Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]
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Il manipolatore di sogni – D. Camilotto
Max è un creativo pubblicitario di grande talento impiegato in una piccola agenzia. Un giorno, la sua vita ha una svolta: ottiene un incarico prestigioso e un posto di lavoro nella sede di Milano di una delle più grandi agenzie pubblicitarie internazionali. Diventa un capo responsabile, brillante e di successo, facendosi un nome nel settore. La sua vita professionale sembra quasi impallidire davanti al successo della sua vita privata, con una moglie intelligente e innamorata accanto e una figlioletta meravigliosa.
Ma questo idillio sembra infrangersi, d’un tratto, quando Max suo malgrado va ad imbattersi in qualcosa di più grande di lui che gli ha messo gli occhi addosso. Una setta, composta da esponenti di grande potere ed insospettabili, alla ricerca di un Grande Comunicatore, che possa trasmettere le loro idee al grande pubblico.
Gli sviluppi di questo incipit costituiranno il nocciolo della narrazione del thriller italiano di Dario Camilotto, Il manipolatore di sogni. E’ il romanzo di esordio di questo autore che, come il suo protagonista, arriva dal mondo della pubblicità e ne parla quindi a ragion veduta.
Uscendo dagli aspetti più legati al mondo della comunicazione, questo romanzo thriller si inserisce bene nel solco classico del genere, senza infamia e senza particolare lode. E’ infatti evidente come, per essere un’opera prima, pur assolutamente dignitosa e godibile, risenta di alcune piccole debolezze strutturali tipiche della scarsa esperienza.
I personaggi sono tutto sommato ben delineati e credibili, forse più i secondari dei primari in quanto lo stesso Max e la sua famiglia sembrano fin troppo smaccatamente perfetti per essere veri. D’altra parte, anche le stesse caratteristiche settarie della Fratellanza lasciano talvolta un po’ scettici, camminando sul filo del rasoio del clichè.
Sebbene in alcuni tratti la narrazione sia un po’ troppo prolissa, il romanzo tiene bene nel complesso delle tempistiche e nonostante si ricada spesso in certe anticipazioni sulla trama (“quella fu l’ultima volta che sentii la sua voce”, ad esempio) che da un canto smorzano l’effetto sorpresa e dall’altro accentuano la sensazione di pericolo imminente, il lettore si sente incuriosito e catturato dalla storia fino alla sua conclusione, che risulta forse un po’ troppo imprevedibile in quanto giunta senza indizi.
Tralasciando una serie di fortunate coincidenze che fanno procedere la trama in particolare nelle sue battute iniziali, nel complesso comunque si tratta di una lettura gradevole che gli amanti del genere sicuramente apprezzeranno.
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La guardiana – F. Laurenza
La guardiana è un romanzo che mi ha colpito molto per la trama, l’originalità, la scrittura del testo. Romanzo breve ma efficace, colpisce ed è ricco di significati. Un thriller dalle atmosfere noir che ci prende e ci trasporta già dalle prime battute dentro il romanzo. E’ uno scavare nell’anima dell’uomo, nel lato più oscuro della sua mente, ricercando il perché di certi comportamenti che al primo sguardo sono incomprensibili, addirittura orrendi.
E’ la storia di una giovane ragazza, Angy, ex investigatrice privata per donne tradite dal marito, che improvvisamente cambia lavoro e fa la guardiana nelle carceri di massima sicurezza. Un lavoro più che altro maschile difficile per
una donna e soprattutto rischioso che lei accetta. Dovrà anche indagare mentre svolge questo lavoro su un omicidio che riguarda il suo passato. Il racconto è pieno di emozioni che si susseguono l’uno all’altro e si contrastano. E’ carico
di suspense e le atmosfere che ho trovato sono davvero inquietanti. L’angoscia, la paura, la rabbia renderà questa giovane donna una persona fragile nello svolgere il suo compito, ma anche forte, sensibile, comprensiva. L’autrice a
mio avviso è riuscita a nutrire e snidare l’irrequietezza della psiche e a farci entrare interiormente nell’anima buia del criminale. Un buon libro da leggere.
