splash
Annessi & Connessi
Per noi, i libri sono una faccenda personale. Benvenuto!
Postato da Legione il 17 Maggio 2015

http://annessieconnessi.net/una-notte-di-ordinaria-follia-a-filisdeo/

Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]

 

Stai Navigando Recensioni

Il silenzio dei chiostri – A. Giménez-Bartlett

Postato da Legione il 1 Novembre 2009

Abbiamo preso questo volumetto in quanto ci è stato consigliato dalla bibliotecaria. Il titolo ci ricordava qualcosa, ma non siamo riusciti a stabilire che cosa, forse era stato elencato da Dorfles durante la sua bella trasmissione “Per un pugno di libri”. Comunque, in qualche modo il titolo ci era parso estremamente evocativo. L’abbiamo quindi affrontato a cuor leggero e con grande interesse.
La storia di per sè è piutosto semplice quanto curiosa: un frate viene trovato assassinato all’interno di una cappella di un convento di suore e le spoglie del santo locale ivi conservate sono sparite senza lasciare traccia. Da questo singolare incipit si dipartono le indagini in una narrazione tipicamente poliziesca, intrecciando gli avanzamenti sul caso alla vita privata della poliziotta Petra Delicado (ossimorica non a caso), saltando attraverso eventi delittuosi della storia barcellonese e i meccanismi omertosi tipici delle istituzioni religiose per poi sfociare in una risoluzione del caso davvero sconcertante.
Romanzo della scrittrice catalana Giménez-Bartlett, non esattamente una novellin del campo poliziesco, stupisce e fa sorridere per la freschezza del linguaggio a volte veramente tagliente, che rende davvero piacevole la lettura di un volume che proprio rapidissimo non è (500 pagine circa). Probabilmente resta nella memoria grazie a questo slancio verbale più che per l’intreccio poliziesco in sè o per gli espedienti narrativi che sono sì carini e apprezzabili ma nulla di veramente innovativo. Un libro comunque gradevole, per passare qualche ora all’interno di un intreccio leggero e mai sinistro, fino alla inevitabile risoluzione del caso.

Angeli Ribelli – L. Bray

Postato da Legione il 20 Ottobre 2009

Come avevamo promesso qui qualche tempo fa, abbiamo messo le nostre letterarie grinfie sul secondo romanzo della Bray, “Angeli Ribelli“. Il terzo della saga (La rivincita di Gemma, articolo che contiene spoiler, attenzione), ormai entrata nel vivo e che all’estero sta riscuotendo un grandissimo successo, paragonabile forse ad Harry Potter, dovrebbe essere uscito nelle librerie da poco e provvederemo a leggerlo il prima possibile.
Anche questa volta, i grafici della casa editrice non si sono fatti pregare: una bellissima ed elegante rossa appare di profilo sulla copertina, richiamando le ambientazioni ottocentesche del romanzo.
Come per molte altre saghe letterarie, il primo episodio stenta un po’, spesso lascia la sensazione come di tentativo, come se l’autore pensasse: “Ok, è il primo di una serie, non so se me la comprano tutta intera, però io ci provo, lancio qualche esca ma lo faccio anche abbastanza autoconclusivo così se qualcuno lo legge non gli lascio i nervi addosso se poi non trova il seguito in libreria.”
Così è stato per il primo libro di Harry Potter, così fu anche per Gemma Doyle. In entrambi i casi però, dal volume successivo la storia decolla e prende abbrivio.
In questo episodio, la trama si sviluppa sotto molteplici aspetti attorno alla missione principale, ovvero quella di trovare il Tempio dove poter vincolare la magia e portare nuovamente l’ordine dopo averla lasciata libera sul finire del romanzo precedente. Abbiamo modo di comprendere molto meglio la struttura ed il funzionamento dei Regni, si scoprono colpi di scena su buona parte dei personaggi principali, il tutto irrorato da un buon senso ironico e immerso nel mondo di busti e crinoline a Londra che tanto ci è estraneo adesso ma che tanto ci affascina.
Una buona lettura, per proseguire le avventure della Doyle e per arrivare a scoprire, nell’ultimo romanzo, finalmente l’epilogo di questa saga che ha aperto i battenti al genere new gothic.

