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Annessi & Connessi
Per noi, i libri sono una faccenda personale. Benvenuto!
Postato da Legione il 17 Maggio 2015

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Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]

 

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Un giorno perfetto per uccidere – M. Mazzanti

Postato da Legione il 10 Ottobre 2015

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Una bambina di origine senegalese scompare dalla sua famiglia in circostanze sospette, qualche tempo dopo viene ritrovato il suo cadavere seviziato poco lontano. Sul caso indaga il commissario Sensi che, dopo essere arrivato ad un punto morto, richiede il supporto del dottor Claps, psicologo. Le indagini arriveranno a scoprire connessioni inattese con altri delitti simili rimasti irrisolti, ad indagare nella mente disturbata di una vittima e a scoprire infine l’autore di questi efferati crimini.
Un giorno perfetto per uccidere di Mario Mazzanti è un discreto thriller italiano, dalla forte connotazione psicologica. Si legge bene, è ben scritto e l’intreccio è interessante. E’ comunque interessante rimarcare come ultimamente sembra che i gialli/thriller contemporanei ricalchino un clichè, in particolare per quanto concerne il disegno dei personaggi.
Ci è capitato di leggere infatti di commissari o poliziotti che si fanno coadiuvare nelle indagini dagli individui dalla natura più disparata: una vittima di un sequestro protratto per oltre un decennio con gravi problemi di claustrofobia, una mano deforme e varie manie e fissazioni; un ex poliziotto claudicante; uno psicologo afasico a causa di un accoltellamento avvenuto al culmine di una indagine precedente.
Insomma, sembra che per rendere tridimensionali i personaggi di un thriller sia inevitabile dover dare loro una qualche caratteristica caratteriale o comportamentale che li renda riconoscibili, sulla quale lavorare, costruendo un passato tormentato e cesellando manie, vezzi e intercalare che dovrebbero dare l’idea di una costruzione ragionata del personaggio e che invece li rende solo macchiettistici (o più semplicemente fastidiosi).
Come John Williams ci insegna, sono i personaggi semplici e in apparenza privi di doti o difetti ad essere difficili da costruire ma anche quelli che ddanno più soddisfazione al lettore quando lo sforzo da i suoi frutti. Stoner è, a confronto con i Claps e i Dante di cui sopra, il non-personaggio per eccellenza, eppure è lui tra questi che ameremo ricordare.
Qualcuno obietterà che Stoner non è un romanzo di genere, ma allora questo aspetto dovrebbe valere ancora di più: se l’attenzione in un thriller dovrebbe essere focalizzata solo sulla risoluzione del caso, la costruzione artificiosa del personaggio che indaga rischia di essere addirittura un elemento di disturbo.
Chudendo la parentesi e tornando sul romanzo, che resta comunque una lettura piacevole, c’è da segnalare anche l’inappropriatezza del titolo, indice di una volontà editoriale orientata al clamore più che alla corretta valorizzazione delle caratteristiche del romanzo stesso. Rimane comunque un romanzo godibile e piuttosto ben costruito, con un finale che potrebbe lasciare qualche incertezza.

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L’esorcismo di Mr Clarinet – N. Stone

Postato da Legione il 22 Gennaio 2012

Max esce di prigione e non trova altro che i cocci della sua vecchia vita: non è più un poliziotto ormai da diverso tempo, gli anni di carcere lo hanno cambiato e perfino il suo lavoro di investigatore privato non gli appartiene più. Sua moglie muore poco prima della sua scarcerazione e il futuro che avevano progettato si è dissolto. Accetta quindi il destino quando gli viene presentato un ennesimo caso da risolvere: trovare un bambino scomparso ormai da diversi anni, ad Haiti, figlio della famiglia più facoltosa ed influente della zona. Si troverà quindi ad affrontare un’indagine di per sè difficile nel contesto peggiore per questo genere di sparizioni: Haiti è il territorio dei senzalegge, dove il governo non esiste se non per prosciugare le misere risorse di un paese allo stremo, dove superstizione, orrore e illegalità si mischiano fino ad assumere connotazioni grottesche e inumane. In questo scenario Max scoprirà cose grandi e terribili nascoste sotto il velo del potere.

Il romanzo di esordio dell’americano Nick Stone (che più che un nome sembra uno pseudonimo), L’esorcismo di Mr Clarinet a primo acchito, anche grazie al titolo, può sembrare un horror dalle tinte fosche ambientato in una Haiti pre terremoto. Invece ben presto si rivela un buon thriller di stampo prettamente poliziesco, appartenente al filone tipico commerciale americano. Indubbiamente il punto di forza è la trama, che è piuttosto originale e ben strutturata, con un buon ritmo, ambientato in un luogo trattato piuttosto di rado dalla letteratura di consumo moderna e che l’autore dimostra di conoscere bene. Inoltre, Stone riesce a mescolare con attenzione la storia più strettamente poliziesca alle inclinazioni esoteriche e superstiziose del posto, rendendo efficacemente la dualità della quotidianità locale. Abbiamo quindi descrizioni della criminalità più bassa come la compravendita di bambini indigenti, spaccio di droga, gli scorci di una povertà annichilente che si dosano con le divinità voodoo, le superstizioni, gli oscuri riti esoterici e la credulità popolare.

Come praticamente tutti gli esempi di questo genere letterario, il protagosta risulta affetto da una sorta di infallibilità piuttosto prevedibile. La narrazione in terza persona fissa sul protagonista racconta i ragionamenti e le indagini di Max, ma l’autore non si arrischia a lasciare segnali al lettore, non permette quindi di fare congetture sull’effettiva soluzione del caso, che viene fornita direttamente dai personaggi e senza sfruttare particolari indizi.

Nonostante ciò, e tralasciando alcune battute di Max che sembrano uscite da un western di serie B (“Adios, bastardo” giusto per citarne una) e che mal si coniugano con un personaggio che ci appare tutto sommato sobrio, il libro è una piacevole lettura disimpegnata, adatta a passare il tempo in spiaggia, che ci mostra un’immagine purtroppo verosimile di un paese tra i più degradati e poveri del mondo.

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Gli incubi di Hazel – L. Deeny

Postato da Legione il 17 Aprile 2010

copertina gli incubi di hazel Può una storia che dovrebbe far paura insegnare i buoni sentimenti?
Hazel è una bambina di otto anni con qualche problema a gestire la rabbia e a farsi degli amici. I genitori partono per una vacanza di due settimane e lei si ritrova a convivere con la dispotica zia Eugenia e il timido cugino Isambard nel loro vecchio e decadente maniero. Il ritratto che l’autore, Leander Deeny, dipinge della zia è quanto di più vicino alla rappresentazione di una persona insopportabile che chiunque desidererebbe veder soffrire le pene dell’inferno. La vendetta diventa quindi per Hazel (e non solo per lei) una dolce ricompensa per i torti subiti. Sin qui niente di straordinario se non che la vicenda assume sempre più i tratti del grottesco e del surreale lasciando il lettore con la curiosità di scoprire “chi rimetterà ogni cosa al suo posto”.
Lo stile semplice e verosimile è uno dei pregi del romanzo, accanto all’originalità della storia che pur essendo destinata a un pubblico molto giovane non risulta mai banale o scontata.
Se amate l’ironia e non pensate di essere troppo grandi per un libro dedicato ai bambini, Gli incubi di Hazel potrebbe sorprendervi piacevolmente.
Conta poco più di 200 pagine nella versione paperback della Newton Compton Editori e il prezzo è particolarmente invitante (4,90 euro).

Recensione scritta da LM: L’imbrattacarte

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