Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]
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Scheda: I cavalieri del Nord – M. Strukul
Salvato, ancora bambino, in una notte di luna e lupi, Wolf è diventato un giovane cavaliere Teutone. Cresciuto sotto la guida di Kaspar von Feuchtwangen, suo mentore e maestro, il ragazzo intraprende insieme ad altri settanta cavalieri crociati, un lungo viaggio dalla Russia alla Transilvania per raggiungere e difendere il castello di Dietrichstein, ultimo avamposto della fede cristiana in una terra ormai in preda a orde di barbari e diaboliche forze oscure.
Lungo la via, fra terre addormentate in un inverno infinito, Wolf incontra Kira, che tutti credono una strega, ma che in realtà nasconde una storia di ribellione e violenza nei bellissimi occhi color temporale. La sua è una presenza che getta scompiglio nella schiera Teutone, poco avvezza alla presenza femminile, e che reagisce con sospetto e rabbia, ritenendo la donna responsabile delle molte sventure che costellano il lungo viaggio. Ma niente è come sembra nell’Europa del 1240.
Fra magia e religione, passioni e tradimenti, Wolf conoscerà se stesso attraverso il sacrificio e il coraggio fino ad affrontare una terribile guerriera che si fa chiamare La Madre dei Morti, un diabolico negromante e un re senza corona, mentre l’amore per Kira martella il cuore aprendo ferite: perché Wolf è un cavaliere dell’Ordine e la Regola proibisce di amare una donna, soprattutto quando è una creatura irresistibile. A meno che…
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The queen of the Tearling – E. Johanson
In un futuro distopico dal clima neo-medievale, in un piccolo regno chiamato Tearling, una bambina cresce nascosta agli occhi dei più. Kelsea è la figlia della regina, erede al trono del regno. Al compimento dei suoi diciannove anni, un gruppo di armigeri la prelevano dalla famiglia adottiva per condurla a regnare, come suo compito. Kelsea scoprirà ben presto che sedere sul trono è una situazione scomoda, che porta con sè la necessità di decisioni talvolta difficili, in particolare quando si accorgerà che i suoi predessori hanno soggiaciuto a compromessi intollerabili per il mantenimento di una fragile pace con l’oscura regina del territorio confinante.
The queen of the Tearling è il romanzo di esordio dell’autrice Erika Johansen ed il primo capitolo di una trilogia della quale presto verrà realizzata anche una trasposizione cinematografica.
Il taglio della storia, nei suoi tratti principali, ben si attaglia ad un pubblico young adult: le caratteristiche tipiche del fantasy in stile medievale ci sono tutte, con tanto di principessa erede al trono, gioielli magici dai grandi poteri, un antagonista fantoccio ed una più pericolosa eminenza grigia, il tutto contornato da un ampio stuolo di personaggi secondari.
L’elemento principale che rende questo romanzo diverso dagli altri è probabilmente la caratterizzazione della protagonista, Kelsea. La sua figura esce dal clichè della principessa un po’ vittima degli eventi che ad esempio il più classico Disney ci ha sempre proposto, e vede prendere vita una giovane donna decisionista, assertiva, che mette davanti a tutto i valori che per lei sono inoppugnabili come dovrebbero esserlo in qualunque società civile.
Schiavitù, violenza gratuita, minacce, soprusi dei potenti sui più deboli, sottomissione femminile, droga, tradimento: questo non può in alcun modo comparire davanti alla giovane regina del Tearling così come non dovrebbero comparire dinnanzi agli occhi di nessuno, in nessuna epoca.
Oltre a Kelsea, l’autrice delinea una serie di personaggi ben caratterizzati, con tratti spesso non scontati.
Nel complesso, forse anche a causa della confezione del libro stesso (preziosissima, con pagine anticate e ricco di belle illustrazioni a colori, completo di mappa dei territori), il taglio della narrazione lascia presupporre un target più giovane rispetto a quello classico young adult: ad un lettore un po’ più smaliziato può indurre sconcerto la scelta di costruire dei personaggi piuttosto bidimensionali, poco sfaccettati, che riservano (almeno per il momento) poche reali sorprese.
Di contro, alcune particolari caratteristiche proprie della storia, alcune scene in particolare, potrebbero risultare inadatte ad un pubblico troppo giovane.
Pur considerando ciò, The queen of the Tearling risulta una lettura assolutamente godibile e comunque atipica, che propone un’eroina femminile nuova, con dello spessore intellettuale e soprattutto un’integrità capace anche di andare contro agli usi protratti dai regnanti che l’hanno preceduta, che non ha bisogno di una figura maschile accanto per completare la sua dimensione di regina e di donna e nella quale diventa davvero possibile, oltre che positivo, immedesimarsi.
