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Scheda: Campanelle azzurre e fischietti magici – S. Larenza
Campanelle azzurre e fischietti magici è la rocambolesca storia di Michela, una ragazzina degli anni ’60 con la testa piena di sogni di avventura che, una sera d’estate, viene “rapita” da tre omini “non più alti del suo gatto”per essere portata nel lo mondo, il Mondo Parallelo.
Con i tre omini, Cammo, Tollo e Babu, Michela affronterà un inaspettato viaggio nel Mondo Parallelo, conoscendo lo strano Popolo che lo abita, le loro fantasiose abitudini e la loro magia, fatta di campanelle e fischietti.
Il fine del loro viaggio è ricostruire un antico sapere del Popolo di cui Michela si rivelerà esserne la chiave e che si disvelerà a poco a poco attraverso dei veri e propri indizi.
Ma la loro strada non è priva di insidie: la piccola spedizione si troverà ad affrontare una forza oscura e crudele che minaccia la sopravvivenza del Popolo e le cui radici affondano in quel passato che i piccoli amici vogliono ricostruire.
l’autore
Silvia Larenza è nata a Brindisi nel 1954 dove risiede. L’arte pittorica e decorativa sono la sua vocazione principale che ha costruito grazie ai suoi studi, diplomandosi al Liceo Artistico di Lecce prima e all’Accademia delle Belle Arti di Lecce successivamente. Ha coltivato queste sue passioni per l’intero arco della sua vita, anche attraverso la realizzazione di mostre personali.
Campanelle azzurre e fischietti magici è il suo primo romanzo terminato di scrivere nel 2012. Il romanzo è stato pubblicato dall’autrice stessa su Amazon in formato e-book. Prevista anche una edizione cartacea dell’opera. In fase di realizzazione alcune tavole illustrate del romanzo.
Sito personale: www.mydolls.biz
La bussola d’oro – P. Pullman
Senza dubbio uno dei più grandi classici della fantascienza per ragazzi, La bussola d’oro di Philip Pullman appartiene a quel tipo di romanzo per ragazzi vecchio stile, ma non per questo stantìo o spiacevole, con i quali sono stati svezzati i moderni lettori.
Primo episodio della trilogia Queste oscure materie, Pullman ci presenta un mondo per alcuni aspetti simile al nostro ma per altri estremamente diverso.
La giovane Lyra ed il suo daimon Pantalaimon si troveranno ad affrontare una grande avventura nel gelido Nord che si scoprirà di cruciale importanza per l’esistenza dell’intera dimensione.
Questo romanzo è entrato a buon titolo tra i best seller di genere: la narrazione è magistrale e esalta una storia originale che cattura e stupisce, come ogni romanzo fantasy dovrebbe fare. A leggerlo oggi è possibile trovare decine di riferimenti di opere più recenti che hanno attinto e preso ispirazione da La bussola d’oro.
I personaggi sono vividi e di grande spessore, mai banali o scontati: i buoni hanno le caratteristiche classiche del surrogato genitoriale, mentre gli antagonisti brillano per spietatezza e insensibilità. Anche la protagonista è meno perfetta di quanto a primo acchito si potrebbe immaginare.
Ad una analisi approfondita della trama è possibile trovare qualche difetto, in particolare vengono lasciate ampie zone di scarsa chiarezza sui punti cardine. Alcuni passaggi sono giustificati con elaborati ragionamenti filosofici estremamente difficili da seguire, altri aspetti vengono lasciati in sospeso, come se qualche sottointeso dovesse chiarire e rispondere a tutte le domande. Rimane quindi la sensazione di aver letto un’opera di grande potenza simbolica ma che non si è riusciti ad espugnare completamente, lasciando una diffusa sensazione di incertezza.
Queste considerazioni nulla tolgono comunque alla grande qualità di questo romanzo, che resta un’opera imprescindibile per i giovani e i meno giovani lettori amanti del genere.