La Bambina Che Amava Tom Gordon – S. King

Postato da Legione il 15 Ottobre 2009

Questo è forse uno dei romanzi meno noti del Re del Brivido, l’abbiamo scelto perchè era uno dei pochi rimasti sullo scaffale alla lettere K che non avevamo ancora letto ed eravamo incuriositi. La trama è molto semplice: una bambina si perde nel bosco. Basterebbe da sola a suscitare paure ataviche come quella del buio e del babau nell’armadio, e King lo sa bene: da sempre sfrutta le nostre paure più antiche per allestire i suoi romanzi.
La storia si dipana in stretto ordine cronologico, seguendo le vicende della povera Trisha che, per una leggerezza, si trova a girovagare da sola, speduta e spaventata nei boschi che vanno dal Maine fino al Canada. Altra caratteristica dei romanzi Kinghiani, la commistione tra l’orrore soprannaturale e quello naturale e reale: come se non bastassero le zanzare, le vespe, la fame, la sete ed il freddo, una presenza inquietante la segue, e sembra anche grottescamente intelligente.
La bambina sarebbe finita in breve tempo, se non riuscisse a trarre la forza di andare avanti ispirandosi al suo idolo: Tom Gordon, appunto.
Niente da dire sulla trama, i brividi li mette davvero, il desiderio di vedere come riuscirà a tirarsi fuori dai guai la piccola Trish manda avanti il lettore divorando pagina per pagina questo volumetto certo non ponderoso, almeno secondo i paramentri a cui ci ha abituati l’autore.
Qualche piccola nota stonata, però, risuona, e la potremmo collocare nello stile di scrittura. A volte il narratore onniscente insinua pensieri che forse esulano troppo da una mente infantile di una ragazzina di una decina d’anni, creando una dissonanza. In altri romanzi non siamo incorsi spesso in questo tipo di licenza stilistica, quindi in questo caso la cosa è risaltata di più.
Tutto sommato comunque resta un ottimo libro da leggere tutto d’un fiato.

Dolores Claiborne – S. King

Postato da Legione il 10 Ottobre 2009

Così come abbiamo letto Rose Madder avendo la sensazione di averlo già letto quando invece non era vero, abbiamo letto Dolores Claiborne con la sensazione non averlo letto ed invece ci sbagliavamo. Ma in entrambi i casi il tempo è stato ben speso.
Dolores Claiborne è un romanzo horror in senso prosaico, ovvero improntato non già sull’aspetto soprannaturale del Male, uno dei temi da sempre più apprezzati ed usati da King, ma sul male che risiede in ognuno di noi. Nella vita quotidiana di molti, il male ha sembianze umanissime e fin troppo famigliari, al punto da diventarne il paradigma. In questo romanzo, scritto con una cura linguistica unica, abbiamo Dolores che ci narra la sua vita da antieroina. Sposata con un uomo gretto, ignorante e violento, cresce i suoi tre figli nella speranza di poter preparare loro un avvenire migliore, lavora fino ai suoi limiti per una donna che anche lei ha avuto i suoi momenti oscuri e che la tormenta in un rapporto di amore ed odio. Ma quando questo equilibrio precario si rompe drammaticamente, Dolores diventa una madre-lupa, arrivando al punto di compiere passi irreparabili per proteggere la sua famiglia, a costo anche di perderla.
Uno dei romanzi migliori e più toccanti di King vecchia maniera, un libro che diventa pietra miliare della sua storia narrativa.
Il libro è diventato anche un film, “L’ultima eclisse”, con una pregevolissima Kathy Bates, già Annie Wilkies premio Oscar in “Misery non deve morire“.

