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I cavalieri del nord – M. Strukul
Nel cuore del Medioevo, dell’inverno e dell’Europa, un manipolo di cavalieri della Croce teutonici si appresta ad un viaggio pericoloso in difesa del castello di Dietrichstein, ultimo baluardo della cristianità in un territorio stretto nella morsa delle popolazioni barbare.
Attraverso mille difficoltà e oscuri presagi, il giovane Wolf insieme ai suoi confratelli attraverserà il ventre della fredda Europa, scontrandosi con forze sconvolgenti e imprevedibili, incontrando lungo il cammino una compagna di viaggio del tutto inaspettata, ammantata da un’aura di pericolo e tentazione.
I cavalieri del nord, di Matteo Strukul appare subito come un romanzo storico dal taglio fantasy, dal soggetto e dall’ambientazione piuttosto atipica, presentandosi come una lettura decisamente intrigante per un pubblico young adult.
Il ritmo incalzante e la voce narrante che varia tra i personaggi principali, rende dinamica la struttura consentendo di arricchire la scena di attori e punti di vista, lasciando anche diversi spunti di riflessione.
Le tematiche dell’onore, della coerenza delle azioni ai propri principi, vengono trattate lungo tutto il romanzo, così come alcune sfumature più inedite che consentono di delineeare caratteristiche particolarmente verosimili per i personaggi.
L’ambientazione sia geografica che storica rende particolarmente originale la storia ed evidenzia la particolare cura riposta dall’autore nella documentazione, elemento fondamentale per rendere anche solo vagamente credibile la storia proposta.
Un romanzo interessante e di buon intrattenimento, che un pubblico giovane di lettori può senz’altro trovare affascinante.
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Scheda: I cavalieri del Nord – M. Strukul
Salvato, ancora bambino, in una notte di luna e lupi, Wolf è diventato un giovane cavaliere Teutone. Cresciuto sotto la guida di Kaspar von Feuchtwangen, suo mentore e maestro, il ragazzo intraprende insieme ad altri settanta cavalieri crociati, un lungo viaggio dalla Russia alla Transilvania per raggiungere e difendere il castello di Dietrichstein, ultimo avamposto della fede cristiana in una terra ormai in preda a orde di barbari e diaboliche forze oscure.
Lungo la via, fra terre addormentate in un inverno infinito, Wolf incontra Kira, che tutti credono una strega, ma che in realtà nasconde una storia di ribellione e violenza nei bellissimi occhi color temporale. La sua è una presenza che getta scompiglio nella schiera Teutone, poco avvezza alla presenza femminile, e che reagisce con sospetto e rabbia, ritenendo la donna responsabile delle molte sventure che costellano il lungo viaggio. Ma niente è come sembra nell’Europa del 1240.
Fra magia e religione, passioni e tradimenti, Wolf conoscerà se stesso attraverso il sacrificio e il coraggio fino ad affrontare una terribile guerriera che si fa chiamare La Madre dei Morti, un diabolico negromante e un re senza corona, mentre l’amore per Kira martella il cuore aprendo ferite: perché Wolf è un cavaliere dell’Ordine e la Regola proibisce di amare una donna, soprattutto quando è una creatura irresistibile. A meno che…
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La guerra degli incubi – L. Bosisio
Nella pacifica terra dei Quattro Regni, l’equilibrio duramente conquistato con la lotta contro il Male sembra essere nuovamente a rischio. Figure sinistre si aggirano tra i villaggi e i boschi, segni preoccupanti si palesano: i Sigilli si stanno spezzando e una profezia lascia intendere che presto il Male sarà nuovamente in grado di risorgere. Ma, per portare speranza al mondo, un ragazzo dimostrerà di avere il potere e il Talento per fronteggiarlo.
Aska è un ragazzino che, dopo aver vissuto un’infanzia felice e serena, si trova di fronte ad una realtà che mai avrebbe immaginato: è lui l’incarnazione della speranza e dovrà sviluppare i suoi poteri al più presto, per difendere il suo mondo, sè stesso e le persone che ama.
Il primo episodio della saga fantasy di Lorenzo Bosisio, La guerra degli incubi, introduce il lettore in un mondo fantastico dominato da creature particolari, maghi e stregoni dai grandi poteri, dei e semidei che si fronteggiano dai due versanti di Luce e Ombra.
Il romanzo si rivolge ad un pubblico giovane e nel complesso la trama risulta piuttosto semplice nella sua struttura generale. Anche se è possibile rilevare l’impegno dell’autore nella costruzione di un intreccio interessante e originale, in alcuni passaggi un po’ semplicistici si rivela una certa scarsa logicità nelle decisioni e nelle azioni dei personaggi. In particolare i dialoghi sono molto poco credibili e richiamano l’altisonanza dei grandi romanzi epici fantasy. La scelta di incentrare molto il raccontato rispetto al mostrato rende la vicenda piuttosto lontana dal lettore, coinvolgendolo solo tiepidamente.
Il romanzo non si conclude, essendo il primo episodio di una serie, ne consegue che l’arco narrativo rimane incompleto e del tutto aperto.