La bussola d’oro. Queste oscure materie: 1
E anche il film: La Bussola D’Oro (Disco Singolo)
Unwind – N. Shusterman
In un futuro imprecisato e distopico (ma non poi così lontano dalla nostra quotidianità), a conclusione della guerra civile definita Guerra Morale, viene firmata la Legge sulla Vita: l’aborto viene considerato pratica illegale, mentre viene concessa la possibilità ai genitori di applicare l’aborto retroattivo sui propri figli tra i 13 e 18 anni. In questo caso, i ragazzi indesiderati vengono portati in appositi luoghi di raccolta dove vengono divisi, ovvero… smontati, per continuare a vivere, smembrati in decine di parti, in altrettanti ospiti bisognosi di un “pezzo di ricambio”.
Connor, Risa e Lev, tre dividendi giunti in questo status per differenti motivi, intrecciano per caso le loro vite e riescono a sottrarsi all’angoscioso destino. Ma sarà una salvezza momentanea: dovranno restare latitanti fino alla maggiore età per considerarsi finalmente in salvo. Ci riusciranno?
Bello, stupefacente, memorabile. La nostra recensione potrebbe chiudersi qui.
Neal Shusterman ormai regna incontrastato nei nostri cuori e nella nostra immaginazione, da quando abbiamo letto Everlost e ne abbiamo raccolto tutto il potenziale evocativo e commovente. L’autore con Unwind – La divisione supera se stesso. Si rivolge ad un target leggermente più maturo, spostandosi dalla letteratura per ragazzi verso i giovani adulti, ma nel suo candore, nel suo modo di scrivere cristallino e disarmante, arriva a smuovere fin nel profondo l’anima di chiunque, forse in particolar modo il pubblico più adulto.
Se proprio volessimo fare i puntigliosi, dal punto di vista strettamente fantascientifico alcuni passaggi potevano essere spiegati e giustificati meglio, lasciando alcuni dettagli un po’ troppo nebulosi e non molto logici, ma è possibile che questa sia stata una scelta precisa dell’autore, per evidenziare al lettore quanto l’intera faccenda della divisione e di tutto quello che vi ruota attorno (quindi, in sintesi, l’intera società) sia completamente assurdo e alienante.
La trama e l’intreccio, i personaggi primari e secondari, il gusto per i dettagli, la voce narrante, lo stile: tutto concorre alla realizzazione di un quadro memorabile. I personaggi sono vividissimi, dettagliati, ben delineati e distinti gli uni dagli altri, sono emozionanti per quanto vengono messi in difficoltà dalle assurde implicazioni della Legge sulla Vita. E sebbene vi si possano individuare buoni e cattivi, alla fine anche i cattivi sono vittime del sistema, e si perde la sensazione di intimo piacere quando il sistema, infine, si abbatte su di loro, lasciando solo pena.
La storia è decisamente audace, complessa e ricca di sfaccettature psicologiche, etiche, morali, sociali, e Shusterman vince la sfida su tutta la linea, mantenendo l’attenzione altissima, gettando sempre più carne al fuoco, incatenando il lettore alla pagina.
Non vogliamo lasciarvi spoiler perchè questo romanzo è semplicemente imperdibile, ci limitiamo a consigliarne fortemente la lettura perchè dopo non sarete più quelli di prima.
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Pink Lady – B. Bonfiglioli
Anna ha diciassette anni e molti piercing sul viso, i capelli rosa, le scarpe lise. Anna si sente invisibile, inascoltata, Anna si lascia vivere giorno dopo giorno, a scuola, davanti ai suoi genitori, davanti a coloro che una volta erano suoi amici. Da quando sua sorella maggiore Laura è morta, sembra che il tempo si sia fermato e tutti coloro che l’hanno amata si siano chiusi dentro i loro gusci di dolore. Sembra che questa situazione non debba finire mai, ma un giorno qualcosa cambia. Anna e i suoi genitori si trasferiscono in un paesino dell’Emilia e lì, come un giardino a lungo trascurato che viene finalmente irrigato e curato con amore, ricominciano a vivere. Tutti, anche Anna, che si credeva chiusa anche lei nella bara con sua sorella.
