Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]
Archivio del 2014
Quel centimetro nascosto di cuore – M. Simeone
Una madre precocemente vedova innamorata dell’unico figlio, bello e aitante; talmente affezionata e gelosa da non poter sopportare l’idea che il suo pupillo possa avere una relazione sentimentale con qualcuno. Ma chi è questo qualcuno, ammantato di mistero?
Il romanzo di Maria Simeone, Quel centimetro nascosto di cuore, più che un romanzo sembra un racconto lungo, o meglio, un articolato soliloquio della protagonista e unico punto di vista della vicenda, la madre gelosa in oggetto. Non esistono punti di vista alternativi o sottotrame: l’attenzione dell’autore e di conseguenza del lettore è focalizzata esclusivamente sulla sua personale vicenda, ovvero l’elaborazione di un cambiamento che si ripercuote profondamente all’interno delle dinamiche madre-figlio, nelle speranze e nei formalismi mutuati dai bigottismi della società.
Per quanto sia tecnicamente ben scritto e formalmente piacevole, la scelta stilistica di collocare il punto di vista narrativo esclusivamente sul personaggio della madre e di narrare la vicenda in prima persona al tempo presente, fa sì che il romanzo suoni come una specie di diario, di flusso di coscienza, rischiando di renderlo irritante ed egocentrico.
Sempre sulla stessa linea infatti sono anche le scelte di alcuni passaggi, in particolare quelli conflittuali, il finale ed i dialoghi, che suonano poco spontanei e piuttosto costruiti.
Nel complesso quindi un romanzo che per certi versi, specie per il contenuto, può risultare utile e interessante poichè ricalca situazioni potenzialmente reali in ambito famigliare, ma che può risultare poco convincente per via delle scelte stilistiche che lo caratterizzano.
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Il ritorno di Inna-Mok – M. Giorgini
Nella Terra di Ruhel, il perfido negromante Inna-Mok sembra essere stato sconfitto, costretto in un bozzolo di impotenza e immobilità da un grande incantesimo, confezionato dai migliori maghi dei vari popoli. Ma con il passare dei secoli, il negromante ha ritemprato le sue forze e si appresta ad un ritorno in grande stile: le popolazioni si sono ormai dimenticati di lui, sono arrivati ad insediarsi nuove culture, la sua figura alegga nel mito e nessuno si aspetta un suo ritorno.
Ma nel mito che lo circonda, esiste un altro personaggio, Venorè, una giovanissima e potente maga che, presentendo il possibile ritorno del malvagio, ha escogitato un modo per poterlo nuovamente contrastare, questa volta, per sempre.
Pedine inconsapevoli del destino, Rash e Nystrid, affrontano un lungo viaggio nelle terre selvagge, ognuno seguendo obiettivi che infine li porteranno ad incrociare le loro strade, verso il compimento della profezia di Venorè.
Il ritorno di Inna-Mok di Max Giorgini è un romanzo fantasy dalla trama piuttosto originale e accattivante. Esce coraggiosamente dal seminato “à la Tolkien” per costruire un mondo dalle caratteristiche e dalla mitologia nuove e libere dalle ingombranti (e in apparenza onnipresenti) della Terra di Mezzo.
Di contro però, il romanzo risente di una certa inesperienza a livello narrativo, in quanto risulta affrettato, poco curato proprio dal punto di vista della costruzione del mondo, dei personaggi, degli ambienti e degli eventi, che sono di fatto gli elementi che fanno la differenza per la credibilità di un fantasy.
Nel complesso però apprezzabili la trama e le caratterizzazioni dei vari personaggi, sebbene come detto moltissimi spunti interessanti per sottotrame e arricchimento della vicenda vengano sistematicamente disattesi.
Anche la scelta di mantenere sempre molto forte la voce nel narratore, prediligendo il narrato nei confronti del mostrato, fa sì che risulti difficile immedesimarsi nella vicenda e consentire al lettore di calcare davvero i sentieri della Terra di Ruhel.
Nel complesso quindi risulta una lettura tutto sommato piacevole, perchè fluida e dalla trama interessante, ma che non riesce ad esprimere il suo completo potenziale, rimanendo un po’ infantile ed acerba.
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La ragazza meccanica – P. Bacigalupi
In una torrida Bangkok difesa strenuamente dall’innalzamento del livello delle acque, si intrecciano giochi di potere, corruzione estrema e sudditanza, solitudini, miserie e voglia di riscatto. In una società reduce dal crack energetico, in cui i carburanti sono considerati beni di lusso e si parla di potere in termini di calorie, in cui le popolazioni soggiaciono alle lotte egemoniche delle industrie genetiche, che producono coltivazioni sterili e al contempo sviluppano ceppi di virus ideati per infettare gli alimenti della concorrenza, si intrecciano le vicende di un imprenditore straniero, di un cinese che ha perso tutto, dell’ultimo tutore dell’ordine incorruttibile e della sua vice, e di una ragazza meccanica giapponese, abbandonata dal suo ultimo padrone come un qualunque rottame.
