Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]
Archivio del 2013
Scheda: Penne d’aquila – S. Polimanti
Prima o poi, nella vita, arriva sempre un momento in cui ci si ferma a fare un bilancio. Un momento in cui si guarda al passato, alle esperienze fatte e non fatte, alle scelte intraprese, alle storie vissute, agli affetti, ai sogni nel cassetto. Non di rado questa riflessione coincide con un momento di buio interiore, di difficoltà, di chiusura di fronte alla vita. E’ quanto accade a Virginia, che ripercorre le tappe salienti della sua esistenza dall’infanzia all’adolescenza, sino alla maturità, attraverso un percorso tutto interiore, emotivo. Non fatti eclatanti ma episodi, ricordi, sensazioni, brividi di sentimento, frammenti di felicità, attimi di pace, schegge di dolore, baratri di disillusione che tuttavia sembrano guidare Virginia verso l’uscita dal tunnel.
Un romanzo dal tono diaristico, ora asciutto e meditativo, ora nostalgico e malinconico, che riserva al lettore una preziosa verità: il senso di questo percorso è il percorso stesso che conduce infine alla più intima comprensione, rischiarando le zone d’ombra. Nell’incontro finale tra cielo e terra, fra realtà materiale e dimensione spirituale, simboleggiato dall’aquila, si realizza la maturazione interiore della protagonista.l’autore
Susanna Polimanti è nata a Foligno(PG) nel 1956, vive attualmente a Cupra Marittima, sulla costa Adriatica. Ha frequentato il Liceo Classico Annibal Caro di Fermo e la Scuola per Interpreti-Traduttori a Bologna, conseguendo il Diploma di Laurea di Interprete-Traduttrice, suo attuale lavoro.
Eredita un background culturale dal nonno paterno scrittore e poeta dialettale e dal padre neuropsichiatra, autore di saggi e atti congressuali per la Storia della Medicina presso lo Studio Firmanum della Biblioteca Civica Romolo Spezioli di Fermo.
Scheda: Leoni e fiordalisi, due corone per un solo re – A. Chimenti
10 Agosto 1415: Re Enrico V lascia l’Inghilterra alla testa del suo esercito diretto verso le coste della Normandia, intenzionato a reclamare la corona di Francia; egli non immagina quali vicissitudini attendono i suoi uomini e le tremende sfide che dovranno affrontare in nome di Dio, del Re e di San Giorgio. Un estenuante assedio ed una sfibrante marcia forzata attraverso la Normandia e la Piccardia, distruggeranno il morale dei sopravvissuti. Ciò che un tempo fu la poderosa armata di Enrico diverrà improvvisamente l’ombra di se stessa, trovandosi ad affrontare un esercito sei volte superiore nella piana di Azincourt. Tra gli inglesi vi sono anche David ed Aaron, un falegname ed un fabbricante di archi. La guerra aveva bussato alla loro porta, cambiando per sempre le loro vite; sconvolti da eventi avversi, nemici determinati e pericoli invisibili, saranno assillati costantemente da un solo pensiero: riuscire a sopravvivere!
Un avvincente viaggio immaginario, attraverso il quale i protagonisti intrecceranno le proprie strade con quelle di personaggi storici realmente esistiti e che scrissero una delle pagine più epiche della “Guerra dei Cent’Anni”.
Scheda: Legge e libertà – A. Muni
“Tra i pregi e i punti più importanti della ricerca direi che Andrea Muni è riuscito a entrare nella logica dell’ermeneutica della Ducci, nella comprensione del suo accostarsi e rapportarsi sia ai filosofi antichi menzionati, sia a filosofi medievali come s. Tommaso e Boezio, che a filosofi moderni e contemporanei come S. Kierkegaard, M. Buber, F. Ebner e C. Fabro. In merito di A. Muni, devo anche dire che poche volte ho trovato una tesi così ricca di spunti e di confronti critici, positivi e costruttivi. Inoltre, A. Muni fa leva della sua erudizione nel dimostrare con padronanza la conoscenza di filosofi di ogni tappa storica”.
l’autore
Andrea Muni (Udine 1978) ha conseguito con lode la Laurea Magistrale in Filosofia a Trieste con una tesi su Tucidide e il Dottorato in Filosofia a Roma all’Università «Antonianum» con una tesi su Edda Ducci (1929-2007), una delle più interessanti interpreti di Platone, Aristotele e Sofocle, ma anche di autori quali s. Caterina da Siena, Ebner e Kierkegaard. Dal 2001 è professore di ruolo nelle scuole statali italiane. È stato docente tutor di insegnanti neo-immessi in ruolo e di studenti tirocinanti in Scienze della Formazione (Università di Udine). È stato relatore in convegni di carattere filosofico-pedagogico sia in Italia che all’Estero. Ha pubblicato numerosi libri, saggi e articoli di carattere filosofico-pedagogico.
