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Annessi & Connessi
Per noi, i libri sono una faccenda personale. Benvenuto!
Postato da Legione il 17 Maggio 2015

http://annessieconnessi.net/una-notte-di-ordinaria-follia-a-filisdeo/

Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]

 

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Un grido fino al cielo – A. Rice

Postato da Legione il 21 Luglio 2009

Chi pensa di prendere indifferentemente un libro qualunque della Rice e di trovarvi dentro un vampiro, questa volta sbaglia di grosso. Non possiamo dire di conoscere approfonditamente e esaustivamente tutto il suo repertorio, ma per ora questo è il primo romanzo che ci capita di aprire e nel quale non troviamo alcun riferimento al mondo vampirico e affine.
Siamo rimasti piacevolmente stupiti da questa assenza, che comunque non si fa rimpiangere.
La Rice, come ci ha già abituati, ci parla in modo ricercato e barocco (nonchè ben documentato) dell’Italia del 1800, di musica e della vita tormentata e ricca di contrasti che avvolgeva l’immagine di quelle strane ed intriganti creature che erano i castrati.
Sottoposti al coltello alle più svariate età, addestrati ad essere perfette voci angeliche, duttili e flessibili ben di più di qualunque voce naturale terrestre, anche quella femminile. Con la crescita, che risultava poi modificata ed innaturale a causa dell’operazione, la voce poteva anche perdersi e guastarsi: in quel caso il ragazzo tagliato diventava un essere senza speranza e senza futuro, precluso al matrimonio ed a tutti gli ordini religiosi, diseredato dalle famiglie in quanto impossibilitato a procreare, inutile dal punto di vista della carriera lavorativa, vista la debolezza fisica, la costituzione esile e il mancato addestramento a qualunque attività diversa dall’apprendimento della musica.
In questo contesto si inserisce la storia di due giovani, Guido e Tonio, che hanno fatto dell’amore per la musica l’unica ragione di vita e la molla, poi, per far vivere un affetto profondo anche tra loro.
Un romanzo indiscutibilmente crudo e toccante, che tratta argomenti che non sono molto frequenti sebbene affascinanti.
Un inno all’amore, inteso come motore di ogni azione buona dell’uomo, in grado di dare giustizia anche a coloro che sentono di non avere più un futuro ed un motivo per esistere.

Cronache del Mondo Emerso – Nihal della Terra del Vento

Postato da Legione il 14 Luglio 2009


Autore: Licia Troisi

Trama: il Mondo Emerso è sotto una grave minaccia. Il Tiranno, potente mago, utilizza il proprio potere e il proprio esercito per distruggere tutti i popoli che vivono attorno a lui. Nihal è una giovane mezzelfa sopravvissuta alla strage del proprio popolo. È l’ultima della sua razza. Forse è l’unica speranza per le Terre Libere.

Prendere in mano questo libro dopo aver letto almeno altri quindici titoli fantasy, tra cui The Lord of the Ring, è un po’ sconcertante. Un po’ perché l’autrice è italiana, cosa abbastanza strana nel panorama contemporaneo del genere, un po’ perché è da qualche tempo che sono convinto che dopo l’opera di Tolkien non sia stato scritto poi questo granché. Eppure, memore delle emozioni che il fumetto mi ha suscitato, decido di dare lo stesso una speranza all’opera della Troisi. Non c’è che dire: questo primo volume delude pienamente ogni speranza.
mappa_mondo_emerso Anche se nell’edizione che ho letto non è presente una mappa, ho avuto modo di vederla in libreria nel tomo contenente tutta la trilogia (ma chi se lo compra? Pesa un quintale, troppo scomodo…) e non ho potuto non sospirare deluso: la mappa delle Terre Emerse è uguale a quella della Terra di Mezzo. Così com’è uguale a quella di ogni altro mondo fantasy. Ma cristo, è così difficile immaginarsi un mondo che abbia la forma delle terre attorno al mar Mediterraneo, per dire? Evidentemente si. Ma non diamo un peso eccessivo a questa -in fondo- sciocchezza e dedichiamoci alla lettura.mappa_terra_di_mezzo Dio mio.
Lo stile della Troisi, bisogna ammetterlo, è molto leggero e scorrevole. Nonostante qualche scelta grammaticale decisamente dubbia nei primi capitoli, si lascia leggere facilmente. Un linguaggio moderno, molto efficace a trasmettere nell’immediato le immagini che l’autrice ha in mente. Ma forse proprio qui sta la debolezza di Licia Troisi: lo stile è troppo leggero, troppo moderno. Non è capace di coinvolgere chi sia anche solo leggermente avvezzo al genere fantasy e manca di quel mordente che possiamo trovare nei titoli -assolutamente non più originali della Licia, per carità- di autori come Terry Brooks. Inoltre la trama è portata avanti con tante di quelle lacune che, a voler fare associazione di idee, non possiamo non pensare all’Emmentaler. Sebbene migliori vero la fine, questo primo volume è un’accozzaglia di già letto semplicistico, raccontato abbastanza male e assolutamente poco coinvolgente. Senza contare che certe frasi che dovrebbero risuonare epiche lasciano invece un’impressione di copia&incolla da chissà quale altro tomo degli anni ‘60.
Se non altro, il crescendo stilistico degli ultimi capitoli -che non sembrano scritti dalla stessa persona, nonostante siano ancora decisamente carenti soprattutto sul lato della coerenza- fa presagire qualcosa di buono per gli altri due volumi della serie.
E si che li leggerò, perché la letteratura per tutti non ha mai fatto male a nessuno. Eppoi voglio vedere se la letteratura fantasy italiana ha toccato il fondo o può ancora scavare.