Il mondo d’acqua – F. Schätzing

Postato da Legione il 20 Settembre 2009

Passando i rassegna gli scaffali della nostra biblioteca di fiducia, la nostra attenzione è stata attirata da questo gruppo di volumi, dalla copertina estremamente semplice nonché leggermente inquietante: un solo occhio, grande e sgranato, un colore dell’iride per ciascun volume.
Veniamo così in contatto con uno dei più noti autori di best seller tedeschi, Frank Schätzing, una sorta di Critchton europeo almeno nella ricerca scientifica, e prendiamo un assaggio del suo stile dal volume forse meno canonico della sua produzione: Il mondo d’acqua.
Riassumere questo volume, che occhieggia lo stile del saggio scientifico ma mantenendo sempre un profilo popolare, è impossibile, sarebbe come semplificare l’intera storia della vita, dalla sua nascita fino al giorno d’oggi, come il sottotitolo ci comunica.
Tramite un linguaggio mai astruso o eccessivamente scientifico, Schätzing ci fa scoprire i segreti della nascita della vita spiegandoci la teoria al momento più sostenuta, dalla comparsa degli esseri unicellulari fino ai grandi animali marini odierni sull’orlo dell’estinzione; la varietà incommensurabile della vita in tutte le sue forme acquatiche; il futuro dell’uomo rispetto allo sfruttamento delle risorse oceaniche e alla difesa dalla Natura che, a volte, può metterci in pericolo.
Lo stile ci ha piacevolmente sorpresi con la sua immediatezza e semplicità, associandolo ad un altro dei grandi scrittori a sfondo scientifico-divulgativo quale è stato Crichton. Spesso si rivolge direttamente al lettore, rassicurandolo, portandolo per mano attraverso banchi di plancton, confortandolo nei passaggi inevitabilmente un po’ più scientifici. La lettura, nonostante le sue 600 pagine, diventa così scorrevole e piacevole, incuriosendo il lettore nelle descrizioni di improbabili animali marini e creando il desiderio di un ulteriore approfondimento anche al di fuori del testo.
Per certi versi, è anche un libro educativo, che permetterebbe ad un ragazzo in età scolare di prendere conoscenza di certi meccanismi attraverso un linguaggio semplice ed informale, prima di affrontare gli stessi a scopo didattico o a complemento di questi.
Un libro che compie un’ impresa enciclopedica, toccando l’aspetto della vita in relazione con l’acqua in tutte le sue forme e sfumature. Eppure, nonostante questo, Il mondo d’acqua è pur sempre un romanzo, il nostro, che narra l’incredibile avventura della Terra e di chi la popola attraverso i milioni di anni.

Il curioso caso di Benjamin Button – diretto da D. Fincher

Postato da Legione il 15 Settembre 2009

Sebbene non avessimo mai letto la novella di F. S. Fitzgerald dal quale è tratto, abbiamo visto con estremo interesse questo film che, all’uscita, aveva destato molto scalpore sia nei cinema che nella critica.
In breve, si narra la storia di un bambino, Benjamin, che nasce vecchio e col passare degli anni ringiovanisce sempre di più. Nella sua vita singolare, incontra una ragazzina che poi diventa una bellissima donna, della quale si innamora. A causa della sua condizione però, possono amarsi davvero solo per un breve periodo, quando le età dei due si trovano a combaciare.
Conoscevamo a grandi linee la trama di questa storia che di fatto costituisce uno dei capisaldi della letteratura di fantascienza. Eravamo perciò curiosi di vedere il risultato visivo di quest’opera.
Sconfinare nel grottesco e nell’inverosimile era una questione da poco, sarebbe bastata una sola scelta sbagliata per rovinare tutta la storia. Invece dobbiamo dire che l’effetto risultante è stato molto equilibrato e piacevole. Brad Pitt nella parte è stato ottimo, sotto le protesi ed i trucchi degli effetti speciali è stato in grado di trasmettere la vera età di Benjamin attraverso gli occhi e la profondità dello sguardo. La storia viene narrata con delicatezza, incentrando bene l’attenzione sul tempo che passa e sui modi e gli usi che cambiano, la Storia che si evolve e si modifica.
Un bel film emozionante, che ci riserva anche qualche lacrimuccia nell’inevitabile finale.