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Breve guida al suicidio – G. Galato
Ben lo sanno gli attori e gli autori, di libri, di teatro e di cinema: far ridere il pubblico è estremamente difficile.
Suscitare le lacrime è quasi banale, basta fare perno sulla pietà, sul patetismo all’occorrenza. Le corde umane da solleticare per commuovere il pubblico sono poche e abbastanza chiare. Ben più arduo è invece suscitare vero divertimento.
L’umorismo ha connotazioni fortemente personali: c’è chi si diverte con battute semplici e che non capisce quelle più complesse, ricche di sottointesi; c’è chi apprezza un umorismo ricercato e un po’ “nerd”, che però non viene compreso dai più. La via più corta è far perno sul turpiloquio e l’umorismo becero da strada, mentre quella più lunga è senza dubbio lo humor inglese, ricco di sottotesto e sfumature.
Il giovane Giuseppe Galato si è voluto cimentare in un’impresa ambiziosa, sotto diversi punti di vista. Con il suo breve ebook Breve guida al suicidio ha voluto fare un omaggio all’umorismo dell’assurdo e del nonsense filosofico di grandi esponenti mondiali: Douglas Adams, Woody Allen e i Monthy Python, su un tema delicato come quello del suicidio.
Sarà per l’arduo cimento e per la limitata esperienza in ambito letterario, ma questo saggio sui generis riesce a strappare solo qualche sorriso. L’autore si destreggia sui giochi di parole, in particolare stroppiando i nomi, lasciando sottointesi e citazioni che spaziano un po’ ovunque nella cultura pop (sicuramente ne abbiamo mancati più di metà), ma il riconoscimento di questi messaggi porta ad un divertimento molto contenuto.
A nostro avviso il punto più critico che non permette di apprezzare appieno lo sforzo creativo (che non dubitiamo sia stato consistente, perchè la cura nella realizzazione di quest’opera è chiara) è la raffica di riferimenti umoristici, che non danno tregua. Più probabilmente, se il testo fosse strutturato attorno ad una storia, concedendo qualche pausa nel fuoco di fila delle gag, permetterebbe al lettore di apprezzarle meglio.
Nel complesso comunque l’idea è buona e, come detto, ambiziosa: l’autore spazia tra psicologia, filosofia, religione, attualità, politica, storia, società e costume con intelligenza e sagacia, nonchè anche una buona dose di coraggio per il politically incorrect.
Insomma, una lettura piacevole, forse un po’ troppo concentrata sull’umorismo a tutti i costi ma che senza dubbio può piacere.
E’ possibile scaricare il pdf qui: www.breveguidaalsuicidio.it
Lo Hobbit, un viaggio inaspettato – regia di P. Jackson
In tutte le grandi storie che si rispettino, c’è sempre qualche aspetto che va approfondito, qualche sottotrama che merita un ampliamento o più semplicemente le avventure complesse fondano le loro radici in un passato e in altre avventure che meritano di essere raccontate.
E’ questo lo scopo di Tolkien nello scrivere Lo Hobbit: raccontare le vicende che hanno preparato il fato a compiersi ne Il Signore degli Anelli.
Peter Jackson si è cimentato nella trasposizione cinematografica anche di questo romanzo, che a confronto della più famosa trilogia altro non è che un timido libretto, più fortemente orientato ad un pubblico giovane.
Ne è nata un’altra trilogia, della quale Un viaggio inaspettato è il primo capitolo.
L’impressione generale che ne abbiamo è positiva: uno sforzo stilistico che regge il confronto con i titolati predecessori, buoni gli attori, sempre superlativi i costumi, ottimi gli effetti speciali e le ambientazioni, semplicemente mozzafiato i paesaggi.
Qualche nota negativa però è presente. Sicuramente la lunghezza: più di due ore e mezza di film non avrebbero risentito di una sforbiciata, in particolare all’inizio, dove il ritmo lentissimo fa perdere un po’ dell’entusiasmo dettato dalla curiosità. Altra pecca l’abbiamo riscontrata nel doppiaggio di Gandalf (siamo nostalgici, e quello tradizionale ci piaceva più dell’attuale Proietti) e, curiosamente nel suo trucco: nei primi piani ci è sembrato talmente mal fatto che abbiamo pensato non fosse nemmeno Ian McKellen.
Per il resto tutto in regola, come ogni appassionato si aspetterebbe: qualche scena di troppo con il principe Thorin in modalità Braveheart, un Gollum schizofrenico più che mai, torme di orchi e troll e goblin, tanti da togliersi ogni voglia.
