Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]
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Le ore sotterranee – D. de Vigan
Le ore sotterranee è il nuovo libro recentemente pubblicato da Mondadori dell’autrice francese Delphine de Vigan, che si è presentata al grande pubblico con il suo romanzo di esordio, Gli effetti secondari dei sogni nel 2008.
La trama è semplicissima: è il 20 maggio, e in questo giorno le vite di Mathilde e Thibault cambieranno. Non sanno ancora come, ma succederà. I due non si conoscono, non sospettano nemmeno dell’esistenza l’uno dell’altra, ma hanno molto in comune. Entrambi sono sull’orlo, osservano l’abisso spalancato davanti a sè e ne sono attratti. Oscillano su questo baratro e basterebbe davvero niente per farli precipitare. Mathilde è vittima delle manovre di annientamento da parte del suo capo e mentore, non lavora più, è relegata in un angolo, ha smesso di esistere agli occhi dell’azienda. Thibault è un medico, inghiottito dal dolore che vede ogni giorno, vorrebbe una dimostrazione di affetto dalla donna che ama ma che non sa riamarlo, colei che sa solo dire “grazie” per quello che lui le da.
Il 20 maggio i loro destini cambiano, ma non come ci si aspetterebbe da un romanzo, con un happy end che mette ottimismo, ma come solo la vita vera sa fare, attraverso i piccoli gesti, sguardi, decisioni.
Le ore sotterranee non è esattamente un romanzo, è un racconto lungo, perchè dal racconto mutua la rapidità di comunicazione e la possibilità di andare dritti al nocciolo del problema, senza fronzoli, anche creativamente. La narrazione è serrata, claustrofobica, difficile da reggere sulla lunghezza, a frasi brevi, spezzate, ricche di sensazioni e di introspezioni ma frammentarie. Ma quando si arriva alla conclusione e si leggono le ultime pagine, si capisce quanto sia stata brava l’autrice a descriverci questa vicenda attraverso l’uso di queste frasi, e a trasmettere il senso di cambiamento, leggero ma inevitabile, che può coinvolgere ciascuno quando le vite si incrociano, anche solo per un istante.
Un libro molto intenso, che si lascia leggere in un sol fiato, farcito da quella sensazione di solitudine ineluttabile che già permeava il romanzo precedente, una sensazione così stabile e quotidiana da aver perso la sua violenza, fino ad essere percepita come condizione di normalità.
Un libro veramente pregevole, che ci sentiamo di consigliare a tutti, perchè fa riflettere, con i denti nella carne, su quanto possa essere terribile la normalità.
La passione secondo Thérèse – D. Pennac
Trama: Thérèse si innamora di un funzionario statale di alto livello impegnato in azioni umanitarie, Ben racconta a teatro della nascita di Signor Malaussène e il Piccolo cerca suo padre. E la saga dei Malaussène giunge ad una conclusione.
Un libro, una piece teatrale e un racconto portano finalmente a conclusione la saga dei Malaussène esplorando quei pochi della famiglia che conoscevamo solo in parte. Mi sento un po’ triste, a dirla tutta, perché questa saga è bellissima e merita veramente di essere letta, secondo me, sapere che per me è finita… non mi piace affatto, insomma. Non sono il tipo che rilegge un libro, se non dopo davvero tanto tempo. Mi avevano detto che gli ultimi stralci di questa serie non erano certo tra le migliori produzioni di Pennac, ma devo dire che l’unico dei tre che non mi è piaciuto è Signor Malaussène a Teatro.
La Passione Secondo Thérèse, anche se molto meno divertente dei titoli precedenti e forse un po’ meno spontaneo, è pur sempre un libro del Malaussène che conoscevamo, ricco di comicità, ironia e colpi di scena uno più assurdo dell’altro.
Cristianos Y Moros inizia con una diagnosi assurda per concludersi in maniera ancora più assurda, ma quando finiranno di stupirci, Ben e famiglia? Penso mai… in poche pagine, un concentrato di quello che sono i Malaussène dal primo all’ultimo, un piccolo salto indietro nel tempo quando in famiglia ancora non c’era nemmeno il Piccolo.