qualcuno ha fanno una stroncatura di gran lunga più precisa della mia. merita.

Recensione scritta da: RM

Il giardino delle vergini suicide – diretto da S. Coppola

Postato da Legione il 10 Luglio 2009

Avevamo questo film nella lista di quelli da vedere da molto tempo. Siamo stati incuriositi da questo titolo per diverse ragioni. Prima tra tutte il fatto che la regista sia cotanta figlia d’arte e che certamente il suo primo film abbia attirato molta attenzione da parte del pubblico.
Secondariamente, sono stati i nomi di alcuni degli attori principali, notissimi, ad attrarci: James Woods nella parte del signor Lisbon, marito di una angosciante Kathleen Turner, (paradigma dell’asserzione artistica “Non ci sono piccole parti ma solo piccoli attori”: la parte della madre Lisbon è molto molto piccola, ma è su di essa che si impernia l’intera vicenda. L’interpretazione è risultata magistrale), Kristen Dunst nella parte di Lux, una delle sorelle fulcro della storia e un semisconosciuto Josh Hartnett nella parte del rubacuori scolastico di turno.
Il film non ha deluso le aspettative. E’ stato tratto da un romanzo di Eugenides Jeffrey del quale avevamo già sentito parlare abbastanza bene in termini piuttosto particolari.
Infatti, il film come nella narrazione del romanzo, si incentra, sì, sull’ultimo anno di vita delle cinque sorelle Lisbon, ma sempre e solo attraverso gli occhi di chi le ha conosciute, incrociando anche solo per qualche ora le loro esistenze. E’ un espediente narrativo decisamente particolare, che ben si attaglia al tema trattato: queste cinque giovanissime donne, tutte bellissime e solari, di fatto tenute sotto la campana di vetro di una madre accentratrice e di un padre perfettamente passivo.
Un gruppetto di ragazzi vicini di casa narra le loro vite in declino come in un reportage, per il quale raccolgono informazioni ed indizi in maniera quasi maniacale, asserendo continuamente quanto quelle cinque ragazze abbiano segnato la loro vita per sempre.
“Il giardino delle vergini suicide” è senza dubbio un film drammatico, ma distaccato, che espone i fatti in ordine cronologico, analizzandoli e cercando di trovare il motivo effettivo per quegli insani gesti che alla fine tutte e cinque compiono. E fa riflettere su come questa storia sia verosimile, su come è possibile che il male di vivere si celi anche dietro il sorriso più dolce di una fanciulla nel fiore della giovinezza.

