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“Intervista col vampiro” e varie sui vampiri letterari
Louis, bello ed affascinante, immortale e tormentato nella sua eternità, nel suo binomio intrinseco tra vita e morte, in confitto con se stesso, racconta la sua storia, dall’inizio della sua vita vampirica fino all’incontro con il giornalista che ne raccoglie le memorie.
La sua esistenza incrocia quella di molti altri come lui, appoggiandosi e respingendosi con forza e violenza.
Un classico dell’horror di classe, la Rice per prima diventa precorritrice di un tipo di narrazione vampiresca che segna una svolta da tutto quello che era mai stato scritto in tema prima di lei. Da Stoker alla Rice si vede l’abisso narrativo e concettuale che ruota attorno a questa figura che ha attraversato i secoli affascinando e terrorizzando le generazioni. Dalla creatura mortifera e bestiale, repellente e affascinante nell’ottica dell’orrido, alla raffinata entità ricciuta che assorbe la storia dei secoli, arricchendosi di beni materiali e di sapienza, viaggiando e vivendo il proprio tempo.
Penso che sia impossibile riassumere o elencare tutti i romanzi che hanno trattato questo tema, sotto molteplici punti di vista, adducendo al vampiro questa e quella proprietà e caratteristica.
Ultimi, tra i più famosi, oltre a tutte le opere della Rice (per citare il ciclo di cui “Intervista col vampiro” fa parte: “Scelti dalle tenebre” e “La regina dei dannati”) che ha appunto scavato il solco del “vampiro attraente e raffinato”, l’ovvio ciclo della Meyer che ha scatenato l’idolatria delle giovanissime, “Twilight” e successivi (paradigma in realtà del vampiro-non-vampiro, che non ha più alcuna caratteristica della creatura Stokeriana, ma che addirittura alla luce del sole diventa più bella invece di polverizzarsi tra atroci sofferenze. In sostanza tratta una storia fantasy che racconta il Vero Amore, eterno, puro e pulito. Il fatto che si parli di vampiri diventa una questione puramente marginale), i meno noti ma sempre piacevolissimi, “Il discepolo” di Elizabeth Kostova (molto ben studiato dal punto di vista storico, ripercorrendo le origini del mito inframmezzando con una pregevolissima storia horror), il neoedito “La danza delle marionette” del nostrano Luca Buggio e del quale abbiamo scritto qui e qui (scritto due anni prima di Twilight, lega un non morto ed una mortale in un intreccio dal taglio molto cinematografico e di elevatissimo spessore nella descrizione dei personaggi, perfettamente umani, e nel messaggio di solidarietà che lo permea), e il “Lasciami entrare” di Lindqvist del quale abbiamo parlato qui.
La danza delle marionette – L. Buggio
Angus cammina nella notte. Angus è forte oltre ogni immaginazione, non si ammala mai, non invecchia, è pervaso da un fascino ultraterreno. E non è solo. I giochi di potere tra le varie fazioni dei suoi simili che si spartiscono il controllo della metropoli, rischiano di mettere in pericolo ciò che è il motivo della sua esistenza: i suoi protetti, i dimenticati, gli abbandonati, i bambini vittima di abusi e maltrattamenti. Nonchè la sua Principessa, Kerri, colei che accompagna Angus nella sua missione e ne condivide lo scopo, senza conoscere fino in fondo la natura di Angus.
Questo è un romanzo di vampiri. E’ innegabile. Ma chiuderlo in questa definizione sarebbe fargli un grave torto. Tratta di vampiri, è vero, ma non solo. Questo romanzo, dal taglio cinematografico e dalla narrazione diretta, racconta una storia complessa, mai banale, ricca di colpi di scena, di azione e di sentimenti profondi.
Con tratti rapidi e precisi l’autore ci accompagna nei sobborghi di una non ben precisata metropoli e ci porta in un mondo di solitudini, di freddo calcolo e bieco interesse, ma ci disegna anche angoli di piccola gioia, di conforto, di luce e speranza.
Angus e Kerri danzano in questo spettacolo come marionette, così come i simili di Angus, senza comprendere mai fino in fondo chi è a tenere i fili, chi è effettivamente mente e chi pedina in questo gioco perverso.
“La danza delle marionette” è effettivamente un romanzo di vampiri, ma più che altro è un romanzo che parla d’Amore e di Vita.
L’amore di Angus per i suoi protetti, l’amore di Kerri per Angus, intrappolato in una condizione di non esistenza, l’amore per i propri diletti e passatempi di coloro che si sono posti a leader dei clan vampirici, che non esitano ad annientare simili e mortali per il loro mero compiacimento.
La vita che pervade i giovani prigionieri delle loro esistenze, la vita che è in Angus in quanto capace di provare sentimenti nobili, la vita che non è più nei carnefici e nelle creature spietate che lo circondano e cercano di annientarlo.
Questo mondo e questi personaggi, così vividi e reali, opera di esordio di Luca Buggio del quale abbiamo parlato qui, a nostro avviso meritano di essere conosciuti e apprezzati, per godere delle sensazioni forti che sono in grado di suscitare, dalla suspense delle scene d’azione alle lacrime di commozione delle ultime, delicate pagine.
Scheda: “La danza delle marionette”
la quarta di copertinaAngus è un vampiro, un predatore che sceglie le prede con attenzione: solo chi fa del male ad altre persone. Le vittime delle sue vittime diventano i suoi protetti, prendersene cura lo fa sentire ancora vivo, amato. Umano. Ma ugualmente diviso tra un mondo a cui non sente di appartenere e uno che non lo riconosce più.
Kerri non ha avuto una vita facile, la sua infanzia è un incubo che vorrebbe dimenticare. Angus l’ha tolta dalla strada e lei è cresciuta e diventata forte al suo fianco, fingendo di non accorgersi dei suoi tanti misteri.
Galinder guida congreghe di vampiri dai tempi degli imperatori romani. Saggia guida per alcuni, spietato tiranno per altri. Indifferente alla sorte dei mortali, gli interessa soltanto mantenere il potere, alimentando gli intrighi che nascono alla sua corte.
Malakith ha un unico scopo nella sua millenaria esistenza: sconfiggere Galinder una volta per tutte. Nessuno scrupolo rallenta il suo cammino. Porta tempesta e si lascia alle spalle distruzione.Suona la danza e le marionette si muovono a tempo di musica.
Galinder e Malakith. I loro seguaci, i loro servi.
Angus. E Kerri.
Chi è che regge i fili?Una storia avvincente che si legge d’un fiato, ricca di colpi di scena e di personaggi incredibilmente vivi: sorprende, emoziona, commuove. Una storia che fa riflettere sull’ambiguità dei sentimenti e su tutte le sfumature della parola “amore”, dalla più nobile alla più perversa. Amare può essere crudele. E pericoloso.sche
le note sull’autore
Luca Buggio è nato a Torino il 15 luglio 1966; laureato in Ingegneria, affianca alla sua attività la passione per il teatro e per la narrativa. La Danza delle Marionette è il suo primo romanzo e deve l’ispirazione ad una lunga esperienza nel mondo del volontariato: anche se i personaggi e le vicende della storia sono di pura fantasia, le emozioni che la pervadono sono reali, fino all’ultimo sorriso, fino all’ultima lacrima.
Gentili lettori, siamo lieti di annunciarvi che presto saremo in grado di proporvi una serie di contenuti riguardanti “La danza delle marionette”, il libro di esordio di Luca Buggio. Non perdetevi i prossimi aggiornamenti!
A&C Staff