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Annessi & Connessi
Per noi, i libri sono una faccenda personale. Benvenuto!
Postato da Legione il 17 Maggio 2015

http://annessieconnessi.net/una-notte-di-ordinaria-follia-a-filisdeo/

Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]

 

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La geometria del vento – R. Malavasi

Postato da Legione il 5 Maggio 2014

http://annessieconnessi.net/la-geometria-del-vento-r-malavasi/

Cos’hanno a che spartire le controverse ricerche antropologiche di un illustre e bizzarro personaggio dell’Ottocento con uno studio di un laureando del giorno d’oggi sulle prestazioni sportive, in particolare dei velocisti?
Se lo chiede il giovane Carl, dopo aver scoperto di essere un discendente del controverso Cesare Lombroso, studioso che sul finire del 1800 inanellò una serie di indagini empiriche volte, tra l’altro, all’individuazione di caratteristiche fisiche in correlazione alle attitudini delinquenziali e deviate. La scoperta di alcune particolari asserzioni dello studioso fanno sì che Carl inizi un’approfondita indagine per includere alcuni punti di vista all’interno della sua tesi di laurea. Ma questa indagine, in apparenza del tutto accademica e inoffensiva, ben presto si rivelerà, a sue spese, irta di insidie e di doppigiochi.

Questo romanzo di Raffaele Malavasi, La geometria del vento, è un bel giallo appassionante e molto ben costruito, che si articola attorno alla figura notoriamente controversa di Lombroso e che indaga in modo approfondito la sua produzione, mettendo a fuoco alcuni aspetti ed alcune intuizioni particolarmente affascinanti.
In questo romanzo, realtà storica e fantasia si intrecciano così bene e così strettamente che ben presto è inevitabile chiedersi dove finisca una e dove cominci l’altra: le argomentzioni sono tutte altamente credibili e così ben documentate e intriganti che possono essere prese tranquillamente come vere (anche quando non lo sono).
I personaggi sono ben delineati e tutti piacevolmente vividi: in alcuni casi, come per il personaggio di Carl, il risultato scorre liscio senza intoppi, in talaltri, come per il personaggio di Giulio, si vede lo sforzo espressivo dell’autore nella definizione di un linguaggio che lo caratterizzi in relazione al suo passato, comunque con buoni risultati.
Anche la descrizione dei vari ambienti, in particolare l’Accademia delle Scienze e il Museo Lombroso, entrambi di Torino, è estremamente efficace e risulta semplice immedesimarsi nell’azione, scatenando inevitabili moti di entusiasmo in chi ha avuto esperienza diretta di quei luoghi (come noi ;-) ).

Se la realizzazione di un romanzo giallo costituisce una sfida intrinseca in più, visto che per l’autore non si tratta solo di riuscire ad esprimere la sua storia al meglio delle sue possibilità ma anche costruire una trama sufficientemente misteriosa ed appassionante, seminando indizi con le giuste tempistiche ed alternando punti di climax a fasi di elaborazione delle informazioni e di minore tensione; l’autore ha portato efficacemente a termine tutta la sfida, e con onore. La geometria del vento è un piacevolissimo romanzo giallo, intelligente, mai banale, ottimamente costruito e eccezionalmente ben documentato. Lettura molto consigliata.

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Scheda: La geometria del vento – R. Malavasi

Postato da A&C Staff il 15 Aprile 2014

http://annessieconnessi.net/scheda-la-geometria-del-vento-r-malavasi/

Esiste il segreto del successo del velocista, la parte del corpo dell’atleta che permette di ottenere prestazioni vincenti? 
Questo interrogativo segna sorti e vicende della famiglia Carrara da oltre un secolo: Carl, laureando in biologia, suo nonno Giulio, già partigiano, e il loro avo dell’Ottocento, il famigerato studioso di antropologia criminale Cesare Lombroso. 
Durante gli studi per la sua tesi, Carl si imbatte nelle tracce di un testo che potrebbe fornire a quella domanda una clamorosa risposta; ma esso sembra essere stato occultato per cause non chiare. Si getta quindi alla ricerca del manoscritto, trovandosi presto a dover fronteggiare l’ingombrante passato della sua famiglia e a dover sfuggire a chi, risvegliandosi da un lungo letargo, vuole a tutti i costi mettere le mani su quell’antica scoperta.
La vicenda si snoda tra Parma e Torino, tra campi di atletica e biblioteche polverose; qui si intrecciano avventura, mistero, formazione, anelito verso grandi ideali, impietosa manifestazione dell’umana debolezza ed esercizio senza scrupoli del potere: dietro lo scenario del mondo dell’atletica si affacciano prepotenti i fantasmi del razzismo, della guerra fredda e del doping.

l’autore

Raffaele Malavasi, 45 anni, libero professionista genovese, con “La geometria del vento” esordisce nella narrativa.

