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Sotto scacco – C. Pintus
Un amore nato nell’infanzia e contrastato dai rispettivi genitori, visto con gli occhi di Aziz, giovane egiziano innamorato della figlia di una ambasciatore, Federica. La differenza di status e le aspettative dei genitori li portano lontano, ma continueranno ad amarsi, finchè non si incontreranno di nuovo e lotteranno per stare insieme.
Il romanzo di esordio della giovane Claudia Pintus, Sotto scacco, vuole rivolgersi ad un pubblico adolescente, facendo leva su una semplicità contenutistica e stilistica piuttosto evidente. In generale è risultata una lettura piacevole e poco impegnativa, anche se la poca esperienza dell’autrice traspare in tanti piccoli dettagli stilistici come in diversi passaggi nello sviluppo della trama.
La storia di per sè non è particolarmente originale, e l’intreccio piuttosto scarno non fa che accentuare questa caratteristica. In particolare, in più occasioni si passa da una fase all’altra della trama con conseguenze dettate, spesso e volentieri, dal caso e dalla fortuna, andando oltre la consequenzialità logica e diventando un po’ irritante per il lettore. Questo, unito alle caratteristiche piuttosto stereotipate dei protagonisti (di Federica sappiamo solo che è l’oggetto dell’amore di Aziz, senza avere mai occasione di capire il perchè di questo amore, mentre lo stesso Aziz vive e pensa esclusivamente in funzione del ricordo dell’amata e poi di Federica stessa) ed i relativi dialoghi, rendono il romanzo piuttosto ingenuo.
E’ da rimarcare il coraggio della scelta di identificare con un personaggio maschile (ed egiziano) il protagonista e voce narrante, ed in generale si può dire che il modo di esprimersi e di pensare di Aziz sia abbastanza verosimile, ma la scarsa tridimensionalità del personaggio ed il limitato raggio d’azione dell’intreccio hanno fatto sì che le occasioni di incongruenza risultino piuttosto limitate.
E’ possibile notare comunque la capacità narrativa dell’autrice, sebbene ancora acerba, sulla quale lavorare intensamente nell’ottica della maturazione degli intrecci e nell’elaborazione dei personaggi, per arrivare ben presto alla realizzazione di un’opera più completa e godibile.
Scheda: Sotto scacco – C. Pintus
È possibile vivere liberamente i propri sentimenti e realizzare i propri progetti o bisogna affrancarsi dall’illusione e rassegnarsi al fatto che il proprio destino sia segnato dalle convenzioni sociali? Con ciò si trovano a dover fare i conti Aziz e Federica, due giovani egiziani che, nel difficile transito dall’infanzia all’adolescenza, si accorgeranno drammaticamente che troppo spesso il proprio cammino è segnato dalle scelte degli altri. Impareranno che nella vita, come nel gioco degli scacchi, servono abilità, scaltrezza e un pizzico di azzardo. I due protagonisti mostreranno di possedere intuito, tenacia e la giusta sfrontatezza. Ma si accorgeranno che la libertà ha un prezzo e che, per poterne respirare il profumo, servirà una buona dose di coraggio.
l’autore
Claudia Pintus nasce a Cagliari nel 1990. Fin da piccola, spinta da una forte curiosità e dalla passione per la lettura e per la scrittura, si è sempre divertita a creare storie. “Sotto Scacco” è la sua prima opera.
Comodo… ma come dire… poca soddisfazione – G. Fracasso
Se, a dei profani, si chiedesse che cosa sappiano della particolare branca della fisica chiamata Meccanica Quantistica, probabilmente in molti storcerebbero il naso, liquidando la propria scarsa preparazione in materia adducendo il fatto che “l’infinitamente piccolo” non può influenzare la nostra vita quotidiana, e che in fondo tutte queste teorie così ardite lasciano il tempo che trovano.
Il romanzo di Gianluca Fracasso, Comodo… ma come dire… poca soddisfazione dimostra semmai il contrario, costruendo un intreccio originale e risolvendo un giallo degno di questo nome, basandosi proprio sulle teorie e sui personaggi illustri che le hanno enunciate.
Al contrario di quello che si può abitualmente leggere in diversi romanzi, in cui le nozioni tecniche fanno da contorno e giustificano particolari passaggi della trama, in questo caso la situazione è rovesciata. Emergono infatti al di sopra e prima di tutto il resto, le informazioni che riguardano gli enunciati fondamentali della meccanica quantistica e i cenni biografici degli uomini di scienza che li hanno elaborati. Attorno a queste informazioni, viene tracciata una trama, o per meglio dire, una vicenda con un piccolo mistero, che viene risolto grazie alle nozioni che abbiamo imparato a conoscere man mano.
