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Annessi & Connessi
Per noi, i libri sono una faccenda personale. Benvenuto!
Postato da Legione il 17 Maggio 2015

http://annessieconnessi.net/una-notte-di-ordinaria-follia-a-filisdeo/

Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]

 

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Alice nel paese della vaporità – F. Dimitri

Postato da Legione il 17 Dicembre 2012

Partiamo dalle cose facili. Alice nel paese della Vaporità è un romanzo del 2010 di Francesco Dimitri. In breve, in questo romanzo viene affrontata una rilettura in chiave retrofuturistica a vaga ispirazione steampunk della ben nota storia di Alice nel paese delle meraviglie, universalmente conosciuta.
Ora arriviamo alle cose meno facili. Abbiamo letto questo romanzo, lo ammettiamo, con un certo senso di sfida. Sappiamo bene in che condizioni vivacchia la fantasy italica, e questo romanzo pare abbia suscitato pareri piuttosto concordi, tra gli esperti del genere, segnalandolo come un altro pessimo esempio da annoverare nella categoria di cui sopra.

I buoni romanzi, di qualunque genere siano, devono essere in grado di comunicare con il lettore, deve saper mostrare le sue trame, il suo mondo, i suoi personaggi, dar voce alle loro storie.
Ebbene, Alice nella sua Steamland ci ha delusi, sotto tanti punti di vista.
Innanzitutto, dal punto di vista del contenuto. La trama è piuttosto deboluccia, tendente all’assenza, i punti cardine sono vacui tanto quanto la vaporità in cui sono immersi. C’è un senso di dispersione che permea tutta la storia, assimilandola, in questo senz’altro, alla storia nonsense della Alice originale. I personaggi sono piuttosto banali, Alice stessa ci ricorda da vicino Nihal della Troisi, almeno per i toni con cui viene descritta.
Abbiamo trovato lo stile dell’autore piuttosto scadente. Il concept su cui si basa la storia aveva un potenziale molto alto, ma non viene sfruttato, in primis dallo stile dell’autore, e poi dall’impronta che l’autore vuole dare alla storia stessa.
La voce del narratore è sempre molto presente, lasciando poco margine di manovra al lettore e all’immedesimazione. Ci vengono raccontate scene che sembrano uscite direttamente da uno splatter di serie B, di crudezza gratuita e non funzionali alla storia, che comunque non suscitano altro che noia e fastidio. Questo si presenta spessissimo, dalle descrizioni delle mutazioni dovute agli effetti della vaporità sugli esseri viventi, fino alla presenza di creature che non sembrano appartenere alla Steamland, come i vampiri, che sembrano inseriti lì, a bella posta, tanto per fare calderone. Non una trovata originale, non un accenno di vero sense of wonder. Cose già viste, già lette, usurate e consumate.

Inoltre, questa assenza di contestualizzazione è quello che, a nostro avviso, fa sì che Alice nel paese della Vaporità sia steampunk solo di nome e non di fatto. Abbiamo la presenza, infatti, di marchingegni retrofuturistici che funzionano a vapore, ma la loro esistenza è del tutto marginale, immotivata, di contorno. La storia stessa si sarebbe potuta reggere senza problemi anche in assenza di macchine a vapore.
La storia in sè, quindi, oscilla tra il disgusto controllato, la voglia di suscitare sensazioni estreme senza riuscirci, e il banale/già visto. La struttura di base infatti ripercorre quasi pedissequamente quella de La storia infinita, storica opera di Michael Ende. A discostarsi da questa, abbiamo un sovrannumero di concetti astratti, a descrizione (e giustificazione) del mondo Steamland, che non chiariscono le questioni ma le confondono ancora di più.

L’autore esprime la sua teoria, ma senza fornire prove, dimostrazioni tangibili nella trama, cambi di punti di vista, intrecci, per renderlo credibile ed eventualmente condivisibile dal lettore.
In questo romanzo non accade niente di tutto questo: vengono proposti una serie di sparate nozionistiche nelle quali veniamo resi edotti di questo e quello, senza che il lettore possa essere messo in grado fattivamente di comprendere ed immedesimarsi.

L’autore sostiene che la Vaporità produca effetti sinestetici su chi la respira, eppure questo sconvolgimento appare a gusto dell’autore, solo quando gli serve; l’utilizzo di deus ex machina grossi come carri allegorici, che di fatto in più di un’occasione costituiscono l’unico mezzo per mandare avanti la storia… potremmo andare avanti ancora parecchio elencando le sconsideratezze narrative contenute nel romanzo.

In breve, ci sembra che Alice nel paese della vaporità sia un romanzo più che mediocre: dal tono accondiscendente e dalla scarsa cura strutturale potremmo quasi considerarlo come YA di basso profilo, ma i contenuti lo fanno rientrare nella letteratura per adulti, i quali potrebbero (dovrebbero?) offendersi a giusto titolo se si trovassero nelle condizioni di acquistarlo.

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