Una giornata lunga un giorno – G. Giancavallo Scrafoglia

Postato da Legione il 18 Gennaio 2014

http://annessieconnessi.net/una-giornata-lunga-un-giorno-g-giancavallo-scrafoglia/

La morte violenta di una anziana donna segna l’inizio di una lunga giornata per Giuseppe Giancavallo Scrafoglia, uomo di mezza età single e disoccupato, che lo vedrà dapprima oggetto di indagine da parte della polizia e poi oggetto dell’interesse di una giovane e avvenente ragazza, fino all’imprevedibile conclusione della vicenda con la fine del giorno.

Il romanzo breve Una giornata lunga un giorno di Luca Sciarma, che ha ceduto il suo nome come autore a favore di quello del suo personaggio, può essere valutato secondo due punti di vista distinti: la trama e l’escursus filosofico introspettivo. Se per il secondo aspetto non è possibile eccepire nulla, in quanto proprietà di linguaggio e gli occasionali accenti di ironia, il primo è decisamente spoglio e povero.
La trama poco incisiva e di non particolare interesse si trascina attraverso la verbosità delle elucubrazioni introspettive, che allungano la narrazione oltre misura, diluendola e privandola di qualunque mordente. Il risultato è quindi un racconto fine a sè stesso, caratterizzato da questa ricercatezza verbale che lo assimila alla poesia ma che nulla ha a che vedere con la struttura del racconto, che non lo valorizza e del quale non evidenzia uno sviluppo del personaggio, un percorso di crescita, un’evoluzione o un cambiamento.
Il tutto si estrinseca nel finale, che risulta sconvolgente per il protagonista, ma il lettore, che non è riuscito ad immedesimarsi nella storia a causa della diluizione della trama, lo affronta con il più tiepido del trasporto.
Anche a causa di questa strenua ricercatezza lessicale, i dialoghi risultano inverosimili, e se in alcuni punti si può individuare un apprezzabile moto di spirito, nella maggior parte dei casi si è di fronte a soliloqui inconcludenti tra i personaggi, che parlano con la stessa voce e che poco apportano alla trama.
Nel complesso quindi il racconto è un buon esempio di opera altamente introspettiva e filosofica ma alquanto poco appagante dal punto di vista della trama.

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Scheda: Una giornata lunga un giorno – G. Giancavallo Scrafoglia

Postato da A&C Staff il 31 Dicembre 2013

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Un evento esterno, la morte di una anziana signora, coinvolge la sfera privata di un signorino di mezza età, lo chiama in causa come testimone nella ricerca della verità. Parte da qui lo spunto investigativo che proseguirà su due livelli narrativi sovrapposti: da un lato il confronto col commissario che tenta di dare un ordine esterno agli eventi; dall’altro la riflessione più profonda e matura che interessa invece il personaggio principale. Indagando sul caso, il protagonista si trova ad affrontare ricordi e reminiscenze, riflessioni sulla propria identità, sul senso della solitudine, in una ricerca di ordine e di senso che porta il lettore a scandagliare un mondo del tutto psicologico e onirico, quello della sua interiorità, fatta di contraddizioni e fragilità descritte con l’ironica consapevolezza dei propri limiti e delle proprie manie.
In particolare, la morte della signora attraversa il racconto suggestionando il lettore, portandolo alla riflessione sulla minaccia della non-vita, su tutto ciò che nella società civile e umana può perire irreversibilmente; inoltre, il confronto del signor Scafroglia con Giuditta, sposta l’attenzione sulla dicotomia “raziocinio-istinto”, “giustizia-ingiustizia”, lasciando al lettore il ruolo di giudice.

l’autore

Mi chiamo Luca Sciarma ed abito a Perugia. Ho 44 anni, una maturità commerciale ed una formazione universitaria in Agraria. Piuttosto che coltivarli – gli ortaggi -, ho preferito cucinare quello che viene dal campo, ecco per cui ora faccio il cuoco.

