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Annessi & Connessi
Per noi, i libri sono una faccenda personale. Benvenuto!
Postato da Legione il 17 Maggio 2015

http://annessieconnessi.net/una-notte-di-ordinaria-follia-a-filisdeo/

Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]

 

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An education – regia di L. Scherfig

Postato da Legione il 4 Marzo 2013

Anni ’60. Jenny ha 16 anni ed è oggetto del sogno ambizioso dei suoi genitori di entrare ad Oxford. Ama la Francia e sognare ad occhi aperti, vorrebbe concedersi qualche divertimento ma deve concentrarsi sullo studio e tutto le è precluso. Finchè un giorno incontra David, bello, maturo e sicuro di sè, che la affascina e le fa conoscere un mondo che aveva solo immaginato, ma a caro prezzo.

An education
è un film del 2009 di Lone Scherfig e sceneggiato da Nick Hornby. Nonostante il nostro amore dichiarato per Hornby, siamo costretti ad ammettere che questo film non è esattamente un successone. Forse il piglio graffiante e caustico dell’autore rende meglio sulla carta che non in un film (ma anche no, visto Alta Fedeltà) o forse è semplicemente un’opera non proprio riuscita (in fondo può capitare anche ai migliori). La storia è interessante ma la dinamica è lenta, lentissima… con una sensazione di fondo opprimente e deprimente che dopo il primo terzo del film diventa dominante, per arrivare al suo culmine nel finale.
C’è un sapore non ben chiaro in questa sceneggiatura, un sapore che non siamo soliti riconoscere nell’Hornby più classico. Sembra che, in fondo a tutto, ci sia una specie di moraletta di stampo ormai anacronistico e buonista (studia e fai la brava perchè le tentazioni sono ovunque e si presenteranno sottoforma di un galante giovanotto poco di buono che da te vuole solo una cosa) che delude un po’.
L’attrice protagonista, Carey Mulligan, è senza dubbio molto brava in una parte difficile, un viso pulito acqua e sapone ma un’espressività profonda ed adulta che ben si attaglia al ruolo. Il belloccio di turno, Peter Sarsgaard, invece, ci è risultato assolutamente fastidioso, ben al di là del sentimento di fascino ammaliante che invece avrebbe dovuto suscitare. Se per buona parte del film è, diciamo, tollerabile, nella parte finale del film è un crescendo di indisponenza.
Insomma, un film che si lascia senza dubbio guardare, giusto per la curiosità di vedere come va a finire e qualche moto di spirito per un personaggio-macchietta (un ottimo Alfred Molina nel ruolo del padre di Jenny, bigotto soffocante e generalmente ignorante), ma che una volta giunto a termine lascia abbastanza indifferenti.

E’ nata una star? – N. Hornby

Postato da Legione il 15 Febbraio 2011

Nick Hornby spesso ama partire da situazioni provocatorie per poi lanciarsi in una dimostrazione sempre mordace di vizi e virtù dell’uomo comune. Questo volumetto, E’ nata una star?, praticamente un racconto, non fa eccezione, anzi, si fonda su una situazione paradossale sebbene verosimile.
Che cosa accadrebbe in una famiglia qualunque, se un giorno si scoprisse che il figlio è un interprete di film porno?
Con un occhio piuttosto buonista e progressista, Hornby ci racconta l’evoluzione da situazione, che non crea una frattura tra i genitori ed il figlio, bensì rinsalda la consapevolezza di appoggio reciproco, l’importanza del dialogo e la crescita dei rapporti.
Dal punto di vista logico e sociologico probabilmente è un racconto alla “tarallucci e vino”, quando, modificando leggermente i fattori (uno su tutti, se il protagonista fosse stata una ragazza invece che un ragazzo), si sarebbe potuto ottenere un racconto ben più incisivo. Ma l’obbiettivo dichiarato di Hornby è quello dell’intrattenimento intelligente e l’umorismo british, e quindi si può dire che sia stato raggiunto, anche sul breve periodo come in questo racconto di velocissima lettura.
Un piccolo e semplice esempio di humor di qualità in formato tascabile. Da leggere.

