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Tra le spighe di amarena – C. Bartoletti
Pinin è un ex poliziotto di mezz’età che da qualche anno si è reinventato giornalista di cronaca anche in virtù di una sua strana capacità: talvolta vede e comunica con le anime dei morti. Questa sua sensibilità porta a sè Nico Bonci, economista di grande fama e fascino, che lo ingaggia per ritrovare il suo fratello gemello Leon, scomparso da circa trent’anni. Pinin affronterà un viaggio nel passato di Leon, della sua famiglia ma in particolare di sè stesso, rievocando scene e frammenti di vita. Infine i due uomini si incontreranno, ma la storia arriverà ad avere un esito del tutto imprevisto.
Tra le spighe di amarena è il terzo romanzo di Clara Bartoletti. L’autrice si è già cimentata in storie a cavallo tra il reale e il fantastico, il surreale, il metafisico, con esiti brillanti. In questo romanzo invece troviamo qualche incertezza.
La storia così come è strutturata si basa sull’aspetto del ricordo. Invece di avvalersi di strumenti come il flashback, che sposterebbe la narrazione al tempo passato, l’autrice sceglie di ripercorrere le scene attraverso il racconto dei personaggi. Il susseguirsi di queste scene, sia da parte del protagonista che degli altri personaggi, spesso rende poco immersiva la lettura, frenandola e diluendola, in quanto in molti casi non è riscontrabile un nesso logico tra gli eventi del tempo presente e quelli ricordati.
La trama stessa risulta un po’ impoverita nella sua solidità da questo espediente, perchè, al netto dei ricordi di tutti, l’azione effettiva nella risoluzione del giallo (l’individuazione dello scomparso Leon) si riduce ad una meccanica piuttosto scarna e poco coinvolgente, quasi casuale.
Infine, il voler immergere il tutto in un contesto dapprima dai toni fantasy (il rapporto con le anime) e poi fantascientifici, nemmeno troppo motivati (il finale) rimescola ulteriormente le carte in tavola, lasciando il lettore confuso e spiazzato.
Tra le spighe di amarena appare quindi come un romanzo dal buon potenziale (in fondo le capacità espressive e la fantasia dell’autrice sono già state testate in passato) ma non completamente espresso, non adeguatamente rifinito e dalla struttura poco solida che non riesce a rendere giustizia ad alcune idee oggettivamente interessanti.
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