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Norwegian wood – H. Murakami
Trama: Toru è un ragazzo strano. Vive nel suo mondo e non si cura degli altri, ma ha sempre qualche insicurezza che gli crea problemi. Si innamora di Naoko, ma lei è profondamente segnata dalla morte del suo prim ragazzo Kizuki. Mentre cerca di riportarla alla normalità, in un vortice di morte si uniscono alla storia anche l’energica Midori e l’affascinante Nagasawa.
Questo libro è bellissimo e ogni lettore con un minimo di sale in zucca -e di gusto, ovviamente- dovrebbe leggerlo. Per il resto, ho capito da un bel pezzo che i romanzi giapponesi del dopoguerra non sono esattamente descrivibili a parole, troppo distanti dalla nostra cultura letteraria e troppo complicati perché uno come me riesca a scriverci su senza risultare -ai miei stessi occhi- patetico.
Posso parlare, al massimo, di quello che per me questo libro rappresenta. Anche se in maniera un po’ astrusa, non posso fare a meno di vederci un periodo della mia vita nero come la pece del quale ancora mi porto gli strascichi: non posso fare a meno di rivedermi in Toru -anche se senza le sue grandi capacità da amatore- e di trovare nella figura di Naoko alcune analogie con persone che in un modo o nell’altro hanno segnato la mia vita.
Ogni volta che metto mano a Norwegian Wood io entro in un mondo separato da quello reale, dove smetto di percepire quello che ho attorno e vivo solamente in funzione del libro: che so già come andrà a finire -lo sapevo anche alla prima lettura, maledetta prefazione, evitatela come la peste- eppure questo non mi serve a prepararmi. E così ogni volta sempre la stessa storia, sento qualcosa che si incrina, scricchiola, forse proprio si rompe.
Completamente al di fuori dalla normale produzione di Murakami, lo scrittore giapponese credo che dia qui il suo massimo in ogni senso: la storia, una vera e propria narrazione della vita di tutti i giorni priva di ogni elemento surreale, lo stile così delicato eppure pungente, penetrante, che riesce a travolgermi. Facendo danni, ovviamente, lasciando dentro di me segni del suo passaggio.
Credo che nella propria vita ognuno abbia “il proprio libro”, quello indimenticabile, quello da aprire per trovare sempre qualcosa da leggere, anche in poche righe. Norwegian Wood, per il momento, è il mio.
Edito da: Feltrinelli. In questa seconda edizione hanno corretto gli errori di rilegatura della precedente, inoltre mi piace molto di più il formato tascabile dei libri di Murakami, trovo le copertine molto più belle.
Recensione scritta da RM