Nel complesso il romanzo risulta gradevole per un pubblico giovane, mentre un lettore smaliziato lo troverà un po’ ingenuo.
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Scheda: La guerra degli incubi – L. Bosisio
La prima Guerra degli Incubi è un lontano ricordo e i Quattro Regni vivono un periodo di pace e prosperità, ma l’ombra di un antico nemico torna a stendere il suo velo d’oscurità su tutto il continente. I Lord del Terrore solcano nuovamente la terra per preparare il ritorno del loro Signore e questa volta nessuno potrà fermarli.Le speranze di tutti sono riposte in un giovane ragazzo dal retaggio nobile e in un gruppo di eroi che sotto la guida di Ailamar, ultimo fra gli Stregoni, dovranno affrontare sfide al di là di ogni immaginazione, fino allo scontro finale, da cui emergerà il dominatore di una nuova era.
l’autore
Mi è sempre piaciuto scrivere, è un modo per comunicare ed esprimere emozioni che per anni ho trovato più semplice rispetto alla parola. Il foglio di carta non ti giudica, non simpatizza con te nè cerca di capirti.
E’ uno specchio onesto della tua anima, se hai il coraggio di affrontarlo. Tutto è cominciato così, scrivendo lettere, pensieri, mettendo in parole le emozioni più profonde. Poi, durante la prima adolescenza, ho incontrato un professore che ha cambiato profondamente la mia vita. Mi ha insegnato a leggere, mi ha portato per mano nel mondo della letteratura italiana e mi ha fatto innamorare della lettura e della nostra meravigliosa lingua, che non amiamo abbastanza.Non so quale può essere la definizione di scrittore, ma ne conosco gli ingredienti principali: passione, amore, dedizione, fantasia.
Scrivere è emozione.
Il ritorno di Inna-Mok – M. Giorgini
Nella Terra di Ruhel, il perfido negromante Inna-Mok sembra essere stato sconfitto, costretto in un bozzolo di impotenza e immobilità da un grande incantesimo, confezionato dai migliori maghi dei vari popoli. Ma con il passare dei secoli, il negromante ha ritemprato le sue forze e si appresta ad un ritorno in grande stile: le popolazioni si sono ormai dimenticati di lui, sono arrivati ad insediarsi nuove culture, la sua figura alegga nel mito e nessuno si aspetta un suo ritorno.
Ma nel mito che lo circonda, esiste un altro personaggio, Venorè, una giovanissima e potente maga che, presentendo il possibile ritorno del malvagio, ha escogitato un modo per poterlo nuovamente contrastare, questa volta, per sempre.
Pedine inconsapevoli del destino, Rash e Nystrid, affrontano un lungo viaggio nelle terre selvagge, ognuno seguendo obiettivi che infine li porteranno ad incrociare le loro strade, verso il compimento della profezia di Venorè.
Il ritorno di Inna-Mok di Max Giorgini è un romanzo fantasy dalla trama piuttosto originale e accattivante. Esce coraggiosamente dal seminato “à la Tolkien” per costruire un mondo dalle caratteristiche e dalla mitologia nuove e libere dalle ingombranti (e in apparenza onnipresenti) della Terra di Mezzo.
Di contro però, il romanzo risente di una certa inesperienza a livello narrativo, in quanto risulta affrettato, poco curato proprio dal punto di vista della costruzione del mondo, dei personaggi, degli ambienti e degli eventi, che sono di fatto gli elementi che fanno la differenza per la credibilità di un fantasy.
Nel complesso però apprezzabili la trama e le caratterizzazioni dei vari personaggi, sebbene come detto moltissimi spunti interessanti per sottotrame e arricchimento della vicenda vengano sistematicamente disattesi.
Anche la scelta di mantenere sempre molto forte la voce nel narratore, prediligendo il narrato nei confronti del mostrato, fa sì che risulti difficile immedesimarsi nella vicenda e consentire al lettore di calcare davvero i sentieri della Terra di Ruhel.
Nel complesso quindi risulta una lettura tutto sommato piacevole, perchè fluida e dalla trama interessante, ma che non riesce ad esprimere il suo completo potenziale, rimanendo un po’ infantile ed acerba.
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Scheda: Il ritorno di Inna-Mok – M. Giorgini
Inna-mok, potentissimo mago del popolo degli Spettri, è stato sconfitto mentre tentava di asservire la Terra di Ruhel. Tutti lo credono neutralizzato per sempre, lui però si è trasferito in un’altra dimensione. Quando torna, deciso a vendicarsi, dovrà vedersela con Rash e Nystrid, due giovani di razza umana: lui, aristocratico e ribelle, si è unito a un bracconiere; lei, sfigurata da uno stregone barbaro, vedendosi rifiutata dalla sua gente la abbandona. Venuti a conoscenza della minaccia che incombe sulla Terra di Ruhel, si trovano al contempo investiti della responsabilità di poterla salvare. Infatti c’è una speranza: Venorè, giovanissima maga dei figli dell’aria, prima di morire prematuramente ha presagito il ritorno di Inna-mok e fabbricato un oggetto incantato – andato perduto – in grado di annientarlo. L’esito della loro ricerca, non priva di risvolti personali e colpi di scena, rimarrà fino alla fine appeso a un filo. Perché anche il negromante è sulle tracce dell’arma magica…
l’autore
Nato a Forlì sotto il segno del leone, Max Giorgini vi ha vissuto gli anni tempestosi (si fa per dire) della sua giovinezza, fra scuola, parrocchia e contestazione giovanile, senza trascurare le ragazze, il calcio e la chitarra. Per non parlare dei libri (ha sempre letto molto) e dei giochi di ruolo. Insomma, faceva un sacco di cose.
