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Annessi & Connessi
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Postato da Legione il 17 Maggio 2015

http://annessieconnessi.net/una-notte-di-ordinaria-follia-a-filisdeo/

Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]

 

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L’uomo verticale – D. Longo

Postato da Legione il 8 Novembre 2015

http://annessieconnessi.net/luomo-verticale-d-longo/

Negli ultimi anni mi è capitato spesso di leggere romanzi più o meno di fantascienza spinta incentrati su scenari post apocalittici. Gran parte di questi avevano a che fare con una epidemia zombie e per quanto ne abbia incontrati diversi con una logica ed una struttura solida e credibile, una parte di me è sempre stata in grado di tenere le redini e osservare il gioco dell’inganno tra l’autore e la mente del lettore come spettatore esterno, percependone la finzione.
L’uomo verticale di Davide Longo si presenta come un romanzo post apocalittico (o peri-apocalittico, se esiste il termine) atipico, prima di tutto perchè non è un romanzo di fantascienza e poi perchè la sua abilità mi ha fatto crollare lo spettatore esterno disincantato, facendolo soccombere.

Questo romanzo è stato in grado di turbarmi nel profondo, come solo pochi romanzi riescono a fare, perchè è stato in grado di delineare uno scenario assolutamente credibile, che potrebbe verificarsi in tutta la sua tragica perfezione nell’arco di pochi anni (o mesi) a partire da oggi, proprio davanti ai nostri occhi.
Non sappiamo gli estremi precisi di questa apocalisse, sappiamo per certo però che ciò che l’ha generata non è un elemento estraneo a noi (come potrebbe essere una malattia, un’invasione aliena o un’epidemia zombie) e questo, a mio avviso, genera tutta la differenza del mondo. Vengono chiamati “esterni” ma sappiamo che si tratta solo di una questione geografica, non planetaria, ed identifica sempre e comunque degli esseri umani.

Questo romanzo esplora la vita peri-apocalittica di un uomo normale, che si ritiene ammorbidito, impoverito dalla sua normalità, inetto nell’affrontare un qualcosa più grande di tutti contando sul suo ottimismo a poco prezzo, sul suo “tutto si sistemerà”. Quello che dapprima ha ritenuto una debolezza, diventerà la sua forza, il suo unico modo per rimanere vivo, integro, verticale (appunto), umano nel senso buono e naturale del termine, anche dopo aver affrontato atrocità difficili da immaginare, liberandosi dal passato e dagli orpelli per arrivare alla vera essenza delle cose importanti.

Uno dei punti di forza di questo romanzo, che ne arricchisce di sfumature le grandi capacità evocative, è il sensibile utilizzo di metafore. L’uomo si ritrova a fronteggiare la rigidità di un terribile inverno della ragione umana, nonchè climatico, e culminerà finalmente nelle braccia della primavera, con i suoi germogli di speranza, e nell’estate con la sua fecondità e la promessa di tempi meno difficili.
Al contempo, ad esempio, i cani costituiscono una brillante metafora dell’essere umano, che reinselvatichito, torna alla sua aggressività naturale con accenti aberranti al punto da, talvolta, dilaniarsi tra consimili. Gli animali e la natura in generale rappresentano il Buono che ancora alberga al mondo, la sensibilità, la dolcezza, l’accoglienza che culmina nella purezza dell’infazia più tenera, che dà speranza in un futuro migliore e più equilibrato.

L’uomo verticale è un romanzo molto crudo, drammatico e aguzzo, che scava all’interno dell’uomo con utensili affilati, alla ricerca di quello che sappiamo essere Buono all’interno di noi, nonostante spesso le circostanze facciano di tutto per annientarlo.
Sicuramente una lettura consigliata.

Recensione scritta da Sayu

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