Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]
Archivio del 2015
Cinquanta sfumature di grigio – regia di S. Taylor-Johnson
Premettendo che non abbiamo letto il romanzo di riferimento, siamo riusciti comunque a capire piuttosto bene la trama, aggiungiamo anche noi i nostri due centesimi su una storia sulla quale chiunque ha scritto tutto ed il contrario di tutto.
Abbiamo trovato il film Cinquanta sfumature di grigio particolarmente divertente, ma non in senso buono. Ecco, il termine più corretto dovrebbe essere ridicolo.
Al di là della pochezza della trama e delle falle logiche piuttosto ingenti che costituiscono il telaio su cui si basa la storia, le enfasi e la recitazione degli attori è degna delle peggiori soap opera.
Va dato credito per lo meno che la famigerata battuta “Io non faccio l’amore.” eccetera, che ci hanno detto come degna del migliore WTF?!, in lingua originale almeno è tollerabile, e la faccia di Ana in quel momento (sconcerto e malcelato ironico divertimento) rappresenta piuttosto bene il sentimento del pubblico.
In generale comunque la sensazione è quella di avere di fronte un pessimo film, sia per la recitazione degli attori (il Grey è stato scelto *malissimo*, un volto meno espressivo e meno comunicativo non era possibile trovarlo, e considerando che il film è concentrato su primi piani…), per la qualità narrativa e per i contenuti, inesistenti se non pericolosamente fuorvianti, particolare non da poco considerando che viene trattato (male) un argomento delicato ed estremamente complesso come i rapporti di dominazione-sottomissione, il bondage, e più in generale la consensualità nelle pratiche sessuali “particolari”.
Il risultato è un accrocchio pruriginoso per educande, perchè per qualunque persona (uomo o donna) che abbia un minimo di rapporto ragionato con il sesso e il proprio corpo, un film del genere non può che apparire privo di particolari attrattive.
Un film ideale per una serata tra amiche all’insegna del disimpegno, senza badare ai sottotesti di romanticismo a tutti i costi e senza credere ad alcunchè di quello che viene illustrato.
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Il romanzo: Cinquanta sfumature di grigio [Copertine Assortite]
Un giorno perfetto per uccidere – M. Mazzanti
Una bambina di origine senegalese scompare dalla sua famiglia in circostanze sospette, qualche tempo dopo viene ritrovato il suo cadavere seviziato poco lontano. Sul caso indaga il commissario Sensi che, dopo essere arrivato ad un punto morto, richiede il supporto del dottor Claps, psicologo. Le indagini arriveranno a scoprire connessioni inattese con altri delitti simili rimasti irrisolti, ad indagare nella mente disturbata di una vittima e a scoprire infine l’autore di questi efferati crimini.
Un giorno perfetto per uccidere di Mario Mazzanti è un discreto thriller italiano, dalla forte connotazione psicologica. Si legge bene, è ben scritto e l’intreccio è interessante. E’ comunque interessante rimarcare come ultimamente sembra che i gialli/thriller contemporanei ricalchino un clichè, in particolare per quanto concerne il disegno dei personaggi.
Ci è capitato di leggere infatti di commissari o poliziotti che si fanno coadiuvare nelle indagini dagli individui dalla natura più disparata: una vittima di un sequestro protratto per oltre un decennio con gravi problemi di claustrofobia, una mano deforme e varie manie e fissazioni; un ex poliziotto claudicante; uno psicologo afasico a causa di un accoltellamento avvenuto al culmine di una indagine precedente.
Insomma, sembra che per rendere tridimensionali i personaggi di un thriller sia inevitabile dover dare loro una qualche caratteristica caratteriale o comportamentale che li renda riconoscibili, sulla quale lavorare, costruendo un passato tormentato e cesellando manie, vezzi e intercalare che dovrebbero dare l’idea di una costruzione ragionata del personaggio e che invece li rende solo macchiettistici (o più semplicemente fastidiosi).
Come John Williams ci insegna, sono i personaggi semplici e in apparenza privi di doti o difetti ad essere difficili da costruire ma anche quelli che ddanno più soddisfazione al lettore quando lo sforzo da i suoi frutti. Stoner è, a confronto con i Claps e i Dante di cui sopra, il non-personaggio per eccellenza, eppure è lui tra questi che ameremo ricordare.
Qualcuno obietterà che Stoner non è un romanzo di genere, ma allora questo aspetto dovrebbe valere ancora di più: se l’attenzione in un thriller dovrebbe essere focalizzata solo sulla risoluzione del caso, la costruzione artificiosa del personaggio che indaga rischia di essere addirittura un elemento di disturbo.
