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Annessi & Connessi
Per noi, i libri sono una faccenda personale. Benvenuto!
Postato da Legione il 17 Maggio 2015

http://annessieconnessi.net/una-notte-di-ordinaria-follia-a-filisdeo/

Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]

 

Archivio del 2010

La vergine azzurra – T. Chevalier

Postato da Legione il 25 Ottobre 2010

Cos’hanno in comune una giovane donna vissuta nella metà del Cinquecento in Francia, nel pieno del movimento Calvinista e un’ ostetrica americana del Ventesimo secolo appena trasferitasi dalla California e ossessionata da un incubo in cui è avvolta dall’azzurro? Da questa domanda si dipana la storia de La vergine azzurra, primo romanzo della nota Tracy Chevalier della quale abbiamo già parlato più volte (La ragazza con l’orecchino di perla e La dama e l’unicorno). Grazie a questo esordio, la Chevalier è riuscita a conquistare l’interesse mondiale, preparando il terreno per i successivi best sellers. La trama è certamente interessante, narrata già con la maestria che l’ha portata al successo come la migliore scrittrice storica contemporanea. Inoltre è proposta in una forna narrativa molto originale ed accattivante, seguendo due linee temporali parallele ed intervallandole tra loro: la vicenda di Isabelle nel Cinquecento in terza persona e la storia di Ella ai giorni nostri espressa in prima persona. Il salto tra le due storie avviene di capitolo in capitolo, ma questo non distruba il lettore, anzi, permette di seguire meglio l’intreccio senza smarrirsi, costruendo un legame tra le due protagoniste. Di per sè è un buon romanzo, ma dobbiamo ammettere che ci ha lasciati un po’ delusi, specie a confronto delle opere d’arte di cesello alle quali ci siamo abituati con le sue produzioni più recenti. L’impostazione e la strama sono interessanti ed accattivanti, come dicevamo, ma abbiamo riscontrato poco mordente e poco ritmo, per lo meno in gran parte del libro. Se la storia di Isabelle è drammaticamente verosimile e non banale, perfettamente immersa nella realtà cruda dell’epoca, la vicenda di Ella risulta piuttosto prevedibile, per poi sfociare nell’assurdo verso la fine. Per non parlare poi di tutto il tratto finale del libro (che non vi spoileriamo) che abbiamo trovato parecchio di cattivo gusto e poco credibile, e l’epilogo, in cui Ella dice cose che non può assolutamente conoscere. D’altra parte, se si lo considera come il primo sforzo letterario dell’autore, possiamo riconoscerle certamente una crescita esponenziale di qualità, creatività e abilità narrativa e lessicale.
Un buon libro insomma, da leggere per chi apprezza la scrittrice, ma che al primo approccio potrebbe essere un po’ deludente e poco significativo.

Non tutti i segreti dormono in soffitta – Segnalazione

Postato da A&C Staff il 22 Ottobre 2010

Gentili lettori,
vogliamo segnalarvi che si è aperta nuovamente la vendita online dell’e-book “Non tutti i segreti dormono in soffitta” della scrittrice esordiente Lara Marzo.

Qui il sito per tutte le informazioni: Non tutti i segreti dormono in soffitta e qui la nostra recensione.

