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Non tutti i segreti dormono in soffitta – L. Marzo
Un mistero così ben archiviato nella memoria dei testimoni da rischiare di passare inosservato; una giovane giornalista in erba con velleità da detective che indaga, scavando nel suo stesso passato, alla ricerca del bandolo della matassa, il tutto condito da autoironia e leggerezza.
E’ questo, in poche parole, il libro che lo Staff vuole consigliarvi oggi in modo particolare: Non tutti i segreti dormono in soffitta, romanzo di esordio di Lara Marzo, selezionato dalla casa editrice ArpaNet e al momento pubblicato in formato ebook.
Questo romanzo si destreggia con semplicità tra i generi più svariati, fornendo un punto di unione forse improbabile ma indubbiamente accattivante: un po’ giallo, un po’ saga familiare, un po’ chick lit, speziato con umorismo e autoironia.
Lo stile, per quanto acerbo, è certamente fluido e scorrevole, sempre chiaro e piacevole, molto promettente per un autore alle prime armi. E’ evidente la voglia di voler fare bene, di esprimersi al meglio con i propri strumenti, senza mai fare il passo più lungo della gamba, nè con evoluzioni linguistiche fuori luogo nè con circonvoluzioni di trama.
I personaggi sono dipinti con pochi ma precisi tratti, al punto da renderli sempre profondi e molto efficaci. Vengono evidenziate le caratteristiche salienti di ciascuno, rendendoli facilmente riconoscibili, anche nell’immaginazione del lettore.
La trama è semplice ma narrata centellinando con cura le informazioni importanti, incuriosendo il lettore, e intrecciando la vicenda principale, strettamente legata all’indagine, a quelle secondarie, che rendono i personaggi vivi e sfaccettati.
Ci sentiamo di raccomandare la lettura di questo libro perchè piacevole in ogni sua parte e perchè costituisce l’opera prima di una scrittrice che, ne siamo sicuri, farà strada.
Per saperne di più, per leggere i primi due capitoli e per acquistare l’ebook, vi suggeriamo di visitare il sito informativo: Non tutti i segreti dormono in soffitta.
Tutto da capo – C. Schine
Come si può parlare di donne, d’amore, di vecchiaia e solitudine ma allo stesso tempo di gioia di vivere, di speranza e di rinnovamento? Come si possono racchiudere queste tematiche in un solo libro? Tutto da capo può, e la sua autrice Cathleen Schine lo fa con sapienza.
La narrazione è volutamente non lineare, spesso spinge il lettore avanti o indietro nel tempo, a volte lasciando dei piccoli vuoti, che vengono comunque riempiti man mano. L’effetto all’inizio è un po’ destabilizzante, ma presto ci si prende la mano, lasciandosi catturare da questa vicenda dagli accenti a volte paradossalmente inverosimili.
La prosa è somministrata con maestria, l’autrice racconta gli avvenimenti attorno le protagoniste e nella mente di ciascuna con serietà e sarcasmo, così ben dosati che a volte non è possibile trattenere una risata.
Tutto da capo parla di donne destabilizzate e spiazzate, che perdono tutte qualcosa di fondamentale per il proprio equilibrio, ma che alla fine riescono a rimergerne nuove, più salde e più orientate al futuro, nonostante tutto. I co-protagonisti di questo romanzo sono gli uomini, causa e risoluzione di tutta la vicenda. Non ne escono dipinti in modo molto lusinghiero: sono fragili, incasinati, trasportati dagli eventi che loro stessi avevano la presunzione di poter ordinare e governare. Sono entità manifestamente deboli nella storia, che con le loro decisioni in apparenza irrazionali mettono nei guai le protagoniste, fino poi a vederle vincitrici, comunque, e molto più forti.
In sostanza, Tutto da capo è un bel libro con una bella storia, scritta con uno stile sottilmente acido e graffiante, ma misurato che si lascia leggere con piacere.
Orgoglio e Pregiudizio – J. Austen
Ci siamo concessi con piacere la lettura di un ben noto romanzo, fiore all’occhiello della letteratura inglese d’evasione: Orgoglio e Pregiudizio, opera più celebre della penna di Jane Austen. La storia è di quelle che tutti più o meno conoscono e narra le vicissitudini di una famiglia borghese inglese dei primi dell’Ottocento e delle sue cinque figlie.