Chudendo la parentesi e tornando sul romanzo, che resta comunque una lettura piacevole, c’è da segnalare anche l’inappropriatezza del titolo, indice di una volontà editoriale orientata al clamore più che alla corretta valorizzazione delle caratteristiche del romanzo stesso. Rimane comunque un romanzo godibile e piuttosto ben costruito, con un finale che potrebbe lasciare qualche incertezza.
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La psicologia del viola – L. Dragoni
Dante Casati è un ex poliziotto che ha dovuto fare i conti con i pesanti stravolgimenti politici e sociali che l’Italia ha dovuto subire nel 1939, a pochi passi dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Messosi suo malgrado in proprio, accetta l’incarico più pericoloso e al contempo più eccitante della sua vita: investigare sulla morte, forse non naturale, di Papa Pio XI.
Dante si intrufolerà tra i segreti del sempre più forte potere fascista e tra quelli sempre circondati dai sussurri nelle segrete stanze del Vaticano, cambiando identità, finendo addirittura in carcere per arrivare a scoprire la verità su questa morte eccellente, che se fosse stata a suo tempo sventata avrebbe potuto, forse, cambiare almeno in parte le sorti dell’Italia negli anni seguenti.
Leonardo Dragoni, con il romanzo La psicologia del viola, affronta indubbiamente una scalata impegnativa ad una montagna titanica di documenti. Basta sfogliare la bibliografia al fondo del libro per rendersene conto, e risulta lampante comunque in ogni aspetto della storia.
Risulta altresì evidentissimo, però, come forse questa estrema cura nel particolare faccia un po’ soffrire l’aspetto di intrattenimento del romanzo stesso. Il risultato di questa profonda e indubbiamente complessa ricerca non è tanto un romanzo storico moderno dal taglio giallo, bensì un saggio speculativo di indagine travestito da romanzo di genere.
Si percepisce fortemente nella scelta del taglio narrativo, una terza persona talvolta piuttosto lontana dall’azione, che spesso si trova a raccontare al lettore la vicenda senza farla partecipare davvero (un esempio lampante, proprio perchè scollegato da ambientazioni storiche, è la scena dell’evasione, raccontata con un distacco quasi glaciale). L’immersione estrema delle nozioni politiche, economiche e sociali del periodo, poi, fanno spesso passare in secondo piano l’inchiesta e l’azione del protagonista, prendendo il sopravvento e creando spesso confusione e smarrimento nel lettore.
Nel complesso questo libro può essere apprezzato senz’altro maggiormente se affrontato come un romanzo storico del recente passato più che come giallo vero e proprio con ambientazione storica.
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Tra le spighe di amarena – C. Bartoletti
Pinin è un ex poliziotto di mezz’età che da qualche anno si è reinventato giornalista di cronaca anche in virtù di una sua strana capacità: talvolta vede e comunica con le anime dei morti. Questa sua sensibilità porta a sè Nico Bonci, economista di grande fama e fascino, che lo ingaggia per ritrovare il suo fratello gemello Leon, scomparso da circa trent’anni. Pinin affronterà un viaggio nel passato di Leon, della sua famiglia ma in particolare di sè stesso, rievocando scene e frammenti di vita. Infine i due uomini si incontreranno, ma la storia arriverà ad avere un esito del tutto imprevisto.
Tra le spighe di amarena è il terzo romanzo di Clara Bartoletti. L’autrice si è già cimentata in storie a cavallo tra il reale e il fantastico, il surreale, il metafisico, con esiti brillanti. In questo romanzo invece troviamo qualche incertezza.
La storia così come è strutturata si basa sull’aspetto del ricordo. Invece di avvalersi di strumenti come il flashback, che sposterebbe la narrazione al tempo passato, l’autrice sceglie di ripercorrere le scene attraverso il racconto dei personaggi. Il susseguirsi di queste scene, sia da parte del protagonista che degli altri personaggi, spesso rende poco immersiva la lettura, frenandola e diluendola, in quanto in molti casi non è riscontrabile un nesso logico tra gli eventi del tempo presente e quelli ricordati.
La trama stessa risulta un po’ impoverita nella sua solidità da questo espediente, perchè, al netto dei ricordi di tutti, l’azione effettiva nella risoluzione del giallo (l’individuazione dello scomparso Leon) si riduce ad una meccanica piuttosto scarna e poco coinvolgente, quasi casuale.
