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Ilium: l’assedio – D. Simmons
«Leggi i sonetti?» chiese Orphu.
Mahnmut chiuse il libro. «Come lo sapevi? Sei diventato telepatico, dopo aver perso gli occhi?»
«Non ancora» rise il moravec di Io. Era legato sul ponte a dieci metri da Mahnmut seduto a prua. «Alcuni tuoi silenzi sono più letterari di altri, ecco tutto.»
La fantascienza probabilmente è uno dei generi letterari più versatili. Esistono correnti, filoni, nicchie e anfratti, che si distinguono per gli elementi che contraddistinguono il mondo che l’autore plasma con le sue storie. Sono esistiti ed esistono autori che tracciano la strada, e tanti altri che più o meno efficacemente la seguono.
Dan Simmons si è sempre distinto per la sua ecletticità, fin dalla sua stessa definizione trasversale di scrittore di fantascienza, contaminato da mille generi ed influenze diverse. Dopo aver letto anni fa lo strepitoso ciclo de I canti di Hyperion, abbiamo capito di essere di fronte a un autore davvero eccezionale. Ma di certo nulla poteva prepararci a questo romanzo, Ilium.
Ilium si colloca un migliaio di anni circa dopo fine della vita sul pianeta Terra così come noi la conosciamo. Esseri senzienti dalle caratteristiche più bizzarre l’hanno ripopolata, altri hanno colonizzato alcune lune di Giove e Marte di certo non è più il pianeta rosso che conosciamo.
E proprio su Marte, un professore di storia antica dell’Indiana dei nostri tempi è stato ricostruito e portato in vita per essere testimone della nuova (o vecchia o forse mai esistita prima e solo profetizzata) guerra di Troia raccontata nell’Iliade.
Come questo si unisca alla matematica quantistica, i viaggi spaziali, i dinosauri, il teletrasporto, Shakespeare e Proust… ci scuserete, ma lo lasciamo alla lettura del romanzo.
Anche in questa occasione possiamo vedere come Simmons sia un autore dalla cultura enciclopedica: passa dall’analisi dei sonetti di Shakespeare ai dettagli dell’Iliade, dalla fantascienza spaziale classica alla geografia marziana con una disinvoltura e una chiarezza tale che solo chi è profondamente padrone della materia può fare.
E’ peraltro riuscito a rendere interessante (affascinante, per meglio dire) uno dei mostri letterari per antonomasia, l’Iliade appunto, scendendo nei dettagli e animando di vita questi personaggi mitologici, rendendo umane anche le divinità stesse. Da figure astratte e caricature dell’eroe classico per eccellenza, l’autore li ha trasformati in persone reali, almeno quanto gli attori hollywoodiani.
Come sempre succede di fronte a questi esempi di letteratura di grande qualità, gli spunti di riflessione sono tantissimi: ad esempio si trova più umanità e sensibilità nei moravec, esseri meccanici parzialmente organici studiati per lavorare in condizioni estreme, che non nei nuovi umani, versioni modificate degli umani vecchio stile la cui sola occupazione è lo svago senza pensieri, che popolano la Terra come fosse un enorme parco giochi.
Insomma, un romanzo di assoluto interesse (e di grande divertimento: come tutte le persone dalla manifesta intelligenza, Simmons ha un senso dello humor deliziosamente caustico e non vi indugia mai oltre il necessario) per tutti gli amanti del genere, per chi ha voglia di stupirsi davanti ad un romanzo del quale difficilmente troverà pari altrove.
Note per chi desiderasse leggere questo libro: l’opera originale di Dan Simmons, Ilium, consta di un solo volume. Nell’edizione Mondadori italiana, invece, il volume è stato diviso in due parti distinte: L’Assedio
e La Rivolta.
Di conseguenza il primo volume non è affatto conclusivo.
Per completare il ciclo, è da segnalare il romanzo successivo a Ilium, Olympos, anch’esso diviso da Mondadori in due volumi: La guerra degli immortali e L’attacco dei Voynix.
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