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Le Cronache di Aldimondo, Zak Elliot e il libro del destino – R.Recchimurzo
Zac Elliot è un ragazzino come tanti, cresciuto senza genitori in un orfanotrofio. Un giorno, si trova per puro caso all’interno di una polverosa libreria, nei cui recessi conoscerà un uomo che lo condurrà nelle magiche terre di Aldimondo, un tempo ridente e felice, dove ora si annida un oscuro personaggio.
Zak Elliot e il libro del destino è il primo volume della saga de Le cronache di Aldimondo, del giovane autore Roberto Recchimurzo. La prima cosa che salta agli occhi prendendo in mano il volume è certamente la cura riservata all’impaginazione grafica: oltre ad una copertina molto colorata ed accattivante, anche le pagine del romanzo sono decorate con l’effetto grafico della pergamena, ed il testo, stampato in caratteri grandi, è inframmezzato da gradevoli illustrazioni. Anche di primo acchito quindi, il romanzo si rivolge dichiaramente ad un pubblico molto giovane.
Questa sensazione viene confermata nella lettura dell’opera, che sotto molteplici punti di vista si dimostra un buon romanzo fantasy per ragazzi, mentre risulta piuttosto povero ad un lettore più adulto.
Le citazioni più o meno volute di grandi romanzi fantasy si sprecano, sia nei tratti salienti della trama che nella scelta di alcune sfumature dei personaggi. Come abbiamo già detto più volte in passato, ormai il panorama fantasy è talmente vasto che risulta quasi impossibile muoversi senza andare a toccare un precedente illustre: la forza potenziale del libro e della lettura ricordano La storia infinita di Ende e Cuore d’inchiostro della Funke, mentre l’utilizzo di varchi magici per entrare in un’altra dimensione, in un mondo dove è sempre notte evocano il primo volume de Le cronache di Narnia (dove, infatti, c’è sempre la neve). In tante altre piccole caratteristiche possiamo intravvedere l’immancabile Signore degli anelli e la saga di Harry Potter (lo stesso antagonista Lord Velvet ricorda un Lord Voldemort edulcorato).
La trama risulta piuttosto semplice da seguire, chiara sia nell’avvio che lungo il suo svolgimento, sebbene i vari momenti critici, nei quali Zak e compagnia si trovano in difficoltà e per i quali giustamente il lettore si aspetta un po’ di suspense, si risolvono o con l’entrata in scena di un clamoroso deus ex machina, o con una battaglia che lascia alquanto a desiderare in termini di credibilità (giusto per citare un esempio, il poco brillante combattimento vincente contro il meccanoserpo lascia dubitare delle capacità dei grandi guerrieri tribani che hanno tentato l’impresa prima di Zak).
I personaggi sono molto poco delineati, si esprimono in modo piuttosto banale e i dialoghi sono spesso poco realistici (re e regina sopra tutti, ma è una caratteristica diffusa anche per i dialoghi dello stesso Zak). Il personaggio di Zoe, poi, sembra del tutto posticcio, totalmente privo di personalità. Probabilmente avrà uno scopo negli sviluppi futuri della storia, ma in questo episodio il suo apporto è del tutto irrilevante.
Lo stile di scrittura è abbastanza scorrevole, molto raccontato, con alcune scelte a nostro parere un po’ dubbie nell’aggettivazione e nell’uso degli avverbi e con alcune incertezze sul posizionamento del punto di vista del narratore.
In sostanza, Zak Elliot e il libro del destino risultano una lettura certamente apprezzabile per un pubblico giovane e giovanissimo, ma tiepidamente interessante per un pubblico più maturo.
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