La ragazza meccanica di Paolo Bacigalupi è stato salutato come uno dei migliori romanzi di fantascienza degli ultimi anni e non posso che essere d’accordo. La storia è estremamente complessa e articolata, su uno scenario distopico e fantapolitico del tutto originale e fortemente inquetate, molto ben costruito. L’attenzione per la verosimiglianza è evidente, anche grazie al frequente utilizzo di espressioni thai e dell’accurata descrizione (volutamente amplificata in termini quasi grotteschi) delle caratteristiche di una Bangkok brulicante di umanità e di miserie.
Una lettura appassionante ma senza dubbio impegnativa, proprio a causa dell’intreccio così elaborato e imprevedibile, la terminologia e i nomi di personaggi espressi in una lingua decisamente non familiare e i complessi giochi di influenza tra le forze in gioco.
Un romanzo acclamato a buon titolo, molto ben studiato e efficacemente caratterizzato. Senza dubbio una lettura consigliata agli amanti del genere.
Recensione scritta da Sayu
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Un’ucronia – S.M.Ottaiano
Si possono chiamare universi paralleli, realtà alternative, ucronìe; più prosaicamente si tratta di andalizzare rapporti di causa ed effetto prendendo cause differenti da quelle che si sono effettivamente verificate nella storia. Sergio Ottaiano sviscera questo concetto attraverso il romanzo breve Un’ucronia: una sorta di flusso di coscienza di un uomo distrutto dal susseguirsi delle sue scelte sbagliate, della sua paura del cambiamento, in un comportamento di autoconservazione portato all’eccesso al punto da diventare la sua stessa gabbia.
Un racconto senza dubbio particolare che si avvicina più che altro all’esercizio di stile considerando la limitatezza dei contenuti e il twist ending che giustifica l’intera narrazione.
Una lettura fluida e scorrevole, per certi versi un po’ enfatica nei toni, ma a posteriori giustificabile e quindi nel complesso piacevole.
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I labirinti del potere – F. Venier
In un futuro non troppo lontano, nella distopica Oregena, le libertà personali sembrano essere lentamente scivolate nelle trame di un potere costituito sempre più invasivo e paranoide. Nulla rimane davvero segreto: il governo sembra essere in grado di vedere, scoprire, tracciare conversazioni e attività di qualunque genere, seguire e controllare chiunque senza che questo venga percepito dalla popolazione che anzi sembra apprezzare la comodità e la sicurezza dei sistemi informatizzati e dell’abolizione di tutte quelle piccole incombenze come l’uso del denaro contante.
In questo quadro di rarefatta sicurezza, un uomo sembra essere in pericolo. Ha attirato l’attenzione delle alte sfere ma non sa perchè.
E questa sensazione, di non sapere il perchè di quello che sta succedendo, è quello che pervade il lettore durante la lettura del romanzo di Francesco Venier, I labirinti del potere.
Si tratta di un romanzo fortemente distopico e per alcuni versi fantascientifico, ma purtroppo la scarsa consistenza della trama non sfrutta numerosi spunti interessanti di sviluppo.
La sensazione nel complesso è quella di un primo approccio ad un genere decisamente complesso e ricco di insidie come quello della fantapolitica, ottenendo un romanzo piuttosto confuso e dalle maglie larghe, ricco di approssimazioni e di scelte di dubbia logicità.
Molti passaggi della trama risultano infatti del tutto immotivati, anche il nodo cruciale della storia (perchè il protagonista viene perseguitato con tale sistematicità) alla fine non viene del tutto chiarito e si perde in uno scenario incolore.
I personaggi risultano stereotipati, i dialoghi e le azioni anche in questo caso del tutto immotivati, le descrizioni delle reazioni e dei sentimenti fanno sentire forte la voce del narratore, che utilizza con eccessiva frequenza toni enfatici e spesso fuori luogo.
Come accade sempre per i romanzi di fantascienza, e in maggior misura per le distopie fantapolitiche, è la cura per il dettaglio a fare la differenza tra una storia solida, appassionante e altamente immersiva e una storia dagli accenti poco credibili.
Nel complesso quindi questo romanzo non sfrutta appieno l’alto potenziale evocativo del genere a causa di un approccio un po’ semplicistico che poteva essere limato grazie ad un intervento di un editor con esperienza del genere e una più curata documentazione per i contesti.
