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Lo Hobbit, un viaggio inaspettato – regia di P. Jackson
In tutte le grandi storie che si rispettino, c’è sempre qualche aspetto che va approfondito, qualche sottotrama che merita un ampliamento o più semplicemente le avventure complesse fondano le loro radici in un passato e in altre avventure che meritano di essere raccontate.
E’ questo lo scopo di Tolkien nello scrivere Lo Hobbit: raccontare le vicende che hanno preparato il fato a compiersi ne Il Signore degli Anelli.
Peter Jackson si è cimentato nella trasposizione cinematografica anche di questo romanzo, che a confronto della più famosa trilogia altro non è che un timido libretto, più fortemente orientato ad un pubblico giovane.
Ne è nata un’altra trilogia, della quale Un viaggio inaspettato è il primo capitolo.
L’impressione generale che ne abbiamo è positiva: uno sforzo stilistico che regge il confronto con i titolati predecessori, buoni gli attori, sempre superlativi i costumi, ottimi gli effetti speciali e le ambientazioni, semplicemente mozzafiato i paesaggi.
Qualche nota negativa però è presente. Sicuramente la lunghezza: più di due ore e mezza di film non avrebbero risentito di una sforbiciata, in particolare all’inizio, dove il ritmo lentissimo fa perdere un po’ dell’entusiasmo dettato dalla curiosità. Altra pecca l’abbiamo riscontrata nel doppiaggio di Gandalf (siamo nostalgici, e quello tradizionale ci piaceva più dell’attuale Proietti) e, curiosamente nel suo trucco: nei primi piani ci è sembrato talmente mal fatto che abbiamo pensato non fosse nemmeno Ian McKellen.
Per il resto tutto in regola, come ogni appassionato si aspetterebbe: qualche scena di troppo con il principe Thorin in modalità Braveheart, un Gollum schizofrenico più che mai, torme di orchi e troll e goblin, tanti da togliersi ogni voglia.
Il vero grande assente, non per colpa del film ma perchè latitante proprio nell’opera originaria, è l’individuazione di un vero e proprio antagonista. Nel romanzo Bilbo e compagni si trovano a fronteggiare orde di creature malvagie ma di fatto indistinte, mentre nel film è stato utilizzato l’espediente dell’ orco pallido per creare un avversario a Thorin, in attesa di incontrare il terribile Smaug (che ci incuriosisce moltissimo!).
Insomma, un film da vedere per tutti gli appassionati del genere, con qualche digressione e approfondimento preso dalle appendici de Il signore degli anelli, sempre pertinenti. Non all’altezza della trilogia ma sempre un degno e piacevole spettacolo.
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