Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]
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I pilastri della terra – K. Follett
I pilastri della terra di Ken Follett è probabilmente uno dei romanzi della letteratura contemporanea più noti, un best seller nonchè un long seller, un romanzo che con il passare degli anni non ha affievolito la sua capacità di comunicare e appassionare lettori di ogni età.
La trama si dipana nell’arco di diversi decenni, scandendo le vicende al ritmo della costruzione di una cattedrale, nel medioevo britannico. Seguiamo le storie di un manipolo di personaggi che conosceranno miserie e vittorie.
E’ impossibile non appassionarsi a questo romanzo: la voce dell’autore è così discreta e asettica che spesso ci dimentichiamo di lui, al punto da illustrarci i fatti, sempre in rigoroso ordine cronologico, con la stessa efficacia di un documentario.
Interessante come, al contrario di moltissimi altri romanzi dalle aspirazioni di storicità, i fatti e le descrizioni siano sempre assolutamente verosimili. Il legame di causa ed effetto negli eventi è rigoroso, mai scontato o banale ma nemmeno vittima di forzature.
Esattamente come la cattedrale di cui racconta e che ne è metafora, il romanzo si dipana elegante e leggero grazie ad una struttura ferrea ma invisibile, che agli occhi del lettore diventa semplicemente la mano del Fato.
I personaggi sono vividi e verosimili, sebbene in questo aspetto come nel lieto fine si veda la volontà dell’autore di distinguere bene i buoni dai cattivi. L’animo umano, in particolare in circostanze storiche come quelle narrate, è più che mai sfaccettato e ricco di zone d’ombra, ma se per i buoni queste ombre si limitano ad essere piccole debolezze più che perdonabili, nei cattivi l’accanimento è dei più spietati mentre i lati positivi passano al massimo per un ravvedimento in tarda età.
E’ pur sempre un romanzo enorme, monumentale, oltre 1000 pagine, e le vicende sono talvolta così crude e sconfortanti che si inizia a desiderare la fine attorno a pagina 700. Ciò nonostante, l’autore mantiene il ruolo di volontà divina e ci concede il lieto fine.
Un romanzo ormai imprescindibile da leggere sicuramente.
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Scheda: Leoni e fiordalisi, due corone per un solo re – A. Chimenti
10 Agosto 1415: Re Enrico V lascia l’Inghilterra alla testa del suo esercito diretto verso le coste della Normandia, intenzionato a reclamare la corona di Francia; egli non immagina quali vicissitudini attendono i suoi uomini e le tremende sfide che dovranno affrontare in nome di Dio, del Re e di San Giorgio. Un estenuante assedio ed una sfibrante marcia forzata attraverso la Normandia e la Piccardia, distruggeranno il morale dei sopravvissuti. Ciò che un tempo fu la poderosa armata di Enrico diverrà improvvisamente l’ombra di se stessa, trovandosi ad affrontare un esercito sei volte superiore nella piana di Azincourt. Tra gli inglesi vi sono anche David ed Aaron, un falegname ed un fabbricante di archi. La guerra aveva bussato alla loro porta, cambiando per sempre le loro vite; sconvolti da eventi avversi, nemici determinati e pericoli invisibili, saranno assillati costantemente da un solo pensiero: riuscire a sopravvivere!
Un avvincente viaggio immaginario, attraverso il quale i protagonisti intrecceranno le proprie strade con quelle di personaggi storici realmente esistiti e che scrissero una delle pagine più epiche della “Guerra dei Cent’Anni”.
L’ispettore Kajetan e gli impostori – R. Hültner
E’ un’impresa quantomeno complessa recensire questo romanzo, L’ispettore Kajetan e gli impostori di Robert Hultner. Sia per la struttura, per lo stile ma anche per la tematica trattata.
L’ispettore Kajetan, ormai ex poliziotto della Monaco degli anni dopo la Prima Guerra Mondiale, si ritrova quasi suo malgrado ad indagare su un truffatore incallito che sembra prediligere vittime facoltose. Ma anche un amico di Kajetan è rimasto coinvolto in qualcosa che sembra essere più grande di loro, cadendo in un aggressione particolarmente violenta.