Dopo l’iscrizione all’università ha cominciato a frequentare Bologna, dove si è infine trasferito per intraprendere l’esaltante (anche in questo caso si fa per dire) carriera di insegnante di italiano e storia. Nel periodo bolognese ha praticato a livello amatoriale alcuni sport e si è progressivamente accostato al computer, fino a includerlo – assieme al cane, al metano e alla musica rock – fra i migliori amici dell’uomo.
Per quanto riguarda la scrittura, cui si è dedicato in modo discontinuo, in passato ha partecipato con buoni risultati a varie edizioni dei premi letterari Tolkien e Courmayeur. Il ritorno di Inna-mok rappresenta il suo romanzo d’esordio.
Fortemente legato al mondo della scuola, attualmente lavora come dirigente presso un istituto superiore.
528 – C. Bartoletti
Spesso l’illuminazione geniale dell’uomo, la scintilla creativa, il fuoco dell’arte, assumono dimensioni così straordinarie da essere attribuiti al divino. Non a caso infatti, nella mitologia greca, gli artisti invocavano la loro musa di riferimento, appositamente designata da Zeus a tutela e promozione di ciascuna delle arti maggiori. Ma i tempi cambiano e anche le muse hanno subito delle rivoluzioni strutturali, moltiplicandosi per venire incontro alle esigenze mutate nei secoli: oggi esistono novecentonovantanove muse, sparse per il mondo, ad ispirare le opere dei più vari talenti.
Ma che cosa succede se una musa inizia a sentirsi un po’ troppo umana, un po’ troppo legata alle vicende terrene? L’essenza del divino è poi davvero una condizione così privilegiata e invidiabile? Da questi spunti si dipana il romanzo di Clara Bartoletti, 528, intraprendendo ben presto strade del tutto inattese nella narrazione.
La trama risulta originale e ricca di colpi di scena, anche se alcune scelte stilistiche forse non rendono completamente giustizia alla storia. Un lavoro di revisione ed editing di alcuni passaggi un po’ confusi e di correzione dei numerosi refusi agevolerebbe la lettura e l’immedesimazione del lettore, visto che in certi passaggi la trama verte proprio su tematiche ad alta emotività.
I personaggi sono efficacemente tratteggiati, sebbene talvolta qualche dialogo risulti un po’ troppo costruito. Il valore aggiunto viene portato dall’attenzione profusa nel delineare i caratteri psicologici ed introspettivi degli attori, che assumono così tratti profondamente umani – anche quando non lo sono.
Nel complesso il romanzo risulta piacevole e creativo per l’originalità e le caratteristiche della trama, ma con un potenziale non completamente espresso per quanto concerne la forma e lo stile di narrazione, che necessiterebbero di un lavoro di raffinamento.
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Scheda: 528 – C. Bartoletti
“Poi, verso mezzanotte, sono tornato da lei. Dormiva, supina. Mi sono sdraiato accanto a lei, osservando il suo profilo, e annusandola come fosse stata una preda, e ho respirato i suoi sogni caotici. Che sognasse così tanto non avrei mai immaginato neppure io: mare, montagne, boschi, strani personaggi, così ho rubato tutto per lei. Mi sono avvicinato piano al suo viso, e ho passato le mie labbra sulle sue, sfiorandola appena, e ho sentito di nuovo quella vibrazione interna che mi ha fatto venire la pelle d’oca. Lei si è mossa appena, e io mi sono scansato, ma le ho dormito accanto di notte, per poi dissolvermi nelle prime ore del mattino.”
l’autore
Clara Bartoletti coltiva la passione della scrittura da sempre. Al suo attivo ci sono racconti surreali, pubblicati negli anni 90 sulla Rivista Windsurf Italia, l’uscita della serie di racconti “Tribal” nel 1990, e di “Kea e altri racconti”, pubblicato autonomamente nel 2011, con lo scopo raccolta fondi per l’ospedale Meyer di Firenze, contenente dodici racconti minimali. Con il racconto Luca e Alessia, tratto da Kea ha vinto il premio letterario della critica nel 2012 “Premio Internazionale Terre di Liguria”. Nel 2012 pubblica con YouCanPrint il romanzo noir “April Rose” che affronta in chiave mistery il problema del narcisismo, la conflittualità dei rapporti interpersonali, il femminicio.
Appassionata di subacquea e di viaggi, e delle parole crociate senza schema, ama scrivere racconti e romanzi con tematica prevalente nella psicologia, le nevrosi, e i disagi del nostro tempo, indirizzandoli a far conoscere gli aspetti più emotivi, biechi o profondi dell’animo umano, usando spesso metafore surreali.