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Annessi & Connessi
Per noi, i libri sono una faccenda personale. Benvenuto!
Postato da Legione il 17 Maggio 2015

http://annessieconnessi.net/una-notte-di-ordinaria-follia-a-filisdeo/

Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]

 

Post Taggati ‘romanzo fantasy’

Scheda: Vango I tra cielo e terra – T. De Fombelle

Postato da A&C Staff il 23 Dicembre 2010

Vango – Tra cielo e Terra
di Timothée De Fombelle
in uscita a Febbraio.

Parigi 1935. Ai piedi della cattedrale di Notre-Dame, quaranta uomini distesi a terra sono in attesa di essere ordinati sacerdoti. Tra questi c’è Vango, diciannove anni, un passato avvolto nel mistero e un futuro altrettanto incerto, perché – un attimo prima che la cerimonia abbia inizio, la polizia fa il suo ingresso al sagrato della chiesa per arrestarlo.

Ma quale crimine ha commesso? Vango non lo sa e scappa arrampicandosi su per la facciata e le torri della cattedrale. La polizia però non è la sola ad interessarsi al ragazzo, c’è anche una giovane donna che segue con trepidazione la fuga, così come un uomo dall’aspetto losco che apre fuoco contro di lui. Vango, arrivato in cima alla chiesa, riesce a scappare grazie allo Graf Zeppelin del comandante Eckener, venuto a Parigi per seguire la sua ordinazione. Scampato all’arresto, il ragazzo prova a mettersi in contatto con il suo mentore, padre Jean, e scopre di essere accusato proprio dell’assassinio del sacerdote.

Chi trama alle spalle di Vango? Chi è Vango in realtà?
Cresciuto nelle isole Eolie, dove era misteriosamente approdato a tre anni insieme alla sua nutrice, Mademoiselle, che lo ha amato come un figlio, proteggendolo dal suo stesso passato, le sue solo certezze sono il nome, Vango Romano, e un fazzoletto con ricamate una V dorata e la frase Combien royaumes…nous ignorent…

Attorno a Vango ruotano personaggi storici come Hugo Eckener, il capitano del Graf Zeppelin, e altri di fantasia come Zefiro, il monaco a capo del convento segreto dell’isola di Alicudi, o la Talpa, una ragazzina ebrea di buona famiglia che condivide con Vango il gusto per l’indipendenza e le notti all’aperto sui tetti di Parigi. Poi c’è Ethel, scozzese ricca, giovane e profondamente innamorata di lui. Per finire ci sono i nemici, terribili, spietati, uno per tutti: Stalin! Proprio lui: il dittatore sovietico in persona.

l’ Autore

Timothéè De Fombelle è nato a Parigi nel 1973.
Dopo essere stato insegnante di lettere, presto si è dedicato al teatro. Nel 1990 ha creato una compagnia, per la quale scrive testi di cui poi cura personalmente la regia. Da allora non ha mai smesso di scrivere per il teatro. Un suo lavoro teatrale, Le Phare, scritto a soli diciotto anni, è stato messo in scena in Francia e poi tradotto e recitato in Russia, Lituania, polonia e Canada. Il suo testo Je danse toujours (Actes Sud) è stato letto all’inaugurazione del festival di Avignone nel 2002. Vango. Tra cielo e Terra è il suo nuovo romanzo dopo il successo di Tobia. Un millimetro e mezzo e il seguito Gli occhi di Elisha e Tu sei il mio mondo.
Per i suoi romanzi, tradotti in più di venti lingue, ha ricevuto una ventina di premi, sia francesi che
internazionali.

Ti interessa questo libro? Tra cielo e terra. Vango (Narrativa San Paolo ragazzi)

Demetrio dai capelli verdi – M. Mazzanti

Postato da Legione il 18 Dicembre 2010

copertina demetrio dai capelli verdi Abbiamo affrontato la lettura di questo libro, Demetrio dai capelli verdi di Marco Mazzanti, come usiamo fare di solito con i fantasy italiani. Senza scetticismo nè opinioni per partito preso, ci siamo aggirati per le sue pagine (283 in una buona edizione, stampate con un carattere un po’ troppo grande per i nostri gusti) con gli occhi bene aperti e la volontà, anzi il desiderio, di lasciarci stupire ed affascinare.
Dopo un po’ di pagine però, la prima cosa che salta all’occhio è che questo in realtà non ha niente a che vedere con il genere fantasy. L’unico elemento “weird” è costituito dal protagonista che, appunto, ha i capelli verdi ed alcune curiose caratteristiche fisiche che lo rendono particolare ed affascinante. Per il resto, la storia è ambientata in un uno pseudo est Europa, con alcune differenze dalla geografia attuale, e in un’epoca attorno alla seconda metà del 1800.

