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Apostoloff – S. Lewitscharoff
Questo romanzo dell’autrice tedesca Sybille Lewitscharoff, Apostoloff, si presenta come una lettura sui generis. Particolare per trama e stile, non può considerarsi un romanzo di semplice fruizione, bensì è un’opera che richiede una particolare attenzione, pur riservando una certa attitudine al sorriso.
Due sorelle tedesche visitano le bellezze della Bulgaria, terra natìa del loro padre, accompagnate in auto da un loro parente, Rumen Apostoloff, che ne esalta e magnifica la storia e l’arte.
La trama viene raccontata dalla voce della sorella minore, in una strettissima prima persona, e si caratterizza per i particolari accenti umorali e caustici.
La protagonista ci illustra, seguendo una sorta di viaggio interiore, le città che visita e le commenta in modo acido, ironico e decisamente poco lusinghiero, cogliendo lo spunto per raccontare di altri viaggi, quelli fatti nell’infanzia e quello compiuto solo qualche giorno prima, attraverso l’Europa in limousine, accompagnando il feretro del padre ad una cerimonia funebre surreale.
Ed è forse la memoria del padre, del rapporto singolare che le figlie avevano con i genitori, il filo conduttore del racconto che si sublima e si esprime nel viaggio, nelle persone conosciute negli anni, nei parenti, nelle mogli e nei figli dei parenti, persino nelle differenze culturali e storiche che caratterizzano il popolo tedesco da quello bulgaro.
Lo stile è decisamente particolare, una sorta di flusso di coscienza che tende a saltare di argomento in argomento, lasciando a volte un po’ spiazzato il lettore, in particolare quando si fanno riferimento a fatti storici specifici della zona, a personaggi, luoghi o tradizioni che possono facilmente sfuggire ad un lettore medio italiano. In fondo al libro è possibile trovare una serie di brevi note esplicative, che chiariscono alcuni dei riferimenti fatti nel testo.
In linea di massima questo romanzo risulta una lettura piacevole, scritto indubbiamente in modo magistrale, con una ricercatezza evidente sia nella definizione dei personaggi che nella struttura della trama e dei suoi tempi. Molto consigliato in particolare agli amanti della storia dell’Europa dell’est e delle saghe familiari.
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Scheda: Apostoloff – S. Lewitscharoff
Due sorelle di Stoccarda viaggiano in auto per l’odierna Bulgaria. Hanno preso parte a un delirante corteo funebre, partito dalla Germania e diretto a Sofia, che aveva lo scopo di riportare in patria le salme di diciannove esiliati bulgari rifugiatisi in Germania negli anni Quaranta. Tra questi, il padre, un medico bulgaro morto suicida quando le due sorelle erano bambine. Messo sotto terra per la seconda volta il genitore, le sorelle continuano il viaggio nel paese balcanico.
A scortarle è Rumen Apostoloff, autista, Orfeo, e guida turistica: lui cerca di ammaliarle con le bellezze del suo paese, ma dal sedile posteriore dell’auto la sorella maggiore ha ingaggiato una resa dei conti con il padre e il paese d’origine, distillando un odio implacabile, ironico e liberatorio, che inghiotte tutto ciò che incontra.
Dietro questa traccia corrosiva, Sibylle Lewitscharoff, come una sapiente costruttrice di labirinti, semina i veri temi del romanzo: la messa in questione del modello cultrurale occidentale, la verità e rispondenza della Storia rispetto alle singole esistenze, il rapporto con Dio e il sacro.
A metà fra romanzo on the road e commedia nera, Apostoloff, è così una processione di visioni e epifanie che si mescolano, sovrappongono e incollano – merito di una lingua plastica e precisa – per dare forma una narrazione potente che diventa un corpo a corpo tra la lingua e le possibilità della narrazione.l’autore
Sibylle Lewitscharoff è nata a Stoccarda nel 1954, oggi vive a Berlino. Per Pong (1998) ha ricevuto il Premio Ingeborg Bachmann. Nel 2007 il Preis der Literaturhäuser, nel 2008 il Marie Luise Kaschnitz Preis. Con Apostoloff si è aggiudicata il Premio della Fiera del Libro di Lipsia 2009.«Apostoloff trabocca di ferocia, gioca con la lingua e l’impertinenza. Letteratura brillante e piacevole.» Der Spiegel
«La più splendida stilista della letteratura tedesca contemporanea.» Die Welt
«Coloro che si avvicineranno alla scrittura di Sibylle Lewitscharoff troveranno un po’ di Eichendorff, un po’ di Robert Walser e di Peter Handke, e un po’ di annoiata sfacciataggine e un tremendo desiderio di esprimersi, abbondante raffinatezza e sconcertante precisione» Süddeutsche Zeitung