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Tra le spighe di amarena – C. Bartoletti
Pinin è un ex poliziotto di mezz’età che da qualche anno si è reinventato giornalista di cronaca anche in virtù di una sua strana capacità: talvolta vede e comunica con le anime dei morti. Questa sua sensibilità porta a sè Nico Bonci, economista di grande fama e fascino, che lo ingaggia per ritrovare il suo fratello gemello Leon, scomparso da circa trent’anni. Pinin affronterà un viaggio nel passato di Leon, della sua famiglia ma in particolare di sè stesso, rievocando scene e frammenti di vita. Infine i due uomini si incontreranno, ma la storia arriverà ad avere un esito del tutto imprevisto.
Tra le spighe di amarena è il terzo romanzo di Clara Bartoletti. L’autrice si è già cimentata in storie a cavallo tra il reale e il fantastico, il surreale, il metafisico, con esiti brillanti. In questo romanzo invece troviamo qualche incertezza.
La storia così come è strutturata si basa sull’aspetto del ricordo. Invece di avvalersi di strumenti come il flashback, che sposterebbe la narrazione al tempo passato, l’autrice sceglie di ripercorrere le scene attraverso il racconto dei personaggi. Il susseguirsi di queste scene, sia da parte del protagonista che degli altri personaggi, spesso rende poco immersiva la lettura, frenandola e diluendola, in quanto in molti casi non è riscontrabile un nesso logico tra gli eventi del tempo presente e quelli ricordati.
La trama stessa risulta un po’ impoverita nella sua solidità da questo espediente, perchè, al netto dei ricordi di tutti, l’azione effettiva nella risoluzione del giallo (l’individuazione dello scomparso Leon) si riduce ad una meccanica piuttosto scarna e poco coinvolgente, quasi casuale.
Infine, il voler immergere il tutto in un contesto dapprima dai toni fantasy (il rapporto con le anime) e poi fantascientifici, nemmeno troppo motivati (il finale) rimescola ulteriormente le carte in tavola, lasciando il lettore confuso e spiazzato.
Tra le spighe di amarena appare quindi come un romanzo dal buon potenziale (in fondo le capacità espressive e la fantasia dell’autrice sono già state testate in passato) ma non completamente espresso, non adeguatamente rifinito e dalla struttura poco solida che non riesce a rendere giustizia ad alcune idee oggettivamente interessanti.
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Scheda: Tra le spighe di amarena – C. Bartoletti
Pinin, un ex poliziotto e giornalista di cronaca nera, viene incaricato da Nico Bonci, economista di fama internazionale, di trovare il fratello gemello Leon, scomparso da Pietrasanta nel 1985. Scomparsa che non ha lasciato tracce, finché Pinin non comincia un viaggio alla ricerca di informazioni. Il viaggio è anche un’occasione, per il giornalista, di ripercorrere la sua vita passata, cominciata in un piccolo paese dell’Appennino Emiliano e per raccontare le strane esperienze paranormali che ha visto e vissuto, essendo predestinato a parlare con le anime dei defunti.
Quando finalmente Pinin sembra arrivato a una conclusione, il colpo di scena…
“Se entri in un cunicolo con una mano di carte, siamo certi che al ritorno troveremo le stesse sul tavolo?”
Una storia di vita quotidiana che mette in luce risvolti psicologici sul tema dell’infanzia e adolescenza, considerazioni sul problema dell’autismo, e l’irrazionale possibilità di parlare con i defunti quanto di poter essere, nello stesso momento, qui e altrove…l’autore
Clara Bartoletti coltiva la passione della scrittura da sempre. Al suo attivo ci sono racconti surreali, pubblicati negli anni 90 sulla Rivista Windsurf Italia, l’uscita della serie di racconti “Tribal” nel 1990, e di “Kea e altri racconti”, pubblicato autonomamente nel 2011, con lo scopo raccolta fondi per l’ospedale Meyer di Firenze, contenente dodici racconti minimali. Con il racconto Luca e Alessia, tratto da Kea ha vinto il premio letterario della critica nel 2012 “Premio Internazionale Terre di Liguria”. Nel 2012 pubblica con YouCanPrint il romanzo noir “April Rose” che affronta in chiave mistery il problema del narcisismo, la conflittualità dei rapporti interpersonali, il femminicio.
