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Annessi & Connessi
Per noi, i libri sono una faccenda personale. Benvenuto!
Postato da Legione il 17 Maggio 2015

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Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]

 

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Le memorie oscure – A. Filisdeo

Postato da Legione il 9 Marzo 2014

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Desueto, polveroso, retrò, barocco: mai prima di ora queste parole assumono una connotazione tanto positiva. Il romanzo di esordio del giovane Alessio Filisdeo, Le memorie oscure, è l’antitesi della modernità, e meno male. In questo romanzo che possiamo definire gotico, fanno bella mostra di loro ambientazioni e personaggi ottocenteschi e creature notturne degne del sapore delle origini. Vampiri non alla stregua del Bela Lugosi, ma si piacevolmente vicini a quelli della Rice, dei quali però non vengono ricalcate pedestremente le fattezze e caratteristiche, ma anzi vengono presentati in accenti del tutto originali.

Lo stile e la scelta lessicale accuratissima e barocca rallenta un po’ la lettura ma ben si confà all’obiettivo immersivo del romanzo: leggere i protagonisti e lo stesso narratore esprimersi in modo consistente con l’atmosfera narrata rende l’esperienza della lettura ancora più pervasiva.
Lettura comunque molto piacevole e appassionante: la trama è ben articolata, non banale nè scontata, i personaggi sono numerosi, ben delineati e dalle caratteristiche precise, per i quali si prova rapidamente un istintivo riconoscimento di umanità e spessore realistico. Talvolta la gravità della narrazione viene smorzata da siparietti genuinamente comici, con tratti mutuati dalla cinematografia, con scene dalla forte valenza visiva che risultano efficacissime anche per una migliore comprensione del background dei personaggi.

Ragguardevole comunque la proprietà di linguaggio di questo giovane autore: a parte qualche refuso del tutto trascurabile, la costruzione tecnica e la struttura del romanzo sono praticamente impeccabili: buoni ritmi, buona sequenzialità delle immagini, delle informazioni e gestione delle scene dinamiche che non risultano quasi mai confuse.
Leggere Le memorie oscure ci ha portato alla mente diversi film, dei più disparati: da L’esorcista a Wild wild west, da Inception a Dracula di Bran Stoker, da Van Helsing a Underworld. Passaggi segreti a volontà, sparatorie e combattimenti con il doveroso spargimento di sangue e dettagli macabri, scenette deliziose, drammi, paladini invincibili, segreti, misteri, tradimenti e vampiri. Che cosa potremmo volere di più?

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Felicità nuda – M. C. Petrucci

Postato da Legione il 3 Marzo 2014

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La felicità è un diritto di tutti, forse l’unico vero obiettivo che merita di essere perseguito nella vita, e nulla, neanche le avversità, possono distoglierci da questo desiderio naturale.
Questo è il concetto fondante del romanzo di Maria Cristina Petrucci, Felicità nuda, un romanzo biografico in cui si narrano le vicende della protagonista Virginia, che attraverso alti e bassi cerca di riguagnare quella purezza infantile che gli eventi sembrano averle fatto perdere.
Il romanzo risente innanzitutto di una costruzione piuttosto ingenua e poco organizzata, pur mantenendo una stretta sequenzialità temporale. Lo stile è confuso, i punti di vista saltano tra i vari personaggi spesso senza una logica, dialoghi, pensieri e descrizioni si mescolano creando un insieme disomogeneo che rende la lettura difficile e poco coinvolgente.
I personaggi si esprimono in modo uniforme e talvolta stereotipato, i dialoghi sono stereotipati e poco incisivi ma soprattutto il narratore onniscente fa sentire fortemente la sua voce raccontando gli eventi tenendo il lettore sempre piuttosto lontano dall’immedesimazione nella storia, usando toni pomposi nel descrivere le peculiarità del carattere della protagonista e degli altri personaggi invece di mostrarle attraverso scene ed episodi selezionati con cura.
Nel complesso quindi l’obiettivo empatico del romanzo viene solo sfiorato, a causa dello stile, della vicenda di per sè e della struttura poco organizzata.