Uomini che odiano le donne – diretto da N. A. Oplev

Postato da Legione il 13 Settembre 2009

Come avevamo annunciato mesi fa, siamo finalmente riusciti a vedere il film tratto dal primo romanzo della trilogia di Millennium, dalla compianta penna di Stieg Larsson. Come dice il proverbio, riferendosi letteralmente al mondo editoriale, nulla, persone e libri, andrebbe mai giudicato dalla copertina. Invece noi ci eravamo lasciati trarre in inganno dalla locandina del film, che abbiamo trovato di pessimo gusto, e dalla scelta dei gli attori per le parti principali.
Come vuole l’adagio, tuttavia, siamo stati smentiti sulla lunghezza: il film è risultato piacevole, ben strutturato, addirittura una buona sintesi dei numerosi fatti che si verificano nel romanzo, arrivando ad essere un’ottima riduzione della storia.
E nonostante lo stridìo iniziale al momento di fare la conoscenza degli attori, alla fine si può dire che non siano stati frutto di scelte sbagliate, almeno non troppo.
Lisbeth, interpretata dalla giovane Noomi Rapace, nonostante venga spesso truccata da dark, cosa che nel romanzo assolutamente non è, riesce a dare bene l’impronta caratteriale di questo personaggio così complesso (senza contare il suo corpo impressionante, esattamente come quello del personaggio: asciutto, minuto, ma un fascio di muscoli. Vederle i tendini del collo in un paio di scene ci ha leggermente shockati).
Mikael e Erika (che non viene nemmeno nominata, relegandola a puro contorno, e non troviamo che sia stato un errore) sono stati scelti seguendo la precisa indicazione del romanzo, facendoli interpretare da attori di mezza età. E se alla fine Michael Nyqvist ci risulta simpatico anche se a volte un po’ poco espressivo e forse non troppo affascinante come il suo personaggio vorrebbe, nei confronti di Lene Endre viene voglia soltanto di gridare a gran voce: “Tagliati ‘sti capelli!”.
Ottima la scelta della giovane Harriet, perfettamente calzante nel personaggio dal punto di vista estetico, della quale più che altro abbiamo solo una rappresentazione: una fotografia in bianco e nero in una perfetta performance di sorriso monnalisiano. Ottimi, ma al negativo, praticamente tutti gli altri personaggi maschili (esclusi Frode ed il poliziotto, gli unici con la coscienza pulita), ed è impossibile non godere sadicamente durante l’ultimo “rendez-vous” di Lisbeth con Bjurman.
Insomma, un film che nonostante le aspettative ci ha soddisfatti, lasciandoci curiosi nei confronti delle riduzioni degli altri due romanzi, molto molto più complessi.

Colpo di fulmine alle terme – P. G. Wodehouse

Postato da Legione il 10 Settembre 2009

Terzo ed ultimo libro di questa serie un po’ singolare di letture, che continueremo con altri titoli un po’ fuori dalle nostre consuetudini.
E per restare in tema di letture sopra le righe, questo è senz’altro un libro calzante. In una sola parola lo si potrebbe definire “British”, in tutto ciò che ne consegue. Lo snobbismo caricaturale tipico dei gentlemen inglesi di inizio Novecento, fatto di pomposità nel vestire, piccole manie, vizio del gioco e salvaguardia delle apparenze, ma soprattutto un umorismo a denti stretti, che sfora spesso nel paradossale, a volte regalandoci una sana risata con tanto di scotimento di capo davanti a certe trovate.
Wodehouse raccoglie in questo libro una serie di ritratti di alcuni personaggi tipici del clichè inglese, che si muovono in contesti altrettanto tipici. Lo scommettitore incallito che alla fine di mille peripezie riesce sempre a gabbare moglie e sfortuna; il gentleman dall’altissima considerazione di sé tarpato dalla società e dalla zia che non lo foraggia mai a sufficienza nonostante il suo elevato status sociale; l’anziano zio ricco che fa a gara con gli altri ospiti delle terme per dimostrare di essere più malato degli altri.
Una serie di caricature parodistiche dell’Inghilterra che fu, che sanno ancora adesso regalarci sorrisi, sebbene l’oggi sia così distante dal mondo che raccontano. Un autore sicuramente da ricordare, per alcune piacevoli e scorrevoli letture di svago.