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Annessi & Connessi
Per noi, i libri sono una faccenda personale. Benvenuto!
Postato da Legione il 17 Maggio 2015

http://annessieconnessi.net/una-notte-di-ordinaria-follia-a-filisdeo/

Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]

 

Il cavallino bianco – E. Goudge

Postato da Legione il 28 Luglio 2009

Come avevamo preannunciato qui, dopo aver visto il film Moonacre, I misteri dell’ultima luna, siamo riusciti finalmente a leggere il romanzo dal quale è stato tratto.
La copertina del libro risulta ristampata e ridisegnata per l’occasione, modificandone inoltre il titolo per farlo meglio associare al film, con tanto di fascettina pubblicitaria sulla sovraccoperta e locandina.
Ok.
Peccato che alla lettura saltino agli occhi tali e tante discrepanze da risultare praticamente due storie diverse. Solo i personaggi sono nominalmente gli stessi, e nemmeno tutti, le descrizioni di ciascuno sono travisate, anche nei semplici stati d’animo e peculiarità caratteriali. La stessa trama è cosa altra rispetto al romanzo, inventando e creando cose, vertendo su dettagli infinitesimali e tralasciando ampie argomentazioni.
Non si può certo sospettare che chi ha amato in verde età questo romanzo (scritto nel 1946 e dal quale traspare con evidenza l’allegoria della guerra e la ricerca spasmodica di felicità, tranquillità e pace) si sia ritrovato soddisfatto dopo aver guardato il film. Anzi, ci pare di sentire l’unanime voce: “Scusate, ma che libro avete letto?”.
Preso da solo, Moonacre può essere considerato, come dicevamo, una gradevole visione; alla luce del romanzo originale, che quindi ha indubbiamente più diritto di riconoscimento che non l’opera più recente, il film, lo script, il casting risultano brillanti per la loro inappropriatezza.
Parlando esclusivamente del romanzo, “Il cavallino bianco” è una favola d’altri tempi, dove l’atto di più abominevole violenza è l’abigeato e riempirsi lo stomaco il più ed il meglio possibile è l’obbiettivo fondamentale di ciascun essere vivente.
A tratti stucchevole per il suo ribattere sul tema della felicità, questo romanzo può essere certamente consigliato ad un pubblico molto molto giovane, non oltre i 12 anni, perché solo a quell’età è possibile soprassedere sulla prevedibilità ed i cliché, abbandonandosi ad una storia “buona”, che lascia un sapore di zucchero sulla lingua quando si chiude il libro e si va a dormire.

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