Un giallo poliziesco di stampo forse un po’ desueto, ambientato in una Germania che si sta ancora riprendendo dal primo conflitto mondiale e che sta assistendo alla nascita di un fenomeno, il nazifascismo, e alla salita alla ribalta di un certo Hitler, un personaggio tratteggiato ancora attraverso pareri e commenti controversi e contraddittori tra entusiasti e detrattori.
Questo romanzo, come dicevamo in apertura, è molto complesso. Innanzitutto l’autore, tedesco, fonda le vicende nella storia recente e alla cultura tedesca e, nonostante le note a fondo libro, spesso risulta un po’ difficile riuscire a cogliere tutti i riferimenti e a recepire tutti i riferimenti.
Lo stile di scrittura, poi, è decisamente particolare, permette al lettore di calarsi nell’epoca anche attraverso la voce del narratore. I dialoghi sono scritti in modo molto vicino alla colloquialità (l’autore lascia un commento in merito nelle note a fine romanzo) e a volte riescono a strappare qualche sorriso, in particolare grazie ai personaggi secondari, tratteggiati con toni quasi caricaturali.
Come capita di frequente nei romanzi gialli, l’unico personaggio davvero vivido e tridimensionale è il protagonista, Kajetan: sebbene questo sia il secondo episodio a raccontarne le gesta, il personaggio appare piuttosto chiaro nelle sue caratteristiche peculiari, rasentando un po’ la caricatura del giovane poliziotto calamita per i guai.
Un romanzo apprezzabile, scritto senza dubbio in modo molto accurato. Sebbene nessuno di noi dello staff sia in grado di testare la solidità storica del romanzo, risulta comunque credibile e verosimile.
Consigliato in particolare a chi è appassionato di storia, quando è raccontata in modo originale e da un punto di vista inedito.
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Scheda: L’ispettore Kajetan e gli impostori – R. Hültner
Monaco, anni ’20. L’ex ispettore di polizia Paul Kajetan agisce adesso come investigatore privato e sta cercando di recuperare, per conto della sua locandiera, i soldi che il nipote ha perso in azzardate speculazioni finanziarie. Per portare a termine il suo compito finirà per disturbare gli affari di persone potenti e politicamente ambiziose. Per ostacolare le sue indagini vecchi amici tenteranno di attribuirgli l’omicidio del suo successore alla polizia di Monaco. Kajetan dovrà discolparsi e stare in guardia perché anche la sua vita sarà in pericolo. Abile compresenza di colore locale, retroscena storico e investigazione serrata: anche questa volta Robert Hültner appassiona con un complicato puzzle poliziesco agli albori del Nazionalsocialismo.
Il saio sepolto – M. R. Angellotti
Nel Medioevo centroeuropeo, un novizio cerca di venire a capo di un mistero intricato che coinvolge morti sospette e tradimenti, ma che diventa occasione di indagare dentro di sè, nelle umane passioni che pensava aver accantonato per sempre.
Questo è, in estrema sintesi, il romanzo storico di Maria Rosaria Angellotti, Il saio sepolto.
La narrazione si svolge in terza persona, con il punto di vista principalmente su Fortunio, il novizio protagonista, che si trova suo malgrado invischiato in questa intricata vicenda, ma che talvolta si sposta su questo o quel personaggio.
La vicenda risulta senza dubbio interessante e accattivante, ma penalizzata purtroppo da uno stile narrativo troppo distante dal centro dell’azione. E’ infatti questo stile distaccato a costituire il punto più penalizzante all’intera opera.
La sfida più ardua nella scrittura di un romanzo storico efficace ed appassionante è quella di arrivare a trasmettere le informazioni storiche consisenti con la realtà, unendole alla finzione, e renderle appassionanti, allontanandole dallo stile un po’ noioso, distaccato e accademico che caratterizza la storia raccontata nei libri di scuola.
