Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]
Post Taggati ‘Rice’
Un grido fino al cielo – A. Rice
Chi pensa di prendere indifferentemente un libro qualunque della Rice e di trovarvi dentro un vampiro, questa volta sbaglia di grosso. Non possiamo dire di conoscere approfonditamente e esaustivamente tutto il suo repertorio, ma per ora questo è il primo romanzo che ci capita di aprire e nel quale non troviamo alcun riferimento al mondo vampirico e affine.
Siamo rimasti piacevolmente stupiti da questa assenza, che comunque non si fa rimpiangere.
La Rice, come ci ha già abituati, ci parla in modo ricercato e barocco (nonchè ben documentato) dell’Italia del 1800, di musica e della vita tormentata e ricca di contrasti che avvolgeva l’immagine di quelle strane ed intriganti creature che erano i castrati.
Sottoposti al coltello alle più svariate età, addestrati ad essere perfette voci angeliche, duttili e flessibili ben di più di qualunque voce naturale terrestre, anche quella femminile. Con la crescita, che risultava poi modificata ed innaturale a causa dell’operazione, la voce poteva anche perdersi e guastarsi: in quel caso il ragazzo tagliato diventava un essere senza speranza e senza futuro, precluso al matrimonio ed a tutti gli ordini religiosi, diseredato dalle famiglie in quanto impossibilitato a procreare, inutile dal punto di vista della carriera lavorativa, vista la debolezza fisica, la costituzione esile e il mancato addestramento a qualunque attività diversa dall’apprendimento della musica.
In questo contesto si inserisce la storia di due giovani, Guido e Tonio, che hanno fatto dell’amore per la musica l’unica ragione di vita e la molla, poi, per far vivere un affetto profondo anche tra loro.
Un romanzo indiscutibilmente crudo e toccante, che tratta argomenti che non sono molto frequenti sebbene affascinanti.
Un inno all’amore, inteso come motore di ogni azione buona dell’uomo, in grado di dare giustizia anche a coloro che sentono di non avere più un futuro ed un motivo per esistere.
“Intervista col vampiro” e varie sui vampiri letterari
Louis, bello ed affascinante, immortale e tormentato nella sua eternità, nel suo binomio intrinseco tra vita e morte, in confitto con se stesso, racconta la sua storia, dall’inizio della sua vita vampirica fino all’incontro con il giornalista che ne raccoglie le memorie.
La sua esistenza incrocia quella di molti altri come lui, appoggiandosi e respingendosi con forza e violenza.
Un classico dell’horror di classe, la Rice per prima diventa precorritrice di un tipo di narrazione vampiresca che segna una svolta da tutto quello che era mai stato scritto in tema prima di lei. Da Stoker alla Rice si vede l’abisso narrativo e concettuale che ruota attorno a questa figura che ha attraversato i secoli affascinando e terrorizzando le generazioni. Dalla creatura mortifera e bestiale, repellente e affascinante nell’ottica dell’orrido, alla raffinata entità ricciuta che assorbe la storia dei secoli, arricchendosi di beni materiali e di sapienza, viaggiando e vivendo il proprio tempo.
Penso che sia impossibile riassumere o elencare tutti i romanzi che hanno trattato questo tema, sotto molteplici punti di vista, adducendo al vampiro questa e quella proprietà e caratteristica.
Ultimi, tra i più famosi, oltre a tutte le opere della Rice (per citare il ciclo di cui “Intervista col vampiro” fa parte: “Scelti dalle tenebre” e “La regina dei dannati”) che ha appunto scavato il solco del “vampiro attraente e raffinato”, l’ovvio ciclo della Meyer che ha scatenato l’idolatria delle giovanissime, “Twilight” e successivi (paradigma in realtà del vampiro-non-vampiro, che non ha più alcuna caratteristica della creatura Stokeriana, ma che addirittura alla luce del sole diventa più bella invece di polverizzarsi tra atroci sofferenze. In sostanza tratta una storia fantasy che racconta il Vero Amore, eterno, puro e pulito. Il fatto che si parli di vampiri diventa una questione puramente marginale), i meno noti ma sempre piacevolissimi, “Il discepolo” di Elizabeth Kostova (molto ben studiato dal punto di vista storico, ripercorrendo le origini del mito inframmezzando con una pregevolissima storia horror), il neoedito “La danza delle marionette” del nostrano Luca Buggio e del quale abbiamo scritto qui e qui (scritto due anni prima di Twilight, lega un non morto ed una mortale in un intreccio dal taglio molto cinematografico e di elevatissimo spessore nella descrizione dei personaggi, perfettamente umani, e nel messaggio di solidarietà che lo permea), e il “Lasciami entrare” di Lindqvist del quale abbiamo parlato qui.