La trama si può sintetizzare in poche parole: Demetrio è un giovane che appare molto diverso dagli altri e per questo si sente infelice ed emarginato e cerca di trovare indizi sul proprio passato per riuscire a ritagliare il suo spazio nel mondo.
La trama alla lettura risulta debole e talvolta incongruente: non ci sono eventi di particolare rilievo, e quando questi accadono, lo stile non li mette in risalto, arrivando a farli disperdere nel tessuto narrativo e ben presto anche nella memoria del lettore.
Infatti, quello che nella quarta di copertina viene definito “stile maturo”, in realtà si concretizza in un uso un po’ eccessivo di paroloni e costruzioni grammaticali ardite e pompose, che nulla hanno a che vedere con l’effettiva necessità del contesto narrato.
Il punto di vista della terza persona, poi, non aiuta a immedesimarsi nella storia: la voce fuori campo è sempre molto presente, le scene effettivamente mostrate sono poche e spesso impoverite da dialoghi piuttosto deludenti.
I personaggi risultano stereotipati, improntati alla visione narrativa tipica del romanzo ottocentesco: spesso ci si domanda il perchè di certe reazioni immotivate, come alcune lamentose crisi di pianto o di panico, che stridono con l’immagine appena costruita o con le azioni appena portate a termine.

In generale poi, si possono ancora ascrivere alcune pecche che non fanno altro che smorzare il potere di affascinare il lettore: la prefazione, ad esempio, che oltre a non dare alcun contributo alla storia, stronca la forza fondamentale dell’incipit, quella di catturare il lettore gettandolo in mezzo alla mischia (noi siamo sempre molto contrari all’uso di addizioni prima del testo, in questo caso più che mai). Inoltre, l’intera costruzione del romanzo, che dovrebbe essere orientato ad un target di Young Adult, di fatto lo allontana dal suo pubblico. Rifarsi ad uno stile classico è apprezzabile, ma forse non molto avvincente per i giovani lettori moderni abituati a sbranare tomi fantasy di centinaia di pagine dense di fatti.

Infine, quello che secondo noi costituisce sempre il neo più grave e la negligenza più importante nei confronti del lettore: questo romanzo non finisce. E non lasciando la scappatoia aperta per spianare la strada ad un secondo volume (che potrebbe esserci come no, non lo sappiamo e da nessuna parte sul libro questo viene precisato) ma chiudendo con l’equivalente del “verso nuove e mirabolanti avventure”, senza risolvere nessun quesito aperto nella narrazione e senza di fatto dare la certezza che qualcosa dovrà ancora succedere.

In conclusione, Mazzanti anche in virtù della sua giovane età, ha dimostrato di avere la giusta immedesimazione ed il trasporto per scrivere (è il suo terzo romanzo), ma al contempo mostra il fianco ad una necessità di maturare significativa, sia dal punto di vista stilistico che creativo e narrativo. Gli auguriamo sinceramente in bocca al lupo per le sue fatiche future.

La nostra scheda romanzo

Ti interessa questo libro? Demetrio dai capelli verdi (Fantasy)

Scheda: Demetrio dai capelli verdi – M. Mazzanti

Postato da A&C Staff il 12 Dicembre 2010

copertina demetrio dai capelli verdi“La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati. La nostra paura più profonda, è di essere potenti oltre ogni limite. E’ la nostra luce, non la nostra ombra, a spaventarci di più”. Attraverso queste parole, Nelson Mandela ha posto l’uomo, nudo dinanzi allo specchio: lo ha spogliato di ogni barriera, protezione e lo ha mostrato per quello che è.

Chi sono? E’ questa la domanda che affligge Demetrio. Egli cerca il suo posto nel mondo. Demetrio è un ragazzo “diverso” da tutti gli altri, che si vede come un mostro attraverso il riflesso degli occhi della gente, offuscati dall’ignoranza, in un mondo in cui la diversità è sinonimo di bruttezza, di inadeguatezza.