Ho incontrato la scrittura una sera a cena dopo aver bevuto una Coca-Cola. Non so quanto c’era di Cola, ma è stata così stimolante che ho passato alcune ore notturne disteso su un foglio di carta con in mano una penna. Lì ho concepito la bozza del racconto per intero, la stesura complessiva è stata abbastanza lineare nel tempo, senza eccessivi ripensamenti. Il racconto è in parte autobiografico e questo lo ritengo normale dato che si parte sempre da un punto, che è il proprio. Per il resto la storia è puramente inventata… ma questo si capisce.

Ultimamente mi sto dilettando a scrivere brevi testi in rima per ragazzi. Con uno di questi sono arrivato in finale in un concorso nazionale.

L’umore del caffè – M. Miele

Postato da Legione il 19 Aprile 2012

Il Nero torna al suo paese natìo, Ginepre, reduce dalle batoste della vita ricevute in quel di Roma. Lì prende gestione del locale commissariato e ben presto si trova a dover riaprire il caso dell’omicidio di quattro ragazzi suoi coetanei e amici brutalmente uccisi vent’anni prima durante una festa sulla spiaggia per il quale non fu mai trovato un colpevole. Tra piatti di pesce in compagnia, ricordi di gioventù e indagini a volte con mezzi un po’ amatoriali, il Nero e i suoi amici riusciranno a far chiarezza su un mistero che ha attraversato la loro gioventù, il loro piccolo paese e le loro vite.

L’umore del caffè è il romanzo di esordio del toscano Marco Miele, un giallo leggero, ironico, molto influenzato dall’ambiente in cui si svolge la vicenda che è poi la terra dello stesso autore, che riesce a trasmettere in modo a nostro parere efficace quella certa aura scanzonata tipica dei toscani.
La struttura della trama è piuttosto ben pensata, la tempistica degli eventi è ben calibrata ed il grado di mistero viene dosato con efficacia lungo tutto il romanzo, mantenendo viva l’attenzione del lettore. I personaggi sono vari e tridimensionali, piacevoli nelle loro caratteristiche peculiari, si descrivono efficacemente da soli, con le loro stesse parole e le piccole manie. Particolarmente ben riusciti sono gli amici stretti del Nero, in entrambe le versioni giovani e mature, mentre i personaggi a corollario, come i colleghi del protagonista ed alcuni elementi più a margine, sono molto meno definiti e quindi risultano incolori accanto agli altri.
La pecca fondamentale di quest’opera è la completa mancanza di editing, del quale avrebbe molto bisogno per correggere in particolare la punteggiatura, del tutto arbitraria.
Anche la costruzione dei periodi spesso è farraginosa e il ricorso al regionalismo in alcuni passaggi è talmente marcato che risulta quasi impossibile capire l’effettiva dinamica senza rileggere almeno un paio di volte la porzione di testo. Il tratto più importante dell’apertura del romanzo, la descrizione dell’aggressione dei quattro ragazzi, è così confusa e senza pathos che rischia di non catturare adeguatamente l’attenzione del lettore.
L’umore del caffè è senz’altro un buon tentativo per questo scrittore alla prima fatica, che dimostra un potenziale grezzo ma concreto, che con un po’ di cura maggiore e magari l’aiuto di un lettore professionista potrebbe esprimersi al meglio, con buona soddisfazione per autore e lettori.

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Scheda: L’umore del caffè – M. Miele

Postato da A&C Staff il 8 Aprile 2012

“Il Nero”, nuovo capo della Polizia, torna a Ginepre, il paese toscano dove è cresciuto, dopo anni passati nella capitale. Ritroverà i vecchi luoghi, gli amici e le ferite aperte vent’anni prima dal caso maledetto, mai risolto, di quattro ragazzi uccisi dopo una festa sulla spiaggia. Le indagini si erano fermate in un vicolo cieco, la gente faceva ipotesi e supposizioni ma il fatto sembra ancora troppo grande per quel paesino a metà strada tra il mare e la campagna della Maremma.
Tra i flashback del periodo della scuola e i nuovi risvolti delle indagini scopriamo qualcosa di più sull’amore e sugli umori che lo circondano, sull’amicizia e sull’odio. E soprattutto scopriamo che a volte sono solo gli equivoci e le casualità che provocano e spiegano gli eventi.