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Icarus – A. Cipollini

Postato da Legione il 28 Febbraio 2014

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L’aggettivo più adatto per descrivere la breve opera di Alessandro Cipollini, Icarus, è probabilmente “singolare”.
Tre brevissimi racconti e tre poesie, tutti che brillano di sicuro per la proprietà di linguaggio e la capacità espressiva, raccolti in un volume a dir poco minimale: di certo si tratta di curioso esperimento editoriale, sia per la forma che per i contenuti.
A voler prendere in esame i racconti, si può dire che pur essendo stati evidentemente studiati con l’idea di suscitare un senso di stupore nel lettore, di rovesciamento della trama, il risultato è un po’ debole.
Nel primo racconto si indovina il twist ending dalle primissime righe, considerando anche la somiglianza con svariati racconti analoghi susseguitisi nella storia delle fantascienza; nel secondo l’idea è effettivamente intrigante ma la costruzione del racconto risulta un po’ incerta nel discernere di volta in volta chi è che agisce, pur mantenendo abbastanza efficace il finale a sorpresa; il terzo sembra un incipit di design di un romanzo giallo, pur però concludendosi rapidamente senza chiarire molto dell’accaduto.
Insomma, Icarus costituisce indubbiamente una lettura esteticamente pregevole, ma senza riuscire ad andare oltre l’esercizio di stile fine a sè stesso.

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Il tesoro della mente – L. Gipponi

Postato da Legione il 25 Febbraio 2014

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Dentro ognuno di noi risiede la forza per affrontare le difficoltà, risolvere problemi in apparenza insormontabili, approcciarsi nel migliore dei modi al prossimo e in generale godere di una vita serena e piena di salute. Laura Gipponi chiama questa forza Il tesoro della mente, e questo manuale racconta come trovarlo ed attingervi.
Nonostante ci trovi d’accordo con la teoria che anima l’autrice e che è peraltro condivisa con illustri esponenti del settore, l’effettivo contenuto del libro è viziato da un approccio decisamente semplicistico.
Sia il lettore già pratico dell’argomento che il novizio che si avvicina per la prima volta al tema, difficilmente potrà trovare materiale utile e spunti concreti di riflessione profonda. Nei brevissimi capitoli viene esposto in maniera piuttosto inconsistente e talvolta imprecisa un modus operandi per raggiungere questo equilibrio interiore basandosi ad esempio su una predisposizione d’animo sempre positiva, grata verso il prossimo, rilassata, senza concentrarsi sui lati negativi che possiamo trovare nella quotidianità, ma a parte qualche esercizio più che basilare non viene dato nessun aiuto concreto a raggiungere questa condizione di positività. Tutto sembra a portata di mano, senza considerare che talvolta è necessario un percorso di crescita interiore di anni anche solo per raggiungere lo stadio di base dato per scontato nel libro.
Ciò detto, è un manuale che può fungere come battesimo al pimo approccio alla materia, dando ispirazione per approfondire l’argomento e il relativo viaggio interiore.

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Epidemia zombie – Z. A. Recht

Postato da Legione il 16 Febbraio 2014

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Ormai abbiamo sviscerato l’argomento zombie in letteratura in tutte le sfaccettature e punti di vista: dal diario di un sopravvissuto alle vicende scanzonate di una coppia alle prese con un nuovo business. Epidemia zombie di Z. A. Recht affronta la questione con una serietà sicuramente notevole. Intanto lo svolgersi della vicenda è molto verosimile e supportato da valutazioni logiche che cercano di lasciare minor spazio possibile al clichè tipico del genere (gli zombie sono morti viventi perchè sì, così ce li siamo trovati e così ce li teniamo) attraverso la descrizione minuziosa del virus Morningstar che in questo caso assume caratteristiche per nulla incredibili.
Lo stile è molto asciutto e la vicenda viene presa esclusivamente da un punto di vista professionale: una guarnigione militare che si ritrova in prima linea all’espandersi dell’epidemia e che si vede costretta a ripiegare attraversando mezzo mondo e una dottoressa dell’esercito sotto il riflettore dell’NSA dal quale cerca di scappare. Forse proprio questo approccio distaccato non consente di affezionarsi particolarmente ai personaggi, almeno fino all’ultimo terzo del romanzo, nel quale viene narrato nel dettaglio un’operazione di recupero dei superstiti, dove il lettore comincia a prendere atto anche del lato umano di questi militari così profondamente ligi all’onore e allo spirito di sopravvivenza.
Gli zombie in questo romanzo vengono chiamati così solo in un paio di occasioni: l’autore ha preferito parlare di infetti e di non morti, creando una distinzione inedita tra morti rianimati e vittime del virus Morningstar non ancora tecnicamente deceduti.
Sicuramente una lettura appassionante per gli amanti del genere che potranno godere dell’intelligente e documentata elaborazione dell’autore e della profusione di dettagli sanguinolenti.

