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Annessi & Connessi
Per noi, i libri sono una faccenda personale. Benvenuto!
Postato da Legione il 17 Maggio 2015

http://annessieconnessi.net/una-notte-di-ordinaria-follia-a-filisdeo/

Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]

 

Post Taggati ‘letteratura italiana’

Come un toro in mezzo al petto – A. Asti

Postato da Legione il 4 Dicembre 2010

Spesso ci sentiamo prevenuti davanti ad un’opera che tratta di temi di vita vissuta, incentrata su storie vere di malattia e disagio. E’ disagio dettato dal pregiudizio, ma anche, pensiamo, da atavico istinto di conservazione tipico della persona sana quando viene messo di fronte alla crudezza della realtà.
Nella fattispecie di questo libro, Come un toro in mezzo al petto, di Andrea Asti, però, viene presentata una storia di vita come tante, di un ragazzo con problemi di salute e pochissimi amici, qualche problema di relazione e scarsa autocritica. Lo spunto della malattia viene sfruttato come complemento ad un carattere di un personaggio sfaccettato e credibile, dandogli spessore senza pur cadere in un patetismo che avrebbe potuto costituire una semplice scorciatoia.

Dal punto di vista tecnico, la costruzione della narrazione è semplice ed efficace, seguendo un rigoroso ordine cronologico dei fatti e presentandoli dal punto di vista strettissimo della prima persona. Le frasi risultano semplici e dirette e la struttura nel complesso è buona. L’autore non si imbarca in tecnicismi di difficile risoluzione ma si mantiene di buon livello pur senza grandi innovazioni.

Se da una parte abbiamo un protagonista tratteggiato con chiarezza, i personaggi secondari risultano soltanto sbozzati, seppur credibili e fuori dal clichè: l’amico Matteo e l’affascinante Sara hanno volto e caratteristiche peculiari ma, a parte qualche specifico passaggio, assumono una concretezza effettiva solo attraverso i pensieri di Lorenzo, il protagonista, e non direttamente dalle loro azioni o dalle loro parole. I personaggi poi di Giorgio, dei genitori e della sorella di Lorenzo risultano puramente funzionali alla storia e senza particolari caratteristiche.

La trama non si discosta da molti romanzi di orientamento Young Adult, sfruttando però la tematica delicata ed elevandosi dalla media, conservando quindi un significato ed un messaggio positivo e realistico nei confronti della vita.

In conclusione questo romanzo risulta ben scritto, in modo fluido ed efficace, valorizzando una storia semplice ma allo stesso tempo straordinaria che permette al lettore attento di cogliere messaggi di grande valore e significato.

Scheda: Come un toro in mezzo al petto – A. Asti

Postato da A&C Staff il 20 Novembre 2010

Lorenzo è un ragazzo come tanti. Le uscite con gli amici, qualche avventura amorosa, l’università, il calcetto e la passione per lo stadio. Lorenzo è un ragazzo come tanti fino a quando non scopre di essere malato di Sclerosi Multipla. Questa sentenza piomba sulla testa del giovane annientando le prospettive di una vita piena di speranze.
Il primo impatto di Lorenzo con la malattia è devastante. Gli amici se ne vanno e le giornate cominciano ad essere scandite da esami clinici e da una chiusura costante in sé stesso. Gli unici rifugi che gli restano sono la musica e le serate in birreria, la solita, con Matteo, l’unico amico che, negli anni della malattia, è riuscito a tenersi stretto, nonostante l’evoluzione del proprio carattere nel cinismo e nell’arroganza.
Una festa di promozione di Giorgio, un collega di Matteo con cui Lorenzo avrà un duro scontro dialettico, fa entrare in scena Sara; la bellissima, quanto sensibile, cugina di Giorgio. Il primo incontro fra Lorenzo e Sara è all’insegna dell’incomprensione, ma i sentimenti che cominciano a farsi strada dentro il giovane disabile sono la base di una serie di eventi tragicomici che porteranno al drammatico finale.
Una serie di eventi che frantumeranno le certezze e la corazza di Lorenzo, fino a fargli scoprire, partendo da un dolore lacerante, quale sia la strada da intraprendere per una nuova salvazione.

l’autore
Andrea Asti nasce a Rivoli (TO) il 11/03/1973 ed è disabile dalla nascita. Appassionato di lettura, musica e cinema, ha partecipato ad alcuni concorsi letterari e le sue poesie sono state pubblicate sulle relative antologie. Nel 2006 ha pubblicato con Montedit il suo primo romanzo dal titolo “No Smoking”.

Un indovino mi disse – T. Terzani

Postato da Legione il 24 Agosto 2010

Tiziano Terzani è famoso per i suoi articoli e i reportage di viaggio tra cui si annoverano alcuni tra i suoi libri più famosi. È anche conosciuto per il controverso “Lettere contro la guerra” in cui si schierò contro la guerra americana in Afghanistan: il libro, per molto tempo, non trovò un editore americano disposto a pubblicarlo e circolò quindi gratuitamente in lingua inglese.

