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Passioni di una geisha – J. Bacarr
Esiste una sola parola che è possibile usare per descrivere questo libro. Sembrerà una valutazione recisa, netta, estrema, ma nulla ci sgorga più sincera che questa. Spazzatura.
Questo libro è la perfetta antitesi di tutto ciò che chi è affascinato dal Giappone desidererebbe mai leggere. Dozzinale, mediocre, completamente privo di trama (oh, beh, una trama c’è, ma è talmente minima che possiamo anche dire che non esiste), viene spacciato probabilmente per romanzo erotico, decisamente sopravvalutandolo. Di erotico non ha davvero nulla, è solo pruriginoso, ridondante, assolutamente non credibile in nessuna accezione, un Harmony di basso livello passato per letteratura.
Questo libro è finito nelle nostre mani per caso, la copertina ci aveva incuriositi e, come abbiamo ormai preso abitudine, non abbiamo letto la quarta di copertina. Forse avremmo fatto meglio ad andare contro i nostri usi: già da lì i sintomi di narrazione degradante ci sono tutti, ma nulla poteva prepararci a questo.
Dopo aver letto con passione ed estremo interesse la magnifica opera di Golden, Memorie di una Geisha e il saggio Geisha, storia di un mondo segreto di Lesley Downer, scritti con una cura per il dettaglio, una precisione ed una raffinatezza veramente senza pari, informativi ma mai pedanti, assolutamente indispensabili per avere una visione storica (per il secondo libro) ed estatica (per il primo) della geisha, questo libercolo risulta un pugno in un occhio. La scimmiottatura della Geisha è raccapricciante, senza contare il continuo rigirare sulle questioni sessuali che rendono veramente ridicolo il risultato, oltre che pure un po’ offensivo.
Nulla da dire contro la letteratura erotica tout court, ma questo è veramente troppo. Troppo grottesco, troppo offensivo per la figura bistrattata della geisha per essere anche solo considerato.
Consigliamo a chiunque voglia leggere qualcosa sul fascino antico di quelle donne coraggiose di evitare come la peste questo libro e dedicarsi ad altre letture.