Infatti, interesse primario dell’uomo è trovare un posto nella società, che sia adeguato alle sue aspettative, che sia perfettamente legato all’ampiezza dei suoi sogni. Interesse primario dell’uomo è di essere accettato, di conformarsi agli altri per non sentirsi diverso.
La curiosità regna in questo libro che, attraverso tutta la sua forza, intesse vigorose reti, al cui centro, la verità si rende inafferrabile all’uomo per la consapevolezza del suo peso. E’ proprio questo desiderio di conoscenza che spinge Demetrio ad intraprendere un viaggio alla ricerca di se stesso; egli si armerà soltanto di desiderio di conoscenza e fiducia nel prossimo, che non sempre, come nella vita reale, lo ripagheranno.
Questo libro rappresenta il sano incontro tra realtà e mito. Questi due principi vengono magistralmente intrecciati dall’autore, senza che l’uno sovrasti l’altro. La realtà la si può riscontrare attraverso tutti quei sentimenti descritti all’interno del libro, la cui cruda e vera umanità ci spiazza. Il mito è incarnato dal protagonista stesso che, attraverso la sua particolarità, conduce efficacemente il lettore ad interrogarsi sul soprannaturale. La fusione di questi due mondi così distinti, lascia sognare persino i lettori più disincantati, perché è questo che l’autore compie, regalando un pezzo della propria fantasia: egli è un creatore di mondi paralleli nei quali tutto è possibile, in cui esiste un ragazzo dai capelli color verde che profuma di albero. L’autore quindi ci regala una delizia, che ad ogni morso ci allontana, per qualche momento, dalla nostra quotidianità; e fa ciò con grande maestria, attraverso una scrittura genuina e carismatica che travolge il lettore e lo rapisce, trasportandolo in un’altra dimensione.
Il libro rappresenta la società in cui viviamo: esistono personaggi che non vorremmo mai incontrare, ed altri che, grazie al loro amore ed al loro affetto, ci rendono migliori. Questo è uno degli insegnamenti che trae il venticinquenne Demetrio nel corso della sua vita, che lo porta a conoscere tante persone, alcune delle quali lo aiuteranno ad avvicinarsi sempre di più alla scoperta di se stesso. Conoscere se stessi è infatti la parola d’ordine di questo romanzo, il cui testo chiede di scavare dentro di noi, di non fermarci all’apparenza di coloro che ci circondano, ma di guardare nel profondo di ognuno di essi, per capire la propria storia, le proprie origini, il proprio io.
Scheda di Roberta Balzano

DEMETRIO DAI CAPELLI VERDI
Marco Mazzanti

Copertina morbida 288 Pagine
Codice ISBN: 9788895447025
Editore: Edizioni Eiffel (Caserta)
Prezzo: 14,00 €

l’autore
Marco Mazzanti
è nato a Roma nel 1987.
Eclettico d’indole, nutre moltissimi interessi, tra cui lo studio dell’arte contemporanea, il disegno e l’acquarello, ma le sue passioni più grandi sono la lettura e la pratica della scrittura.

Gestisce un proprio blog dove intervista scrittori, editori e artisti.
Nell’altro suo spazio virtuale dove pubblica recensioni, riflessioni e poesie.

Nel 2008, la casa editrice Deinotera finanzia la pubblicazione dei suoi due romanzi L’uomo che dipingeva con i coltelli e
La nave del destino-Asia. Il 2010 è l’anno d’uscita del suo terzo romanzo, Demetrio dai capelli verdi (Edizioni Eiffel).