Infine, il voler immergere il tutto in un contesto dapprima dai toni fantasy (il rapporto con le anime) e poi fantascientifici, nemmeno troppo motivati (il finale) rimescola ulteriormente le carte in tavola, lasciando il lettore confuso e spiazzato.
Tra le spighe di amarena appare quindi come un romanzo dal buon potenziale (in fondo le capacità espressive e la fantasia dell’autrice sono già state testate in passato) ma non completamente espresso, non adeguatamente rifinito e dalla struttura poco solida che non riesce a rendere giustizia ad alcune idee oggettivamente interessanti.
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Scheda: Stargate, il cielo degli egizi – M. Barbetta
Analisi originale, approfondita, ponderata e del tutto inedita dei molti misteri ed enigmi dell’astronomia egizia, mediante l’osservazione dei soffitti astronomici delle tombe dei sovrani egizi e dei dignitari della XVIIIa, XIXa e XXa Dinastia e delle ricerche effettuate dai più importanti egittologi su questi argomenti.L’osservazione dell’aspetto astronomico viene confrontato con gli estesi e precisi riferimenti astronomici contenuti nei testi letterari dell’Antico Egitto (“Testi delle Piramidi”, “Testi dei Sarcofagi” e “Libro dei Morti”).
Corredato di 135 Figure e di moltissimi riferimenti bibliografici.
Nel libro potrai scoprire:
- Teologia, cosmologia e astronomia: più facce di un’unica medaglia.
- Geroglifici criptati per “Cosmic Top Secret”.
- Il mistero dei geroglifici ribaltati: sottolineatura o …astrofisica?
- Le acque celesti e il Mondo Infero: viaggio ai confini dell’Universo?
- Tempo ciclico e tempo lineare per viaggi e distanze …siderali.
- Due Decani, le acque celesti, la Creazione e…la patria degli dei?
- La galassia dimenticata e la spirale dei 4 Decani: una rotta pluri-millenaria?
- Le acque celesti e il parere degli esperti: disattenzione o …“cover-up”?
…e molto altro.
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Il labirinto – regia di W. Ball
Un gruppo di ragazzi vive in una radura circondata da un labirinto misterioso. Ogni mese, insieme ai viveri, viene consegnato un nuovo giovane. Nessuno ricorda la propria vita precedente e men che meno il motivo per cui sono lì. Quando Thomas arriva nella radura, qualcosa comincia a cambiare nella routine quotidiana che affrontano i giovani, e il culmine si raggiunge quando viene consegnata Teresa, la prima e unica ragazza. Thomas e un gruppo di intrepidi ragazzi percorreranno il labirinto alla ricerca di una via d’uscita, mettendo a rischio le proprie vite e scoprendo parte di una verità che non avrebbero mai potuto immaginare.
Il labirinto, trasposizione cinematografica del primo romanzo della trilogia di James Dashner di The maze runner, è un film gradevole dedicato allo stesso pubblico del romanzo, young adult, che affonda volentieri nel citazionismo. L’uscita del film nello stesso periodo della saga Hunger Games è incidentale e voluta: il primo romanzo di Dashner è uscito l’anno successivo al primo romanzo della Collins. Le influenze distopiche sono simili, se non vogliamo credere ad una influenza diretta.
Anche in questo caso abbiamo, al di là di questa entità forte esterna che governa e dirige (ne Il labirinto in modo diretto e cruento attraverso l’utilizzo del labirinto stesso come forma di coercizione e dei Dolenti, ibridi tecnobiologici dagli scopi omicidi) le vite di questi giovani, una situazione precedente caratterizzata dall’apatia, dall’accettazione supina del potere. Poi, quando l’elemento disturbante entra in campo (Thomas, o Katniss), ecco che l’equilibrio nella gabbia dorata si spezza e si scatena la rivolta.
Al di là della filosofia, la trama de Il labirinto risulta particolarmente deboluccia, specie vista a posteriori, quando viene svelato (almeno in parte, nella misura in cui fa comodo rendere edotto lo spettatore) quello che c’è dietro, o meglio fuori, dal labirinto. Da qui si apre un nuovo scenario che si scoprirà, come nei migliori serial, nella prossima puntata.
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Il romanzo: Il labirinto. Maze Runner: 1
22/11/’63 – S. King
Tutte le storie migliori nascono con una domanda: che cosa succederebbe se…? Anche 22/11/’63, ponderoso tomo di Stephen King, nasce come risposta ad una semplice domanda: che cosa sarebbe successo se uno dei maggiori eventi spartiacque dell’era moderna non fosse avvenuto? Che cosa sarebbe oggi del nostro presente se quel giorno a Dallas John Kennedy non fosse stato assassinato?
