Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]
Accabadora – M. Murgia
Maria è nata due volte. Una volta dalla sua madre naturale, che l’ha partorita per ultima in una famiglia di sole donne e senza padre, e una volta da Bonaria Urrai, una donna rimasta vedova senza essere mai stata sposata. Bonaria cresce Maria come una figlia, colmando con questa unione i reciproci vuoti dell’esistenza.
Bonaria è però anche l’accabadora del paese, l’ultima madre, la pietosa figura che mette fine alle sofferenze di chi non riesce a lasciare il mondo dei vivi.
Con un tratto delicato ma preciso, Michela Murgia racconta una storia dal sapore antico nato in terra sarda, Accabadora.
Lo stile è misurato, ogni parola selezionata con cura, pesando con attenzione i regionalismi, la struttura delle frasi, le espressioni del discorso diretto, avvicinando il lettore al territorio e all’epoca narrata. Proprio come le genti di cui tratta, l’autrice si esprime con riserbo, lasciando poco spazio agli slanci poetici, senza tralasciarli del tutto ma facendoli trasparire nella scelta delle figure retoriche e nelle similitudini.
Un romanzo sicuramente molto noto, e a buon titolo, che disegna con maestria una storia semplice ed efficace, che lascia buoni spunti di riflessione.
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Tags: edizioni einaudi, letteratura italiana, michela murgia
21 Febbraio 2013 at 01:03
Sono curioso di leggerla per paragonarla con il più grande di tutti, Atzeni