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Scheda: Rapsodia su un solo tema – C. Morandini
Nel 1996 Ethan Prescott, giovane compositore di Philadelphia, si reca più volte in Russia a incontrare l’anziano collega Rafail Dvoinikov, per una lunga intervista che è anche l’omaggio di un discepolo nei confronti di un maestro quasi dimenticato. Il titolo del progetto, Rapsodia su un solo tema, rimanda appunto a una delle partiture più emblematiche di Dvoinikov.
Il vecchio rievoca infanzia e giovinezza, incontri, amori, umiliazioni, con la libertà e il disincanto di chi finalmente non deve più rendere conto a nessuno. La sua musica e le sue parole dimostrano che si può rimanere liberi, come artisti e come uomini, anche sottostando alle direttive di un potere oppressivo.
Schiudendosi come una matrioska, questo romanzo combina frammenti di saggio, pagine di conversazioni e di diario, verbali di interrogatori, trascrizioni da un pamphlet settecentesco, per raccontare di musicisti che parlano di altri musicisti che raccontano di altri musicisti che immaginano la vita di altri musicisti ancora.
In sottofondo, la Storia, spesso dolorosa ed enigmatica, del Novecento.“Rapsodia su un solo tema – Colloqui con Rafail Dvoinikov”
(Manni, Lecce, 2010)
Rapsodia su un solo tema
OmbrelarveL’autore
Claudio Morandini è nato, vive e insegna ad Aosta. In passato ha scritto cicli di commedie per la radio e monologhi per il teatro. Prima del romanzo “Rapsodia su un solo tema – Colloqui con Rafail Dvoinikov” (Manni, 2010) ha pubblicato “Nora e le ombre” (Palomar, 2006) e “Le larve” (Pendragon, 2008). Il suo racconto “Le dita fredde” è stato incluso nell’antologia bilingue “Santi – Lives of Modern Saints” edita a Baltimora (Black Arrow Press, 2007). “Fosca – Una novella valdostana” si trova nell’antologia “Nero Piemonte e Valle d’Aosta – Geografie del mistero” pubblicata da Perrone nel 2010. Altri racconti sono apparsi su varie riviste.
Sul blog Letteratitudine anima con Massimo Maugeri il Dibattito su letteratura e musica.Come in sorprendente equilibrio tra Calvino e Bulgakov, questo dialogo a più voci fra musicisti dislocati in tempi e spazi diversi diventa il trionfo di una scrittura libera e assolutamente padrona di ogni sfumatura e accento. Una scrittura che proprio attraverso la sua ammirevole perfezione ritrova la sua infantile capacità di commuoversi e incantarsi ancora (Giona A. Nazzaro, su “Rumore”, giugno 2010).
Il risultato è un romanzo che ho finito in una giornata; non capita spesso. Un romanzo che costruisce sapientemente tensione e curiosità e sentore di segreti non rivelati (Umberto Rossi su “Pulp”, luglio-agosto 2010).
Questa “Rapsodia su un solo tema” è di rara fascinazione. Raffinata architettura e profondità della riflessione contribuiscono a rendere ancor più piacevole il testo. L’autore mette la sua cultura musicale al servizio della limpidezza del racconto. E non è poco. (Claudio Baroni su “Giornale di Brescia” del 17-7-2010)
Nel cinema li chiamano mockumentary, finti documentari, ed è qui che l’esperimento dello scrittore aostano si dimostra forte e funzionale. Nell’intreccio di tempi, di spazi (quasi un viaggio nel tempo), di prime e terze persone, di incastri di gendering e regimi. Ne deriva un romanzo politico, poetico, sociale, che perde per strada – volutamente – gli spunti di partenza ed elabora la sostanza con una competenza tecnica di prim’ordine. (Matteo Di Giulio, http://linsolito.net)
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