella parte finale.
Tanto da meritarsi una rettifica.

Oltre l’esilio – J. L. Bourne

Postato da Legione il 20 Maggio 2013

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Zombie. Tanti, tantissimi, sempre di più, dalle risorse inattese, implacabili, radioattivi, si muovono a squadroni di migliaia di individui in giro per gli Stati Uniti e probabilmente nel mondo intero.
Avevamo lasciato il nostro eroe alla fine del primo romanzo della trilogia Diario di un sopravvissuto agli zombie, nella relativa sicurezza di una base militare ormai abbandonata al tramonto della civiltà umana insieme ad un manipolo di altri sopravvissuti. Come possiamo immaginare, la situazione non rimane tranquilla a lungo e il nostro protagonista senza nome dovrà affrontare molte situazioni rischiose all’esterno della base. Incontrerà altri sopravvissuti, alcuni bene intenzionati e altri meno…

Oltre l’esilio, secondo capitolo della fortunata saga Z nata dalla penna di J. L. Bourne, mette nuova carne al fuoco. Come nel primo romanzo, la trama è piuttoso semplice, anche se in questo episodio qualche colpo di scena ben dosato non manca. La fanno da padrona, però, le pure e semplici peripezie di sopravvivenza che i protagonisti si trovano a fronteggiare via via.
Impossibile non notare, soprattutto, la quantità di armi che il nostro protagonista e i suoi compari si trovano ad avere a che fare. Dall’arma bianca all’arma balistica (ebbene sì), veniamo resi edotti di tutti i dettagli su funzionamento, manutenzione e compatibilità di proiettili, al punto che il lettore medio in alcuni passaggi arriva un po’ a perdersi, ottenendo un calo della tensione complessiva, che è in generale piuttosto alta come nel primo romanzo.

Nel complesso un romanzo verosimile e appassionante per tutti gli amanti del genere, che genera una bella tensione e curiosità verso l’episodio conclusivo della saga.
Lettura assolutamente consigliata.

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