Pink Lady è il romanzo per ragazzi opera prima di Benedetta Bonfiglioli. Per quanto forse la trama non sia delle più imprevedibili, è sicuramente una lettura che ci sentiamo di consigliare vivamente.
Narrato tutto in una stretta prima persona, il romanzo racconta attraverso gli occhi di Anna la sua lenta risalita dal fondo del pozzo buio e umido nella quale si è rifugiata dopo la violenta morte dell’amata sorella.
La aiuteranno una nuova amica sincera e un nuovo amore, e nelle dinamiche di sviluppo di queste due relazioni forse risiede l’aspetto più semplicistico della trama, che la rende però molto appetibile per il pubblico giovane e giovanissimo.
La punta di diamante di questo romanzo è però da ricercare nello stile di scrittura dell’autrice, che ha saputo con abiltà e cura nella scelta del registro e del linguaggio, trasformare una storia che rischiava di essere pericolosamente banale in una piccola e pregevole opera, delicata e sensibile.
Con maestria è infatti riuscita a dare voce a sentimenti e sensazioni molto complessi, non solo perchè caratterizzate dagli accenti estremi tipici dell’adolescenza, ma anche perchè è andata a toccare tematiche delicatissime come il lutto per la perdita di una persona molto vicina alla protagonista. Gli effetti su Anna e sulla sua famiglia sono assolutamente credibili, semplici e tragici allo stesso tempo, senza andare mai a scendere nel patetico.
Questo è senz’altro sintomo di una grande sensibilità dell’autrice, di una capacità di osservazione non così scontata, seppur fondamentale, in uno scrittore. Per questo motivo non vediamo l’ora di poterla vedere all’opera su un nuovo progetto, una nuova storia, certi che l’esperienza maturata con questo primo romanzo non potrà fare altro che gettare le basi per un lavoro ancora migliore.
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Scheda: Pink Lady – B. Bonfiglioli
Anna ha diciassette anni e, di fronte all’apatia e alla depressione in cui sono sprofondati i suoi genitori alla morte della sorella maggiore, reagisce solo con la rabbia. Verso di sé, verso i suoi, verso la sorella morta: ne sente la mancanza, vorrebbe non dimenticarla mai, nutrire il ricordo di lei con il suo dolore e nello stesso tempo vorrebbe
ricominciare a vivere. Riuscirà a farlo tra i palazzi antichi di Belmonte, cittadina della Pianura Padana, dove deve ricominciare tutto da capo. Qui conosce l’amore: quello tra Ete e Paolo, quello gratuito di Silvia, quello di Marco e riscopre quello dei suoi genitori. Qui impara che il passato non si cambia e che non è una colpa lasciare che il dolore si plachi per tentare di essere felici.l’autore
Benedetta Bonfiglioli ha studiato lingue e ha viaggiato tanto per perfezionarle. Insegna letteratura inglese al liceo: ecco perché scruta così bene nel cuore e nella mente dei ragazzi. È sposata e mamma di due meravigliosi gemelli. Vive in provincia di Reggio Emilia, in un paesino che le ha insegnato ad amare le piccole cose. Ha una grande passione per i voli di fantasia e per i lavori manuali. La sua casa è piena di libri e di allegria. Pink Lady è il suo primo romanzo.
Calvin l’invisibile (The Schwa was here) – N. Shusterman
Sarà capitato a tutti, nella vita, di sentirsi trasparenti, di passare inosservati, a volte in modo anche un po’ irritante, da bambini e da adulti: essere scavalcati in una fila, essere ignorati alla fermata del bus, essere scordati nelle conte per i giochi in cortile. Ma come ci si potrebbe sentire se, invece di episodi sporadici, tutto questo capitasse sempre, ogni giorno in ogni occasione?
Da questo presupposto prende vita il personaggio di Calvin Schwa nel libro per ragazzi Calvin l’invisibile del pluripremiato autore di Everlost, Neal Shusterman.
