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Angelica – M. Sebastiani
Orfeo è un giovane universitario che si barcamena tra la scrittura della tesi, i problemi con le coinquiline, l’amore a senso unico nei confronti della sua migliore amica e alcuni problemi di salute che gli comportano uno strano effetto collaterale. Durante alcune crisi epilettiche, infatti, Orfeo si trova all’interno di un mondo ideale, in compagnia di una creatura perfetta ed amorevole di nome Angelica.
Questi in breve i punti salienti della trama del romanzo di Massimiliano Sebastiani, Angelica. Dobbiamo dire innanzitutto che abbiamo rilevato con interesse la trama ed il concept originale su cui si fonda: le visioni che si sviluppano nella mente del potagonista potevano costituire un buono spunto per sviluppare una storia intrigante e nuova, ottendo magari un romanzo fantasy o psicologico.
Purtroppo però questa buona idea di fondo viene smorzata all’interno di una narrazione farraginosa e dispersiva, al punto che ci si chiede più di una volta, durante la lettura, quale effettivamente sia la trama.
Ci vengono presentati un numero elevatissimo di personaggi che di fatto non hanno attinenza con la storia principale e che è impossibile distinguere gli uni dagli altri: sono tutti fortemente positivi, descritti sommariamente e denotati da un modo di esprimersi omogeneo. Nessuno di questi mostra peculiarità significative, qualunque caratteristica ci viene raccontata, e mai mostrata nei fatti o nei comportamenti.
I dialoghi sono, come detto, omogenei e inverosimili, statici ed artefatti, oltre che particolarmente ripetitivi: vengono riproposte battute ed espressioni più e più volte, pronunciati anche da personaggi diversi, rafforzando la percezione di uniformità tra i personaggi.
L’opera mostra del potenziale, che si sarebbe potuto esprimere ampliando meglio il concept originale e facendolo risaltare rispetto a tutto il resto della narrazione che ne dovrebbe costituire il contorno che invece lo soverchia, annullandolo. Un buon editing professionale avrebbe potuto sortire l’effetto, innanzitutto sfoltendo il testo da dettagli inutili e superflui (tutte le sfumature dei gusti musicali di Orfeo, i dettagli di amici e conoscenti, i girovagare tra le strade di Torino) e da tutta una serie di ripetizioni che appesantiscono la lettura, correggendo gli errori ed i refusi; successivamente spostando l’attenzione dispersa e focalizzandola sulla trama.
Abbiamo riscontrato inoltre una cosa davvero particolare nello stile di scrittura. La narrazione si svolge in una terza persona classica, ma così vicina al protagonista dall’essere quasi una prima persona. L’effetto risultate è singolare, perchè vengono espressi con distacco fittizio concetti che sono tipici e caratteristici invece della narrazione in prima persona. La sensazione alla lettura è di leggero fastidio, accentuato anche dall’uso poco fluido del tempo presente.
In conclusione: in Angelica è presente del buon potenziale, che attraverso un po’ di esperienza e meno ingenuità, un buon editing e un raffinamento puntuale del ritmo e della trama, si potrà esprimere nelle future fatiche del giovane autore, al quale facciamo il nostro sentito in bocca al lupo.
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