Nel 2014 e’ la volta di “528″, un appassionato racconto che, attraverso l’Europa affrontando la seconda guerra mondiale, dipana le storie di tanti personaggi legati alla sparizione di un pacco contenente i disegni di un deportato ebreo.Appassionata di subacquea e di viaggi, e delle parole crociate senza schema, ama scrivere racconti e romanzi con tematica prevalente nella psicologia, le nevrosi, e i disagi del nostro tempo, indirizzandoli a far conoscere gli aspetti più emotivi, biechi o profondi dell’animo umano, usando spesso metafore surreali.
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L’amore liquido – G. di Dio
Una vita fino a quel momento idilliaca, all’improvviso si spezza. Le certezze, i sogni, i progetti. Da un momento all’altro tutto è cancellato. Andrea perde l’amata moglie, la sua vita, il suo equilibrio. In una spirale sempre più morbosa, si lega a Lola, una donna corrotta nel corpo e nello spirito, trascinandolo con sè verso l’annientamento, lo squilibrio, il nichilismo. In attesa di redenzione, o di un atto irreparabile.
L’amore liquido, di Giusy di Dio è un romanzo breve ma intenso, che sa scendere con sapienza nell’introspezione del protagonista anche attraverso l’uso originale della seconda persona singolare, giustificato poi nell’epilogo.
Interessante e sconcertante al tempo stesso, delinea una prospettiva inquietante: in fondo può bastare davvero poco per perdere tutte le certezze di una vita.
Allo stesso tempo però, propone un orizzonte positivo: per quanto si possa scendere in basso, può esistere un momento di redenzione, si può ricevere il perdono e l’amore che si è perduto.
Una lettura di certo non di puro svago, ma che offre spunti di riflessione originali e intelligenti.
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Scheda: L’amore liquido – G. di Dio
Rabbia e solitudine, e una relazione torbida con una donna distruttiva, possono spingere un uomo a rinnegare il vero amore che lo consuma dentro?
Andrea è appena stato lasciato dalla moglie. Una professione – quella di pittore – che non permette di sperare in un futuro più prospero, il recente fallimento del proprio matrimonio e il senso di colpa che lo opprime: sono queste le ragioni che lo inducono a trascinarsi per casa in lunghe giornate inutili, colme di dolore e frustrazione. La notizia dell’improvvisa gravidanza della moglie, sua musa e ragione di vita, che non ci ha messo molto a trovarsi un nuovo compagno, apre una ferita troppo larga da rimarginare. Fino a quando nella sua vita si insinua Lola, una donna ripugnante nell’aspetto e nei modi che, per una strana alchimia, lo attrae in maniera incontrollabile. Dopo un primo tentativo di resistenza, Andrea cede alla sua voglia di Lola, la accoglie nella propria casa e in se stesso. Con il solo intento di cancellare l’amore per la moglie, viene avviluppato in una relazione caratterizzata da passione, dipendenza psicologica e incomprensioni. Una relazione che rischierà di portargli via ciò che di più caro un uomo possa avere.
l’autore
Giusy di Dio è nata a Vittoria, in Sicilia, nel 1976. È laureata in Economia e Commercio. Vive a Trento, dove esercita la professione di dottore commercialista. Nel 2012 ha superato la selezione del Premio Letterario “La Giara” per il Trentino-Alto Adige con un romanzo dal titolo “Tra cielo e terra”.
“L’amore liquido,” il suo romanzo d’esordio, prende vita tra i boschi del Monte Bondone.
