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Sotto scacco – C. Pintus
Un amore nato nell’infanzia e contrastato dai rispettivi genitori, visto con gli occhi di Aziz, giovane egiziano innamorato della figlia di una ambasciatore, Federica. La differenza di status e le aspettative dei genitori li portano lontano, ma continueranno ad amarsi, finchè non si incontreranno di nuovo e lotteranno per stare insieme.
Il romanzo di esordio della giovane Claudia Pintus, Sotto scacco, vuole rivolgersi ad un pubblico adolescente, facendo leva su una semplicità contenutistica e stilistica piuttosto evidente. In generale è risultata una lettura piacevole e poco impegnativa, anche se la poca esperienza dell’autrice traspare in tanti piccoli dettagli stilistici come in diversi passaggi nello sviluppo della trama.
La storia di per sè non è particolarmente originale, e l’intreccio piuttosto scarno non fa che accentuare questa caratteristica. In particolare, in più occasioni si passa da una fase all’altra della trama con conseguenze dettate, spesso e volentieri, dal caso e dalla fortuna, andando oltre la consequenzialità logica e diventando un po’ irritante per il lettore. Questo, unito alle caratteristiche piuttosto stereotipate dei protagonisti (di Federica sappiamo solo che è l’oggetto dell’amore di Aziz, senza avere mai occasione di capire il perchè di questo amore, mentre lo stesso Aziz vive e pensa esclusivamente in funzione del ricordo dell’amata e poi di Federica stessa) ed i relativi dialoghi, rendono il romanzo piuttosto ingenuo.
E’ da rimarcare il coraggio della scelta di identificare con un personaggio maschile (ed egiziano) il protagonista e voce narrante, ed in generale si può dire che il modo di esprimersi e di pensare di Aziz sia abbastanza verosimile, ma la scarsa tridimensionalità del personaggio ed il limitato raggio d’azione dell’intreccio hanno fatto sì che le occasioni di incongruenza risultino piuttosto limitate.
E’ possibile notare comunque la capacità narrativa dell’autrice, sebbene ancora acerba, sulla quale lavorare intensamente nell’ottica della maturazione degli intrecci e nell’elaborazione dei personaggi, per arrivare ben presto alla realizzazione di un’opera più completa e godibile.
Tags: claudia pintus, la riflessione editore, romanzo d’amore
22 Gennaio 2012 at 15:35
Ho letto questo libricino tutto d’un fiato. Mi ha ricordato il mio modo d’essere adolescente. Ero goffo e innamorato dell’Amore. Anche imbranato con le ragazze. Troppo spesso. La storia, molto semplice e con una trama abbastanza comune, è scritta con uno stile deciso. Mi è sembrato di guardare un film, più che di leggere un libro. Destinato ad un pubblico giovane, senza dubbio, solo parzialmente apprezzabile da lettori più maturi. Il personaggio di Federica è offuscato da quello di Samia…e qui mi chiedo perché scriviate che non c’è mai l’occasione di capire IL PERCHÉ DI QUESTO AMORE. Ma l’amore deve avere un perché?? Non è un sentimento che proviamo con assoluta spontaneità e che ci porta ad amare una persona così com’è, anche se magari attorno a noi ci sono milioni di altre persone potenzialmente molto migliori di quella a cui noi diamo il cuore?
Termino con un piccolo appunto: mi sarebbe piaciuto che Aziz venisse approfondito anche di più.
22 Gennaio 2012 at 16:33
Ciao Michele, grazie per il tuo commento!
Crediamo di capire il tuo punto di vista secondo il quale l’amore non necesssariamente deve avere un perché, quello che volevamo intendere nella recensione è che il personaggio di Federica è rappresentato come una bella ragazza (bella inteso nel senso più classico del termine) dal carattere impulsivo (con accenti abbastanza prevedibili). Non abbiamo alcuna indicazione di spessore sulla personalità della ragazza, sul temperamento, sulle sue speranze, i suoi sogni. E’ la classica bellezza angelicata del romanzo cortese, amabile in quanto bella e tanto basta. Di conseguenza, è molto difficile che il lettore si affezioni a lei e quindi trovi buone ragioni per condividere l’amore di Aziz nei suoi confronti, e quindi trovarsi davvero coinvolto nella storia.
Spero che la nostra posizione sia più chiara
22 Gennaio 2012 at 20:02
Certo, anche io amo i personaggi molto approfonditi. Samia in questo batte senza dubbio Federica. Infatti parteggiavo per lei, almeno fino al colpo di scena.;-)
22 Gennaio 2012 at 21:02
Non è tanto una questione di approfondimento, è una questione di definizione del personaggio. A volte bastano pochi tratti (mostrare alcune scene significative, costruire dei dialoghi originali per esempio) per lasciar comprendere l’interiorità del personaggio e farlo diventare attore, persona reale.
23 Gennaio 2012 at 20:20
Ringrazio Annessi & Connessi per la recensione, motivo di riflessione per me circa alcuni dettagli.
Tengo a precisare, senza comunque voler polemizzare sul gusto personale di ciascuno, che il personaggio di Federica è visto solo e soltanto con gli occhi di Aziz. Perciò è bella, non perché lo sia “oggettivamente” (ammesso e non concesso che la bellezza sia un fattore oggettivo), ma solo nella misura in cui Aziz la ritiene tale, filtrata dal sentimento che prova per lei.
Infine, questo libro è semplicemente un inno ai sentimenti e alla loro forza, una storia giovanile che non ha pretese di estremo realismo. Un sogno, se vogliamo, una favola. Abbiamo bisogno ancora anche di questo: sognare.
23 Gennaio 2012 at 22:08
Grazie Claudia per l’intervento