Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]
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Il gioco di Gerald – S. King
Abbiamo deciso di fare uno strappo alla nostra tacita e salutare regola di recensire solo romanzi appena letti per questo romanzo di Stephen King, Il gioco di Gerald. Indubbiamente non è uno dei romanzi del Re più famosi e, nonostante siamo dichiaratamente suoi fan, non è nemmeno uno dei migliori. Eppure, abbiamo deciso di recensirlo perchè, sebbene siano passati diversi anni da quando l’abbiamo letto, è rimasto stampato nel nostro immaginario per la sua semplice crudeltà.
King solitamente si divide su poche macrotematiche concettuali sulle quali poi fonda i suoi romanzi: il Male in senso incorporeo ed il Male incarnato nelle bassezze dell’uomo. Di questa divisione generica è poi possibile effettuare altre suddivisioni, anche se alcune opere si possono inserire a cavallo tra le due categorie.
Senza scendere nei morbosi dettagli nerd che certamente sapremmo tirare fuori, Il gioco di Gerald si può ascrivere alla seconda categoria, dove il Male viene principalmente rappresentato da una persona umana con smaccate caratteristiche negative.
La storia, come nel meglio del suo stile, parte da un concetto semplice quanto angosciante: cosa succederebbe se, a causa di un giochetto erotico, una donna rimanesse ammanettata al letto e non avesse più alcun modo per liberarsi?
E questo è quello che succede a Jesse, che soggiace all’ultima richiesta del marito, Gerald, e si lascia ammenettare ad un robusto letto nella loro casetta al lago. Involontariamente però, Jesse provoca la morte di Gerald, e da quel momento l’intera esistenza della donna collassa in quella casetta, su quel letto, sul quale l’attende una morte lenta e psicologicamente devastante.
L’abilità narrativa di King raccoglie bene la sfida, focalizzandosi sui loop mentali di Jesse, che rievoca il passato travagliato, le sue lotte interiori di coscienza e l’immaginazione, che con il passare delle ore, la mancanza di acqua e cibo ma soprattutto la paura dell’approssimarsi della fine, le provocano allucinazioni terrorizzanti… che forse non sono affatto allucinazioni, bensì una nuova manifestazione del Male incorporeo ed assoluto, che la aspetta negli angoli bui della sua stanza, in attesa solo che abbassi la guardia e si lasci andare alla disperazione.
Un romanzo senza dubbio molto particolare, che per gli amanti del genere è un appuntamento imperdibile, proprio perchè risulta un esercizio di stile dalla crudezza unica. Da provare. E dopo averlo letto, non vedrete mai più un paio di manette con gli stessi occhi.
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Assassinio sull’Orient Express – A. Christie
Trama: sul leggendario treno che collega i due estremi dell’Europa, Hercule Poirot si trova ad indagare su un misterioso assassinio a metà tra il mistero della camera chiusa e il cuore nascosto. Con un arma in più, i suoi immancabili baffetti a punta.
Oh, insomma. Agatha Christie è un genio calzato e vestito, c’è poco da fare. Sarà che è da poco che ho preso in mano i gialli, ma libri così veramente non mi era mai capitato di prenderne in mano. E, facendo appello alla mia cultura video e videoludica, neppure mi vengono in mente film, videogiochi o anime così geniali.
Intendiamoci, non sotto ogni punti di vista. Romanzi meglio scritti e film meglio raccontati, così come anime o videogiochi più appassionanti ce ne sono a iosa. Io parlo della costruzione. Agatha Christie è un genio della costruzione, ecco di cosa.
Sarà per questo che mi sono sentito preso per il naso, all’ultimo capitolo del libro? Durante ogni singola pagina ho pensato di essere abile quanto Poirot, di essere riuscito a seguirne i pensieri, forse addirittura di anticiparlo. E ovviamente ero soddisfatissimo di questa cosa! Negli ultimi capitoli, ho iniziato a vacillare. E l’ultimo mi ha fatto completamente capitolare, costringendomi a riconoscere la bravura -non solo in termini di scrittura, perché è vero che c’è di meglio ma il libro è scritto benissimo e appassiona- della Christie nel costruire, citando la postfazione, una partita a dama in cui il lettore non può fare altro che perdere.