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La leggenda del vento – S. King

Postato da Legione il 13 Febbraio 2014

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Una storia dentro una storia dentro un’altra storia, che si inserisce all’interno della grande storia di Stephen King, la saga de La torre nera, che in fondo è all’interno delle storie di tutti i romanzi che ha prodotto.
La leggenda del vento sembra a primo acchito (dai, diciamolo, lo è) un “romanzo tappabuchi” nato probabilmente con l’intento di dare qualche cosa agli amanti ormai appagati della saga della torre ma senza disdegnare l’attenzione del lettore generalista.
Il risultato, sebbene possa mostrare il fianco come detto a tutta una serie di logiche di mercato a discapito del valore vero e proprio del libro, rimane comunque un’ottima esperienza di lettura.
King è un affabulatore di classe superiore, e in questo romanzo costruito a scatole cinesi lo fa al suo meglio, raccontando e mostrando storie fantastiche in seno al Medio-Mondo.
Un ottima e appassionante lettura, dalle trame non travolgenti, forse, ma narrate in modo stupefacente come solo Il Re sa fare.
Libro assolutamente consigliato a tutti gli amanti di King, a quelli che hanno nostalgia del Medio Mondo (dei suoi aye, dico grazie-sai) e anche a quelli che semplicemente non vedono l’ora di leggere una storia fantastica, essere trasportati lontano sulle ali del vento, quel vento speciale che spira dal buco della serratura e scompagina i destini.

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Oltre l’incerto limite – T. Caramanico

Postato da Legione il 9 Febbraio 2014

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Il limite, la boa, l’angolo da svoltare dietro il quale tutto può celarsi al nostro sguardo, oppure il nulla più assoluto, la redenzione o la condanna, la vita o la morte.
Oltre l’interno limite di Tina Caramanico è una piccola raccolta di racconti brevi che si articolano, ciascuno a suo modo, proprio attorno a questo concetto, declinandolo sotto diverse luci.
L’unica pecca di questa raccolta è la sua drammatica brevità. I racconti dell’autrice scorrono rapidamente davanti agli occhi e nel cuore del lettore anche grazie al suo stile di scrittura decisamente piacevole, asciutto ma non scarno, senza fronzoli inutili ma altamente comunicativo, ricco di personalità e di spessore.
Le storie sono le più varie, tutte con tratteggi di drammaticità più o meno accentuata, attorno al tema del punto di non ritorno: c’è chi accarezza quel limite senza superarlo mai, c’è chi lo passa e ne rimane distrutto e chi, proprio grazie a quel passo nel buio da l’avvio ad una nuova vita.
Ci permettiamo di fare i nostri più sinceri complimenti all’autrice e ci auguriamo di leggere prima o poi un suo romanzo: uno stile così piacevolmente scorrevole e intelligente, dalla voce versatile ma ben definita, merita di cimentarsi anche su opere più consistenti.
Sicuramente una lettura che ci sentiamo di consigliare.

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La ragazza di Venezia – S. Scala

Postato da Legione il 3 Febbraio 2014

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Tutto inizia con la vicenda un po’ surreale di una ragazza bellissima disoccupata che fa una scommessa con il dio del lavoro, inducendola a cercare ed ottenere l’unico impiego che non fosse mai stato svolto da una donna. Dopo le mille peripezie che la portano a fare qualunque assurdo lavoro, approda alla più celebre occupazione riservata agli uomini. Da quel momento e dalla conclusione della scommessa, la storia innesca una slavina di eventi sempre più surreali.
Sotto il cappello di “fantasy” spesso gli scrittori si sentono liberi di sottovalutare qualunque concetto di funzionalità ragionevole della narrazione, per contenuto e struttura. La ragazza di Venezia di Simone Scala ricade in questa casistica: un flusso inarrestabile di fatti raccontati senza una coesione logica, con una trama decisamente poco solida.
Senza fare menzione degli aspetti a nostro parere gratuitamente disgustosi che non riescono ad essere umoristici ma grevi, il romanzo soffre non solo nella debole struttura ma anche di uno scarsissimo editing che lascia alcuni refusi a dir poco sconcertanti e di uno stile poco organizzato incentrato fortemente sul raccontato, invece che sul mostrato.
L’idea di fondo di per sè potrebbe essere anche interessante (fatto salvo della caratterizzazione di Alissa, delineata e descritta secondo il comune stereotipo dello scrittore uomo alle prese con una protagonista femminile), ma la narrazione si digrega facilmente, senza una struttura solida, allontanandosi dal nocciolo della storia che è quindi scarsamente individuabile.
Una nota in conclusione: titolare un romanzo “La ragazza di Venezia” nel quale una ragazza cerca l’unico lavoro che non sia mai stato svolto da una donna, risulta un facile spoiler ad almeno metà della storia.

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