Buona lettura!
A&C Staff

Uomo nel buio – P. Auster

Postato da Legione il 21 Ottobre 2010

La mente di un uomo solo, insonne, avvolto dal buio come da una coperta e immerso nel dolore, dentro e attorno a sè. Di questo tratta il romanzo di Paul Auster, Uomo nel buio. Un libro breve, un flusso ininterrotto di pensieri in una notte come tante, troppe, prima di quella.
Un libro di pensieri raccontati. Non esistono dialoghi, non come quelli a cui siamo abituati, solo un flusso continuo di frasi, perchè in fondo, l’uomo nel buio sta parlando con sè stesso.
L’uomo insonne è un anziano scrittore, che cerca di impegnare la sua mente affaticata dal dolore, distogliendola dai pensieri che sono in agguato in attesa di balzargli addosso dagli angoli della sua coscienza. Per tenerli buoni, si racconta delle storie, e Auster ce ne fa vedere una, che parla di assurdità: di guerra e di mondi paralleli. Ma quando anche questa storia inventata finisce (male), i ricordi ed i pensieri tornano a farsi feroci, in attesa che spunti nuovamente il sole. Quindi il nostro scrittore ci/si racconta aneddoti di vita normale, delle intere giornate trascorse a guardare film con la nipote, anche lei alla deriva su un mare di lacrime. E pian piano, con lo scorrere della notte, finalmente il dente viene tolto, almeno per quella volta. In una sola pagina vediamo l’orrore che hanno vissuto, con semplicità e crudo realismo, e capiamo perchè il loro rifugio possa essere cercato solo al buio e nell’assenza di pensiero.
Auster ci propone un libro terribile nella sua disgraziata normalità, ci mostra quanto orrore possa entrare da un istante all’altro in una vita qualunque, anche la nostra.
Questo libro sembra narrare una storia molto semplice, invece facendo attenzione ai dettagli, lo scopriamo carico di simbolismi: il buio, il dolore, la guerra, la morte, la forza e la pericolosità dei ricordi, per poi finire all’alba, con un velo, anche se tenue, di speranza.
Un ottimo libro, da leggere con cura e attenzione. Coinvolgente da mettere i brividi, per quanto sia semplice e minimalista.

Rapsodia su un solo tema – C. Morandini

Postato da Legione il 18 Ottobre 2010

“Compositori che parlano di altri compositori che parlano di altri compositori ancora”, così dice la quarta di copertina di questo libro di Claudio Morandini, Rapsodia su un solo tema – Colloqui con Rafail Dvoinikov. Ammettiamo di essere partiti un po’ con la sensazione di andare a leggere qualche cosa di molto serio, un saggio sulla musica e una biografia di un compositore che, confessiamo, non avevamo mai sentito prima. Quando lo abbiamo mostrato agli altri della Legione, molti nasi si sono arricciati, non di sufficienza o scetticismo (mai!) ma di senso di inadeguatezza: la mancanza di preparazione sul tema ci avrebbe permesso di arrivare a capire l’opera fino in fondo?

La risposta è stata: sì, siamo rimasti piacevolmente smentiti su tutti i fronti di dubbio.
E’ un libro incentrato sulla musica, è chiaro, e in molti tratti si scende veramente nello specifico, ma la nostra ignoranza in materia non ci ha precluso la lettura, anzi, ci ha incuriosito, facendoci venire voglia di approfondire e capirne di più.
E poi, attorno alla musica si sviluppa un corollario narrativo veramente singolare, per la forma e contenuti.
L’autore con abilità e creatività ricrea una sorta di raccolta documentale di frammenti attorno agli incontri del protagonista, Ethan, con il compositore russo, il suo diario, trascrizioni di documenti, analisi di composizioni, in un caos soltanto apparente, che intervalla la narrazione biografica del compositore con le annotazioni dell’intervistatore.

Il tono, poi, è tutt’altro che serioso: in particolare gli stralci di diario scendono nella vita comune con una ironia così misurata e calibrata da risultare perfetta. E’ curioso anche l’uso delle note a piè di pagina, vengono utilizzate come incisi, a volte come annotazioni del protagonista indirizzate a sè stesso, a volte come postille per il lettore, a volte come parentesi e digressioni sul tema principale.

Sebbene il libro spacci sè stesso come un omaggio ad un grande compositore russo bistrattato e ignoto ai più, di fatto l’autore presenta come protagonista assoluto Ethan, l’intervistatore, al contrario di molti altri romanzi con lo stesso espediente narrativo (ad esempio Intervista con il vampiro) in cui l’intervistatore sparisce in favore della storia raccontata. Ethan invece, inframmezza tutto, anche le stesse parole riportate di Dvoinikov, con le sue osservazioni e le sue note.