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Scheda: The queen of the Tearling – E. Johansen
Il giorno del suo diciannovesimo compleanno la principessa Kelsea Raleigh Glynn, cresciuta in esilio, intraprende un pericoloso viaggio alla volta del castello in cui è nata per riprendersi il trono che le spetta di diritto. Kelsea è una ragazza determinata che adora leggere e imparare e che somiglia ben poco a sua madre, la fatua e frivola regina Elyssa. Kelsea sarà pure inesperta, ma non è indifesa: al collo porta lo zaffiro di Tearling, un gioiello dagli immensi poteri magici, ed è accompagnata dalla Guardia della Regina, un gruppo scelto di coraggiosi cavalieri guidato dall’enigmatico e fedele Lazarus.
Kelsea avrà bisogno di tutti loro per sopravvivere alla cabala di nemici che cercherà di impedire la sua incoronazione con ogni mezzo, da sicari dai mantelli cremisi a tremendi incantesimi di sangue.
Nonostante il suo sangue reale, Kelsea è ancora una giovane piena di insicurezze, una bambina chiamata a guidare un popolo e un regno dei quali non sa praticamente nulla. Quello che scoprirà nella capitale, però, cambierà tutto, mettendola di fronte a orrori inimmaginabili. Sarà un gesto semplice quanto audace a gettare il regno nel caos, scatenando la vendetta della tirannica sovrana della vicina Mortmesne: la Regina Rossa, una strega posseduta dalla magia oscura. Kelsea dovrà scoprire di chi fidarsi tra i suoi servitori, i nobili di corte e le sue stesse guardie del corpo.
La sua missione per salvare il regno e compiere il suo destino è appena cominciata: Kelsea dovrà affrontare un viaggio alla scoperta di sé stessa e una prova del fuoco che la faranno diventare una leggenda… se solo riuscirà a sopravvivere.
“Una lettura avvincente… Johansen tesse una storia coinvolgente, ricca d’azione e personaggi interessanti” New York Post
“Chiamatelo pure The Hunger Games of Thrones. Il primo romanzo di Erika Johansen è un insieme di generi: il fantasy medievale incontra il futuro distopico… in un’avventura avvincente e divertentissima” USA Today
L’edizione italiana di The Queen of the Tearling sarà curata da Matteo Strukul (Mila Zago,I Cavalieri del Nord) e conterrà illustrazioni originali di Roberto Recchioni (fumettista, sceneggiatore ed ora curatore per Sergio Bonelli Editore della storica serie di albi a fumetti Dylan Dog)!
Non si tratterà insomma di un semplice libro, ma di un cartonato di prestigio con 14 inserti grafici, 7 immagini a colori a tutta pagina e una mappa del regno di Tearling in preziosa carta pergamena riposta in un’apposita tasca interna. Un vero e proprio gioiello per la collana Multipop!
“Sono orgoglioso di prestarmi nella veste per me abbastanza inedita di illustratore puro a questo libro inusuale, avventuroso e appassionante”, racconta Roberto Recchioni, “Cercherò di rispettare questo spirito, sto lavorando intorno a uno stile minimale che ne rappresenti, in parte, lo spirito”.
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14 – P. Clines
La mia passione per il brivido è cominciata da ragazzina, quando andavo a saccheggiare la bibliotechina comunale portandomi a casa a cadenza settimanale pile di romanzi Junior Mondadori della collana fantascienza e mistery. Quello che mi è rimasto più impresso, una lettura breve ma suggestiva, è La stanza 13: un orrore è celato dietro la porta numero 13 di un sinistro hotel e un gruppo di ragazzini si trovano a dover scoprire quale esso sia.
Quel libro, quando ho preso in mano 14, di Peter Clines, mi è tornato alla memoria con prepotenza. Iniziando a leggere, però, ho scoperto che questo libro sarebbe andato molto oltre.
L’appartamento 14 nasconde ben altro che un barocco vampiro; in realtà questo è solo il primo e più evidente indizio di tutta una serie di assurdità, incongruenze e stranezze, celate dentro Palazzo Kavach, edificio centenario sorto su una delle colline di Hollywood.
La casa stregata è uno dei più tipici clichè della letturatura del brivido, ma quello che Palazzo Kavach nasconde, la sua vera *essenza*, beh… posso garantire che non si è mai letto niente del genere.
14 è un romanzo appassionante, che incolla il lettore alle sue pagine in una lunga corsa fino alla fine, seminando indizi e colpi di scena, fino ad arrivare al climax, che più inaspettato non si può.
Il romanzo può essere diviso in due parti: se la prima si può assimilare ad una affascinante caccia al tesoro (stile Goonies), in cui i protagonisti indagano sull’edificio e raccolgono informazioni e indizi; la seconda prende una piega del tutto inaspettata, accantonando una volta per tutte il prototipo della casa stregata e affrontando terreni delicatissimi, degni della migliore e più spinta fantascienza di altri tempi.