Calvin è quel ragazzo, a scuola, che nessuno nota mai, che i professori segnano come assente alle lezioni anche quando non lo è, che i compagni non hanno idea di che faccia abbia. Insomma, Calvin non è proprio invisibile ma ci va vicino. Finchè per una serie di coincidenze conosce Antsy, di fatto protagonista e narratore della vicenda, che si rende conto di questa strana capacità di Calvin di passare inosservato, e cerca di metterla a frutto insieme a lui.
Abbiamo letto questo romanzo in lingua originale (The Schwa was here), cercando di cogliere il tratto geniale di Shusterman fin dalla fonte, e l’abbiamo trovato. Questo libro è semplice e più che adatto al pubblico a cui si rivolge, ma ad una lettura attenta possiamo notare le caratteristiche di grande intelligenza che l’autore ha saputo inserire all’interno della storia, donando spessore ai personaggi ed alla trama, e rendendolo degno di una lettura per adulti.
Già la scelta del protagonista la dice lunga: il romanzo si incentra sull’evanescente Calvin, ma il protagonista resta Antsy: Calvin è talmente imprecisato nelle sue caratteristiche che sarebbe impossibile per lui essere protagonista di qualcosa, anche della sua stessa storia. Nel procedere della trama poi, i personaggi fronteggiano le implicazioni dell’invisibilità in un crescendo di consapevolezza: dapprima se ne vedono solo i vantaggi, che vengono sfruttati dai due per raccimolare qualche soldo portando a termine sfide e scommesse; successivamente entrano in ballo domande anche esistenziali come l’annullamento di sè stessi qualora si venisse dimenticati da tutti.
La firma di Shusterman si fa sentire, quando tocca argomenti così particolari e profondi come la solitudine, la perdita immotivata di un affetto, la sconfitta, la delusione, il passare inosservati anche per chi dovrebbe prendersi cura di noi. Magistrali in questo i ruoli dei personaggi secondari, scelti per lasciare grandi sottointesi: Lexie, l’unica persona che sempra notare Calvin proprio perché non vedente; Mr.Crawley, anziano e dignitoso signore barricato nel suo mausoleo circondato da una muta di cani afgani; lo stesso Antsy, che come ogni romanzo di formazione che si rispetti, arriva pian piano ad apprezzare la sua condizione di adolescente qualunque, aiutando anche Calvin, a suo modo, ad avere una forma più definita e ad essere finalmente davanti agli occhi di tutti.
Insomma, un libro assolutamente consigliato, piacevole, ironico e intelligente, degno della produzione di Shusterman in ogni riga.
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In lingua originale: The Schwa was here
Le voci di Nike – S. M. Damiani
Una lunga e dura guerra in un paese lontano lontano, una famiglia regnante oggetto di un incantesimo, una principessa con un potere grande e sconosciuto, un uomo malvagio che la vuole rapire: questi a grandi linee potrebbero essere i punti chiave della trama di Le voci di Nike, opera prima di Silvia M. Damiani. Ma ad una lettura più approfondita, quello che emerge è molto di più.
Si potrebbe classificare questo romanzo come fantasy, sebbene saremmo tentati di identificarlo più come una fiaba dai toni cupi e introspettivi. In effetti è possibile riscontrare molte peculiarità della fiaba: personaggi rarefatti e definiti in qualità di Buoni e Cattivi, re e principesse in pericolo da salvare, magie ed incantesimi, crudeltà gratuite ed all’apparenza ingiustificate.
Anche lo stile di narrazione mantiene questo sapore, incentrandosi fortemente sull’intreccio e sull’evocazione più che sulle azioni vere e proprie, diventando un po’ sommario nelle scene più dinamiche.
Abbiamo apprezzato molto la lettura di quest’opera così particolare ed originale, l’abbiamo trovata avvincente e narrata con un buon ritmo.
Il concetto che è fulcro della trama è certamente audace e di difficile rappresentazione, specie per un’autrice alla prima fatica letteraria: per buona parte dell’opera vengono portati avanti due piani temporali paralleli, ma che vedono come protagonisti gli stessi personaggi; successivamente viene mantenuto un tempo di narrazione principale nel quale pian piano si fa chiarezza nella dinamica della trama, fino all’epilogo.