Infine, ma non per importanza, la prosa. Semplice, ricca di ritmo, ma grammaticalmente elaborata e complessa, con periodi lunghi ma sempre sicuri e precisi, segno di evidente abitudine con la parola scritta.
Una nota anche per l’edizione: perfetta, non abbiamo trovato un solo errore di battitura, un refuso di stampa o altro, e di questi tempi è quasi un miracolo anche per le case editrici più famose.
Insomma, un volume degno di nota e di lettura, anche da parte di chi la musica l’ascolta soltanto e la ama, in qualunque forma appaia.

Mucchio d’ossa – S. King

Postato da Legione il 15 Ottobre 2010

Lessi questo libro tanti anni fa e da allora ne ho sempre conservato un ricordo da definizione da copertina: una bellissima e tragica storia d’amore. Ricordavo con particolare chiarezza gli aspetti più struggenti dell’amore tragicamente interrotto del protagonista Mike Noonan nei confronti della sua defunta consorte Johanna, incastonato in un contesto più o meno nebuloso di fantasmi e presenze incorporee.
Qualche giorno fa ne parlavo con una collega, che aveva apprezzato il libro ma nel quale aveva rilevato particolarmente l’aspetto carnale della storia, aspetto che io non ricordavo affatto.
Mossa quindi dalla volontà di riscoprire un libro in ogni caso notevole, ho ripreso in mano Mucchio d’ossa, probabilmente uno dei migliori romanzi nel nostro sempre mitico Re del Brivido.
Il risultato di questa seconda lettura è stato interessante ed ha confermato quello che molti esperti hanno spesso sostenuto: un bel libro contiene principalmente quello che il lettore ci vuole vedere.
La rilettura ha messo in evidenza al mio occhio più maturo la trama, che è molto intricata e per niente semplice da seguire (chi non si è mai perso attraverso gli alberi genealogici?) e ha fatto risaltare tutti gli aspetti torbidi della vicenda: le presenze incorporee (o quasi), la potenza dei ricordi, la vendetta, l’istinto e, naturale e sempre presente nei libri di King, la crudeltà umana portata al parossismo e incarnazione di ciò che c’è di Male in ciascuno.
L’aspetto romantico è presente, sì, ma quello che più mi ha coinvolto questa volta è stato l’amore praticamente paterno che il protagonista Mike riversa sulla piccola Kyra, questo amore, esatto fulcro non dichiarato dell’intera vicenda.
E’ vero, i bei libri comunicano con chi li ha in mano, ma al contempo diventano specchi che permettono al lettore di vedervi riflessi i propri pensieri e sentimenti, dandogli forma e sostanza, anche se attorno alle circonvoluzioni di lettere e punteggiatura.
Questo libro esce un po’ dal seminato horror di King, ma non di molto e comunque non lo lascia rimpiangere: unisce abilmente amore e morte, coinvolgendo il lettore in spirali sempre più strette di ansia ed apprensione. La parte finale è comunque estremamente Kinghiana, forse addirittura in eccesso, stonando un po’ nei confronti di un contesto così abilmente cesellato, ma glielo si può perdonare: dopo 600 pagine di romanzo, il finale col botto è più che gradito.
In conclusione, Mucchio d’ossa è e resta uno dei prodotti migliori usciti dalla mente maleducata di King, complesso e ponderoso ma toccante e coinvolgente come pochi altri. Da leggere assolutamente.

Recensione scritta da Sayu

Ti interessa questo libro? Compralo su Amazon! Mucchio d’ossa

Un giorno perfetto – E. Warner

Postato da Legione il 12 Ottobre 2010

Abbiamo letto con piacere questa piccola raccolta di poesie di Ed Warner, intitolata Un giorno perfetto. I versi sono quasi ermetici, caratterizzati dal gioco di allitterazioni e suoni ripetuti, parole inventate o piegate alla necessità poetica per assonanza o evocazione. Le composizioni traggono ispirazione dalla vita quotidiana, dall’umanità che si incontra per strada, dall’amore e la passione, con sensibile originalità.