Un’ucronia – S.M.Ottaiano
Si possono chiamare universi paralleli, realtà alternative, ucronìe; più prosaicamente si tratta di andalizzare rapporti di causa ed effetto prendendo cause differenti da quelle che si sono effettivamente verificate nella storia. Sergio Ottaiano sviscera questo concetto attraverso il romanzo breve Un’ucronia: una sorta di flusso di coscienza di un uomo distrutto dal susseguirsi delle sue scelte sbagliate, della sua paura del cambiamento, in un comportamento di autoconservazione portato all’eccesso al punto da diventare la sua stessa gabbia.
Un racconto senza dubbio particolare che si avvicina più che altro all’esercizio di stile considerando la limitatezza dei contenuti e il twist ending che giustifica l’intera narrazione.
Una lettura fluida e scorrevole, per certi versi un po’ enfatica nei toni, ma a posteriori giustificabile e quindi nel complesso piacevole.
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Scheda: Un’ucronia – S.M. Ottaiano
Poche cose spingono un uomo all’isolamento, ed una di queste è proprio il rimpianto, il ricordo del passato, la bellezza malinconica delle strade non intraprese. Ogni uomo ha in sè più vite non vissute ed esse sono demoni pronti a lacerare l’anima e il cuore; l’esistenza è un continuo scegliere ed ogni via non intrapresa ci appare, in futuro, migliore del percorso che abbiamo deciso di seguire nel presente. Questo libro parla di un’ucronìa: quella che ogni giorno nasce all’interno della nostra anima.
Ucronìa: termine derivante dal greco che vuol dire nessun tempo. Indica ciò che sarebbe potuto accadere se un fatto storico, un avvenimento importante e significativo, fosse andato diversamente. Ogni uomo, quotidianamente, vive quest’esperienza ripercorrendo con la mente i possibili risultati di una scelta alternativa, che siano essi positivi o negativi.. Il “se” è ciò che caratterizza l’ucronìa ed è la congiunzione che induce l’uomo a riflettere e a pensare. Nella profondità del proprio animo ogni essere racchiude milioni di domande a cui spesso non riesce a dare una risposta e molte di queste iniziano proprio con un se: “se fossi stato…”, “se fossi andato…”, “se avessi scelto…”. Milioni di Ucronìe.
Così ognuno è portato a ricordare, a rimpiangere, a desiderare ciò che non ha vissuto; ma nella vita di tutti i giorni questa riflessione non è possibile: la frenesia, il continuo movimento non lasciano spazio d’espressione all’interiorità. L’unico luogo in cui è possibile affrontare i propri demoni è il sogno, culla dell’immaginazione, ed esso si può raggiungere tramite la reclusione fisica o mentale, oppure entrambe. In tal modo il faccia a faccia con se stessi e i propri mostri, le proprie ucronìe, è inevitabile, e da questa battaglia si può uscire vincitori o perdenti. Attraverso cinque ricordi, cinque rimpianti, il protagonista senza nome viaggia nel mare del “se…”, attraverso l’amore, l’amicizia, i sogni, la famiglia e se stesso, svela i propri demoni e ne resta sopraffatto. Ma non tutto è ciò che sembra, forse dietro tanto dolore, si nasconde una luce…
l’autore
Sergio Mario Ottaiano è nato ad Avellino nel Febbraio del 1993, vive a Marigliano in provincia di Napoli. Frequenta la facoltà di lettere moderne all’Università Federico Secondo di Napoli. Il suo interesse per la letteratura nasce in età adolescenziale con la lettura di “Capitani Coraggiosi” di R. Kipling, da allora non ha mai smesso di coltivare la sua passione per la scrittura e le lettere. “Un’Ucronìa” è il suo primo romanzo. Coltiva inoltre l’interesse per la musica suonando il basso elettrico e componendo testi e musica in una band partenopea: Blucronìa.
L’attesa – P. Gotti
Penelope aspetta ormai da anni che Lui la venga a prendere. E’ ricoverata in un ospedale psichiatrico, circondata da una varia umanità, ciascuno alle prese con le proprie attese, il proprio passato e la gestione mai semplice del presente.
Questo breve romanzo, L’attesa, di Pamela Gotti, racconta efficacemente il significato dell’attesa quando diventa scopo dell’esistenza stessa e la funzione terapeutica del racconto, della fantasia come strumento di guarigione e mezzo per mantenere, recuperare e talvolta migliorare il contatto con la realtà.