Ed infatti su questo punto che, forse per inesperienza, l’opera subisce il genere. I fatti vengono raccontati sempre, seppure a volte con dovizia di particolari, senza venir mai mostrati; anche le scene potenzialmente più dinamiche, nelle quali l’autrice avrebbe potuto sbizzarrirsi sfruttando dettagli con ricchezza sensoriale (nelle torture inflitte a Guglielmo, l’incendio al borgo, l’intera parte dedicata al flashback della rocambolesca fuga di Federico, giusto per fare alcuni piccoli esempi), vengono invece raccontati da un punto di vista lontano, distaccato. Questo infatti rende molto difficoltoso per il lettore immergersi nella storia, che diventa invece un lontanissimo spettatore, senza coinvolgimento.
Alcune scelte narrative poi, creano qualche confusione nel lettore, principalmente abbiamo rilevato una certa difficoltà nell’associare i nomi dei personaggi al loro ruolo, specie nella prima metà dell’opera.
La storia in sè ha senza dubbio del potenziale, e anche i dialoghi sono curati e verosimili, così come la caratterizzazione dei personaggi, dipinti a tratti decisi, ma la narrazione così lontana dall’azione smorza di fatto tutti questi aspetti positivi.
Si tratta insomma di un’opera con dell’indubbio potenziale, penalizzato purtroppo da una carenza di editing che avrebbe permesso di esprimersi al meglio ottenendo un romanzo al pieno del suo fascino storico evocativo.
Scheda – Il saio sepolto: M. R. Angellotti
Il Medioevo tedesco, all’epoca delle Crociate, fa da sfondo alla trama d’intrighi e delitti che s’innescano intorno a una misteriosa lettera. La morte violenta del suo autore, il vescovo Guglielmo, è il punto di partenza per il viaggio che intreccerà le sorti di un’antica famiglia e di Fortunio, il giovane novizio incaricato di consegnare la lettera, in una successione di eventi, tradimenti e colpi di scena.
l’autore
Maria Rosaria Regina Angellotti è nata a Pompei, ma vive a pochi chilometri da Catania, dove ha conseguito la laurea in lettere. Appassionata di Storia e psicologia, dedica il proprio tempo libero agli animali abbandonati.
Il saio sepolto
Maria Rosaria Angellotti
Genere: Avventura medievale
Pagine: 198
Prezzo libro: 15,50 euro
ISBN libro: 978-88-7307-415-4
Prezzo e-book: 10,99 euro
ISBN ebook: 978-88-6578-111-9
Data di uscita: 24 febbraio 2012
Brossura, cartoncino plastificato opaco
Scheda: Anatolji Ljiupanov – E. Mercuri
Anatolij Ljiupanov percorre il suo secolo, non come uomo comune, ma come spirito di un’epoca. L’opera, Anatolji Ljiupanov, in uno spirito che oscilla tra il gotico e il noir è stata strutturata volontariamente in due parti: Da Parigi a Londra: la poesia della vita; Praga.
Nel suo fuggire dalla Madre Patria, la vecchia Russia degli Zar, rimuove il suo passato di bambino nobile, fuggito per miracolo ad uno dei tanti saccheggi, che durante un’insurrezione aveva spinto il popolo a “nutrirsi” dei regnanti. Adolescente arriva a Parigi, ove per un caso fortuito, la notte di capodanno, incontra uno stanco poeta, Charles Baudelaire. Di lui diviene il mentore, iniziandolo al “terzo occhio del poeta”, l’Arthemisia Absinthium, l’assenzio. Lentamente inizia a porsi tutte le domande che mai prima la sua mente aveva partorito, viaggiando, attraverso il tragico percorso dei flash back, nel suo oscuro passato, di esso sentendo soltanto l’amaro grido di un bambino senza nome. Londra lo porta a incontrare la figura di Rabbi Shimon Loew, del suo strano cocchiere e compagno, Ezechiele sino alla follia e alla violenza, l’istinto di morte e di orrore scaveranno nella sua mente ancora troppo giovane una fossa cosi profonda, da permettergli di essere tutto ciò che la sua anima aveva voluto dimenticare, la violenza. scopre e ammira Praga e di essa, chi apparve essere la signora, Ester Anders, una femme fatale con il potere di un uomo, ma con il cuore fragile di un bambino. Ella lo avvicina alla multiculturalità di una delle capitali dell’Impero, permettendogli di incontrare un giovanissimo Nikola Tesla. È proprio, allora, che Anatolij smette di essere un ragazzo e diviene uomo, diviene ciò che è realmente, nella notte in cui la sua mente riflette il monologo ubriaco del Diavolo e dal solo vero e unico burattinaio, un uomo non è altro che ciò che gli mostra, gli occhi vuoti di una maschera veneziana.