Recensione scritta da Maria R. Germanà
Shutter Island – D. Lehane
Cari Lettori,
oggi vogliamo segnalarvi la lettura di un libro forse non molto conosciuto, L’isola della paura di Dennis Lehane, che nasconde sotto questo titolo italiano un po’ fuorviante un capolavoro cinematografico di grande successo: Shutter Island.
Per saperne di più vi consigliamo questa interessante recensione e la scheda di Amazon: L’isola della paura
Scheda: Gli innocenti di Orks – S. Nicolazzini
Scheda rimossa per politiche editoriali. Per informazioni in merito scrivere a staff.annessieconnessi [@] gmail.com
Racconto di fine storia – F. Bwaffete
Matteo apre gli occhi in ospedale, e non si ricorda più nulla, nemmeno di chiamarsi Matteo. Ben presto il giovane scoprirà di essere stato un efferato serial killer, un pluriomicida spietato e sadico. Nell’arco degli anni successivi scoprirà sempre più cose del suo passato, fino a rivelare la verità più sconvolgente.
Racconto di fine storia è il titolo di questo racconto del giovane autore sotto lo speudonimo Fra Bwaffete. Potremmo riassumere la nostra opinione così: questo breve romanzo senza dubbio ha verve. Sebbene bisognoso dell’intervento intelligente di un editor, questo giovane autore rivela del potenziale, creativo e stilistico.
La storia innanzitutto si fonda su un concept non originalissimo ma sempre accattivante come la perdita della memoria, declinata in un’accezione thriller piuttosto interessante. Nel complesso l’autore riesce a mantenere un ritmo serrato, mantenendo alta l’attenzione del lettore, sebbene in alcuni passaggi un po’ più movimentati la dinamica delle azioni risulta un po’ confusa.
Lo stile probabilmente costituisce il punto di svolta di questo romanzo: per quanto acerbo, l’autore dimostra un uso attento delle parole e del moto di spirito. Una storia di questo tenore poteva essere raccontata in molti modi, uno più pomposo e pretenzioso dell’altro, in virtù dei grandi classici del thrilling di consumo. Fra Bwaffete invece condisce la narrazione in strettissima prima persona con battute, considerazioni del protagonista, epiteti ed un pizzico di turpiloquo, tutto dosato in attenta misura e mai in eccesso, rendendo la lettura veloce e piacevole.
Come accennato, questa piccola opera risente un po’ dell’inesperienza dell’autore e soprattutto della mancanza di editing professionale, che avrebbe innanzitutto evitato i refusi e corretto alcune lacune di punteggiatura, ma soprattutto avrebbe rifinito l’opera, evidenziando i passaggi più problematici, da ampliare, chiarire ed approfondire, l’uso di sinonimi più ritmici (e forse anche l’abuso nella parte iniziale della parola “fottuto”).
In linea di massima però i punti deboli di quest’opera possono attribuirsi senz’altro all’inesperienza e non all’incapacità dell’autore, che invece dimostra di sapere il fatto suo, di essere uno scrittore in erba che, con un po’ di esercizio potrà raffinare il proprio stile e diventare, perchè no, un autore di tutto rispetto.
Merkavah – D. Versari
Marzio è un anatomopatologo dal carattere un po’ particolare e sconclusionato, Elena è una restauratrice decisa e solare. Durante un lavoro di restauro nel Duomo di Orvieto si imbattono in qualcosa che sembra essere un mistero storico, ma che ben presto si rivelerà come un segreto arcano rimasto celato per secoli, che portato alla ribalta comporterebbe la caduta della religione occidentale così come la conosciamo.
Merkavah è l’appassionante thriller nato dalla penna di Daniele Versari. Probabilmente di primo acchito, la prima cosa che può venire in mente è quella di tentare un paragone con il best seller Il Codice da Vinci di Dan Brown. Perché a grandi linee l’intenzione di fondo può essere assimilabile e perché, allo stesso modo del celebre romanzo, anche in Merkavah si cerca di dare una spiegazione (o meglio, di illustrare una suggestiva teoria), forse poco nota ma affascinante sulla vita di Gesù.