Ti interessa questo libro? Demetrio dai capelli verdi (Fantasy)

Eileen e il sogno di Velathri – E. S. Pietra

Postato da Legione il 4 Agosto 2010

Questo libro, scritto dalla italiana Elena Stefania Pietra è il secondo volume che racconta le vicende della fata Eileen. Del primo volume (Eileen e il salice del tempo) purtroppo non abbiamo traccia, ma abbiamo letto Eileen e il sogno di Velathri con la mente abbastanza aperta per poter comprendere anche gli aspetti della storia che per forza di cose ci sono oscure perchè esplicate nel primo volume.
Siamo rimasti molto sorpresi da questa opera. Innanzitutto è un fantasy italiano anomalo. La prima particolarità superficiale risiede nella sua lunghezza. Se c’è un genere letterario per il quale si versano litri e litri di inchiostro è proprio il fantasy, invece questo libro è piuttosto breve, circa 170 pagine. La seconda peculiarità è certamente l’ambientazione. Parliamo di fate e di viaggi nel tempo, ma in questo romanzo ci si concentra in particolar modo sull’epoca etrusca, decisione particolarmente originale e felice, considerando le origini italiane dell’autrice e i numerosi spunti per nulla usurati su cui poter far vertere la narrazione.
Ciò premesso, come dicevamo, questo romanzo ci ha sorpresi. Negativamente.
Il potenziale per un romanzo interessante c’era tutto, a saperlo sfruttare. Purtroppo il risultato è stato un libro raffazzonato, frettoloso, scevro di qualsiasi interesse.
La narrazione è inesistente: viene presentato solo un elenco di fatti ed avvenimenti, senza enfasi, in tono piatto ed uniforme. Gli eventi si susseguono rapidamente, senza mai porre l’accento sui passaggi importanti, senza una descrizione che sia una, di nulla. Le fasi regine dei fantasy sono i processi di crescita in cui il protagonista viene educato a questa o quella disciplina, impara e l’autore fa sì che anche il lettore impari con lui, facendolo immedesimare ancora di più nel mondo fantastico che sta leggendo. In Eileen niente di tutto questo accade mai. Le notizie originali non esistono, la formazione viene liquidata in poche righe, nessun dettaglio emerge. Il lettore non viene coinvolto in nessun aspetto della narrazione. Per contro, qua e là come insidiose trappole sono collocate zone di infodump, passaggi in cui il narratore fornisce informazioni al lettore su piccolezze o dettagli insignificati che avrebbe potuto mostrare, anzichè elencare.
Non possono certo uscirne meglio i personaggi: in questo romanzo scritto con l’acqua alla gola questi simulacri di uomini e donne sono bidimensionali e senza carattere, perfetti clichè e paradigma di banalità già viste. I dialoghi sono illeggibili, ovvii e scontati ed il più delle volte inutili.
La necessità di una revisione di editing è palese, sia dal punto di vista di quanto espresso qui che da quello della prosa. Frasi brevi che rendono il tutto ancora più frettoloso, ma infarcite di ridondanze e ripetizioni. Aggettivi casuali, inspiegabili, che dovrebbero descrivere i personaggi mentre in realtà appioppano etichette ingiustificate dai fatti o dalle azioni.
La creatività e l’originalità dello spunto della storia è stato apprezzato, ma vengono entrambe segate da certi aspetti triti e ritriti, già letti ovunque (Eileen in contatto psionico con il nemico cattivissimo, ad esempio, non ci ricorda forse un certo Harry legato a doppio filo con tal Voldemort?).
Insomma, questo romanzo sembra più il Bignami di un fantasy vero, elenca una serie di fatti, racconta una serie di dettagli poco interessanti, in formato decisamente condensato, senza appassionare il lettore, senza coinvolgerlo o interessarlo. Il colmo è che questa serie di romanzi ha anche un sito web di approfondimento (http://www.eileen.it/) e quindi ci chiediamo: ma queste notizie e curiosità non potevano essere più proficuamente inserite nella narrazione? Magari il prodotto risultate sarebbe stato di qualità maggiore.

Sheda: Eileen e il sogno di Velathri – E. S. Pietra

Postato da A&C Staff il 21 Luglio 2010

Narra un’antica profezia che un giorno sarebbe nata una bambina dagli occhi di diverso colore che avrebbe deciso la sorte dell’eterna battaglia fra il bene e il male…
Eileen è una ragazzina apparentemente come tante. Dodici anni, scozzese, capelli rossi e ricci, lentiggini. Ma i suoi occhi sono di colore diverso l’uno dall’altro, perché è una fata, discendente da un Popolo Fatato dalle magiche abilità nonché Guardiano del Tempo. La sua vera identità le è stata tenuta nascosta per difenderla dalla perfida Nimue, che tiene in ostaggio i suoi genitori. Venuta a conoscenza del suo destino, Eileen deve decidere da che parte stare…

L’autrice:
Elena Stefania Pietra, classe 1971, dopo il diploma di infermiera professionale ha conseguito la laurea in Lettere Moderne con una
tesi sul rapporto esistente tra la fiaba tradizionale e il genere fantasy contemporaneo.
Attualmente vive vicino al Lago di Garda e lavora con i bambini. È appassionata di gatti e di scrittura di racconti fantastici per
ragazzi. Per Zephyro Edizioni ha già pubblicato nel 2008 Eileen e il salice del tempo, romanzo fantasy che nel 2009 ha vinto il Premio
Valtenesi narrativa per ragazzi.