Non voglio spoilerare di più, sappiate solo che il testo in quarta di copertina, che definisce il libro come “romanzo apocalittico”, ha utilizzato una efficace e suggestiva sintesi.
L’autore, Peter Clines, è lo stesso della saga surreale e gradevolmente inaspettata Ex, abbiamo parlato del primo romanzo qui.
In chiusura, due note: la confezione del libro in brossura è spettacolare; di contro, volendo trovare una pecca, devo rilevare una certa carenza nel livello qualitativo della traduzione. Moltissime frasi perdono di efficacia a causa di una struttura poco chiara e confusa o del riportare in italiano in modo troppo letterale le espressioni americane.
Comunque, questo romanzo è assolutamente da leggere. Fatevi un regalo natalizio in ritardo!
Recensione scritta da Midna
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Internet apocalypse – W. Gladstone
In un futuro quantomai prossimo, l’apocalisse si scatena implacabile, in tutto il mondo. La psicosi è in agguato, il panico e l’instabilità si scatenano nell’arco di pochi giorni, e tutti si chiedono come e perchè e come potranno sopravvivere in queste nuove condizioni.
No, non stiamo parlando di un’(ennesima) epidemia zombie, bensì del concept ironico e non poi così surreale di Internet apocalyspe, di Wayne Gladstone: cosa succederebbe se da un giorno all’altro Internet non ci fosse più?
Dopo i primi giorni di sconcerto, tantissimi si troverebbero senza lavoro, ma al contempo molti altri impieghi si renderebbero indispensabili, come i consultatori di biblioteche, per trovare risposte rapide ed esaurienti in mancanza di Google e Wikipedia; i più ossessionati dalla rete ricreerebbero i loro siti e social network preferiti, offline, mentre altri cercherebbero gli stessi svaghi malsani e spegni-cervello della rete, diventando quasi come zombie.
In tutto questo, tutti si chiederebbero: che fine ha fatto Internet?
Gladstone, a New York, si trova suo malgrado ad essere proprio il fulcro di questa domanda e si metterà alla ricerca di Internet insieme a due bizzarri compagni di viaggio.
Gladstone, l’autore, costruisce un romanzo ironico e surreale, che dapprima fa il verso ai romanzi zombie, poi prende in giro gli internet-dipendenti, con le loro manie, meme e ossessioni, poi fa una parodia più ampia dell’America moderna, per approdare infine in una amara introspezione, inattesa quanto cruda.
Un libro decisamente singolare, molto piacevole e divertente, che concede, come tutta la satira di qualità, una visione intelligente sulla realtà di oggi e su noi stessi.
Lettura estremamente consigliata e perfetto regalo di Natale per quell’amico un po’ troppo fissato con Facebook…
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Scheda: 14 – P. Clines
C’è qualcosa di strano nel nuovo appartamento di Nate.
Certo, lui ha altre cose per la testa. Odia il suo lavoro, e il suo conto in banca è in rosso. Non ha nessuna ragazza, né piani per il futuro. La sua nuova casa potrà quindi non essere perfetta, ma è comunque vivibile; l’affitto è basso, i proprietari amichevoli, e quegli strani piccoli misteri non lo infastidiscono più di tanto.
Almeno, non fino a quando non incontra Mandy, la sua vicina di pianerottolo, e nota qualcosa di insolito nel suo appartamento. E nell’appartamento di Xela. E in quello di Tim. E di Veek.
Perché ogni stanza in questa vecchia Los Angeles nasconde dei misteri, misteri più vecchi di cent’anni. Alcuni fanno bella mostra di sé, altri restano nascosti dietro porte ben chiuse. Ma tutti insieme potrebbero segnare la fine di Nate e dei suoi amici.
O la fine di tutto…l’autore
Peter Clines è cresciuto nell’area d’influenza di Stephen King, a Cape Neddick, nel Maine, dove è stato ispirato da fumetti, cartoni animati e dalla saga di Guerre Stellari. All’età di otto anni ha iniziato a scrivere racconti fantasy e di fantascienza, pubblicando il suo primo “romanzo epico”, Lizard men from the center of the earth. Ha venduto la sua prima opera a diciassette anni a un giornale locale, mentre all’età di diciannove anni ha completato gli studi del suo quadruplice dottorato in letteratura inglese, archeologia, fisica quantistica e danza interpretativa.
