Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]
Gli incubi di Hazel – L. Deeny
Può una storia che dovrebbe far paura insegnare i buoni sentimenti?
Hazel è una bambina di otto anni con qualche problema a gestire la rabbia e a farsi degli amici. I genitori partono per una vacanza di due settimane e lei si ritrova a convivere con la dispotica zia Eugenia e il timido cugino Isambard nel loro vecchio e decadente maniero. Il ritratto che l’autore, Leander Deeny, dipinge della zia è quanto di più vicino alla rappresentazione di una persona insopportabile che chiunque desidererebbe veder soffrire le pene dell’inferno. La vendetta diventa quindi per Hazel (e non solo per lei) una dolce ricompensa per i torti subiti. Sin qui niente di straordinario se non che la vicenda assume sempre più i tratti del grottesco e del surreale lasciando il lettore con la curiosità di scoprire “chi rimetterà ogni cosa al suo posto”.
Lo stile semplice e verosimile è uno dei pregi del romanzo, accanto all’originalità della storia che pur essendo destinata a un pubblico molto giovane non risulta mai banale o scontata.
Se amate l’ironia e non pensate di essere troppo grandi per un libro dedicato ai bambini, Gli incubi di Hazel potrebbe sorprendervi piacevolmente.
Conta poco più di 200 pagine nella versione paperback della Newton Compton Editori e il prezzo è particolarmente invitante (4,90 euro).
Recensione scritta da LM: L’imbrattacarte
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Tags: favole, leander deeny, newton compton editore, romanzi per bambini
20 Aprile 2010 at 23:32
oooh sembra assai interessante! *_*
25 Aprile 2010 at 22:30
Sì, anche se ho letto alcune recensioni in cui l’hanno definito un po’ “troppo” per bambini, quindi a tratti noioso. Personalmente il rapporto qualità/prezzo mi ha più che soddisfatta considerando che non ci troviamo di certo di fronte a un “romanzone”.