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I labirinti del potere – F. Venier
In un futuro non troppo lontano, nella distopica Oregena, le libertà personali sembrano essere lentamente scivolate nelle trame di un potere costituito sempre più invasivo e paranoide. Nulla rimane davvero segreto: il governo sembra essere in grado di vedere, scoprire, tracciare conversazioni e attività di qualunque genere, seguire e controllare chiunque senza che questo venga percepito dalla popolazione che anzi sembra apprezzare la comodità e la sicurezza dei sistemi informatizzati e dell’abolizione di tutte quelle piccole incombenze come l’uso del denaro contante.
In questo quadro di rarefatta sicurezza, un uomo sembra essere in pericolo. Ha attirato l’attenzione delle alte sfere ma non sa perchè.
E questa sensazione, di non sapere il perchè di quello che sta succedendo, è quello che pervade il lettore durante la lettura del romanzo di Francesco Venier, I labirinti del potere.
Si tratta di un romanzo fortemente distopico e per alcuni versi fantascientifico, ma purtroppo la scarsa consistenza della trama non sfrutta numerosi spunti interessanti di sviluppo.
La sensazione nel complesso è quella di un primo approccio ad un genere decisamente complesso e ricco di insidie come quello della fantapolitica, ottenendo un romanzo piuttosto confuso e dalle maglie larghe, ricco di approssimazioni e di scelte di dubbia logicità.
Molti passaggi della trama risultano infatti del tutto immotivati, anche il nodo cruciale della storia (perchè il protagonista viene perseguitato con tale sistematicità) alla fine non viene del tutto chiarito e si perde in uno scenario incolore.
I personaggi risultano stereotipati, i dialoghi e le azioni anche in questo caso del tutto immotivati, le descrizioni delle reazioni e dei sentimenti fanno sentire forte la voce del narratore, che utilizza con eccessiva frequenza toni enfatici e spesso fuori luogo.
Come accade sempre per i romanzi di fantascienza, e in maggior misura per le distopie fantapolitiche, è la cura per il dettaglio a fare la differenza tra una storia solida, appassionante e altamente immersiva e una storia dagli accenti poco credibili.
Nel complesso quindi questo romanzo non sfrutta appieno l’alto potenziale evocativo del genere a causa di un approccio un po’ semplicistico che poteva essere limato grazie ad un intervento di un editor con esperienza del genere e una più curata documentazione per i contesti.
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Tags: distopia, francesco venier, leonida edizioni, narrativa italiana, romanzo fantascienza