L’unica pecca che ci sentiamo di identificare la troviamo appunto nella prima parte del romanzo, in cui vengono proposte molte informazioni al lettore, e tutte importanti, in un breve lasso di tempo e di pagine. Questo da un punto di vista generale è un buon espediente, perché permette di evitare l’infodump (il narratore non si ferma a spiegare nulla) e il lettore si trova subito immerso nell’azione; d’altra parte però, una narrazione meno serrata e ad un più ampio respiro, avrebbero permesso di penetrare nella storia più gradatamente e di lasciar assorbire meglio i personaggi e l’ambientazione circostante.
Va detto però, che se dapprima il lettore si sente un po’ smarrito all’interno di questa trama intricata su più livelli spazio-temporali, una volta che è possibile dare spiegazioni dei meccanismi sottesi e fino a quel momento solo allusi, tutto diventa chiaro e perfettamente coerente, arrivando finalmente ad avere l’ambizioso quadro di insieme dell’opera.
Abbiamo particolarmente apprezzato l’incipit, ad esempio, incisivo e diretto, così come ci è piaciuta l’intera idea di fondo, mantenuta sempre chiarissima nella mente dell’autrice e quindi sostenuta con precisione. Abbiamo trovato originale il concetto di magia, come potere di carattere psichico, e molto curata anche la simbologia.
Ci sentiamo quindi di consigliare la lettura di questo romanzo così particolare, in attesa di un eventuale seguito, presagito dal sottotitolo (Primo movimento: allegro maestoso), che ci incuriosisce per i possibili sviluppi, della trama e delle abilità creative della giovane autrice.
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Il giardino segreto – Frances H. Burnett
Trama: una giovane ragazzina malata che ha perso la famiglia in india, un misterioso ragazzo isterico afflitto dalla paura di dormire e un giovane capace di parlare con gli animali si incontrano nella brughiera inglese e cercano di scoprire cosa sia la vita in un giardino dal passato tragico.
C’è sempre da imparare dai libri per ragazzi, questo è certo. Ogni volta che ne prendiamo in mano uno pensiamo di trovarci al più una simpatica favola e, pagina dopo pagina, ci troviamo ad affrontare qualcosa di noi stessi che non avevamo il coraggio di vedere e magari ci viene voglia di cambiare, o almeno di provarci.
Ne Il Giardino Segreto quello che siamo costretti ad osservare è il nostro passato, ormai perduto, a contatto con la natura e con la sua misteriosa magia. Purtroppo, per come sta progredendo (?) il nostro stile di vita una storia del genere sarà sempre più difficile da realizzarsi. Dove sono finiti i salti con la corda di Mary? Dove sono finiti la curiosità per una gemma che si schiude, per le strane abitudini degli animali? Per noi che facciamo parte di quella generazione a cavallo tra il mondo prima e quello dopo l’avvento dei computer, forse sono un bel ricordo nostalgico.
Che pagina dopo pagina, accompagnato dallo stile scorrevole e leggero ma non per questo superficiale della Burnett, diventa una preoccupazione per i figli che forse un giorno avremo. E, perché no, un incentivo per fare qualcosa perché anche loro possano vivere nella natura come abbiamo fatto noi.
(Non mi sarebbe dispiaciuto un accenno ad un intrallazzo amoroso tra i tre protagonisti, avrebbe aggiunto un tocco di verosimiglianza al romanzo. Ma tant’è, non si può avere tutto.)
Edito da: Salani. Collana Gl’Istrici. Bella la copertina anche se un po’ scolorita nella parte bassa, ma temo sia un difetto della mia copia. Purtroppo la colorazione sparisce un po’ sulla piega da lettura, quindi i colori potevano essere di qualità un po’ migliore. La traduzione mi è sembrata buona, con un buon adattamento italiano del linguaggio infantile e campagnolo inglese. Buoni sia inchiostro che carta e impaginazione. Vale quasi tutti i soldi spesi.
Recensione scritta da RM