Vogliamo fermare qui la nostra ricerca di assonanze (anche perchè Il Codice non ci è piaciuto) e andare oltre.
In quest’opera risulta evidente il grande ed accurato lavoro di documentazione che è stato svolto per rendere credibile e consistente la narrazione. Nella prima parte del romanzo sono presenti interi capitoli immersi nel passato, nei quali ci viene presentata la genesi del mistero, che verrà poi svelato in epoca moderna nella seconda parte, dove i riferimenti alle Sacre Scritture, a teorie mistiche e ai più vari documenti si sprecano per costruire un’incastellatura di teorie del tutto credibile e intrigante.
L’ottima ed inappuntabile cura riservata al contenuto “core” del romanzo, non si ritrova purtroppo anche nel resto della narrazione, svalutando di fatto l’effetto complessivo.
Un buon lavoro di editing stilistico e strutturale in questo caso sarebbe stato fondamentale per ridurre fastidiose ridondanze di termini, ad esempio, per snellire alcuni periodi arzigogolati e poco chiari, per migliorare alcuni passaggi dinamici e soprattutto per rendere meno accademici gli escursus storici.
Gran parte dei dialoghi sono piuttosto surreali ed evidenziano una fondamentale mancanza di spessore dei personaggi. Lo stesso Marzio, che all’inizio del libro è quello che viene presentato con miglior efficacia, ben presto si perde nei meandri dell’intreccio, diventando evanescente ed incolore, almeno quanto la sua compagna.
Alcune incongruenze di scena risultano evidenti ad una lettura attenta, come descrizioni troppo particolareggiate di azioni svolte al buio, volti prima paonazzi e poi pallidissimi, uomini senza vestiti che si coprono la testa con un cappuccio, e via dicendo. E’ possibile riscontrare inoltre della diffusa incertezza sul posizionamento del punto di vista narrativo, che si colloca ora su Marzio, ora su Elena, ora su entrambi, ora su un terzo personaggio ancora.
In linea generale Merkavah è un romanzo molto promettente, frutto di evidente lavoro documentale, che però difetta di di alcuni accorgimenti che un lettore esterno avrebbe individuato senza fatica e un editor professionista avrebbe corretto, migliorando sensibilmente la resa finale dell’opera.
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Scheda: Racconto di fine storia – F. Bwaffete
Vi capita mai di dimenticare completamente qualcosa, una data, un avvenimento, un volto, un nome di una persona?
Avete presente quella sensazione di smarrimento che a volte si prova in questi casi cercando, poi, di scandagliare la mente collegando gli eventi per tentativo di riuscire a ricordare qualcosa?
Ecco, adesso provate solo ad immaginare di aver completamente dimenticato chi siete.
Immaginate di dover ripartire da zero con la vostra vita, con l’inconveniente, però, di essere un pazzo assassino che ha sterminato intere famiglie e che, adesso, si trova incatenato ad un letto di ospedale.
Immaginate di dover fare i conti con un passato che non riesce a riemergere domandandovi: cosa succederà quando riuscirò a ricordare? Chi sono io? Cosa sono? Un inizio aggressivo che si fatica ad accettare, a comprendere, una parte
centrale che va via via scemando fino a esplodere in tutta la sua rabbia nella parte finale del racconto, come un fuoco che fatica ad accendersi per poi divampare, mostrando le sue meravigliose fiamme dorate stagliarsi verso il cielo.
Credete che sia esagerato? Continuate a leggere.l’autore
Francesco Moschini nasce a Bagno a Ripoli nel 07 gennaio 1986 e vive nella ridente Valdinievole, un comprensorio di 11 Comuni nella provincia di Pistoia. La prima volta che scrive qualcosa di interessante è quando frequenta le elementari e viene reso partecipe, a sua insaputa, ad un concorso il cui premio consiste nel famigerato “fiorino d’oro”. Non riesce ad arrivare al podio ma questa breve avventura lo porta a continuare a curare la sua voglia di viaggiare con la mente appuntandosi le cose importanti.
