Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]
Archivio del 2011
Dimitri e l’asteroide – A. Monterisi
Un piccolo alieno che inganna l’attesa leggendo seduto su un asteroide, un supereroe moderno che deve fare i conti con la vita quotidiana, le affinità insospettabili tra padre e figlio, le storie di due amici speciali entrambi vittime della fine dell’infanzia: questi sono solo alcuni dei soggetti attorno ai quali si sviluppano i racconti per bambini nel piccolo volume Dimitri e l’asteroide di Antonella Monterisi.
Come abbiamo già evidenziato più volte in passato, spesso la letteratura per bambini viene considerata di serie B, senza tenere in considerazione quanto sia complesso produrre delle storie che possano essere interessanti per un pubblico così particolare ed esigente ed allo stesso tempo essere anche qualitativamente buone.
Nella lettura di questa raccolta, abbiamo rilevato senza dubbio l’impegno profuso dalla giovane autrice, nei concept dei singoli racconti, nella scrittura degli stessi e nella ricerca di uno stile.
Nonostante la buona volontà, molta strada è ancora da percorrere: i racconti difettano vistosamente di editing, in alcuni casi per sistemare solo qualche svista lessicale, in altri (Le tre monete e Mondo parallelo in particolare) per una profonda ed attenta revisione della struttura stessa delle storie, che non riescono a decollare o acquistare mordente e che di fatto guastano idee anche piuttosto originali.
Idee che appunto non sono affatto male, che ben si adattano ad essere trattate all’interno di racconti destinati ad un pubblico molto giovane, tra i 3 e 10 anni di età, nei quali potranno riconoscere elementi a loro affini e quotidiani come ad esempio il peluches del cuore, l’amico speciale, le stravaganze di papà e mamma fino agli elementi più classici della fantasy.
Menzione speciale va naturalmente alle illustrazioni, piccoli capolavori in bianco e nero che pongono l’accento sugli elementi chiave del racconto, concludendolo con efficacia.
L’ingegno e la creatività di certo non mancano alla giovane Antonella, alla quale auguriamo di affrontare con entusiasmo e voglia di fare lo studio necessario per migliorarsi e per dare un adeguato vestito a quelle idee da sognatrice che ha mostrato in questa raccolta.
Scheda: Anima azzurra – A. Di Donato
Scheda rimossa per politiche editoriali. Per informazioni in merito scrivere a staff.annessieconnessi [@] gmail.com
Uomo bianco alla periferia dell’impero – U. D’Agostino
Anno 1992. Michele è un giornalista romano, con pochi scrupoli e molte aderenze redditizie, che si ritrova dalla sera alla mattina invischiato nel grande polverone sociopolitico che prese il nome di Tangentopoli. Per sfuggire all’interesse della magistratura, Michele si trova quindi a partire per destinazione ignota, spinto dal suo “capo”, un senatore dalla coscienza sporca, e si ritrova in Giamaica. Qui entra in contatto con una realtà del tutto nuova, ma soprattutto arriva a conoscere il suo vero io, spogliandosi del marcio della società occidentale, riscoprendo in sè una persona sconosciuta.
Uomo bianco alla periferia dell’impero è il primo romanzo del giornalista Umberto D’Agostino. E’ inevitabile riscontrare la perizia del professionista della scrittura, in particolare attraverso tutta una serie di dettagli dai quali traspare il background giornalistico dell’autore. Lo stile è particolare, reso ancora più graffiante dalla narrazione in seconda persona singolare che, associato ad un ritmo piuttosto incalzante e un linguaggio diretto e popolare, mira a coinvolgere, invischiare, direttamente il lettore nella storia.
La trama di per sè non brilla per particolare originalità, segue uno schema piuttosto standard e prevedibile sia nella sequenza degli eventi che nel percorso di redenzione interiore del protagonista; alcuni personaggi risultano credibili, nei comportamenti e nei dialoghi, mentre altri (in particolare Judy) sembrano rarefatti e poco verosimili, diffondendo un’aura di irrealtà anche nei personaggi con i quali interagiscono. Ciò nonostante, il ritmo e lo stile riescono ad essere intriganti a sufficienza per mantenere sempre vigile l’attenzione del lettore, in particolare grazie alle accurate descrizioni dei territori e della popolazione Giamaicana, che riescono ad allontanarsi dai clichè permeati fino a noi di questa società così particolare.