Edito da: Mondadori, nella collana Oscar. Il libro non costa molto e nel complesso la qualità è nella media, qualche parola un po’ “corrosa” ma niente di irrecuperabile. Apprezzabile la traduzione fedele all’originale e molto curata anche sul lato ortografico/sintattico eccetera. Prefazione e postfazione sono delle piccole perle all’interno del libro, motivo in più per volerlo leggere.
Recensione scritta da RM
Scheda: “I falsificatori” – A. Bello
I falsificatori
di Antoine Bello
Fazie Editore, in libreria dal 16 luglio 2010
pp. 350 ca – euro 18,50Narrazione paranoica, opera d’avventura, di spionaggio e di attualità insieme, I falsificatori, dietro la riflessione sull’informazione e la rappresentazione del mondo, mostra l’ombra di uno scrittore-demiurgo che ci conduce dove vuole, qualunque sia lo scenario descritto. I falsificatori e il sequel Gli illuminati hanno venduto in Francia oltre 100.000 copie, vincendo il Prix du Livre France Culture Télérama nel 2009.
“I falsificatori è un immenso elogio della letteratura, così come un magnifico strumento di falsificazione della realtà e dei fondamenti stessi delle nostre esistenze.” Vogue
“Lontano dall’impantanarsi nelle teorie del complotto, Antoine Bello offre una delle analisi più mature e meglio documentate della deriva americana”. Lire
Questa è la storia di un’organizzazione segreta internazionale, il CFR (Consorzio per la Falsificazione della Realtà), che da tempo immemore, senza che nessuno ne abbia mai sospettato l’esistenza, reinventa il reale per fini e moventi ignoti ai suoi stessi membri.
Questa è la storia di cosa si nasconde dietro ad alcuni degli eventi che hanno costituito le fondamenta stesse del nostro tempo: di Laika, la cagnetta lanciata nello spazio, che non è mai esistita; di Cristoforo Colombo, che non ha mai scoperto l’America; dei “presunti” archivi della STASI; del crollo delle Torri Gemelle, e di una guerra in Medio Oriente giustificata da una montagna di menzogne.
Questa è la storia di un gruppo di infiltrati geniali che, un giorno dopo l’altro, hanno stabilito le coordinate della tua vita, i tuoi punti di riferimento, le tue idiosincrasie, le tue certezze. Perché il tuo tempo, così come il tempo di chi ti ha preceduto, è opera loro. Ed è la storia di un giovane uomo, ingaggiato dal CFR, che tenterà di comprendere per chi o cosa in realtà lavori.Antoine Bello è nato nel 1970 a Boston. Cresciuto in Francia, a 17 anni ha iniziato a frequentare il Politecnico per laurearsi poi a Harvard. Cofondatore della multinazionale Ubiquis (40 milioni di euro come giro d’affari nel 2006), nel 2007 ha creato il sito internet Rankopedia (rankopedia.com), che stila classifiche su tutti i soggetti immaginabili. Nel 2007 ha pubblicamente sostenuto la candidatura di Sarkozy. Vive dal 2002 a New York con la moglie e quattro figli. Tra le opere precedenti, la raccolta di racconti Les funamboles (Gallimard, 1996), vincitore del Prix littéraire de la Vocation Marcel Bleustein-Blanchet, e Elogio del pezzo mancante (Bompiani, 2000).
«Una riflessione giocosa sulle infinite reinterpretazioni della Storia, ma anche una bella metafora del mestiere dello scrittore. Perché scrivere, in definitiva, cos’è se non dare alle finzioni più folli l’apparenza di un’indubitabile realtà?». Le Magazine Littéraire
«Il romanzo più entusiasmante e profondo di quest’anno». Les inkoruptibles
«Inventivo, ludico, bizzarro e inquietante al tempo stesso, I falsificatori farà storia». Livres Hebdo
«Un romanzo da legger a perdifiato, intelligente, dai temi e dalla scrittura profondamente moderni». Lire
«Con diabolica inventiva, Antoine Bello mescola i codici narrativi del thriller metafisico e del romanzo d’anticipazione per trasportarci in un universo a metà tra Kafka, Borges e Orwell». Technikart
Colorado Kid – S.King
Cosa rende una storia, una storia adatta per essere raccontata ad un pubblico? Beh, una serie di eventi, che si succedono in modo sequenziale, informazioni che vengono fornite mano mano, il dipanarsi di uno scenario, fino alla conclusione nel quale vengono spiegate tutte le questioni aperte nella narrazione e quindi concluse con una serie di risposte.