Elena Stefania Pietra
Eileen e il sogno di Velathri
Zephyro Edizioni
Pagine: 172
Euro: 15,00

L’ultimo orco – S. De Mari

Postato da Legione il 29 Aprile 2010

Non è facile parlare di questo libro. A parte il fatto puramente tecnico per il quale abbiamo inavvertitamente letto questo romanzo che costituisce il secondo volume di una quadrilogia senza aver letto il capitolo precedente, L’ultimo elfo, questo libro contiene talmente tante cose che risulta quasi impossibile tracciarne esattamente una scheda.
Volendoci limitare alla trama, potremmo dire che L’ultimo orco è un fantasy, che narra di re decaduti e governatori malvagi, di regine coraggiose, di elfi, di spade magiche, di valore, coraggio e crudeltà. All’apparenza, alla lettura superficiale, è un fantasy come molti.
L’ultimo orco nasce dalla prolifica e ricca penna di Silvana De Mari, psicoterapeuta, della quale abbiamo letto tempo fa un bellissimo saggio sulla fantasy e sulle fiabe, Il Drago come realtà. Questo romanzo non delude, anzi. Le sue 700 e più pagine si lasciano divorare febbrilmente, una dopo l’altra, la narrazione è incalzante, la scrittura ricca ed evocativa. I personaggi sono i migliori che abbiamo letto da molto tempo: ricchi di sfaccettature, con una psicologia così complessa e vivida che è impossibile non sentirsi catturati. La trama, al contrario delle stragrande maggioranza dei fantasy è onestamente originale, ricca di colpi di scena. Il motivo di questa particolarità secondo noi risiede nell’ottica in cui il romanzo è stato scritto. In media gli scrittori di questo difficile genere puntano sulla trama e sugli effetti speciali che il contesto fantasy permette di ottenere con relativamente poco sforzo. In questo caso, la De Mari ha scritto tenendo in primo piano assoluto i personaggi e la loro profondità, le caratteristiche della personalità, le loro fragilità, la loro crescita. Le vicende quindi si dipanano in modo complesso ma fluido, naturale, come avverrebbero in una vita reale, rendendo la narrazione molto verosimile.
Inoltre, in particolare alla luce del saggio dell’autrice, L’ultimo orco è ricco di simbolismi, che toccano tematiche molto forti della vita reale, che fanno riflettere: la fame, il razzismo, il rispetto, la morte, l’onore, il dolore, l’umiliazione. Il governatore malvagio lo è oltre ogni clichè, la regina coraggiosa è anche crudele, il condottiero senza paura è marchiato da abominbevoli natali, la principessa è ridotta alla fame e agli stenti. Niente è banale e niente è per caso, pagina dopo pagina la trama si intesse di dettagli di valore per l’intera opera.
Lo stile della De Mari è fenomenale, è così deliziosamente italiano che immaginiamo impossibile rendere in un’altra lingua. Descrive con perfezione gli stati d’animo di ciascun personaggio, passando dalla voce narrante neutra al punto di vista personale di ciascuno, dando voce ai sentimenti con una naturalezza accattivante. I momenti onesta commozione si alternano in molti punti del romanzo ad attimi di delizioso sarcasmo e moti di spirito.
Insomma, provvederemo al più presto a completare la trilogia con i capitoli mancanti, ma possiamo dire che anche così, L’ultimo orco è indubbiamente uno dei migliori fantasy che abbiamo mai letto e che consigliamo con entusiasmo a tutti, giovani e meno giovani, a chiunque ami il genere (e non lasciatevi intimorire dall’autore italiano, non vi pentirete) e a chiunque desideri farsi trasportare da una storia cruda e dolce al contempo, come solo la vita stessa può essere.

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