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Everwild – N. Shusterman
Dopo lunga attesa, ecco il secondo episodio della “trilogia dei rubapelle”: Everwild, degnissimo seguito del da noi mai abbastanza osannato Everlost, nato dalla brillante mente letteraria di Neal Shusterman.
Se in Everlost la protagonista indiscussa è appunto la dimensione di Everlost, una specie di limbo tra la vita e l’aldilà dedicato esclusivamente ai ragazzi, in Everwild prendono piede e spessore le vicende dei protagonisti, Allie e Nick, alle quali si aggiungono le traversie dell’antagonista (ora ancora più antagonista nella sua risoluta follia) Mary, dell’ex mostro e fratello Mickey e di una piccola insidiosa squadra di rubapelle capitanata dal fascinoso russo Milos.
Dal punto di vista narrativo sicuramente la trama di questo romanzo risulta molto più ricca e corposa del predecessore, che si incentrava principalmente sul suscitare nel lettore stupore e meraviglia davanti a questo mondo evanescente costruito con tanta maestria. Si viaggia a cavallo di Everlost e del mondo vivo, con un sacco di colpi di scena alcuni dei quali davvero inaspettati, gettando le basi verso l’episodio conclusivo della saga.
Vengono toccati qui alcuni dei temi tanto cari alla letturatura per giovani adulti, primo tra tutti l’amore, ma non viene rubato spazio a ciò che meglio caratterizza l’arte di Shusterman: si parla di morte in modo talvolta crudo e sconcertante, ma con una sapienza nella scelta del linguaggio tale da essere in grado di togliere il fiato e commuovere sempre nel profondo. Si parla anche tanto di vita, di quanto possa essere effimera, di come talvolta ci si lasci vivere senza assaporare davvero il potere delle sensazioni; di memoria, di mancanza, di volontà ferrea, di crudeltà, di scopi, di falsi miti, di illusioni.
Anche questa volta Shusterman non tradisce, regalando nuove sfaccettature e implicazioni del mondo di Everlost ancora più sconcertanti e varie, mantenendo sempre una consistenza e una solidità di costruzione che rassicurano il lettore e lo lanciano a tutta velocità in un mondo fantastico scisso tra la meraviglia e l’orrore.
Consigliamo moltissimo la lettura di questo romanzo, imprescindibile per chi ha letto il primo romanzo, ricordando però che il terzo volume della serie, Everfound, non è ancora stato pubblicato in Italia.
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E anche il primo volume della saga: Everlost
Nel bosco di Aus – C. Palazzolo
Carla è un’insegnante che vive in un piccolo paese del sud Italia. E’ una donna come tante, che si divide tra lavoro, marito mondano, figli pestiferi e una grande casa da mandare avanti: una bella casa affacciata sul sinistro e affascinante bosco di Aus. Ben presto Carla vi ambienterà numerosi incubi notturni, in una spirale di stranezze che la porteranno al margine della follia, arrivando a rischiare ben oltre la sola salute mentale.
Nel bosco di Aus di Chiara Palazzolo probabilmente non brilla per innovazione, il concept su cui si fonda la trama è piuttosto banale, già letto in molti libri del genere. Senza dubbio però, il pregio e il difetto della Palazzolo è il suo stile, così frammentario ed in apparenza istintivo, che permette un approccio del tutto nuovo all’argomento. Nonostante la terza persona, l’autrice riesce a farne un uso talmente particolare che spesso arriva ad equivalere ad una prima persona, consentendo talvolta invece un certo punto di vista distaccato.
Dicevamo che il suo stile costituisce anche un difetto, perchè questo modo un po’ irruente di descrivere i fatti spesso e volentieri lascia spaesato il lettore, in particolare durante le scene più concitate, che diventano un po’ confuse.
Abbiamo trascorso ore interessanti nella lettura di questo romanzo, che per due terzi di fatto getta le basi al terzo finale, durante il quale possiamo tirare le fila della storia.