Questo piccolo volumetto di King si incentra proprio su questo principio, narrandoci una storia e continuando a ripeterci che la storia in realtà non c’è, in quanto mancano gran parte degli elementi sopracitati. Benissimo. Peccato che, esattamente come promesso, non essendoci una storia, la narrazione non ci porta da nessuna parte. Il libro non è quindi, come di solito accade, il veicolo per raccontare una serie di eventi e la loro conclusione, bensì si tratta solo di uno spaccato di vita isolana (nel Maine, ne dubitavate, Fedeli Lettori?) che non inizia e non finisce in nessun luogo, raccontando un episodio che ha tormentato i due giornalisti/narratori per 25 anni e che passano la patata bollente (o per meglio dire indigesta) alla giovane stagista che li sta ascoltando.
King dice nella postfazione, questo libro o si ama o si odia, eppure non ci sentiamo di estremizzare la nostra posizione. Non ne abbiamo fatto follie ma non ci ha certo disgustati, in fondo non ha fatto altro che ripeterci che la soluzione al mistero di Kolorado Kid non esiste…
Una cosa solo ci infastidisce: la copertina. Per le leggi del marketing si sa che una bella donna in copertina attira l’attenzione, anche se è disegnata. La didascalia lancia l’esca: riuscirà a risolvere l’engima? Questo cosa lascia intendere? Che il libro contiene un mistero e che ci sarà qualcuno che tenterà di risolverlo. E non è esattamente così. Insomma, non crediamo di avervi spoilerato troppo, piuttosto vi abbiamo preparati. In sè poi, il mistero è affascinante, e per niente kinghiano. Forse proprio per questo è ancora più spiazzante: il Re ci ha abituati a finali col botto e spiegazioni al limite del surreale (a volte il limite è stato ampiamente superato), mentre questa volta ci espone dei fatti e delle congetture e li lascia al lettore, eredi del mistero come la giovane stagista, per essere cogitati e digeriti e, chissà, magari quella domanda in copertina si riferiva proprio a noi.
Gli anelli mancanti – I. Curzio
Abbiamo affrontato con grande curiosità la lettura di questo volume. Ammettiamo che questo libro sia piuttosto singolare per le nostre abitudini letterarie: è un saggio (sebbene della giusta lunghezza e corredato da fotografie) e tratta indubbiamente di argomenti particolari, argomenti sui quali si sono versati fiumi di inchiostro e spese milioni di parole.
Esiste vita nel cosmo? Esisteva vita su Marte o su altri pianeti del sistema solare? Siamo stati visitati da queste civiltà? Addirittura, siamo noi frutto di un’evoluzione direttamente manipolata da agenti extraterrestri?
A queste ed a molte altre domande si cerca di dare una risposta in questa trattazione che, con umiltà, raccoglie un gran numero di informazioni dalle più svariate fonti e le presenta raggruppandole per argomento.
Il lettore così si trova naturalmente a riflettere su queste evidenze, a valutarle secondo il proprio sentire e a trarre le proprie conclusioni.
Le argomentazioni sono indubbiamente logiche e poste con chiarezza, senza forzare la mano sui passaggi e senza trarre conclusioni logiche dalle congetture. Gli argomenti sono presentati con dovizia di fonti e particolari, niente è lasciato nello scontato, visto che l’obbiettivo principale di questa tesi è appunto cercare i significati nascosti nelle pieghe che la storia e la scienza hanno lasciato, forse volutamente, poco chiare.
Anche il lettore più scettico si troverà inevitabilmente a ragionare sui temi proposti dall’autrice, senza necessariamente pretendere di consegnare una soluzione, ma offrendo una provocazione, come la stessa Curzio precisa nell’introduzione.
Insomma, un saggio che vale la pena di essere letto: per chi vuole credere sarà un’ulteriore prova a favore della propria posizione, per chi è scettico ma naturalmente curioso, troverà sicuramente buoni spunti di riflessione.