Un indovino mi disse è antecedente e racconta l’esperienza vissuta da Terzani nel 1993 quando decise, per il suo lavoro di reporter in Asia, di spostarsi unicamente in treno, auto, a piedi e su nave.
L’aereo era offlimits in quanto un indovino, vent’anni prima, gli aveva predetto la morte se avesse volato in quell’anno futuro.
Terzani, pur scettico, decise di imbarcarsi in questa avventura curiosa e originale che lo portò a viaggiare dalla Thailandia alla Birmania passando per il Vietnam e la Cambogia rigorosamente via terra e via mare.

Un indovino mi disse è un libro affascinante in cui Terzani mostra sia il corpo sia l’anima dei luoghi in cui vive o che attraversa. Un’Asia che pur lanciandosi nelle braccia del progresso occidentale, mantiene uno spirito legato a superstizioni, magie elargite da indovini, più o meno dotati, e vecchie tradizioni misteriose e seducenti.

C’è Singapore e il suo ordine “perfetto”; c’è Bangkok con i suoi angeli e i demoni; c’è la Birmania con il suo isolamento brutale; ci sono la Cambogia e il Vietnam che provano a rialzarsi. E c’è il pellegrinaggio da indovino a indovino che Terzani intraprende con curiosità malinconica.

Alla fine sappiamo come si è concluso il suo lungo viaggio e se da un lato ci colpisce il fatto che, effettivamente, Terzani scampò ad un incidente aereo durante quell’anno, dall’altro è triste ricordare come molti indovini gli avessero predetto una vecchiaia lunga e serena.
Di certo, però, la sua avventurosa vita rimane una fonte inesauribile da cui attingere, ora e in futuro, per conoscere un mondo, a tutti gli effetti, spietatamente meraviglioso.

Recensione scritta da L’imbrattacarte

Il re dei cani – C. Betti

Postato da Legione il 12 Agosto 2010

Questo piccolo romanzo storico di Claudia Betti, Il re dei cani, edito da ArpaNet, racconta una storia semplice e toccante. Segue da vicino l’esistenza di un uomo, lasciato volutamente senza nome, che fin dalla più tenera infanzia vive affiancato dai cani, che lo eleggono sempre, misteriosamente, come loro padrone e guida. Sullo sfondo, la dura realtà della guerra, la fame, la morte, la paura e la dura ricostruzione dell’equilibrio perduto.
Questo libro, quasi più un racconto che non un romanzo vero e proprio, ci ha colpiti per la sua semplicità. La storia è narrata in terza persona con un punto di vista distaccato e quasi sempre puntato sul protagonista, questo ragazzo senza nome e senza volto, che cresce ed attraversa le difficoltà della guerra e della vita. A tratti, la narrazione sequenziale viene interrotta da frammenti riferiti al presente del protagonista.
Accanto alla semplicità della storia abbiamo la prosa, che non è semplicistica, ma ben si accorda con ciò che racconta. Ci sono delle imperfezioni stilistiche: molti passaggi potrebbero essere ampliati, alcune volte il punto di vista del narratore si perde tra un personaggio e l’altro e spesso si cerca di esplicare dall’esterno quello che forse più efficacemente avrebbe potuto essere mostrato o lasciato sottinteso, permettendo alle azioni di parlare da sole; ma questi piccoli nei sono fisiologici in un’opera prima e comunque nulla che non possa essere migliorato con un po’ di esperienza.
La storia è chiara e lineare, forse un po’ volutamente favolistica, i personaggi sono appena accennati e tutti con un’accezione fortemente positiva, che contrasta con il contesto storico di grande durezza. Nella figura canina, a volte defilata ma sempre presente, si può riscontrare una simbologia di fedeltà e umiltà, che apporta al racconto una buona dose emotiva.
Nel complesso, Il re dei cani è un racconto toccante e delicato, che coinvolge il lettore con gentilezza e lo commuove, davanti ai suoi protagonisti umili ma veri e la naturale dimostrazione di affetto e dedizione tipica dei cani nei confronti del loro amico e padrone.