Una domandona, senza dubbio, ma è risaputo che King non si faccia particolari timidezze nelle domande.
Vediamo quindi le vicende di Jake Epping, insegnante di lettere che nel 2011 scopre che un suo conoscente ha fatto avanti e indietro dal 1958 per anni, grazie ad una “buca del coniglio” nel retro della sua tavola calda. Questo amico aveva un obiettivo: salvare la vita a Kennedy quel giorno a Dallas e modificare tutta la catena di eventi successivi (l’omicidio di Martin Luther king, la guerra in Vietnam e chissà cos’altro), salvando di conseguenza migliaia forse milioni di persone e cambiare la storia. Jake dapprima sconcertato e poi affascinato, decide di cogliere questa opportunità, ipotecando cinque anni della sua vita nella Terra di Allora per impedire quell’evento e, se possibile, anche altri più piccoli e a lui più vicini. Ma dovrà scoprire ben presto che il passato non vuole essere cambiato, che il suo viaggio nel tempo ha messo in moto un marchingegno dai denti aguzzi, orientato a fare a pezzi tutto quello che si mette sul cammino della storia.
Indubbiamente si tratta di un romanzo ambizioso, dal quale traspare un grande lavoro di documentazione ma soprattutto un grande amore dell’autore per il tempo che era, per i primi anni ’60 degli Stati Uniti. La lettura è piacevole e appassionante ma non è possibile fare a meno di considerare una certa diluizione della storia che forse poteva essere ridotta o allegerita in alcune sue parti. Ciò nonostante, è interessante vedersi sviluppare una teoria sui viaggi nel tempo, con una sua logica e una sua consistenza che si manifesta nella generazione del paradosso, dapprima solo paventato e infine tragico e conclamato.
Questo libro tratta però un altro argomento, che forse nella maggior parte dei libri di King rischia di passare in secondo piano ma che è di fatto il vero fil rouge delle sue opere: l’amore, il sentimento toalizzante che ha saputo generare guerre, spargere sangue, crollare imperi e che ha rischiato, in questo caso, di cambiare per sempre la storia.
Nota di merito inoltre a Wu Ming 1 che ha curato la traduzione dell’opera.
Un ottimo romanzo, consigliato.
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Scheda: La psicologia del viola – L. Dragoni
Roma, 1939. Incombe la seconda guerra mondiale. Sua Santità Pio XI è febbricitante e insonne. Sta meditando di denunciare i patti lateranensi, le violenze fasciste, forse perfino di scomunicare Mussolini. Quella notte viene colto da un infarto, che non gli lascia scampo. Poiché l’ultima fiamma del duce, Claretta Petacci, è la figlia del medico personale del defunto pontefice, il delitto sembra servito.
Dante Casati è un ex commissario di polizia, ingiustamente epurato dal fascismo. Ingaggiato per far luce sull’accaduto, si illude che il destino gli stia offrendo una formidabile chance di riscatto. Non ha ancora idea di quanto pericoloso sia il ginepraio in cui sta per cacciarsi. Il trasformismo di cui è dotato gli permette di penetrare nel ventre molle dell’ovra e nelle stanze più oscure del vaticano, ambienti torbidi e popolati da personaggi doppi e senza scrupoli. Più si avvicinerà alla verità, più la matassa diverrà inestricabile, e i contorni del quadro si faranno sfocati. Dante rischierà così di piombare in un pozzo di dubbi e di incertezze, ricacciato al largo di un mare di paure e paranoie.
Forse all’origine della morte del pontefice c’è un sofisticato ingranaggio che, adesso, mette in grave pericolo la vita di Dante. Difficile affidare la propria vita a qualcuno, quando i traditori possono annidarsi anche tra i più fidati amici.
Avvalendosi di uno stile ricercato e di una profonda conoscenza storica del periodo in questione, Dragoni riesce ad imbastire una complessa trama gialla, senza rinunciare alla profondità dell’esplorazione psicologica.l’autore
Leonardo Dragoni vive a Roma, dove nel 2002 si è laureato in Scienze Politiche.
Ha avuto numerose esperienze lavorative, ha una personalità eclettica, è amante della musica, dello sport, della storia, della scrittura creativa, dell’arte e della letteratura. Da sempre è appassionato di misteri, in particolare è uno stimato studioso del fenomeno dei “cerchi nel grano”, sul quale ha pubblicato sue saggi (“La verità sui cerchi del grano”, Alvorada 2011; “Storia dei cerchi nel grano”, YouCanPrint 2013).