In sintesi quindi, un romanzo che si lascia leggere bene (a dispetto dell’editing carente), che nonostante faccia riferimento ad eventi italiani di qualche anno fa, rimane (tristemente forse) molto attuale e lascia in fondo un certo desiderio di fuga, di cambiamento radicale, per staccare da una società ormai opprimente e alienante a favore di una realtà costituita da cose più piccole e più vere.
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Scheda: Dimitri e l’asteroide – A. Monterisi
Dimitri e l’asteroide
Antonella MonterisiCosa hanno in comune un alieno verde, un bambino che vuole fare l’astronauta, un elfo che sembra uno gnomo ed un mantello spiegazzato?
E se ci aggiungessimo anche quattro ragazzi in montagna, un fantasma di dodici anni, tre monete, un cane e un orsacchiotto?
Ecco che avremmo ottenuto i protagonisti particolari e, a loro modo, un po’ matti di questo libriccino, nato per allietare le ore dei più grandi e dei più piccini.
Questo volume vi aprirà dunque le porte verso un mondo fantastico fatto di strane creature e persone come tante, tutte miscelate insieme a dare un piccolo quadro di immaginaria realtà.
l’autoreAntonella Monterisi è nata nel 1988 a Bari.
Sin da piccola è stata affascinata dal mondo della scrittura e dalle sue infinite possibilità, dai mondi particolari e del tutto originali che si possono creare solo mettendo delle parole su carta, una dopo l’altra, come se si stesse dipingendo una fantasia.
Ha sempre scritto, ma solo nell’ultimo anno ha deciso di dedicarsi appieno a questa sua passione e ha partecipato ad alcuni concorsi letterari ottenendo discreti risultati.
Ha pubblicato un racconto grazie al concorso Giallo di Romagna dal titolo “Il lato macabro dell’arte” ed uno con FreaksEdizioni nel volume ‘I brevissimi’ intitolato “L’esercito del bene”, nonché uno con IoRacconto3 (“Il barbone”) nella sezione narrativa.
Ora ha deciso che è arrivato il momento di provare a fare un passo un po’ più grande: la pubblicazione di una raccolta di racconti tutta sua e, nel frattempo, è occupata nella stesura del suo primo romanzo fantasy.
Guida galattica per autostoppisti – D. Adams
Non è la prima volta che ci capita di recensire qualche libro che non è solo famoso e venerato, ma è un vero oggetto di culto. Oggi ci apprestiamo a farlo di nuovo, con Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams. Nel caso specifico, più che una recensione, questo articolo vorrà essere una specie di tributo al genio di Adams e alla sua “trilogia in cinque parti”, così tanto ben conosciuta e amata da una cerchia di estimatori eppure forse un po’ misconosciuta dal grande pubblico.
Se si volesse definire questo libro, dopo delirante, assurdo e deliziosamente umoristico, è l’unico esponente rilevante del sottogenere della fantascienza umoristica.
Ma prima la trama in poche parole:
Arthur Dent è un giovanotto inglese come tanti, che ha appena scoperto che la sua casa sorge sul tracciato della nuova superstrada. Cerca di evitare la demolizione, si accalora, sbraita, ma all’improvviso nulla ha più importanza, perchè l’intero pianeta Terra deve essere demolito per fare spazio alla nuova superstrada intergalattica.
Un attimo prima che il pianeta venga distrutto dalle enormi astronavi Vogon, Arthur viene salvato dal suo amico Ford, che è un abitante di un piccolo pianeta vicino a Betelgeuse, insegnandogli l’arte dell’autostop, ovvero del farsi caricare dalle astronavi in transito.