I delitti della luce – G. Leoni

Postato da Legione il 1 Agosto 2010

Questo libro, I delitti della luce dell’autore italiano Giulio Leoni, è il secondo libro di una serie incentrata sulla risoluzione di enigmi misteriosi ambientati nella Firenze del 1300, con protagonista un fiorentino d’eccezione, Dante Alighieri.
Un veliero viene ritrovato arenato diversi chilometri dalla foce dall’Arno, carico di decine di uomini morti. In una stanza, viene rinvenuto un meccanismo misterioso, volutamente manomesso.
Da queste premesse si dipana una storia piuttosto ricca ed incalzante, nella quale le morti inspiegabili si susseguono, mentre Dante, priore di Firenze, si affanna per cercare la soluzione degli omicidi e il significato nascosto di tutto questo.
Giulio Leoni ha indubbiamente scritto un libro di valore dal punto di vista della prosa. E’ ineccepibile e scorrevole, e propone un narratore onniscente compenetrato nell’epoca che sta trattando, facendogli fare osservazioni e inserendo dettagli che calzano con il modo di vedere il mondo al quel tempo.
C’è da dire però, che in questo romanzo la risoluzione del mistero diventa un aspetto secondario rispetto al contesto storico, diventando forse un po’ poco verosimile. Ci troviamo quindi Dante che disquisisce di filosofia a due passi da un tafferuglio in piazza, oppure sempre Dante che corre a perdifiato per le vie della città, quando a 35 anni ce lo aspetteremmo come un posato uomo di mezza età più che uno scapestrato giovincello.
E’ forse questa la pecca principale di questo libro, il fatto di voler utilizzare Dante come protagonista dichiarato, dandogli una dimensione di quotidianità che, forse, non siamo abituati a leggere e a immaginarci. Abbiamo più volte storto il naso davanti al sommo poeta che parla come un Gil Grissom ante litteram, asserendo di voler ascoltare quello che il morto ha da dire sulla dinamica dell’omicidio e sul suo assassino…
Tolto questo stravaganze riguardo la verosimiglianza dei personaggi, l’intreccio è interessante ed originale e di certo incuriosisce il contesto storico ricostruito così con cura a fare da sfondo ad una vicenda dai toni noir.

Margherita Dolcevita – S. Benni

Postato da Legione il 31 Maggio 2010

Trama: Margherita è una bambina un po’ strana con una famiglia strana e un cane ancora più strano. Abita in campagna, ma nel prato vicino a casa sua arrivano dei nuovi vicini in un grande cubo nero. E la vita di Margherita cambia.

Quando si dice che un libro non si giudica dalla copertina. O dal titolo. O dall’inizio. Prendo in mano il volume: Margherita Dolcevita, un titolo scherzoso e ironico, l’immagine di una bambina sorridente in mezzo ad un prato che guarda una farfalla. Apro le prime pagine, la storia di una famiglia forse strana ma tutta nostra, un po’ assurda ma sicuramente vera. Poi arrivano i cattivi. E la tensione cresce, cresce di pagina in pagina trasformandosi in angoscia vera e propria nello stile del miglior Benni che credo non riuscirà mai a scrivere un libro ottimista con un bel finale. Ed è proprio al finale che la bolla di angoscia scoppia in ogni senso, lasciando attorno a sè solo distruzione e tristezza. Un capolavoro.

Edito da: Feltrinelli. Vale ogni singolo centesimo, ottima la scelta della copertina in totale ossimoro con il contenuto, quasi a voler completare l’opera.

Recensione scritta da RM

Facciamo finta che sia per sempre – I. Giannini

Postato da Legione il 6 Maggio 2010

È un libro che si legge tutto insieme, non perché mozzi il fiato ma per la sua capacità di trascinare il lettore con sé fino all’ultima pagina.
Facciamo finta che sia per sempre è il romanzo d’esordio di Ilaria Giannini, con la casa editrice Intermezzi: è un romanzo introspettivo, a tratti psicologico.
L’ho apprezzato perché descrive un interessante spaccato di vita che copre diversi tipi di amore: quello romantico, che si vorrebbe durasse per sempre; quello che non si riesce a vivere pienamente; quello che esplora e prova ad esprimersi.
La protagonista è Nicole, insegnante trentenne che non ha mai superato la morte di Paolo, il suo primo e unico vero amore. Intorno a lei, quasi fossero suoi satelliti, ruotano le vite di Martina, ventenne innamorata di lei, e di Stefano, psicologo quasi quarantenne, anche lui innamorato di Nicole, o di quella che per lui era stata dieci anni prima.
Nicole si lascia solo sfiorare dall’esistenza di Martina e Stefano, mentre la sua è rimasta ancorata a Paolo e alla sua fine prematura.
Lo stile della Giannini è apprezzabile perché limpido e avvolgente, arriva al cuore di ogni personaggio e lo avvicina a quello del lettore.
Si notano alcuni difetti riconducibili all’inesperienza dell’esordiente come l’uso di uno stesso registro narrativo per tutte le voci narranti che finiscono quindi per uniformarsi. Niente che però l’esperienza non possa correggere.
Facciamo finta che sia per sempre è una storia triste, come ne accadono ogni giorno, e la prima impressione potrebbe essere quella di leggervi un finale pessimista. Di sicuro non ci si trova di fronte a un lieto fine, ma secondo me ha un suo particolare pregio: l’autrice ci mostra che, nonostante tutto, una strada da percorrere si trova sempre. Una strada che è sempre del tutto personale e adatta a noi.

Recensione scritta da LM: L’imbrattacarte