l’autore
Marco Miele nasce a Piombino nel 1963 e dopo un’infanzia brillante e un’adolescenza… da adolescente, ottiene, non senza fatica la maturità scientifica, poi, con grande facilità, riesce a non laurearsi. Passa qualche anno a chiedersi cosa farà da grande e intanto si cimenta nei più svariati lavori: dal “caricatore di pesce” allo “stivatore di navi”, dal consulente finanziario al bigliettaio in discoteca. Si appassiona alla cucina che interpreta anche come luogo di comunione e aggregazione. Trova l’amore, si sposa e ha tre figli. Credeva d aver trovato la sua strada al Porto di Piombino dove da vent’anni è marinaio dei Piloti… a adesso si è messo in testa di fare lo scrittore. Questo è solo il primo dei suoi romanzi.

Ali e corazza – D. Trovato

Postato da Legione il 24 Novembre 2011

Angela è una donna affascinante, misteriosa e bellissima. Quel tipo di ragazza unica, che attrae l’attenzione degli uomini e le invidie delle donne. Angela è ben conscia dell’effetto che suscita, Angela è chiacchierata, desiderata, eppure mai amata veramente. Angela è un trasessuale, risultato di un lungo e difficile dibattito interiore, una guerra tra il suo bisogno di definizione e lo sguardo esterno, inflessibile, freddo, ostile, specie di coloro che le stanno più vicini.
Angela ai troverà suo malgrado in mezzo ad un fattaccio, e sarà costretta a nascondersi da chi la sta cercando, forse sottovalutando fino all’ultimo quanto in realtà fosse in pericolo.

Ali e corazza, primo romanzo di Daniele Trovato, è senza dubbio un libro che cattura e fa riflettere. Da manuale, oseremmo dire, la caratterizzazione di Angela, protagonista indiscussa di questa storia. Un personaggio difficile, e per sua natura estremamente complesso, reso invece ottimamente grazie alla capacità narrativa dell’autore, che ha saputo mescolare i fatti presenti con il passato della protagonista, giustificandone quindi con efficacia i comportamenti.
Credibili i dialoghi, semplice la trama, il personaggio di Angela emerge in tutta la sua forza e fragilità, ricca di sfumature e dettagli che la rendono realistica e verosimile, diventando impossibile non immedesimarsi.
I personaggi secondari sono piccoli cameo, costruiti con abilità e funzionali alla storia, ma non per questo relegati a semplici comparse: hanno una voce, un viso, un corpo; sebbene talvolta solo tratteggiati, hanno peso e spessore.
L’unica pecca a questo romanzo così godibile secondo noi è il finale, che per quanto sensato nella funzionalità della trama costituisce un po’ la “soluzione semplice”, lasciando una certa amarezza nel lettore.
Insomma, ci sentiamo di consigliare la lettura di questo bel romanzo a tutti coloro che cercano un’esperienza particolare, diversa dal solito, un romanzo costruito con maestria e cura, che si farà ricordare con affetto.

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Scheda: Ali e corazza – D. Trovato

Postato da A&C Staff il 8 Novembre 2011

Angela Greganti è una transessuale elegante e di fascino. Una sera, partecipando a una festa che raduna il jet-set televisivo e istituzionale, assiste alla violenza compiuta da un importante uomo politico ai danni di una ragazza. L’impulsiva reazione di Angela, con le inevitabili conseguenze, porta a una fuga che si trasforma anche in un viaggio interiore.
Un ritratto, impietosamente realistico, della società contemporanea, in cui si mescolano “alto e basso bordo”, per scoprirsi fra loro non molto diversi e niente affatto distanti. E una protagonista ritratta con forza e sensibilità, nella quale il lettore finirà per trovare inevitabilmente una forse inaspettata immedesimazione.

Si può leggere il primo capitolo al seguente link:

l’autore

NOTA: Daniele Trovato (1976) è nato e vive a Roma. Attore di teatro amatoriale e blogger, oltre che sistemista e progettista informatico, è al suo romanzo d’esordio.