L’unica caduta di stile la troviamo nelle scene finali, che sembrano uscite da un anime di basso profilo, che invece di mantenere alta a tensione nel momento di climax, lo fanno cadere del ridicolo.
Tutto sommato un libro gradevole, blandamente horror, che vira quasi al triller paranormale, che si legge velocemente e che riesce a mantenere l’interesse del lettore anche grazie al suo stile così particolare
Consigliato.
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Unwind – N. Shusterman
In un futuro imprecisato e distopico (ma non poi così lontano dalla nostra quotidianità), a conclusione della guerra civile definita Guerra Morale, viene firmata la Legge sulla Vita: l’aborto viene considerato pratica illegale, mentre viene concessa la possibilità ai genitori di applicare l’aborto retroattivo sui propri figli tra i 13 e 18 anni. In questo caso, i ragazzi indesiderati vengono portati in appositi luoghi di raccolta dove vengono divisi, ovvero… smontati, per continuare a vivere, smembrati in decine di parti, in altrettanti ospiti bisognosi di un “pezzo di ricambio”.
Connor, Risa e Lev, tre dividendi giunti in questo status per differenti motivi, intrecciano per caso le loro vite e riescono a sottrarsi all’angoscioso destino. Ma sarà una salvezza momentanea: dovranno restare latitanti fino alla maggiore età per considerarsi finalmente in salvo. Ci riusciranno?
Bello, stupefacente, memorabile. La nostra recensione potrebbe chiudersi qui.
Neal Shusterman ormai regna incontrastato nei nostri cuori e nella nostra immaginazione, da quando abbiamo letto Everlost e ne abbiamo raccolto tutto il potenziale evocativo e commovente. L’autore con Unwind – La divisione supera se stesso. Si rivolge ad un target leggermente più maturo, spostandosi dalla letteratura per ragazzi verso i giovani adulti, ma nel suo candore, nel suo modo di scrivere cristallino e disarmante, arriva a smuovere fin nel profondo l’anima di chiunque, forse in particolar modo il pubblico più adulto.
Se proprio volessimo fare i puntigliosi, dal punto di vista strettamente fantascientifico alcuni passaggi potevano essere spiegati e giustificati meglio, lasciando alcuni dettagli un po’ troppo nebulosi e non molto logici, ma è possibile che questa sia stata una scelta precisa dell’autore, per evidenziare al lettore quanto l’intera faccenda della divisione e di tutto quello che vi ruota attorno (quindi, in sintesi, l’intera società) sia completamente assurdo e alienante.
La trama e l’intreccio, i personaggi primari e secondari, il gusto per i dettagli, la voce narrante, lo stile: tutto concorre alla realizzazione di un quadro memorabile. I personaggi sono vividissimi, dettagliati, ben delineati e distinti gli uni dagli altri, sono emozionanti per quanto vengono messi in difficoltà dalle assurde implicazioni della Legge sulla Vita. E sebbene vi si possano individuare buoni e cattivi, alla fine anche i cattivi sono vittime del sistema, e si perde la sensazione di intimo piacere quando il sistema, infine, si abbatte su di loro, lasciando solo pena.
La storia è decisamente audace, complessa e ricca di sfaccettature psicologiche, etiche, morali, sociali, e Shusterman vince la sfida su tutta la linea, mantenendo l’attenzione altissima, gettando sempre più carne al fuoco, incatenando il lettore alla pagina.
Non vogliamo lasciarvi spoiler perchè questo romanzo è semplicemente imperdibile, ci limitiamo a consigliarne fortemente la lettura perchè dopo non sarete più quelli di prima.
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Calvin l’invisibile (The Schwa was here) – N. Shusterman
Sarà capitato a tutti, nella vita, di sentirsi trasparenti, di passare inosservati, a volte in modo anche un po’ irritante, da bambini e da adulti: essere scavalcati in una fila, essere ignorati alla fermata del bus, essere scordati nelle conte per i giochi in cortile. Ma come ci si potrebbe sentire se, invece di episodi sporadici, tutto questo capitasse sempre, ogni giorno in ogni occasione?