Clines racconta divertito di essere stato d’ispirazione per il poema epico Beowulf, sia per il film I predatori dell’arca perduta, e di essere stato l’unico in grado di respingere l’invasione aliena che nel 1938 si è verificata a Grovers Mills, New Jersey… in realtà questi sono tre elementi che hanno fortemente influenzato la sua formazione di romanziere. Senza poi dimenticare gli undici sonetti che ha scritto per impressionare una ragazza al liceo che sono poi stati tutti attribuiti a Shakespeare. Dopo il trasferimento in California, dove ha lavorato nel mondo del cinema e della televisione per quasi quindici anni, ha iniziato a scrivere articoli e recensioni per la rivista Creative Screenwriting e una newsletter gratuita per CS Weekly, per cui ha intervistato decine di grandi registi e sceneggiatori.
È autore di numerosi racconti come la serie EX e The Eerie Adventures of the Lycanthrope Robinson Crusoe.
Vi sono chiare prove che egli sia, di fatto, il figlio di Lindbergh.
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Scheda: Internet apocalypse – W. Gladstone
Il World Wide Web è scomparso.
Nessuno – nemmeno il Presidente degli Stati Uniti – è in grado di trovare un segnale Wi-Fi e accedere alla Rete. La gente va nel panico, l’economia si paralizza e il mondo scivola lentamente nel caos. L’apocalisse di Internet ha avuto inizio. Per Gladstone, disilluso impiegato newyorkese, è un duro colpo che arriva poco dopo la perdita della moglie: niente più Facebook, niente più Twitter, niente più pornografia online…ma la vita va avanti e i cittadini di New York trovano presto nuovi e bizzarri metodi per intrattenersi anche offline. L’economia precipita ulteriormente e il governo passa una legge draconiana: il NET Recovery Act.
Tuttavia gira voce che qualcuno tra i grattacieli della Grande Mela sia ancora on line; ma chi ha rubato Internet e per quale motivo? Gladstone inizia allora le sue ricerche assieme a due compagni di viaggio: il suo amico di chat e blogger immaturo Tobey e la sensuale streepper Oz. Nel tentativo di scoprire da dove arrivi l’ultimo segnale wi-fi il trio si imbatte in un pittoresco viaggio, ritrovandosi alle prese con le minacce terroristiche di Anonymous in esclusivi club a luci rosse, incredibili profezie e zombie in astinenza da web. Ci vorrebbe un Messia per restituire Internet all’umanità…Ma Gladstone sarà all’altezza del compito?l’autore
Wayne Gladstone, che si firma semplicemente Gladstone, è un umorista e giornalista americano. È il creatore, sceneggiatore e protagonista della serie web Hate by Numbers, ed è un collaboratore abituale di Indecision Forever, di Comedy Central e di Cracked.com.
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I dodici bambini di Parigi – T. Willocks
Mattias Tannhauser, cavaliere di San Giovanni, si trova suo malgrado nel cuore della più fetida Parigi del 1572 alla ricerca di sua moglie Carla, in avanzato stato di gravidanza, ospite a casa di una delle famiglie più in vista della città.
Il destino però mette sulla sua strada l’evento forse più sanguinoso della storia, ricordato ancora oggi: il massacro degli ugonotti. Così, Tannhauser inizia a farsi strada lungo un sentiero sanguinoso, ricco di orrori e disumanità, con il solo scopo di ritrovare la sua donna, ad ogni costo, scoprendo trame e cospirazioni, anche contro la sua persona, che mai avrebbe immaginato. Il cavaliere avanza da solo, con la sola compagnia di un manipolo di ragazzini, più o meno vittime degli eventi, che si uniscono man mano sotto la sua sanguinosa ala protettrice e che costituiranno forse l’unico, l’ultimo, baluardo di umanità in questo scenario abbrutito di orrore e morte.
I dodici bambini di Parigi di Tim Willocks unisce la libera reinterpretazione di un fatto storico di rara crudeltà alle vicende tipiche del romanzo d’azione estremo.
Sebbene indubbiamente il genere sia quantomeno particolare e possa non piacere a chi è facilmente impressionabile, è evidente come l’autore abbia messo in campo tutte le sue più fini abilità narrative. Il rischio di scadere nel grossolano e nell’eccesso è facilissimo in un simile contesto; Willocks invece riesce a mantenere l’equilibro tra il credibile e l’incredibile, con una capacità espressiva che raramente si riscontra anche nei romanzi degli autori più noti, a prescindere dal genere letterario.
La capacità di trascinare il lettore in un vortice sempre più stretto di orrore è qui espresso in modo magistrale. Nonostante il genere, che come dicevamo è estremamente suscettibile ai gusti personali, indubbiamente la qualità letteraria è percepibile attraverso la caratterizzazione dei personaggi, le descrizioni, le scene d’azione, i dialoghi.
Un romanzo particolare, ma molto efficace e piacevole, che scorre come un film davanti agli occhi e nella mente del lettore, che rimane inchiodato alla pagina nonostante la lunghezza da maratona del romanzo stesso (ben 733 pagine).
Formidabile.
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