Ciò che rende però Orgoglio e Pregiudizio un piccolo capolavoro, e la Austen una scrittrice da ricordare, non è la trama in sè, quanto il ritratto che riesce a tracciare di un’epoca non troppo lontana negli anni ma incredibilmente lontana negli usi, con una prosa leggera e sarcastica che la rende incredibilmente moderna e piacevole.
Ecco quindi come, ad esempio, i personaggi vengano delineati attraverso i modi, le azioni e la qualità della conversazione, piuttosto che fornirne accurate descrizioni fisiche. In questo modo il lettore può riscontrare come queste caratteristiche siano trasversali ai tempi e alle nazioni, trovandole nei propri familiari e nelle proprie conoscenze.
La vacuità delle conversazioni educate, la necessità di salvaguardare le apparenze anche al di sopra della propria felicità, il senso dell’onore e di “urbanità”, l’orgoglio e le valutazioni fondate sulle dicerie, il pregiudizio appunto, sono concetti che in quell’epoca erano i più rilevanti per la borghesia, ma che a tutt’oggi conservano un certo valore, anche se si manifestano in modi completamente differenti.
Insomma, Orgoglio e Pregiudizio è e resta uno di quei romanzi che vanno letti almeno una volta nella vita e certamente non sarà una lettura pesante come si potrebbe pensare di fronte ad un’opera certamente un po’ datata, ma in grado di essere fresca ed attuale come poche altre.
L’Albergo delle donne tristi – M. Serrano
Floreana è triste e, come lei, tutte le ospiti dell’Albergo di Elena, situato nell’isola cilena di Chiloé.
Perché lo sono? Per tanti motivi: l’amore non corrisposto, la paura, la perdita, il dolore. Ogni motivo nell’Albergo viene condiviso e ascoltato da tutte le ospiti, tutte donne, di ogni età e ceto sociale.
Ma Floreana non è solo triste: una parte di lei vuole estraniarsi dalla quotidianità rifugiandosi nel suo lavoro di storica. Floreana fugge dal dolore a modo suo, pur senza riuscirci presa in ostaggio dai ricordi e da ciò che ancora la tiene ancorata alla realtà, come le sorelle e il figlio José.
L’Albergo delle donne tristi di Marcela Serrano è un libro di donne per le donne, ma gli uomini non sono banditi, al contrario, spesso sono l’argomento principale di cui discutere e su cui riflettere.
Una domanda riecheggia per tutto il romanzo: gli uomini hanno paura delle donne di oggi? Di quelle donne che reclamano indipendenza e libertà anche per loro stesse?
Ed è la paura che li spinge a tradirle, abbandonarle, ad abusarne sia fisicamente che psicologicamente?
Attraverso la storia di Floreana, della sua attrazione per un uomo scostante, ma dall’animo sensibile, la Serrano si avventura per gli impervi sentieri dell’amore e della sessualità, non senza inciampare ogni tanto lungo il cammino.
Si sa che amore e luoghi comuni facilmente vanno a braccetto e le storie romantiche corrono il rischio di risultare stucchevoli e scontate, ma in questo romanzo l’autrice si mette in gioco ed evita di affidarsi a generi prestabiliti quale quelli dei romanzi d’amore alla Nicholas Sparks, dei chick lit alla Sophie Kinsella e degli Harmony.
La sfida non era facile e ogni tanto la narrazione sembra appesantita dalle riflessioni psico-filosofiche che un saggio avrebbe accolto meglio, pur privandole di poesia.
L’Albergo delle donne tristi non è una lettura d’intrattenimento e anche se alcune scelte di stile, secondo me, hanno pregiudicato la fluidità nel ritmo, rimane un romanzo interessante che fa sorgere nel lettore le stesse domande che tormentano i personaggi: “Dopo una brutta delusione, saprò fidarmi e amare di nuovo qualcuno?”
Floreana affronta una sorta di rieducazione sentimentale e il lettore con lei. Anche lui per un po’ vive nell’Albergo, si sente libero di porsi domande scomode e di provare a dare una risposta.
Perché, come dice Floreana: “[Elena] si fa carico di noi. Il suo obiettivo è quello di guarirci, non di cambiarci, perché proprio il conforto che lenisce le ferite fa scattare il cambiamento, e questo conforto lo provi semplicemente per il fatto di essere stata accolta senza giudizi, senza rimproveri”.