Signor Malaussène a Teatro, invece, è stata una mezza delusione. Un’incollatura di spezzoni dal quarto romanzo corredati di un’interpretazione scenica come se Benjamin stesse effettivamente recitando a teatro. Non male, in realtà, ma sicuramente con un po’ di impegno Pennac avrebbe potuto produrre qualcosa di molto più interessante.
Ed ecco quindi che si conclude la saga di Benjamin Malaussène e della sua incredibile famiglia di parenti a cui lui fa da padre. Mi mancheranno tutti, dal primo all’ultimo: non sapremo com’è Signor Malaussène, Verdun ed È Un Angelo si muoveranno nel mondo senza di noi! Ma soprattutto, mi mancherà di non aver conosciuto meglio la piccola Clara, di cui è impossibile non innamorarsi dopo tutto quello che Benjamin ne dice. Nella speranza che Pennac cambi idea… perché no?
Edito da: Feltrinelli. Soliti discorsi per La Passione Secondo Thérèse, mentre Ultime Notizie dalla Famiglia mi ha davvero deluso: quasi tutte le ultime pagine sono sbiadite o stampate malissimo, tanto che arrivare alla fine è stata una vera e propria sofferenza. Spero che sia solo un problema della mia copia, perché rovinare così il finale della serie è un sacrilegio!
Recensione scritta da RM
Monsieur Malaussène – D. Pennac
Trama: le puttane di Genvaise che spariscono, la proiezione di un Film Unico, Berthold che si crede Dio e un illusionista che fa della sparizione uno stile di vita e Rabdomant in pensione. Ma proprio in questo momento dovevi nascere, Signor Malaussène?
E prima venne l’Occhio del Lupo. Poi seguirono, nell’ordine, Abbaiare Stanca, la Prosivendola, Diario di Scuola, Come un Romanzo, la Fata Carabina e il Paradiso degli Orchi. Ho impiegato un bel po’ di tempo ad esplorare una piccola parte della bibliografia di Daniel Pennac, avrò iniziato a sei anni, leggendo solo sette libri. E tralasciando il primo, per cui sono giustificato dal fatto che a sei anni non sapevo nemmeno cosa fosse, ho sempre pensato che per ognuno di questi Pennac meritasse il dannato Nobel alla letteratura. Ho mai cambiato idea? Mai. Il Signor Malaussène mi avrà fatto cambiare idea?
Ma quando mai! Questo è probabilmente il miglior libro della saga, e lo dico in barba a tutti coloro che assegnerebbero questo posto a Il Paradiso degli Orchi. Signor Malaussène è la summa non solo letteraria della Saga dei Malaussène, potrebbe tranquillamente costituirne la saga logica ed è assolutamente un capolavoro di scrittura. Scrittura di ogni tipo: descrittiva, saggistica, flusso di pensiero, tutto. Non mi sono annoiato un secondo, non ho pensato di saltare una pagina, ma nemmeno una riga, questo libro è semplicemente troppo bello. Senza dimenticarmi delle lacrime in ben due occasioni, una a metà libro e una sul finale, che ho interpretato come un piccolo regalo ai fan della saga.
Ma vi pensavate che le serie fantasy di Terry Brooks o della Troisi o di chi **** altro so io fossero le uniche che valesse la pena leggere? Filate a comprare i libri dei Malaussène: saranno anche ambientati nella Francia del XX secolo, ma in quanto a stranezze questi qui battono tutti. E, a proposito, occhio a Benjamin Malaussène: sarà capro espiatorio, ma porta più sfiga lui della Signora in Giallo!
Edito da: Feltrinelli. Solito ottimo lavoro per la Feltrinelli, che nell’Universale Economica ha forse la sua migliore collana in termini di qualità dei titoli, del libro in se e di costo del volume.
Recensione scritta da RM