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Come diventare buoni – N. Hornby

Postato da Legione il 9 Febbraio 2011

Probabilmente una delle opere più famose uscite dalla caustica penna inglese di Nick Hornby, Come diventare buoni soddisfa tutte le aspettative nei confronti dell’autore e forse va addirittura oltre.
L’intera vicenda viene narrata da Katie, madre di famiglia e medico del servizio sanitario nazionale inglese, fondamentalmente rilassata nella sua routine indagatrice nelle vite, a volte grame, che incontra. Suo marito, David, scrittore arrabbiato con tutto e tutti, al punto da tenerne una rubrica su una rivista, è perennemente ingrugnito e rende la vita domestica di Katie un fastidioso inferno. Finchè qualcosa di imprevisto cambia: lei decide di lasciare lui a causa di una storia extraconiugale e lui… assume un modo del tutto inatteso di affrontare la vita, facendo rivalutare all’intera famiglia, e non solo, il significato di essere buoni.
Un romanzo dallo stile impareggiabile che caratterizza da sempre Hornby: narrato in strettissima prima persona, la visione è sempre attraverso gli occhi di Katie, spesso inframmezzata da lunghe digressioni interiori, come sempre in toni un po’ esagerati ed enfatici che tanto sono cari all’autore e che integrano perfettamente la vicenda.
Questo romanzo infatti è forse uno dei più focalizzati al sentire dei personaggi, ai sentimenti che accompagnano le decisioni, spesso incomprensibilmente troppo buone, che il nuovo David impone alla famiglia.
I personaggi sono come sempre disegnati con maestria, chiari e coerenti eppure mai banali o pedanti. La visione di Katie, inoltre, rappresenta bene il pensiero di persona media (mediamente felice, mediamente partecipe dell’andamento della società, mediamente interessata a mutarne in prima persona la direzione) e quindi veicola bene il pensiero del lettore, con semplicità ed efficacia, accompagnandolo sempre attraverso questa storia in apparenza normalissima ed al contempo paradossalmente rivoluzionaria.
Un libro che non può mancare nel repertorio dell’estimatore dell’autore ma allo stesso tempo ottimo per chiunque per un viaggio introspettivo ma disimpegnato, come solo Hornby sa fare.

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Tutto per una ragazza – N. Hornby

Postato da Legione il 25 Giugno 2010

Di questo libro, “Tutto per una ragazza” abbiamo letto una recensione che esordiva più o meno così: “L’ho sempre detto: Hornby è un furbacchione”. Ci troviamo perfettamente d’accordo. Hornby è un furbacchione, e non è una novità. Ci ha raccontato la storia di un Peter Pan un po’ cresciuto in Un ragazzo, ci ha parlato di calcio, di aspirazione al suicidio, di musica e di libri, sempre condendo la sua prosa con quel tocco di ironia sapida e così british da rendersi inconfondibile.
Questo romanzo probabilmente non è il più noto della produzione di Hornby ma forse è l’esercizio di stile più notevole. Ci scrive fingendosi un diciottenne che narra l’inizio delle sue travagliate vicende quando di anni ne avea solo 16. Il risultato superficiale, secondo i più, è un romanzo indirizzato ai ragazzi e young adult, ma noi non siamo di questa idea. L’autore interpreta la parte dell’adolescente incasinato con una tale precisione e credibilità da renderlo estremamente efficace, ma al contempo inserisce valutazioni e pensieri profondi da adulto che solo un adulto sa cogliere. Un coetaneo del protagonista probabilmente mal sopporterebbe questi appunti, anzi, probabilmente mal sopporterebbe l’intero romanzo.
Sam, il ragazzo sedicenne, ha come uniche preoccupazioni nella vita la scuola, il futuro e lo skate. Ad una festa non conosce Alicia, che gli fa scoprire un mondo ed una serie di “attività” che non avevano mai suscitato il suo interesse. Finchè, un giorno… non scopre che potrebbe diventare padre, e allora tutto assume una dimensione diversa.
Questo romanzo probabilmente nasce sulla scorta della situazione sempre attuale del problema delle maternità in età giovanile nel Regno Unito. Non è però un libro educativo o moralista: affronta con semplicità il terremoto che una notizia del genere provoca nella vita di chiunque, in particolare per un ragazzo così giovane. La prosa è colloquiale e diretta ma soprattutto disarmante, comunicando, come spesso fa Hornby con tanta maestria, esattamente quello che ciascuno di noi intimamente pensa, ma che non ha il coraggio di esternare.
Hornby anche con questo volumetto fa centro nel bersaglio, sviscera l’argomento e lo seziona fino al dettaglio più imbarazzante e scomodo, e come sempre lo fa con arguzia ed ironia, lasciando sempre quel leggero retrogusto amarognolo, che nasce dal riconoscimento delle intime verità della vita.