Qui di seguito alcuni frammenti che ci hanno colpito particolarmente.

[...]
Deboli siamo
se c’è la tempesta
non miglioriamo nei giorni di festa
vittime stanche
di chi ha ucciso
con l’arma potente
di un bel sorriso.

Donami l’attimo
prima del sogno
lo porterò come un ciondolo
mentre l’attimo muore.
Alla fine di un numero
misurerai il mio amore.
Ferma, se puoi, l’attimo
prima del sonno
in cui nasce il risveglio
alba di un nuovo giorno.
Tra le pieghe di un segno
avrà inizio quel sogno.

Scheda: Rapsodia su un solo tema – C. Morandini

Postato da A&C Staff il 9 Ottobre 2010

Nel 1996 Ethan Prescott, giovane compositore di Philadelphia, si reca più volte in Russia a incontrare l’anziano collega Rafail Dvoinikov, per una lunga intervista che è anche l’omaggio di un discepolo nei confronti di un maestro quasi dimenticato. Il titolo del progetto, Rapsodia su un solo tema, rimanda appunto a una delle partiture più emblematiche di Dvoinikov.
Il vecchio rievoca infanzia e giovinezza, incontri, amori, umiliazioni, con la libertà e il disincanto di chi finalmente non deve più rendere conto a nessuno. La sua musica e le sue parole dimostrano che si può rimanere liberi, come artisti e come uomini, anche sottostando alle direttive di un potere oppressivo.
Schiudendosi come una matrioska, questo romanzo combina frammenti di saggio, pagine di conversazioni e di diario, verbali di interrogatori, trascrizioni da un pamphlet settecentesco, per raccontare di musicisti che parlano di altri musicisti che raccontano di altri musicisti che immaginano la vita di altri musicisti ancora.
In sottofondo, la Storia, spesso dolorosa ed enigmatica, del Novecento.

“Rapsodia su un solo tema – Colloqui con Rafail Dvoinikov”
(Manni, Lecce, 2010)

Rapsodia su un solo tema
Ombrelarve

L’autore
Claudio Morandini è nato, vive e insegna ad Aosta. In passato ha scritto cicli di commedie per la radio e monologhi per il teatro. Prima del romanzo “Rapsodia su un solo tema – Colloqui con Rafail Dvoinikov” (Manni, 2010) ha pubblicato “Nora e le ombre” (Palomar, 2006) e “Le larve” (Pendragon, 2008). Il suo racconto “Le dita fredde” è stato incluso nell’antologia bilingue “Santi – Lives of Modern Saints” edita a Baltimora (Black Arrow Press, 2007). “Fosca – Una novella valdostana” si trova nell’antologia “Nero Piemonte e Valle d’Aosta – Geografie del mistero” pubblicata da Perrone nel 2010. Altri racconti sono apparsi su varie riviste.
Sul blog Letteratitudine anima con Massimo Maugeri il Dibattito su letteratura e musica.

Come in sorprendente equilibrio tra Calvino e Bulgakov, questo dialogo a più voci fra musicisti dislocati in tempi e spazi diversi diventa il trionfo di una scrittura libera e assolutamente padrona di ogni sfumatura e accento. Una scrittura che proprio attraverso la sua ammirevole perfezione ritrova la sua infantile capacità di commuoversi e incantarsi ancora (Giona A. Nazzaro, su “Rumore”, giugno 2010).

Il risultato è un romanzo che ho finito in una giornata; non capita spesso. Un romanzo che costruisce sapientemente tensione e curiosità e sentore di segreti non rivelati (Umberto Rossi su “Pulp”, luglio-agosto 2010).