Altro successo, a carattere personale, è dato da un tema scritto alle superiori che si distingue dagli altri per i temi
ironici trattati. La sua passione di scrivere subisce una brusca frenata per qualche tempo, per poi riprendere all’improvviso portandolo a creare un proprio sito personale dove riporta quelle che sono le sue “opere” scritte in precedenza e quelle che sono le ultime creazioni. Negli ultimi tempi, infatti, si è dedicato alla creazione di microracconti che gli hanno dato lo spunto iniziale per scrivere questo libro. L’opera originale, creata su facebook ed intitolata “l’assassino, lo sbirro e il giustiziere”, è nata proprio come uno dei tanti microracconti e si è poi
sviluppata in “racconto di fine storia”. Questo libro nasce anche grazie alla collaborazione con alcuni amici, che lo hanno spronato a scrivere e lo hanno aiutato nella correzione e valutazione del libro, nella creazione della
copertina e delle illustrazioni varie (mai inserite, per adesso). Nel suo delirio di creazione Francesco si è dedicato anche alla poesia, agli articoli in stile blogger ed alla creazione delle così dette “frasi del giorno”.
Tutto questo e molte altre notizie sono riportate sul suo sito personale, dove è anche possibile leggere il libro, i vari racconti, alcune poesie, gratis e/o ordinare delle copie: www.bwaffetime.weebly.com
Scheda: Merkavah – D. Versari
96 DC, Kashmir: un vecchio saggio riesce a mettere in salvo misteriosi rotoli manoscritti prima di andare incontro al proprio destino. 1203 DC: Papa Innocenzo III dirotta la Quarta Crociata verso la cristiana Costantinopoli per recuperare una preziosa quanto scomoda reliquia. 2010 DC, Orvieto: una restauratrice e un anatomopatologo ritrovano sotto il Duomo un mucchio di ossa umane. Inizia la lotta contro il tempo e contro la confraternita dell’Ordo Custodum per svelare il mistero della reliquia rimasta nascosta per secoli. 2013 DC: la rivelazione del segreto: la Chiesa non sarà più la stessa.
l’autore
Daniele Versari è nato a Livorno il 10 ottobre del 1974. Laureatosi in Medicina e Chirurgia nel 2000 a Pisa, ha conseguito la Specializzazione in Medicina Interna nel 2007 ed ha proseguito la sua carriera come assistente ricercatore fino al 2008, pubblicando come autore o coautore oltre 50 lavori scientifici su riviste nazionali ed internazionali. Dal 2004 al 2006 ha vissuto negli Stati Uniti, dove ha lavorato nell’ambito della ricerca cardiovascolare presso la Mayo Clinic di Rochester in Minnesota. Prima del ritorno in Italia, si è sposato con Elena ad Arches Park, Parco Nazionale dello Utah. Da circa 3 anni lavora presso il dipartimento di Emergenza dell’Ospedale di Pescia, cittadina in provincia di Pistoia a circa 70 km da Livorno, dove tuttora vive. L’attuale occupazione gli consente di aver una maggiore quantità di tempo per dedicarsi alle sue passioni, quali viaggiare, sia per motivi ludici che umanitari (nel 2010 ha lavorato presso Il Centre de Sanitè di Muhura in Rwanda), fotografare, leggere romanzi e saggi di storia medioevale, creare sculture di animali marini con materiali di riciclo (per lo più pezzi di legno recuperati dal mare e vecchi elettrodomestici). Anche i lunghi spostamenti in macchina per recarsi al lavoro diventano un’occasione di “lettura”, grazie all’ausilio degli audiolibri. All’inizio del 2010 nasce per caso l’idea di scrivere un romanzo che si concretizza dopo oltre un anno di accurate ricerche storiche e bibliografiche.
Ama il passato, vive il presente, non si cura molto del futuro, ma sogna di partire zaino in spalla e nessuna meta… naturalmente con la sua adorata Elena! Si definisce un Cristiano (di cultura) ateo (di fede). Ha un cane, un bouledougue francese di nome Caffè (in onore della sua bevanda preferita), il quale ha molto apprezzato il suo lavoro.