Da questo rocambolesco incipit hanno inizio una grande quantità di eventi, che si susseguono senza sosta, caratterizzati dalla più perfetta improbabilità statistica, non a caso. Zaphod Beeblebroox è l’ex presidente della galassia ed è una specie di pazzo psicotico, ha appena rubato l’astronave più eccezionale mai creata: l’unica a viaggiare a propulsione di improbabilità. In questo modo Ford e Arthur si troveranno, in modo del tutto imprevedibile, ad essere raccolti da Zaphod e ad essere portati con lui, la sua fidanzata terrestre Trillian e il robot depresso Marvin, attraverso la galassia alla ricerca del più improbabile dei pianeti, Magrathea, azienda un tempo florida di costruzioni di pianeti su ordinazione, alla quale gli esseri senzienti (e pandimensionali) più elevati dell’universo hanno richiesto, un po’ di anni prima, la costruzione di un esperimento chiamato Terra, per scoprire la Domanda alla Risposta definitiva della vita, l’universo e tutto quanto, ovvero 42.
… e siamo anche stati brevi.
La realtà proposta da Adams nelle sue opere rappresenta un paradiso di piccoli dettagli succosi sui quali i nerd di tutte le età si sono gettati con gioia. Questo perchè, nonostante non lo si possa evincere dal nostro riassunto, Guida galattica per autostoppisti è un capolavoro di umorismo che non scade mai nella sciocchezza, ed allo stesso tempo mantiene saldo il concetto di fantascienza di alto profilo, senza contraddizioni (o meglio, con talmente tante contraddizioni da farlo sembrare consistente in tutte le sfumature) o banalità, giocando con l’assurdo e l’estremo, facendo perdere il lettore attraverso meandri audaci che in nessun libro di sci-fi classico avrebbe mai saputo creare. Il tutto con il sorriso.
Consigliamo la lettura di questo libro (e dei successivi!) a tutti coloro che amano spingersi un po’ più in là, addentrarsi nell’universo sconosciuto, mettersi alla prova con la lettura di qualcosa di veramente unico, che non leggeranno mai più in nessun’altra occasione.
E se un giorno vi dovesse capitare di vedervi offrire un passaggio da un’astronave mercantile, ricordate sempre dove avete il vostro asciugamano.
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Le recensioni agli altri libri della saga:
Il ristorante al termine dell’universo
La vita, l’universo e tutto quanto
Addio e grazie per tutto il pesce
Praticamente innocuo
Scheda: Uomo bianco alla periferia dell’impero – U. D’Agostino
Alla vigilia di Tangentopoli è facile, se sei un giovane cronista rampante, fare favori alla persona sbagliata. E Raimondi, appena iniziano a cadere le prime teste sotto ai colpi della magistratura milanese, è costretto a darsi alla fuga per evitare la galera. Si ritrova alla periferia dell’impero, in una Jamaica no problem di reggae, sole, marijuana, belle donne, loschi traffici e criminalità stagnante. Un far west noir di fine ventesimo secolo, dove ricominciare. Forse.
Uomo bianco alla periferia dell’impero
Umberto D’Agostino
Correva l’anno ed io divenni il caso – B. Maffezzoli
Correva l’anno ed io divenni il caso è il bel romanzo dell’autrice Benedetta Maffezzoli e racconta una storia in apparenza semplice, quasi banale, di marachelle infantili sull’orlo del teppismo, ma non solo. Con uno stile accattivante ed un ritmo incisivo, l’autrice racconta una storia di provincia, nella persona di Matteo Tebaldi, detto Papero, capo di una banda di impavidi pirati (saltuariamente pistoleri) di ragazzini di otto anni, sempre alla ricerca di qualche marachella da combinare. Il tutto senza farsi scoprire dalle temutissime mamme, che come emissari diretti del volere divino, sembrano essere state da Lui dotate di ogni genere di capacità extrasensoriale per percepire nell’aria l’odore delle malefatte. Riuscire nell’intento quindi diventa una sfida a tutti gli effetti, non solo verso il malcapitato oggetto di attenzione, verso le mamme e gli adulti in generale sempre pronti a rovinare i piani, ma anche verso loro stessi, l’amicizia che li lega, i patti di lealtà verso i compagni.