Moonacre, i segreti dell’ultima luna – diretto da G. Csupo

Postato da Legione il 8 Luglio 2009

Abbiamo visto questo film dopo averne sentito parlare per 30 secondi nel relativo trailer, qualche mesetto fa. Veniva precisato che era il film tratto dal romanzo “che ha ispirato Harry Potter”, così, oltre ad aver messo in wishlist il libro relativo (The Little White Horse di Elizabeth Goudge, opera divenuta fondamentale per generazioni di adolescenti dalla pubblicazione nel 1946 e che ci siamo appena procurati), ci siamo impegnati a ritagliare qualche ora per vedere il film.
Ecco, se una cosa è certa, questo film, né la storia che viene narrata, ha alcunché a che vedere con Harry Potter. Ma proprio niente niente eh, al più l’unica attinenza è il genere, fantasy per ragazzi.
E questo è tutt’altro che un difetto.
Questo film, nonostante le aspettative non proprio entusiasmanti, ci è piaciuto sinceramente.
E’ una favola in costume, ma che potrebbe avere luogo in qualunque epoca. Non ha particolari caratteri innovativi, ma è fresco, scorrevole, appassionante.
Dallo stretto punto di vista cinematografico, abbiamo apprezzato moltissimo la notevole cura della fotografia, la scelta delle location, gli ambienti affascinanti, gli abiti assurdi ma al contempo perfettamente integrati nel contesto di favola: lunghissimi strascichi di velluto cremisi in abiti all’imperiale, l’”effetto principessa” è immediato (certo che vedere il suddetto strascico portato a spasso in giro per una foresta… Vabbè, è pur sempre una fiaba!).
E come ogni fiaba con profumo fantasy, non può non essere basata su un qualche tipo di allegoria. In questo caso è evidente il messaggio ecologista e ambientalista, nemmeno poi troppo celato, ma che non stona affatto e anzi permea tutta la storia di uno scopo ben preciso.
Molto buono il casting, la ragazzina che interpreta Maria (vista piccolissima ne “La guerra dei mondi”) ha un volto molto espressivo, incorniciato da una cascata di riccioli rosso naturale che è una caratteristica piuttosto inconsueta per le attrici in circolazione.
Gli altri personaggi vengono giustamente interpretati come estremi, clichè ben delineati, figure stilizzate e chiare nella storia: il principe azzurro dal cuore indurito per l’amore perduto, la principessa decaduta ancora prima di salire al trono, il cattivo cattivissimo (vestito di nero e dal nome De Noir), il ragazzo scapestrato ma dal cuore d’oro.
Per quest’ultimo, Robin, siamo rimasti deliziati dalla citazione, non sappiamo quanto volontaria, per la scelta della veste di scena: bombetta nera, trucco scuro attorno agli occhi e sguardo spiritato, zazzera disordinata e giubbotto aderente. All’apparire suo e della sua cricca, ci è venuta in mente “Arancia Meccanica” in versione dark (ed edulcorata, ovviamente).
Infine, una nota agli effetti speciali, di tutto rispetto. E la scena finale, quella della cavalcata di centinaia di bianchi destrieri (no spoiler, ci fermiamo qui)… varrebbe da sola tutto il film!
Insomma, bello, un bel film fantasy per ragazzi, senza dubbio il libro promette di essere molto migliore, ma siamo stati piacevolmente impressionati da questa piccola perla (guardate in film per capirla) che si inserisce in un contesto dove sempre più spesso la fanno da padrone i soli effetti speciali a discapito di una trama interessante.

After Dark – H. Murakami

Postato da Legione il 4 Luglio 2009


Trama: le due sorelle Mari ed Eri si muovono nella notte. Eri cerca di sfuggire alla prigione della propria coscienza in un lungo sonno profondo che dura ormai da due mesi. Mari non sopporta la condizione della sorella e fugge nell’oscurità della notte. Le loro storie si intrecciano con un osservatore obiettivo, con un jazzista che vuole fare il giudice, con l’amministratore di un love hotel.

Dopo tanti titoli, un po’ dovremmo essere abituati allo stile di Murakami. Eppure com’è che ogni volta in un modo o nell’altro qualcosa di lui ci sorprende? A differenza degli ultimi titoli, After Dark è una storia quasi breve, che se raccolta in un economica non dovrebbe superare le 100 pagine. Nell’arco di una sola notte, Murakami viaggia da un angolo all’altro della città, da una parte e dall’altra della linea che separa luce e ombra, linea su cui l’autore pare posizionare la condizione dell’uomo. Maneggiando a suo completo piacimento il tempo della storia e il tempo del racconto, Murakami confonde i nostri sensi, ci trasporta nella dimensione temporale tutta particolare della notte, una dimensione in cui il tempo non ha senso e tutto viaggia un po’ per conto suo. Dal padre di famiglia che in preda ad un raptus malmena una prostituta cinese alla giovane di Osaka che fugge da un’ombra che la perseguita giorno e notte, le storie dei personaggi di After Dark si intrecciano quasi senza uno scopo, eppure ognuno lascia negli altri -e nel lettore- un qualcosa della propria esperienza, medaglia gloriosa o macchia infedele che sia. Alla fine sorge il sole: che ne è dei personaggi non ci è dato sapere. Mari troverà l’affetto per la sorella? Eri riuscirà a svegliarsi dal suo sonno? Prima che la notte riprenda ad inseguirci c’è ancora tempo.