Da questo presupposto prende vita il personaggio di Calvin Schwa nel libro per ragazzi Calvin l’invisibile del pluripremiato autore di Everlost, Neal Shusterman.
Calvin è quel ragazzo, a scuola, che nessuno nota mai, che i professori segnano come assente alle lezioni anche quando non lo è, che i compagni non hanno idea di che faccia abbia. Insomma, Calvin non è proprio invisibile ma ci va vicino. Finchè per una serie di coincidenze conosce Antsy, di fatto protagonista e narratore della vicenda, che si rende conto di questa strana capacità di Calvin di passare inosservato, e cerca di metterla a frutto insieme a lui.
Abbiamo letto questo romanzo in lingua originale (The Schwa was here), cercando di cogliere il tratto geniale di Shusterman fin dalla fonte, e l’abbiamo trovato. Questo libro è semplice e più che adatto al pubblico a cui si rivolge, ma ad una lettura attenta possiamo notare le caratteristiche di grande intelligenza che l’autore ha saputo inserire all’interno della storia, donando spessore ai personaggi ed alla trama, e rendendolo degno di una lettura per adulti.
Già la scelta del protagonista la dice lunga: il romanzo si incentra sull’evanescente Calvin, ma il protagonista resta Antsy: Calvin è talmente imprecisato nelle sue caratteristiche che sarebbe impossibile per lui essere protagonista di qualcosa, anche della sua stessa storia. Nel procedere della trama poi, i personaggi fronteggiano le implicazioni dell’invisibilità in un crescendo di consapevolezza: dapprima se ne vedono solo i vantaggi, che vengono sfruttati dai due per raccimolare qualche soldo portando a termine sfide e scommesse; successivamente entrano in ballo domande anche esistenziali come l’annullamento di sè stessi qualora si venisse dimenticati da tutti.
La firma di Shusterman si fa sentire, quando tocca argomenti così particolari e profondi come la solitudine, la perdita immotivata di un affetto, la sconfitta, la delusione, il passare inosservati anche per chi dovrebbe prendersi cura di noi. Magistrali in questo i ruoli dei personaggi secondari, scelti per lasciare grandi sottointesi: Lexie, l’unica persona che sempra notare Calvin proprio perché non vedente; Mr.Crawley, anziano e dignitoso signore barricato nel suo mausoleo circondato da una muta di cani afgani; lo stesso Antsy, che come ogni romanzo di formazione che si rispetti, arriva pian piano ad apprezzare la sua condizione di adolescente qualunque, aiutando anche Calvin, a suo modo, ad avere una forma più definita e ad essere finalmente davanti agli occhi di tutti.
Insomma, un libro assolutamente consigliato, piacevole, ironico e intelligente, degno della produzione di Shusterman in ogni riga.
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In lingua originale: The Schwa was here
La spada che canta – J. Whyte
Come avevamo accennato nella recensione del primo volume, La pietra del cielo, eccoci a parlare del secondo romanzo di Jack Whyte parte del ciclo detto “Le cronache di Camelot”. La spada che canta forse è il romanzo più noto dell’autore, e segue da vicino gli eventi narrati nel primo volume. Lo stile è sempre il consueto, estremamente narrativo e scorrevole costellato e guidato dal resoconto storico. Forse proprio per questa sua continuità dal primo libro, è difficile sintetizzarne la trama, si può dire però che, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare dal titolo, la spada che canta, ovvero Excalibur, appare solo nelle ultimissime pagine, così come la maggior parte degli eventi veramente salienti viene rimandata, un po’ prevedibilmente, alla fine. Con questo volume termina la voce narrante del fabbro Publio Varro, gettando le basi per il narratore dei prossimi volumi, il celebre nipote Merlino.
Come già detto in precedenza, pregevole è l’impostazione della narrazione di Whyte, che fornisce un background storico che la rende verosimile e sempre aderente agli avvenimenti reali, ma al contempo presenta sotto una luce piuttosto inedita le vicende che anticipano la venuta di Artù, come una lunga ed ampia saga familiare e personale, del tutto scevra di misticismi o sensazionalismi che la letteratura di genere ci ha spesso fornito su questo tema.