Senza dubbio si tratta di un romanzo molto particolare ed originale, non solo per la tematica trattata, non nota certamente per il suo appeal, ma anche per lo stile di narrazione.
Sebbene impostato sulla prima persona, l’intera storia è in pratica una lunghissima sessione di dialogo tra il protagonista, Epy, e gli altri personaggi. I dialoghi, che costituiscono appunto la componente fondamentale, sono spesso un po’ poco fluidi e forzatamente funzionali alla storia, mancando di naturalezza e credibilità, rallentando un po’ la lettura. Ciò che è indubbio però è che la combinazione tra l’argomento trattato e il contenuto dei dialoghi fa sì che vengano caratterizzati piuttosto bene i personaggi, che appaiono tutti particolarmente sui generis, eccentrici e molto sopra le righe.
Uno degli obiettivi dichiarati dell’autore è quello di avvicinare ed incuriosire il lettore a questi aspetti ritenuti a priori ostici ed incomprensibili, mostrando anche il lato umano della scienza. Possiamo dire che almeno secondo noi, l’obiettivo è stato raggiunto, mostrando con chiarezza divulgativa questi aspetti che spesso trascendono la sola immanenza matematica e spesso sfociano nella filosofia, con tutto quello che ne consegue.
Un libro piacevole, insomma, che purtroppo risente di alcuni errori di stampa che infastidiscono la lettura, ma che oltre ad intrattenere permette anche di imparare qualcosa di nuovo, che non guasta mai.
Scheda: Comodo… ma come dire… poca soddisfazione – G. Fracasso
Epy è una matricola universitaria iscritta al corso di Fisica; per preparare l’esame di Meccanica Quantistica arranca dietro concetti nebulosi come il Principio di Indeterminazione di Heisenberg ed il dualismo onda/particella. Sono coinvolti in queste sue tribolazioni: il padre Adelmo, da qualche anno in pensione, tuttologo per indole ed ellenico per vocazione; la madre Grazia, ingenua e candida esperta di improbabili discipline come il fitness frattale; Mario, nostalgico portinaio veneto, senza più riferimenti ideologici dopo un fiero passato da militante.
Il casuale ritrovamento di una lettera in cantina distoglierà Epy dai suoi studi e gli permetterà di introdursi in uno spaccato della vita del padre, tenuto caparbiamente nascosto ai propri cari fino a quel momento.
Riemergeranno così i mai sopiti sensi di colpa di Adelmo legati ad un episodio che lo aveva visto, suo malgrado, protagonista vent’anni prima: il suicidio del responsabile, quando si trovava a svolgere la sua attività di impiegato amministrativo in una azienda di carenature trattori.
Da dove nascono questi tormenti, mai repressi nonostante il tempo trascorso da quegli avvenimenti? L’incontro con le figure di Gödel e Turing, due fra i matematici più influenti del secolo scorso, munirà Epy degli strumenti necessari a rimuovere il velo di silenzi e omissioni su quella strana morte…Alcune fra le più limpide teorie partorite in ambito matematico e fisico definiscono i confini entro cui “scorazza” la struttura narrativa. Nel solco di questi vincoli si dipana un giallo psicologico dalle tinte molto tenui, spesso venate di ironia, alla cui risoluzione si arriva attingendo dalle personalità e dai concetti espressi da alcuni fra i più straordinari uomini di scienza del secolo scorso.
nota dell’autore
Caro lettore, per lo sforzo di attenzione che richiedo, ti sono debitore di un gesto di onestà intellettuale. Devo quindi illustrarti i motivi che hanno portato alla pubblicazione di questo libercolo.
Diciamo che la necessità di esorcizzare le ricadute psicologiche di un esame andato a buca all’università, durante il corso di Fisica, quasi vent’anni fa (!!) mi ha costretto a vergare queste righe.
Tu potresti giustamente ribattere: “Ed io che c’entro con le tue paranoie a scoppio ritardato?”
Hai ragione, ma mi piacerebbe coinvolgerti per vedere l’effetto che fa, come direbbe Jannacci.Ho provato a giocare la carta dell’ironia per portarti in modo indolore, pressochè involontariamente, a condividere qualche riflessione su materie che magari non hanno mai suscitato il tuo interesse.
