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Il ritorno di Inna-Mok – M. Giorgini
Nella Terra di Ruhel, il perfido negromante Inna-Mok sembra essere stato sconfitto, costretto in un bozzolo di impotenza e immobilità da un grande incantesimo, confezionato dai migliori maghi dei vari popoli. Ma con il passare dei secoli, il negromante ha ritemprato le sue forze e si appresta ad un ritorno in grande stile: le popolazioni si sono ormai dimenticati di lui, sono arrivati ad insediarsi nuove culture, la sua figura alegga nel mito e nessuno si aspetta un suo ritorno.
Ma nel mito che lo circonda, esiste un altro personaggio, Venorè, una giovanissima e potente maga che, presentendo il possibile ritorno del malvagio, ha escogitato un modo per poterlo nuovamente contrastare, questa volta, per sempre.
Pedine inconsapevoli del destino, Rash e Nystrid, affrontano un lungo viaggio nelle terre selvagge, ognuno seguendo obiettivi che infine li porteranno ad incrociare le loro strade, verso il compimento della profezia di Venorè.
Il ritorno di Inna-Mok di Max Giorgini è un romanzo fantasy dalla trama piuttosto originale e accattivante. Esce coraggiosamente dal seminato “à la Tolkien” per costruire un mondo dalle caratteristiche e dalla mitologia nuove e libere dalle ingombranti (e in apparenza onnipresenti) della Terra di Mezzo.
Di contro però, il romanzo risente di una certa inesperienza a livello narrativo, in quanto risulta affrettato, poco curato proprio dal punto di vista della costruzione del mondo, dei personaggi, degli ambienti e degli eventi, che sono di fatto gli elementi che fanno la differenza per la credibilità di un fantasy.
Nel complesso però apprezzabili la trama e le caratterizzazioni dei vari personaggi, sebbene come detto moltissimi spunti interessanti per sottotrame e arricchimento della vicenda vengano sistematicamente disattesi.
Anche la scelta di mantenere sempre molto forte la voce nel narratore, prediligendo il narrato nei confronti del mostrato, fa sì che risulti difficile immedesimarsi nella vicenda e consentire al lettore di calcare davvero i sentieri della Terra di Ruhel.
Nel complesso quindi risulta una lettura tutto sommato piacevole, perchè fluida e dalla trama interessante, ma che non riesce ad esprimere il suo completo potenziale, rimanendo un po’ infantile ed acerba.
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