Questa “Rapsodia su un solo tema” è di rara fascinazione. Raffinata architettura e profondità della riflessione contribuiscono a rendere ancor più piacevole il testo. L’autore mette la sua cultura musicale al servizio della limpidezza del racconto. E non è poco. (Claudio Baroni su “Giornale di Brescia” del 17-7-2010)

Nel cinema li chiamano mockumentary, finti documentari, ed è qui che l’esperimento dello scrittore aostano si dimostra forte e funzionale. Nell’intreccio di tempi, di spazi (quasi un viaggio nel tempo), di prime e terze persone, di incastri di gendering e regimi. Ne deriva un romanzo politico, poetico, sociale, che perde per strada – volutamente – gli spunti di partenza ed elabora la sostanza con una competenza tecnica di prim’ordine. (Matteo Di Giulio, http://linsolito.net)

Wintergirls – L. H. Anderson

Postato da Legione il 6 Ottobre 2010

Dopo il grande successo di Speak, le parole non dette, Laurie Halse Anderson torna con un nuovo libro: Wintergirls. È una storia forte e coinvolgente che colpisce fin da subito.

Ancora una volta, lo stile dell’autrice può considerarsi unico e incisivo. Niente è censurato o lasciato al caso, e chiunque si trovi a fare i conti con le pagine che ha davanti ne viene catturato completamente.
Non c’è la paura di trattare argomenti tabù e spiacevoli, ma bensì di mostrarli nella loro realtà.

La protagonista di questa storia è Lia, una ragazza adolescente che perde la sua migliore amica Cassie e si ritrova sola a combattere contro tutti.
La sua vita le sfugge, la sua famiglia non la capisce e in lei è forte il senso di smarrimento che riversa nel maniacale controllo del cibo e del suo peso.
In Cassie aveva un’alleata, una confidente, un appoggio fin da quando erano bambine.
Per sfuggire al mondo che non riusciva ad accettarle così com’erano e al disastro che le circondava, erano riuscite a trovare sostegno l’una sull’altra, capendo il loro disperato bisogno di sentirsi leggere e vuote.
Da qui inizia la loro lenta discesa verso una condizione che le rende apparentemente forti, ma estranee e lontane da tutto ciò che le circonda; diventano scostanti, chiuse, e riversano la fiducia solo in loro stesse.
Lia conta le calorie di tutto ciò che mangia, e quando è costretta ad eccedere, passa ore a fare sport all’insaputa della sua famiglia. Si rifugia nei blog in cui trova ragazze che si sostengono a vicenda nelle loro lotte contro il cibo. Apre la sua pelle con continui tagli che nessuno può vedere per liberarsi di tutto quello che ha dentro e che non sopporta.
Si sente persa, stupida, indegna, sola, sconfitta, tradita. Si sente in colpa per la morte della sua migliore amica che la perseguita accusandola e trascinandola nel baratro con lei.
Non sa come sfuggire a quello che prova, non sa come tornare a vivere, non sa come accettare l’aiuto delle persone che la circondano, ma piuttosto si sente minacciata e continua a spingerle lontano da lei.
Nessuno può capirla, nessuno sa quello cosa deve sopportare, nessuna sa cosa significa essere una ragazza d’inverno.
La storia di Lia è una storia universale che riguarda molte persone intorno a noi.
La Anderson riesce a cogliere alla perfezione i sentimenti che possono agitare il cuore di ogni ragazza ed è capace di trasformarli in parole che ci toccano nel profondo e ci avvicinano all’animo della protagonista.
Non li tratta superficialmente, ma li lascia parlare da sé senza mai giudicare e polemizzare.
Affronta un tema delicato e lo fa in maniera completa e accurata, toccando la nostra vena più sensibile.
Un libro bellissimo, ricco di situazioni vere e sofferenti, ma anche di una carica emotiva che ci spinge a combattere insieme a Lia e per Lia, affinché anche lei possa riuscire a trovare la sua strada e aprirsi al mondo che la circonda, senza paura, senza riserve, senza più demoni nel suo cuore, ma con tanta voglia di ricominciare a vivere.

Recensione scritta da Michela Novelli