Di fatto, ti trovi davanti ad una sorta di giallo psicologico: c’è il morto, ci sono le indagini, gli indizi. Non ti aspettare però emozioni forti, tensione narrativa: non possiedo i ferri del mestiere dello scrittore. Ho cercato piuttosto di imbastire con tutta l’ingenuità del caso ed attraverso la cornice fornita da alcune teorie scientifiche, una storia che potesse presentare una certa coerenza all’interno di questi vincoli auto-imposti.Perché il mio scopo é quello di riuscire ad instillare la curiosità verso argomenti qui presentati “a tratti di pennello”, visto che non ho la competenza né i titoli per potermi spingere oltre.
Mi piacerebbe fossi tu poi ad affrontare il toro per le corna: immergerti nell’impalpabilità della Fisica Quantistica, nei corto-circuiti cerebrali della Logica, nella sfida al senso comune della Relatività.
Sappi solo che sono argomenti che invogliano a porsi domande che vanno oltre il loro specifico contesto scientifico: potresti rimanere turbato dalle riflessioni scaturite dal loro approfondimento e vedere scalfite convinzioni consolidate!!
Tu, di nuovo, potresti dirmi: ”Che vantaggio ho io a fustigarmi così? “
Beh, io lo ritengo un buon allenamento per non alzare troppo “l’asticella” delle nostre certezze, guidati dal dubbio come stella polare per maturare le nostre convinzioni e migliorare le nostre (inter)azioni. Ci sono, se ci si vuole “immergere”, i presupposti per creare dei buoni antidoti contro fanatismi e prese di posizioni aprioristiche.Ultima considerazione: nel caso in cui riuscissi ad invogliarti a queste letture, sappi che vige l’effetto “peperoni”, che si ripropongono due o tre volte prima di essere digeriti: bisogna sbatterci il naso in più di una occasione per una completa comprensione (io l’esame incriminato, Meccanica Quantistica, l’ho poi superato con diciotto e lancio del libretto: “..E non si faccia più vedere!” ed ancora oggi non è che possa ostentare chissà che sicumera).
Bene, caro lettore, penso di averti messo al corrente di quanto necessario per affrontare o meno la lettura.
Ora sta a te decidere.
Io te lo dovevo e mi sento già meglio..l’autore
Gianluca Fracasso nasce a Torino il 15/10/67. Negli anni a seguire compie studi incoerenti che lo portano incidentalmente a perseguire una laurea in Fisica.
Attualmente vive a Grugliasco (To) ricoprendo la posizione di padre a tempo pieno ed impiegato a tempo indeterminato.
Nei ritagli cerca di coltivare le sue passioni: la scrittura a penna stilografica e la chitarra che si ostina a tormentare da vent’anni nella ricerca, vana finora, di riproporre uno straccio di assolo di Jimi Hendrix.
“Comodo ma come dire… poca soddisfazione” è il suo primo romanzo e, forse, anche l’ultimo.
Gli anelli mancanti – I. Curzio
Abbiamo affrontato con grande curiosità la lettura di questo volume. Ammettiamo che questo libro sia piuttosto singolare per le nostre abitudini letterarie: è un saggio (sebbene della giusta lunghezza e corredato da fotografie) e tratta indubbiamente di argomenti particolari, argomenti sui quali si sono versati fiumi di inchiostro e spese milioni di parole.
Esiste vita nel cosmo? Esisteva vita su Marte o su altri pianeti del sistema solare? Siamo stati visitati da queste civiltà? Addirittura, siamo noi frutto di un’evoluzione direttamente manipolata da agenti extraterrestri?
A queste ed a molte altre domande si cerca di dare una risposta in questa trattazione che, con umiltà, raccoglie un gran numero di informazioni dalle più svariate fonti e le presenta raggruppandole per argomento.
Il lettore così si trova naturalmente a riflettere su queste evidenze, a valutarle secondo il proprio sentire e a trarre le proprie conclusioni.
Le argomentazioni sono indubbiamente logiche e poste con chiarezza, senza forzare la mano sui passaggi e senza trarre conclusioni logiche dalle congetture. Gli argomenti sono presentati con dovizia di fonti e particolari, niente è lasciato nello scontato, visto che l’obbiettivo principale di questa tesi è appunto cercare i significati nascosti nelle pieghe che la storia e la scienza hanno lasciato, forse volutamente, poco chiare.