Recensione scritta da RM

Lasciami entrare – diretto da T. Alfredson

Postato da Legione il 3 Luglio 2009

Come avevamo preannunciato tempo fa qui, abbiamo finalmente visto il film tratto dal romanzo di Linqvist omonimo, “Lasciami entrare”.
Come avevamo già accennato per il libro, che ci era piaciuto molto, anche in questo caso l’influenza dello stile nordico si fa sentire non poco. Indubbiamente questo film non si può certo dire che sia ricco di mordente e dal ritmo incalzante, anzi.
Abbiamo trovato molto ben sviluppato il personaggio di Eli, la scelta dell’attrice è stata calzante, per contro abbiamo trovato una perdita di spessore di praticamente tutti i personaggi, principali e secondari, una semplificazione estrema di una storia che possedeva certamente un intreccio interessante.
Ci siamo domandati anche che tipo di idea uno spettatore è in grado di farsi assistendo solo alla visione del film, senza aver letto il libro in precedenza e quindi senza conoscere gli effettivi sviluppi della storia. A nostro avviso, questo film costituisce esattamente una riduzione del romanzo, nel senso letterale del termine, una specie di Bignami che alla fine lascia poco allo spettatore, al contrario di come invece fa l’opera originale.
Non viene spiegato per nulla chi sia effettivamente Eli, viene lanciato il sasso (nella scena clou a casa di Oskar, che è stata modificata e semplificata anch’essa) e ritirata la mano; non assume alcun tipo di importanza nella profondità del personaggio di Eli la figura di Håkan, del quale sappiamo nulla (qui appare addirittura felice di fare quello che la ragazzina gli chiede!); indizi vaghi sulla vacuità della madre e del padre di Oskar; e l’elenco delle mancanze potrebbe essere ancora molto lungo.
Insomma, in sintesi questa trasposizione non ci ha particolarmente entusiasmati, se la storia potrebbe essere di vostro interesse vi consigliamo vivamente di procurarvi il libro e di scordarvi tutto il resto.

Memorie di una geisha – Doppio DVD

Postato da Legione il 2 Luglio 2009

copertina memorie di una geisha dvdAbbiamo trovato questo prezioso cofanetto per caso, al supermercato, alla più che modesta cifra di 9.90 €, insieme a moltissimi altri film in DVD in versione economica. L’abbiamo preso, leggendo il retro della confezione, semplice ed anonima quanto gli altri: un’edizione a due dischi, uno dei quali dedicato esclusivamente ai contenuti speciali. Non abbiamo creduto ai nostri occhi e l’abbiamo acquistato, felici di questo colpo di fortuna.

Abbiamo letto il libro omonimo, Memorie di una geisha di Arthur Golden, e l’abbiamo amato fino all’ultima riga della postfazione. Un libro superbamente scritto, credibile, verosimile, un dipinto di un’epoca esposto con sapienza mirabile, un romanzo che stupisce ad ogni parola, immergendo il lettore nella magia che una mano maschile ed occidentale è stata in grado di creare narrando le vicende della evanescente Sayuri, la geisha più acclamata del suo tempo.

Questo piccolo capolavoro narrativo, che si riferisce ad un’epoca e ad un’atmosfera che non esiste più nemmeno in Giappone, trova degno complemento nel film diretto da Rob Marshall che abbiamo piacevolmente rivisto in questo doppio DVD.
Impossibile negare, anche alla luce dei “behind the scenes” dei contenuti extra, che questo film sia altrettanto frutto di grande lavoro e ricerca da parte dell’intera macchina cinematografica che sta alle sue spalle.
Pregevole in ogni suo aspetto, dalla cura delle coreografie alla realizzazione di ciascun bellissimo kimono, dal training delle attrici nelle movenze e negli atteggiamenti da perfetta geisha alla realizzazione dell’intera hanamachi (il quartiere di Kyoto) dove si svolge tutta la vicenda.