Dobbiamo ammettere però di essere contenti di poter avere un cambio di narratore per almeno uno dei prossimi libri del ciclo: uno dei principali difetti dell’esposizione di Whyte è la caduta, spesso, nei toni banali ed autocelebrativi. Essendo il tutto impostato come una cronaca di vicende accadute in prima persona dal narratore, risulta un po’ stridente questo continuo affermare i successi e del protagonismo del personaggio. Sé stesso ed i suoi congiunti sono sempre i più svegli i più furbi, i più importanti, le idee che da loro scaturiscono sono sempre le più geniali e definitive, il consenso suscitato è equanime. Sul lungo periodo di due ponderosi romanzi come questi, il risultato è effettivamente un po’ pesante.
Tutto sommato però, l’abbiamo trovato interessante, sufficientemente poco impegnativo per permettere al lettore di poter passare sopra a queste pecche, costituendo una lettura di svago senza pretese e con la possibilità di scoprire qualche aspetto delle leggende arturiane di cui non sospettavamo l’esistenza.
Everlost – N. Shusterman
Everlost è un romanzo per ragazzi pubblicato nel 2006 scritto da un autore quasi sconosciuto in Italia, Neil Shusterman e appartenente ad una trilogia del quale è già stato pubblicato il secondo volume, Everwild. Avevamo letto tempo fa un’interessante recensione su FantasyMagazine, e da quel momento abbiamo fatto il possibile per accaparrarcelo.
Dobbiamo precisare che tutto ciò che abbiamo letto a riguardo di questo volume ci aveva predisposti ad affrontare un fantasy per ragazzi dalle sfumature dark, vicini a quelli dell’horror e del thriller.
Invece, superate le prime pagine, ci siamo trovati di fronte a ben altro, rimanendo piacevolmente sorpresi.
Everlost racconta, attraverso le vicende dei due giovani protagonisti Nick e Allie, una specie di limbo nel quale finiscono i ragazzi deceduti per morte improvvisa e violenta. Everlost si stende sulla realtà del mondo vivo come una coltre di fumo, una realtà alternativa in cui vigono leggi e regole peculiari. Benchè sia popolato solo da bambini e ragazzi, non è un luogo tranquillo: i rischi si possono nascondere ad ogni angolo…
Siamo rimasti catturati da questa storia. E’ pur vero che si tratta di un romanzo per ragazzi, ma viene presentata una teoria fantasy che è frutto di palese ingegno creativo, che non vacilla mai né si contraddice. Se non fosse un po’ edulcorato ed ammorbidito nei toni per renderlo piacevole anche ai più giovani, il tema toccato potrebbe essere benissimo oggetto di romanzi del brivido rivolti ad un pubblico più adulto.
Il tema della morte e delle conseguenze delle giovani esistenze spezzate può essere di per sé abbastanza angosciante, ma in questo romanzo viene esposto a tratti con ironia, a tratti con una profondità ed una semplicità che sanno essere quasi commuoventi. E’ impossibile rimanere indifferenti davanti a certe scene, così come non si può non provare una stretta al cuore quando ci si accorge che in Everlost anche i luoghi che sono scomparsi ma che restano nelle anime dei vivi attraverso gli anni, hanno il privilegio dell’eternità.
L’autore è stato abilissimo nel disegnare una trama originale e accattivante anche per un adulto, dosando le informazioni e concedendo qualche sano e genuino colpo di scena. La scrittura è scorrevole e fluida, mai semplicistica o accondiscendente come a volte accade nei romanzi per ragazzi.
Insomma, ci sentiamo di consigliare vivamente questo libro a chiunque, giovanissimi e non più tali, a coloro che abbiano voglia di leggere una storia di fantasy insolita e originale e che desiderino essere trasportati in una dimensione di pensiero nuova e affascinante.
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