Anche il lettore più scettico si troverà inevitabilmente a ragionare sui temi proposti dall’autrice, senza necessariamente pretendere di consegnare una soluzione, ma offrendo una provocazione, come la stessa Curzio precisa nell’introduzione.
Insomma, un saggio che vale la pena di essere letto: per chi vuole credere sarà un’ulteriore prova a favore della propria posizione, per chi è scettico ma naturalmente curioso, troverà sicuramente buoni spunti di riflessione.
Scheda “Gli anelli mancanti”
dalla quarta di copertina:
“Questo è l’obiettivo del presente lavoro: fornire un’interpretazione che raccolga le tradizioni religiose, i miti, i dati scientifici e i misteri ancora senza risposta (le cui fonti sono ampiamente reperibili tramite semplici ricerche in Internet e in normali biblioteche) e le colleghi fra loro in un unico quadro di insieme che non intende assolutamente essere la soluzione finale a tutti i quesiti, ma solo una provocazione per creare un nuovo punto di inizio, un nuovo modo di ragionare e osservare il nostro pianeta e quanto su di esso è visibile o nascosto, senza, al contempo, stravolgere o cancellare tutto ciò in cui la fede da sempre ci ha insegnato a credere. Scienza e fede possono conciliarsi. Bisogna trovare il giusto punto di osservazione che unisce gli uomini, li accomuna e non li divide. Forse solo allora tutte le domande troveranno una risposta.”
le note sull’autore:
Ines Curzio, laureata in Discipline del Teatro, diplomata in Flauto traverso e Direzione d’Orchestra per l’Opera Lirica, si divide tra la carriera artistica e la sua attività di Antiquaria.
La naturale curiosità, la passione per lo studio di tutte le scienze di confine, unite ad uno spiccato senso critico l’hanno portata ad esplorare terreni misteriosi e ad analizzare temi affascinanti e suggestivi da cui sono nati numerosi articoli e sono culminati nella sua prima pubblicazione “Gli anelli mancanti”.Il sito di riferimento è Gli anelli mancanti
La danza delle marionette – L. Buggio
Angus cammina nella notte. Angus è forte oltre ogni immaginazione, non si ammala mai, non invecchia, è pervaso da un fascino ultraterreno. E non è solo. I giochi di potere tra le varie fazioni dei suoi simili che si spartiscono il controllo della metropoli, rischiano di mettere in pericolo ciò che è il motivo della sua esistenza: i suoi protetti, i dimenticati, gli abbandonati, i bambini vittima di abusi e maltrattamenti. Nonchè la sua Principessa, Kerri, colei che accompagna Angus nella sua missione e ne condivide lo scopo, senza conoscere fino in fondo la natura di Angus.
Questo è un romanzo di vampiri. E’ innegabile. Ma chiuderlo in questa definizione sarebbe fargli un grave torto. Tratta di vampiri, è vero, ma non solo. Questo romanzo, dal taglio cinematografico e dalla narrazione diretta, racconta una storia complessa, mai banale, ricca di colpi di scena, di azione e di sentimenti profondi.
Con tratti rapidi e precisi l’autore ci accompagna nei sobborghi di una non ben precisata metropoli e ci porta in un mondo di solitudini, di freddo calcolo e bieco interesse, ma ci disegna anche angoli di piccola gioia, di conforto, di luce e speranza.
Angus e Kerri danzano in questo spettacolo come marionette, così come i simili di Angus, senza comprendere mai fino in fondo chi è a tenere i fili, chi è effettivamente mente e chi pedina in questo gioco perverso.
“La danza delle marionette” è effettivamente un romanzo di vampiri, ma più che altro è un romanzo che parla d’Amore e di Vita.
L’amore di Angus per i suoi protetti, l’amore di Kerri per Angus, intrappolato in una condizione di non esistenza, l’amore per i propri diletti e passatempi di coloro che si sono posti a leader dei clan vampirici, che non esitano ad annientare simili e mortali per il loro mero compiacimento.
La vita che pervade i giovani prigionieri delle loro esistenze, la vita che è in Angus in quanto capace di provare sentimenti nobili, la vita che non è più nei carnefici e nelle creature spietate che lo circondano e cercano di annientarlo.
Questo mondo e questi personaggi, così vividi e reali, opera di esordio di Luca Buggio del quale abbiamo parlato qui, a nostro avviso meritano di essere conosciuti e apprezzati, per godere delle sensazioni forti che sono in grado di suscitare, dalla suspense delle scene d’azione alle lacrime di commozione delle ultime, delicate pagine.