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Diario di guerra contro gli zombie – N. Furia
Sì, ancora zombie. E questa volta qui, vicino a casa nostra. Anche Avoledo nel suo Le radici del cielo all’interno del progetto Metro 2033 Universe ci aveva provato, ma questa occasione, l’autore dietro lo pseudonimo di Nicola Furia, è andato più sull’artiglieria pesante.
Diario di guerra contro gli zombie è un romanzo atipico, e ben sappiamo che per questo argomento ben si attagliano i formati inconsueti. In questo caso, il romanzo si presenta come una raccolta documentale di post, lettere e trascrizioni di interrogatori, attraverso i quali viene raccontato l’inizio del declino della civiltà a causa di un’invasione zombie e la lotta senza quartiere messa in atto dal tenente dei carabinieri Nicola Furia.
Quanti lettori, leggendo un romanzo zombie, si sono alterati inveendo alla pagina stampata: “Ma no, idiota! Se fai così ti fai ammazzare!” a causa di qualche sciocchezza del sopravvissuto di turno? Questo romanzo risponde esattamente a questo impulso: racconta, tra le altre cose, per filo e per segno come un militare organizzerebbe la resistenza ad un’orda zombie e come poi reagirebbe per realizzare una zona sicura per i sopravvissuti.
Tutto perfettamente logico quindi, ma nella lettura saltano spesso agli occhi alcuni punti incongruenti. Uno su tutti è la semplicità con cui viene considerato l’elemento zombie e soprattutto la variabile umana. L’autore non fa alcuna congettura su come i non morti si siano generati e la stessa propagazione del virus può suonare talvolta un po’ stridente. Ma soprattutto, all’interno dei piani d’azione, non vengono mai prese in considerazione le variabili, che invece sono i veri punti di brivido di qualunque altro romanzo del genere. Gli zombie qui rappresentati sono “cose” semoventi, stupide, lente e disorganizzate, al punto che è possibile attuare sortite di decimazione controllata per sfoltirli dalle strade. Zero brivido. E poi, munizioni, armi e veicoli in abbondanza, fin da subito, nessuna difficoltà, solo qualche morto. Zero coinvolgimento.
Quelli che vengono dipinti come del tutto assurdamente prevedibili, sono i sopravvissuti. Nessuno che commette sciocchezze, nessuno che si fa ammazzare, nessuno che fa il pusillanime. Per carità, l’autore ci racconta il succedere di queste cose, e in un paio di occasioni ci viene anche mostrato, ma tutto nei rigidi ranghi controllati della realtà sotto corte marziale che il protagonista Furia ha messo in piedi.
Proprio il protagonista e i personaggi in generale, risultano poco credibili, se non caricaturali. Il protagonista, nei suoi deliri di sedicente folle, sfiora la comicità in quasi tutto il romanzo.
Interessante la digressione religiosa sull’entità zombie, che però purtroppo resta soltanto una digressione quando sarebbe potuto essere un buono spunto narrativo da portare avanti per dare un risvolto ancora più fantasy alla storia.
Insomma, un romanzo che può risultare gradito agli amanti del genere (in fondo di zombie non ne abbiamo mai abbastanza) ma che mostra il fianco a parecchie incertezze che lo rendono un po’ naif e poco verosimile.
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