Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]
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La bestia e la bella – S. De Mari
Quante volte, davanti all’ingiustizia e all’iniquità, abbiamo pensato che sarebbe bello che la ruota girasse anche per gli arroganti e che il Fato, o il karma, li facesse diventare creature minuscole, neglette, povere di mezzi e di spirito, per pareggiare i conti?
In questo piccolo libro di Silvana De Mari, La bestia e la bella, accade esattamente questo, come solo nelle grandi e semplici fiabe può succedere.
Un principe, arrogante, antipatico ed ingiusto con i più poveri del suo regno, viene inspiegabilmente trasformato in un cane. Non uno dei suoi altezzosi cani da compagnia o i suoi potenti cani da caccia, bensì in un botolo pulcioso, di razza indefinita, e nemmeno tanto bello.
Da quel momento si troverà quindi solo e abbandonato al freddo e al gelo, scacciato da tutti come lui stesso scacciava i bisognosi dalla sua vista, finchè qualcuno di insospettato, proprio grazie alla sua condizione di cagnolino, gli darà una lezione di vita che lo cambierà nel profondo.
Non si può certo dire che questa favola sia particolarmente originale o stupefacente, in fondo per qualunque adulto è semplice immaginarne il finale. Il valore aggiunto è costituito dall’abilità della De Mari, che già abbiamo rilevato nel suo pregevole L’ultimo orco e che qui da il suo meglio proprio per rendere unica una storia delle più semplici.
La De Mari scrive “di pancia”: si lascia trasportare dal racconto, con l’eloquenza dell’istinto, al punto da far sorridere spesso il lettori in molti passaggi. Ma di istintivo non c’è niente, anzi: l’esperienza da psicologa si esplica anche in questo volumetto, scegliendo similitudini e sfaccettature dei personaggi che li rendono veri, vividi, pensanti, con sentimenti veri. In una parola, umani, in cui ciascuno può riconoscere le proprie debolezze.
Consigliamo questa favola a tutti: ai bambini, alle loro mamme, a tutti quelli che si arrabbiano davanti alle ingiustizie e che vorrebbero che la gente imparasse a riconoscere i propri errori e a diventare delle persone migliori.
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Gli incubi di Hazel – L. Deeny
Può una storia che dovrebbe far paura insegnare i buoni sentimenti?
Hazel è una bambina di otto anni con qualche problema a gestire la rabbia e a farsi degli amici. I genitori partono per una vacanza di due settimane e lei si ritrova a convivere con la dispotica zia Eugenia e il timido cugino Isambard nel loro vecchio e decadente maniero. Il ritratto che l’autore, Leander Deeny, dipinge della zia è quanto di più vicino alla rappresentazione di una persona insopportabile che chiunque desidererebbe veder soffrire le pene dell’inferno. La vendetta diventa quindi per Hazel (e non solo per lei) una dolce ricompensa per i torti subiti. Sin qui niente di straordinario se non che la vicenda assume sempre più i tratti del grottesco e del surreale lasciando il lettore con la curiosità di scoprire “chi rimetterà ogni cosa al suo posto”.
Lo stile semplice e verosimile è uno dei pregi del romanzo, accanto all’originalità della storia che pur essendo destinata a un pubblico molto giovane non risulta mai banale o scontata.
Se amate l’ironia e non pensate di essere troppo grandi per un libro dedicato ai bambini, Gli incubi di Hazel potrebbe sorprendervi piacevolmente.
Conta poco più di 200 pagine nella versione paperback della Newton Compton Editori e il prezzo è particolarmente invitante (4,90 euro).
Recensione scritta da LM: L’imbrattacarte
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La filosofia in quarantadue favole – E. Bencivenga
Di solito la filosofia è cosa da filosofi, non certo da gente comune che alle domande preferisce le risposte. Eppure quel giorno in libreria (una libreria nuova di zecca che era imperativo esplorare il prima possibile) il libro La filosofia in quarantadue favole di Ermanno Bencivenga mi incuriosì a tal punto che decisi di comprarlo.
Si tratta di favole brevi e brevissime ognuna delle quali tratta un tema chiave della filosofia con uno stile semplice ed immediato che incanta e incuriosisce. Ad esempio, è universalmente noto che due più due faccia quattro, ma cosa succederebbe se il quattro di stufasse di essere “solo quello”, un insipido numero pari, e aspirasse alle grandezze dei numeri dispari?
Oppure, perché alla domanda “Chi sei?” non possiamo rispondere con un semplice “Sono io”? E ancora, cosa c’è da capire nel mondo? C’è davvero qualcosa da capire?
Domande che nascondono altre domande, come infinite matriosche, a cui l’autore ha il pregio di far avvicinare il lettore con dolcezza, senza fastidiosi mal di testa.
Il libro non si legge per la trama, non ci sono né eroi né cattivi, ci sono invece tante storie in cui a volte si scorgono sia domande che risposte.
Non c’è da illudersi però di capire meglio la filosofia a fine lettura, quanto piuttosto si arriva a comprendere che essa permea la nostra vita quotidiana. Forse è per questo che ho apprezzato molto libro: perché ti ricorda che non si può sapere tutto e alle volte è il “non sapere e voler scoprire” a fare la differenza.
Recensione scritta da LM
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