L’autrice riesce bene nell’intento di esprimere i pensieri e le parole del giovane Papero: i dialoghi sono piuttosto verosimili per un ragazzino di otto anni, mentre l’introspezione, che risulta l’aspetto più ricco, è serrata e unisce con sapienza la disarmante ironia infantile all’utilizzo di espressioni e ragionamenti adulti, trasmettendo bene un senso di dualità tra Papero bambino ai tempi dei fatti e Matteo Tebaldi adulto che ricorda il passato.
Una storia semplice, ma di notevole significato, per certi versi un vero e proprio romanzo di formazione, durante il quale Matteo racconta quell’anno in cui accaddero quella sequenza di avvenimenti che lo portò a posare la prima pietra verso la vita adulta.
La lettura è facile e scorrevole, spesso è impossibile reprimere un sorriso davanti a certe scene mostrate con grandissima efficacia, o a certe espressioni genuinamente comiche. La ricercatezza delle parole e dei moti di spirito lasciano intendere un notevole ed attento lavoro creativo che non ha lasciato davvero niente al caso.
I personaggi risultano credibili e comunque funzionali al loro ruolo: spiccano la mamma e la tremenda zia del protagonista, l’una descritta come una implacabile supereroina avvolta da una nuvola di timore ed affetto; l’altra circondata da un alone di iattura con accenti così ben studiati da renderla uno dei personaggi secondari più verosimili dell’opera.
Ci sentiamo quindi di consigliare la lettura a tutti, per concedersi momenti di piacevole svago, e ci permettiamo di comunicare i nostri più sentiti incoraggiamenti all’autrice per la realizzazione di tante altre opere future.
Aforismi di un futuro – M. Cappello
Aforismi di un futuro è una raccolta di quasi 1400 aforismi scritti da Manuel Cappello, raggruppati per argomento.
Innanzitutto: cos’è un aforisma? Dalla bella e completa spiegazione di Aforismario possiamo capire che aforisma è quella massima, quella sentenza, che attraverso la caratteristica principale della brevità, riesce a sintetizzare in poche ed efficaci parole un concetto o una riflessione che vada a cogliere il senso profondo di una tematica appartenente alla vita comune di ciascuno di noi.
Spesso un aforisma ben riuscito è quello che più è semplice e più riesce a cogliere nel segno, magari arricchito da un tocco di arguzia, talvolta cinica e disincantata e per questo ancora più calzante.
Alla luce di questo, leggere gli aforismi proposti nella raccolta risulta particolarmente ostico. Innanzitutto per lo stile: l’autore unisce la prosa ad una certa ricercatezza poetica e ad una costruzione della frase piuttosto estrema, ermetica e destrutturata. Il risultato quindi spesso porta più in primo piano la forma a discapito del contenuto. E questo ha un’incidenza ancora maggiore quando ci si imbatte nei componimenti più lunghi e complessi, andando a cozzare un po’ con la definizione stessa di aforisma.
In conclusione, ci troviamo davanti ad una raccolta di aforismi che sfociano nella poesia ermetica di non facilissima lettura e assimilazione.
Qui di seguito alcuni esempi.
42 – Lo stupido cugino di velocità è la fretta.
58 – Scrive, il corpo: una camminata osservata dagli altri, tre matite appoggiate in parallelo, un pezzo d’acciaio co il tornio lavorato.
84 – La stessa aria con cui la formica si pronuncia, anche per un elefante basta.
102 – Pronunciano quel che serve, non quel che pensi.
166 – Scrivendo lo spirito si allena, a proteggersi dai sensi.
268 – Armato, così ti voglio! Con lo scudo sofferenza e la spada intelligenza.
307 – Ogni applauso interrompe la ragione.
480 – La linea del temo è buon rifugio dalle idee confuse.
729 – Il re degli stupidi, sarà costretto a fare tutto da sè.
808 – Materialismo della storia: segui i soldi, e troverai gli Dei.
1150 – Voglio una mia bellezza, a costo di esser brutto!