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Scheda: I dodici bambini di Parigi – T. Willocks
Che cosa fai se tua moglie sparisce nel bel mezzo del massacro più sanguinoso della storia europea? E se sai che è sul punto di dare alla luce il tuo unico figlio?
Tre guerre di religione hanno trasformato Parigi in un fetido calderone di odio, intrighi e corruzione. Il matrimonio reale, che avrebbe dovuto sanare le ferite, è servito soltanto a esacerbare gli animi dei fanatici di ogni credo. Ma Carla non poteva saperlo quando ha accettato l’invito alla cerimonia.
Quando Mattias Tannhauser arriva in città, alla vigilia di San Bartolomeo, il suo unico scopo è trovarla e portarla a casa. Ma mentre inizia il massacro di decine di migliaia di ugonotti, e la città precipita nell’anarchia, Carla viene rapita da Grymonde, il grottesco capo banda degli Yards, e Tannhauser si ritrova imprigionato al Louvre, al centro di una perversa cospirazione.
Ricercato dalla legge, la Gilda degli assassini e un esercito di miliziani che si fanno chiamare Pellegrini di Saint-Jacques, Tannhauser deve arrivare a vette di spietatezza che nemmeno lui aveva mai conosciuto prima. Senza nessuno che lo aiuti, a parte un giovane stalliere, guada un fiume di sangue senza sapere cosa lo attenda sull’altra sponda.l’autore
Tim Willocks è autore di bestseller di straordinario successo come “Il fine ultimo della creazione”, “Religion” e “Re macchiati di sangue”, tradotti in più di 20 lingue. è stato paragonato a Stephen King, Norman Mailer e James Ellroy.
Willocks è anche sceneggiatore di film come “Bad city blues” con Dennis Hopper, “Sin” con Gary Oldman e “Swept from the Sea” con Vincent Perez, Rachel Weisz e Ian McKellan
Ha lavorato con Steven Spielberg e Michael Mann e è stato co-autore del Discorso per il Nuovo Millennio di Bill Clinton.
Ha vinto il Premio Corsaro Nero per il Centenario Salgariano e “I Dodici Bambini di Parigi” è stato per settimane nella Top 20 dei libri UK più venduti.
Vive da alcuni anni in Irlanda, è un medico psichiatra, pratica lo Shotokan Karate ed è un avido giocatore di poker.
Scheda: L’informatica in pillole – F. Pisciotta
Se pensi che conoscere l’informatica sia saper navigare fra i siti web, usare i social network e scrivere un documento, allora dovrai ricrederti. L’informatica è molto più di tutto questo e ‘L’informatica in pillole’ ti accompagnerà per mano alla sua scoperta, mostrandoti questa affascinante disciplina, con uno sguardo fra passato e presente, fra teoria e applicazioni pratiche. Non importa che tu sia giovane o più in là negli anni, a digiuno della materia o possiedi già un’infarinatura, questo libro ti aiuterà a capire davvero il mondo dell’informatica, in maniera semplice e chiara, senza ricorrere all’uso di concetti complicati e terminologie incomprensibili. Vi assicuro che dopo questa lettura avrete le idee più chiare e potrete poi decidere se approfondire una o più tematiche attraverso studi personali o mediante un percorso scolastico.
l’autore
Mi chiamo Francesco Pisciotta e sono nato a Taranto nel 1980. La mia passione per l’informatica nasce presto, precisamente all’età di 10 anni, quando finalmente i miei genitori, dopo tante insistenze, mi regalarono il mitico Commodore 64. Oltre che per i videogames iniziai a usarlo anche per scrivere dei miei programmi, un po’ per diletto e un po’ per utilità. Ero molto curioso e la mia passione per l’informatica cresceva sempre più negli anni. Nonostante questo, ricordo, non riuscivo a trovare un testo che mi aiutasse a capire bene e con chiarezza questo mondo. Non cercavo delle guide su come usare Windows o altri software, quelle non mancavano di certo, nonostante Internet fosse davvero agli albori. Ad ogni modo decisi che l’informatica sarebbe stata il mio futuro e pertanto divenne il mio pane quotidiano, sia alle scuole superiori che all’università, dove mi sono poi laureato in ingegneria informatica. Oggi non sviluppo più software, ma mi occupo di sistemi informativi in Ingegneria alla RAI di Roma.
Buone vacanze!
Cari lettori,
visto che la nostra lista d’attesa non accenna a smaltirsi, il blog chiude per ferie!
Ci rivediamo a settembre!
Buone letture a tutti,
A&C Staff