l’autriceEmanuela (Emy) Mercuri nasce a Polistena (RC) il 16.05.1983. Dopo aver conseguito il diploma di Liceo Classico all’Istituto Vincenzo Gerace in Cittanova, si trasferisce a Torino, ove consegue la Laurea in Studi Internazionali, Facoltà Scienze Politiche (vecchio ordinamento, D.to Leg. 509,99) con la tesi “Norimberga: coscienza storico internazionale dei crimini di guerra, contro la pace e contro l’umanità”. Attualmente è iscritta al Corso di Laurea Magistrale in Scienze del Governo e dell’Amministrazione. Dopo varie esperienze formative e lavorative, attualmente gestisce le relazioni esterne dell’Associazione Italia – Bosnia Erzegovina www.assitabih.com. L’approccio alla letteratura avviene nell’infanzia grazie all’influenza genitoriale e scolastica che hanno spinto la piccola “Emy” a leggere Giacomo Leopardi e Frederich Nietzsche, molto presto.
Anatolji Ljiupanov
autore Emanuela Mercuri
Edizioni CIESSE
L’apprendista di Venezia – E. Newmark
Diversamente da quello che facciamo abitualmente, abbiamo scelto questo libro, L’apprendista di Venezia, praticamente a caso, lasciandoci guidare dalla copertina e dalla quarta. Abbiamo riscontrato che la trama parlava di Venezia e di cucina alla fine del 1400, e ci siamo lasciati tentare.
Quello che invece ci propone l’autrice Elle Newmark nella sua prima fatica, va oltre a questo. Il suo ambizioso progetto è quello di condurci passo passo nelle sontuose cucine del doge, non solo trattando di culinaria, ma mostrandoci messaggi di valore, che possono essere applicati alla vita di tutti.
Il giovane Luciano, ragazzino di strada nella Venezia del 1498, viene sorpreso da un uomo a rubare una melagrana da un banco. Invece di punirlo, l’uomo lo porta con sè in cucina e gli da una possibilità. Inizia quindi la sua formazione ai fornelli ma principalmente come giovane uomo, perchè il suo capocuoco non è un cuoco come tanti, ma custodisce segreti di grande importanza.
Per essere un’opera di esordio, è certamente brillante: la trama è interessante e ben costruita, con buon ritmo. Certo è evidente il lavoro di editing nella lingua originale così come l’ottima opera della traduzione.
Inoltre, i concetti fondamentali su cui si incentra la trama, sono di grande levatura, che portano alla riflessione.
Abbiamo trovato solo una nota stonata che non ha incontrato il nostro gusto. La storia è ambientata nel 1498, pochi anni dopo la scoperta dell’America, e nella cucina del doge appaiono già patate, pomodori, caffè e cacao che non erano ancora stati importati in Europa e che men che meno erano già stati interpretati come prodotti alimentari. L’autrice è conscia di questi anacronismi, e ne dedica una nota ad inizio libro. Ciò nonostante, abbiamo trovato forzato utilizzare anche coscientemente questi prodotti, perchè in fondo sono collaterali alla storia ma non fondamentali.
D’altro canto, abbiamo trovato la descrizione di Venezia veramente evocativa ed efficace, evidenziandone le caratteristiche più celebri così come quelle più recondite e nascoste.
Consigliamo quindi la lettura di questo libro a tutti coloro che stanno cercando un romanzo scorrevole, chiaro ed intelligente, in grado di far sorridere ma anche di far riflettere.
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