Recensione scritta da LM: L’Imbrattacarte
La ragazza fantasma – S. Kinsella
Ecco un altro libro del genere chick lit nato dalla prolifica penna di Sophie Kinsella, già nota alla nostra libreria con la serie “I love shopping”. La Kinsella ha già pubblicato in precedenza altri due romanzi a sè stanti, “Ti ricordi di me?” e “La regina della casa“, entrambi molto gradevoli e leggeri, in vero stile chick lit, ma perfettamente chiari e coerenti.
“La ragazza fantasma” invece parte da un presupposto diverso e soprannaturale (non crediamo di spoilerarvi nulla dicendovi che uno dei protagonisti è un fantasma) ma non è tanto questo che crea un problema nella trama. Questa infatti, di per sè, non risulta nè assurda nè scontata o sgradevole, ma si basa su presupporti completamente estranei al buon senso.
La scrittrice disegna una protagonista, Lara, brillante, spigliata, simpatica e piena di risorse. Un pochino stravagante forse, ma niente di più. Eppure, la fa agire in situazioni non solo paradossali, come per la Becky di “I love shopping” ma proprio insensate ed illogiche, assurde nel contesto del personaggio.
Va da sè che, se questi punti assumono importanza focale per imbastire la storia, l’intera storia, per quanto possa svolgersi in modo perfettamente logico e coerente, avrà sempre un sentore di assurdità che rovinerà l’intera narrazione.
Ed è un po’ la sensazione che ci coglie nella lettura di questo romanzo: ben scritto, simpatico e leggero, ma con delle cadute di stile così vistose che lasciano l’amaro in bocca tipico del libro insoddisfacente.
Il Diario di Lara – C. Santoianni
Non siamo soliti bazzicare in questo genere di letteratura, ma ormai abbiamo fatto di “elasticità” il nostro motto, percui abbiamo preso in mano questo volumetto con sincero interesse. Il diario di Lara è un romanzo che rientra nella categoria “chick lit” ovvero quella letteratura rosa che venne portata alla ribalta da eventi cult epocali come “Il diario di Bridget Jones” e dal quale nacquero innumerevoli cloni e sottocloni, ultimi tra questi la fortunata serie della Kinsella “I love shopping”.
Un po’ come la fantasy, la chick lit ha scavato un solco nel quale sono confluiti, con alterne fortune, un grande numero di aspiranti scrittori di best sellers. Perchè? Perchè all’apparenza, il romanzetto chick sembra una cosa leggera, facile, immediata e veloce nella lettura così come nella scrittura.
Questi romanzi sono denotati da un contesto problematico di vita al femminile, ma descritto sempre con toni spensierati ed ironici, e far ridere di gusto senza scadere nel banale o nel patetico è estremamente complesso.
Nella letturatura niente è facile, specie ciò che invece appare come tale.
Passando alla fattispecie del romanzo, pur avendo premesso che non siamo avvezzi a queste letture, l’abbiamo trovato comunque piacevole. Per essere precisi, ci sarebbe piaciuto molto di più se non fosse stato appunto caratterizzato dalle peculiarità chick lit.
La storia, i personaggi e la trama hanno delle potenzialità evidentissime, ma vengono limitate dalla struttura a diario (notoriamente difficile da gestire, basti pensare a quanto più efficaci sono risultati i film di Dracula bagnando il naso al romanzo da cui sono stati tratti), dall’impossibilità fisiologica di approfondire gli aspetti caratteriali dei personaggi, di dilungarsi troppo sulle effettive disavventure di questa donna, ottenendo quindi un riassunto di ciò che sarebbe potuto essere.
Avremmo visto questa storia molto meglio in un contesto di più ampio respiro, dove la trama avrebbe potuto svilupparsi liberamente fino a portare il lettore ad affezionarsi sinceramente a questa combinaguai di nome Lara, invece di conoscerla solo di superficialmente (a malincuore).
Nonostante questo, la prosa è scorrevole e divertente e i personaggi al contempo surreali e verosimili, tratteggiati con pochi cenni ma chiari. L’abilità dell’autrice si vede anche nell’utilizzare una buona storia in un contesto con regole così precise come quello chick lit.
Insomma, le prospettive per un altro bel romanzo, magari un po’ più ampio, nato dalla penna della Santoianni ci sono tutte, non resta che aspettare fiduciosi.