La protagonista, essenza stessa dell’attesa (la scelta del nome non è certo un caso) attraverso i suoi racconti crea contatti e legami con gli altri pazienti, diventando un tramite verso la liberazione di sè stessi dalle prigioni, imposte e auto imposte.
L’autrice inoltre riesce ad esprimere, con grande semplicità e senza giudizi, una visione originale e delicata del disagio mentale, di come possa coinvolgere chiunque, anche la persona in apparenza più sana ed equilibrata. La sua visione di eccentricità come normalità risulta sensibile e mai retorica, lasciando ottimi spunti di riflessione e di approfondimento. I personaggi che si susseguono sono efficaci e verosimili, ognuno con le sue peculiarità, le sue stranezze che, all’interno del microcosmo dell’ospedale, diventano semplici caratteristiche. Diventa evidente come la “sanità mentale” contrapposta alla “pazzia” sia solo frutto di un giudizio, basato su convenzioni sociali spesso arbitrarie, su una linea di demarcazione accettata supinamente come valida e mai davvero valutata e analizzata in quanto tale.
Un romanzo breve ma intenso, scritto con semplicità e una forte spinta comunicativa, che lascia nel lettore la piacevole sensazione di aver letto qualcosa di speciale, originale e bello.
Un romanzo che desideriamo assolutamente consigliare.
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Scheda: L’attesa – P. Gotti
Penelope aspetta ogni notte che Lui arrivi e la liberi dalla sua prigione. Dal Padiglione A della clinica in cui è relegata e da cui ogni notte sogna di fuggire. Nel frattempo, vive e racconta. Inventa delle storie avventurose, ironiche, nostalgiche e vivide per Martina, la ragazzina che non vuole parlare. Oppure elabora ingegnosi piani di fuga con Eligio, il vecchietto del Padiglione C che ha girato il mondo per i suoi studi d’etologia. Delle volte si immerge a Valencia con Lola, la donna che ha perso il suo vero volto, nei ricordi del Passato Migliore ricco di passione e risate. E poi ci sono quella ficcanaso di Olga, Damiano con la sua sciarpa calcata sul naso, Ettore e la sua mamma Mangusta… L’attesa è un romanzo a cornice, in cui le storie dei personaggi e i racconti fantastici di Penelope convivono e si fondono in un’unica trama. Per dar vita a un ordito prezioso, microcosmo in cui si muovono tutte le vite che le pagine riescono, per un poco, a illuminare.
Avvertenze:
Il progetto editoriale LaPiccolaVolante (rigorosamente NO EAP) si basa sulla diffusione di storie, non del nome di chi le ha scritte. Vorremmo che i lettori ricordassero più il volto che hanno immaginato dei personaggi che quello dello scrittore; ché l’affezione sia alle storie, non alle biografie d’autore.
l’autricePamela Gotti è nata a Trieste nel 1978. Fin da piccola passava ore e leggere storie di tutti i generi, con una particolare predilezione per Alice nel Paese delle Meraviglie, che avrà letto almeno una decina di volte prima dei diciotto anni. Nel frattempo ha studiato da maestra, si è laureata in psicologia e ora insegna in una scuola elementare, portando avanti l’intento di trasmettere l’amore per la lettura e per le belle storie ai suoi bambini. Una forma di deformazione professionale la porta ad osservare con cura le relazioni che intercorrono tra le persone e le piace molto provare a “camminare nei mocassini altrui” per capirne i punti di vista. Anche da questo deriva l’attenzione per i personaggi sia mentre legge, sia mentre scrive. Appassionata anche di cinema, di arte e di
viaggi, non può evitare di inserire nei suoi racconti le immagini che le si sono impresse negli occhi nel suo girovagare fisico o mentale. L’incontro con LaPiccolaVolante e con i suoi laboratori letterari, ha messo in gioco la sua voglia di raccontare. E ora non sarà facile farla smettere.