Ottima scelta di quasi tutte le attrici: la Hatsumomo di Gong Li ammalia con la sua terribile ed arrogante bellezza; Mameha con il volto di Michelle Yeoh assume la sfumatura fredda e distante, imperturbabile, rinchiusa nella grande solitudine della geisha perfetta; l’unica pecca la riscontriamo in alcuni aspetti della scelta della protagonista. La Sayuri di Golden è una giovane donna vittima dello scorrere degli eventi (come dice lei stessa più volte), che trova l’unico motivo della sua esistenza grama nel cercare di avvicinarsi il più possibile all’uomo che l’ha affascinata quando era una giovane serva senza arte né parte. Una giovane donna che, in rappresentanza della categoria, appare come un’eterea, aggraziata opera d’arte in movimento, che sembra soggiacere solo a ciò che l’intrattenimento richiede, ma che in realtà brucia di frustrazione e di emozioni impetuose che mai, per nessuna ragione, potrebbe lasciar trapelare.

La Sayuri del film è stata indubbiamente scelta in modo impeccabile dal punto di vista estetico: il suo volto dalle delicatissime proporzioni risulta aggraziato e sinceramente affascinante incorniciato dalle complicate acconciature da maiko, ma nelle scene di dialogo l’abbiamo trovata piuttosto povera di mordente e di spessore caratteriale (abbiamo guardato il film in lingua originale). Il risultato è appunto una Sayuri bellissima ma con poco carattere.

In conclusione, alcune parole sui contenuti extra: se avete amato il libro ed apprezzato il film, il secondo DVD vi metterà l’acquolina in bocca, per prolungare ancora un po’ la meravigliosa sensazione di essere immersi in un mondo incantato fatto si sete, di elaborate acconciature e di autentiche armi di una seduzione che non esiste più.

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Le Cronache del Mondo Emerso: le Nuove Avventure di Nihal

Postato da Legione il 25 Giugno 2009

Trama: Nihal è una giovane mezz’elfa che guida la rivolta del popolo del Mondo Emerso contro il Tiranno, malvagio e potente mago assetato di potere. Prima della battaglia finale, Nihal si perde nei ricordi della strada che ha percorso per arrivare a diventare quel che è… l’eroina del Mondo Emerso.

Tratto dall’omonima trilogia fantasy dell’italianissima Licia Troisi, le Cronache del Mondo Emerso si propone, attraverso flashback, di raccontare alcuni dettagli della vita di Nihal che non sono stati esplorati nel libro. Da cosa vogliamo partire? Dai disegni: lo stile è un bellissimo e particolarissimo miscuglio tra lo stile americano (colori, divisione delle vignette, inquadrature) e lo stile giapponese (occhioni, volti e linee cinetiche molto espressivi). Un miscuglio ben riuscito, un vero piacere per gli occhi che trasmette al 100% le emozioni dei protagonisti di ogni singola vignetta. Nihal è resa in maniera decisamente ADORABILE così come quasi tutti gli altri personaggi, impossibili da non amare. L’albo di presenta nello stile americano, 40 pagine patinate completamente a colori. Gli habitué dei tankobon giapponesi potrebbero storcere il naso, soprattutto di fronte al prezzo, ma nonostante la scarsità di tavole la storia non risente della sintesi ed è comunque comprensibilissima. L’albo comunque è di ottima qualità, piacevole al tatto e alla vista con la splendida copertina disegnata da Paolo Barbieri che richiama appieno la Nihal delle copertine dei libri. La storia è comprensibile anche per chi non avesse letto il libro ed è estremamente godibile. Per ora è uscito un solo albo, ma per 40 pagine gli eventi si sono succeduti senza incongruenze e sono stati spiegati tutti con eccellente chiarezza. Gli elementi fantasy (ovviamente) onnipresenti sono un ottimo richiamo per tutti gli amanti del genere, anche per i più schizzinosi convinti che tutto sia iniziato e finito con The Lord of the Rings. Per il resto non saprei cosa aggiungere: sebbene sia evidente l’intento della Panini di sfruttare il successo dei libri della Troisi, non ci troviamo di fronte ad un prodotto capace di appassionare solo i fan ciechi (qualcuno ha detto Twilight?) ma anche chi, come me, non ha mai letto i libri e vuole solo leggere un bel fumetto. Inoltre, se l’intento era quello di catturare qualche fan in più per Licia Troisi… beh, ci sono riusciti appieno.

Voto: 9/10

Edito da: Panini

Recensione scritta da RM