Il vero grande assente, non per colpa del film ma perchè latitante proprio nell’opera originaria, è l’individuazione di un vero e proprio antagonista. Nel romanzo Bilbo e compagni si trovano a fronteggiare orde di creature malvagie ma di fatto indistinte, mentre nel film è stato utilizzato l’espediente dell’ orco pallido per creare un avversario a Thorin, in attesa di incontrare il terribile Smaug (che ci incuriosisce moltissimo!).
Insomma, un film da vedere per tutti gli appassionati del genere, con qualche digressione e approfondimento preso dalle appendici de Il signore degli anelli, sempre pertinenti. Non all’altezza della trilogia ma sempre un degno e piacevole spettacolo.
Ti interessa leggere il romanzo da cui è tratto il film? Compralo su Amazon! Lo Hobbit
Scheda: Breve guida al suicidio – G. Galato
Scritto sotto forma di saggio, “Breve Guida Al Suicidio” è una delirante analisi che, prendendo spunto dal tema del suicidio, unisce alla comicità psicanalitica e filosofica di Woody Allen il sarcasmo nonsense dei Monty Python, il tutto catapultato in un universo per certi versi accostabile a quello di “Guida Galattica Per Gli Autostoppisti”.
Nel “saggio” il tema del suicidio diventa pretesto per seguire le storie di vari personaggi all’interno di un mondo non troppo dissimile dal nostro dove il cinismo e la satira sociale la fanno da padrone: politica, storia, religioni, società capitalistica, vengono stravolte e analizzate all’interno di “Breve Guida Al Suicidio”.
Stravolte nella messa in scena ma non nel senso: “Breve Guida Al Suicidio”, sebbene tratti il tema con i toni del nonsense, della fantascienza, dell’assurdo, è al contempo un’attenta analisi dalla società contemporanea.
Il mondo di “Breve Guida Al Suicidio”, sebbene diverso dal nostro nella forma, lo possiamo accostare al nostro nei concetti e nei rapporti sociali che ne vengono fuori.
In “Breve Guida Al Suicidio” è inoltre sempre presente il gioco dei rimandi, dai nomi dei personaggi (molte volte nomi di personaggi reali stravolti) ai luoghi, dalle rivisitazioni assurde di tesi filosofiche e scientifiche alla rilettura della storia come la conosciamo.
E, naturalmente, la rilettura in chiave comica del suicidio come vera e propria terapia per tutti coloro che, almeno una volta nella propria vita, hanno rivolto lo sguardo verso la possibilità di compiere “l’estremo gesto”.
Un libro che tenta di essere intellettuale senza cadere in “intellettualismi”.Il libro, scritto sotto forma di finto saggio, verrà distribuito gratuitamente grazie all’uso di social network ed affini, che hanno dato modo di rimpiazzare quasi in toto le logiche del marketing classico.
l’autore
Giuseppe Galato nasce fra la neve a Salerno un 20 gennaio del 1983.
Originario di Licusati, frazione di Camerota, nel Cilento, dopo aver conseguito il diploma scientifico, appassionato di musica e cinema si iscrive a Storia, Scienza e Tecniche della Musica e dello Spettacolo a Roma.
Inizia, di lì, presto a scrivere recensioni musicali e cinematografiche su vari giornali sia cartacei che on-line, specializzandosi nelle interviste entrando in questo modo a contatto con i protagonisti delle sue recensioni.
Attualmente ricopre il ruolo di responsabile alla cultura su Giornale del Cilento e collabora, in veste di redattore, con Rockit, Freakout e KeepOn.
Pubblica un suo scritto sul book fotografico della band Il Teatro Degli Orrori, “Il Teatro degli Orrori, dall’impero delle tenebre al mondo nuovo”, realizzato da Daniele Leonardo Bianchi.
Dal 25 settembre è giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti Campania.
Il 20 dicembre 2012 verrà pubblicato un suo racconto, “I sentimenti non si possono controllare”, su una raccolta edita da Il Violino Edizioni.
LINK UTILI:
Sito ufficiale dove effettuare il download: www.breveguidaalsuicidio.it
Pagina Facebook: http://www.facebook.com/pages/Breve-guida-al-suicidio/213508315413910
Promo video (canzone: “Secco”, Antunzmask): http://www.youtube.com/watch?v=3yuI9ie0I-o
Intervista Giuseppe Galato: http://asinupress.altervista.org/breve-guida-al-suicidio-giuseppe-galato-si-racconta/
“Breve guida al suicidio” su Scribd: http://www.scribd.com/doc/114879090/Breve-Guida-Al-Suicidio-Giuseppe-Galato