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Anelli di fumo – A. Gnudi
I ruggenti Anni ’60, raccontati direttamente da chi c’era e li ha vissuti, nel cuore pulsante di Bologna: su queste basi si struttura questo libro fortemente autobiografico, Anelli di fumo, prima fatica di Ario Gnudi, che in quegli anni ha vissuto il cammino dall’infanzia all’adolescenza e ce li ha raccontati in queste memorie.
Le premesse per far sì che questo libro potesse costituire una lettura piacevole ed appassionante c’erano tutti, e questo si percepisce nelle prime battute, nell’episodio della prima cotta. Il tono è quello leggero e un po’ scanzonato, che ben si confà alla tematica trattata.
I problemi però si riscontrano con lo scorrere dei capitoli, che ricoprono puntualmente anni scolastici ed estati e tutti gli eventi che si succedono in un lasso di tempo di diversi anni. La narrazione è in prima persona, ma è sempre distaccata e piana, senza far risaltare episodi col potenziale di essere davvero interessanti e divertenti e che invece si perdono nell’elencazione dei fatti. Praticamente non ci sono dialoghi nè personaggi di rilievo se non il protagonista, che considerando il romanzo in quanto autobiografia, ha un certo senso, ma il risultato per il lettore è un distacco dalla storia.
La pecca più grossa di quest’opera, che alla fine svaluta un contenuto che, come detto, ha del buon potenziale, è l’assenza di editing. Studiata con cura, avrebbe notevolmente alleggerito la narrazione, sforbiciando su dettagli ed elenchi che appesantiscono il testo, mettendo invece in evidenza i fatti salienti, presentando i personaggi attraverso eventi vivi, mostrandoli, non soltanto raccontandoli.
Lo stile ha anch’esso del notevole potenziale espressivo, sebbene l’intervento di un editor avrebbe fatto certamente la differenza: i periodi sono lunghi, prolissi, pieni di subordinate e di incisi, di giri di parole e di riferimenti diretti al lettore, che anch’essi non fanno altro che rallentare il ritmo, divangando e perdendosi in minuzie.
Inoltre, per chiari motivi di affezione, il testo è costellato di osservazioni sulla città di Bologna, sulla scena politica del tempo, il cinema, lo sport e la musica, somministrate in modo meccanico, senza inserirli nella narrazione ma elencandoli e proponendoli in blocchi scollegati. Anche qui un buon editing renderebbe apprezzabile e gradevole l’opera anche a chi non ha mai visto Bologna o chi in quell’epoca non era ancora nato.
Insomma, Anelli di fumo è un romanzo piacevole, sebbene acerbo e bisognoso di un’organizzazione professionale, che lo valorizzi e lo renda fruibile da lettori di tutte le età.
Scheda: Anelli di fumo – Ario Gnudi
Tra spiagge romagnole, campi da calcio e osterie bolognesi, seguiamo le vicende di uno studente irrequieto e un po’ ribelle alle prese con le gioie e i dolori di una stagione della vita entusiasmante e complessa.
I primi amori, le scorribande con gli amici e le feste domenicali nei salotti buoni: il racconto privato di un’educazione personale e sentimentale si fa anche spaccato della cultura italiana del boom economico, con tutte le speranze, i desideri e le contraddizioni che ha portato con sé; fino ad approdare a un ’68 inedito, quasi intimo, vissuto nella delicata fase di passaggio dalla giovinezza all’età adulta.
Sullo sfondo, a fare da contrappunto alla narrazione, sono costantemente evocate, quasi fossero anch’esse protagoniste della storia raccontata, le glorie della musica, del cinema e dello sport di quegli anni indimenticabili per chiunque li abbia davvero vissuti.
Ario Gnudi
Anelli di fumo
Pendragon editore